Autrice: Lady
With Witch
Co Autore Classicboy
Titolo: The Agency
Rating Giallo
Genere fluff, demenziale, romantico,
soprannaturale
Coppie FrUk,
Spamano, GerIta, RusAme , SuFin, DeNor, PrHun.
Avvertimenti: Ooc, What
If…? Alternative universe.
ATTENZIONE
Pesante Ooc di alcuni personaggi di questa fan
fiction
Parodia di Martin Mystere, Hellboy e Huntik. Da maneggiare con cautela.
Questa long rappresenta un esperimento dell'autrice: ossia
è un'antologia di storie a carattere fantasy/parodico dove
fluff e divertimento sono i perni portanti. Perchè chi dice
che il fantasy debba essere sempre preso sul serio? Una risata
è tutto quel che serve. Come diceva Chaplin:"Un giorno senza
sorriso è un giorno perso."
Trama
FBI , CIA e altre agenzie governative sono convinte che
dietro a dei misteriosi furti di preziose opere d’arte, ci
sia la mano di Feliciano Vargas, innocuo studente italiano
dell’Accademia d’arte di New York trasferitosi da
poco e incapace di rubare una mela senza farsi scoprire, figuriamoci
essere un ladro di fama internazionale. A prenderlo
in custodia sono gli agenti
Ludwig e Gilbert , membri dell’Agenzia, una misteriosa
organizzazione che si occupa di tenere il mondo normale separato da
quello soprannaturale.
Campagna di Promozione Sociale -
Messaggio No Profit
Sapevi che ogni volta che leggi una storia senza recensire, un autore
smette di scrivere?
Dona l'8‰ del tuo tempo alla causa pro-recensioni.
Salva uno scrittore dall'estinzione!
The Agency
Lo strano caso del
doppelgänger
Omnia
mutantur, nihil interit
Tutto cambia, niente muore
(Motto dell’Agenzia)
Metropolina Museum, New York
11 Ottobre 2016
Ore 23.58
Era notte fonda a New York, e
Central Park pareva essere circondato da una calma quasi irreale.
Il Metropolitan Museum of Art si stagliava nella notte, illuminato solo
dai fari, che ne mettevano in risalto l'imponenza e la
maestosità della facciata.
Una delle guardie giurate, nella sua postazione dalla cabina di
controllo, continuava a guardare annoiata le telecamere di sicurezza,
per poi spostare lo sguardo sulla più avvincente partita di
rugby che davano in quel momento sul televisore portatile.
Ma l'uomo avrebbe anche dovuto guardare sopra di sé,
perchè se avesse fatto attenzione avrebbe visto stagliarsi
contro la luce della Luna una flessuosa figura nera.
Il misterioso individuo atterrò con grazia quasi felina sul
tetto del Metropolitan per poi dirigersi con passo sicuro verso il
condotto di aerazione. Facendo attenzione scardinò la grata.
Dopo averlo fatto guardò il costoso orologio che teneva al
polso sinistro. Mancavano ormai pochi minuti alla mezzanotte.
Facendo attenzione si calò giù per poi procedere
a passo felino nei condotti di aerazione, schivando di tanto in tanto i
sistemi di allarme disseminati fin lassù.
Ogni volta che ne incontrava uno sbuffava e alzava gli occhi al cielo
pensando << Ma per favore, sul serio? >>
per poi disattivarli o evitarli.
Ad un certo punto tirò fuori un piccolo cellulare nero, sul
quale era visualizzata una mappa del Met con anche la sua posizione
attuale.
<< Ancora un paio di metri... e qui svolto. Poi procedo
diritto fino a che... eccomi qua! >>
L'intruso mise via il telefono per poi osservare dall'alto la sala in
cui era esposta tutta la pittura europea. Proprio in quel momento
passò sotto di lui un'altro custode che pattugliava il
corridoio di quella sezione.
Si guardò l'orologio e ghignò: un tempismo
perfetto. Non appena se ne fu andato dalla sua visuale, il misterioso
individuo prese da una borsa che teneva a tracolla alcune micro cariche
per poi piazzarle sulla grata sotto di sé.
Le agganciò e si allontanò leggermente,
dopodichè le fece scoppiare. Si sentì solo un
leggero botto.
A quel punto il giovane si avvicinò alla sua nuova apertura,
si tolse i guanti, e si premurò bene
di toccare la grata per spostarla.
A quel punto srotolò una lunga corda e ci
agganciò un rampino.
Guardò l'orologio: mezzanotte e cinque minuti. Sorrise e
premette un tasto sul suo cellulare.
Grazie a quello ora tutte le videocamere di quella sezione erano
andate. Si mise in posizione e si calò giù
lentamente.
Una volta toccata terra si guardò un attimo attorno per
vedere se c'erano problemi.
Le telecamere parevano morte e un nuovo sorriso si fece strada sul suo
viso.
Con passo calmo si diresse verso il suo obbiettivo.
Con occhi avidi fissò il ritratto di Juan de Pareja, dipinto
dal pittore spagnolo Diego Velazquez e acquistato dal museo nel 1971.
Un capolavoro dal valore inestimabile!
Facendo attenzione lo prese e se lo posizionò sotto il
braccio. Dopodiché guardò il posto vuoto nel
quale prima era alloggiato il ritratto. Si portò una mano
alla testa e si strappo con un grugnito un paio di capelli che fece
cadere lì di fronte.
A quel punto ritornò alla sua corda, si agganciò
di nuovo e fece azionare il mini motore messo in precedenza che lo
tirò su.
Mentre saliva si concesse un sorriso di gloria.
Di certo il suo mestiere donava tanti bei ricordi, ma uno dei momenti
che in assoluto preferiva era senz'altro quando se ne andava con la
refurtiva sotto braccio.
Gli donava una sensazione di...
potenza! L'essere di nuovo stato capace di mettere nel sacco dei
sofisticati congegni semplicemente grazie alla sua
genialità... non esisteva felicità maggiore! E se
poteva anche incastrare qualcuno che non centrava nulla...
Uh uh uh, quello significava unire il dovere al piacere!
Accademia di Belle Arti, New York
1 mese dopo
Feliciano Vargas sospirò. Odiava
il lunedì, specie perché aveva due ore di lezione
col signor Allen Jordan.
Il professore Jordan, l’ometto calvo e altro 1.50
che stava disegnando alla lavagna, aveva un tratto tremante e poco
chiaro. E parlava, parlava tanto e con la voce flebile, a malapena
riuscivano a seguirlo durante le sue spiegazioni. Spiegazioni che
potevano durante settimane e, se si impegnava, addirittura mesi.
Tutti gli studenti dell’istituto concordavano nel reputarlo
noioso e prolisso, e non c’era da stupirsi, benché
fosse iniziato da poco il semestre, che le sue lezioni fossero poco
frequentate.
Ma, finchè aveva l’opportunità di fare
ciò che più amava, ossia parlare, gli andava bene
avere anche solo dieci ragazzi in aula.
‘’ La lezione di oggi –
esordì, cercando inutilmente di dare una intonazione diversa
a quella sua vocetta -
Sarà sulla prospettiva! Immagino che vi abbiano
già spiegato che
la prospettiva è un insieme di proiezioni
e di procedimenti di carattere geometrico - matematico che
consentono di costruire l'immagine di una figura dello spazio su
un piano, proiettando la stessa da un centro di proiezione
posto a distanza finita.
Si tratta quindi di una proiezione centrale, o conica.
La specificazione è utile per distinguerla
dalla prospettiva parallela, modo alternativo, anche se non di
uso corrente, di chiamare le assonometrie .
La parziale comunanza dei termini è dovuta al fatto che
l'assonometria, per motivi strutturali legati alla determinazione
dell'immagine su un solo piano, può essere vista come un
caso particolare della prospettiva,
quando…’’
‘’ Ve… ho sonno…- pensò
l’italiano, mentre scarabocchiava sul suo block notes una
caricatura dell’insegnante - Forse
il fratellone aveva ragione… frequentare
l’accademia d’arte a Firenze sarebbe
stato meglio!’’
Feliciano si era trasferito da poco dall’Italia (e
quanto gli manca!) , per frequentare l’Accademia di Belle
Arti di New York.
Ne aveva tanto sentire parlare, dicevano che era uno dei migliori
istituti al mondo per i futuri artisti!
Grazie ad una borsa di studio, era riuscito ad accedervi! E quando vi
era entrato la prima volta, sembrava che si stesse avverando un sogno.
Invece, gli insegnanti erano noiosi, le lezioni lunghe e non facevano
alcuna pratica! Piuttosto che stare ad ascoltare ore inutili sulla
prospettiva o su altri tecnicismi vari, un po’ di lavoro sul
campo non sarebbe stato più istruttivo? Va bene, dovevano
sapere quello che stavano facendo… ma come potevano
dimostrare cosa avevano capito, se nessuno li lasciava provare?
‘’ …. la
prospettiva fu il primo tra i metodi usati di rappresentazione a
essere, per così dire, codificato. Non si trovano
però riferimenti a essa negli antichi trattati classici di
geometria e
la perdita totale della grande pittura parietale
greca non ci permette di sapere con sicurezza se quei pittori
adoperassero o meno procedimenti tecnici utili a una corretta
rappresentazione prospettica del reale. Dai cospicui resti di …’’
‘’ Sono ancora in tempo per tornarmene in
Italia? Va bene, non avremo molti soldi o professori di fama
internazionale, ma almeno ci fanno fare qualcosa!’’
Doveva andarsene, prima di fare anche lui la fine del signor
Jordan. Fece per raccogliere tutte le sue cose, quando due uomini
vestiti di nero entrarono nell’aula.
‘’ Cerchiamo il signor Feliciano Vargas –
disse il più alto, moro, con gli occhiali da sole (chi
è che si metteva gli occhiali da sole al chiuso?) . Gli
ricordava Dean Winchester di Supernatural – E’ qui?
’’
‘’ Ve sono io! Perché mi
cercate?’’
‘’ Ci segua, dobbiamo farle un paio
di…’’
‘’ Ma non è giusto! –
l’interruppe un’altro uomo, entrando trafelato e
con la giacca sottobraccio – Voi dell’FBI non
potete prendere il lavoro altrui!’’
‘’ Sì che possiamo, se il caso
è di nostra competenza.’’
‘’ No, il caso è della CIA! Voi avete
approfittato del fatto che fossi in bagno per venire da Vargas. Non
è giusto!’’
‘’ Chi tardi arriva male alloggia. Dovresti
saperlo.’’
Feliciano li seguiva a stento, non riuscendo a capire esattamente di
cosa stessero parlando. Si azzardò a chiedere, quando
entrò un manipolo di uomini armati in divisa verde con le
armi puntate… su di lui.
‘’ Che nessuno si muova! –
urlò il capitano, un cinquantenne allampanato e mezzo cieco
– L’esercito degli Stati Uniti prenderà
in consegna questo caso! ‘’
‘’ Ma… e voi che
c’entrate?’’
‘’ Odio dare ragione agli agenti della Cia, ma un
ladro d’arte non è certo un problema
dell’Esercito.’’
Feliciano sussultò. Un momento… ladro
d’arte? Lui? Ok, aveva scaricato qualche immagine da internet
per prendere ispirazione per i suoi quadri. Era illegale in America? Oh,
se lo avesse saputo!
Stava per chiedere scusa, quando un ragazzo albino, spuntato da
chissà dove, lo prese per un braccio e
disse:’’ Mi dispiace deludervi, ragazzi, ma lui
viene con me. Ordini
dell’Agenzia. ’’
Gli agenti FBI, CIA e i soldati dell’esercito lo fissarono,
stralunati.
‘’ Agenzia? – fece uno di loro
– E cosa diavolo è?’’
‘’ Mai sentita.’’
‘’ Sarà una di quelle
minori?’’
‘’ Gilbert! – esclamò un altro
ragazzo biondo, che li aveva raggiunti da poco – Che diamine
fai?’’
‘’ Ehi, non è giusto che lo arrestino!
Mica è colpa sua!’’
‘’ Non dico che non sia giusto. Ma quante volte ti
ho detto di non nominare l’Agenzia?’’
‘’ Bruder, ma
tanto ‘sti qua manco sanno che cosa sia.’’
‘’ E non devi essere certo tu
che…’’
Un rumore assordante proveniente da fuori lo interruppe. Una voce
amplificata dal megafono urlò:’’
Feliciano Vargas, arrenditi! Gli agenti dell’Interpool non ti
faranno scappare.’’
L’albino, Gilbert
l’aveva chiamato il biondo, roteò
gli occhi.
‘’ Dicono sempre così –
commentò, tranquillo – Ma noi riusciamo sempre a
fregarli.’’
‘’ Ma ti sembra il momento di pensare a queste
cosa, fratello?’’
‘’ Uhm… giusto. Meglio filare! E tu
– disse, rivolgendosi a Feliciano – Se non vuoi
finire in
gattabuia per un crimine che non hai commesso, è meglio se
ci segui. Fidati, siamo i veri esperti qui.’’
‘’ Ve… ma siamo
circondati!’’
L’albino gli fece l’occhiolino, e
disse:’’ A questo ci penserà Ludwig.
E’ un vero esperto nel risolvere situazioni
disastrose.’’
Il biondo sospirò.
‘’ Tu fai i casini, e poi io devo tirarti fuori dai
guai. Normale routine, fratellone.’’
‘’ Hai ancora una di quelle cortine di fumo che ci
diede Arthur per la nostra missione in
Transilvania?’’
‘’ Solo una, bruder.’’
‘’ Basterà.’’
Basterà per cosa?, avrebbe
voluto chiedere Feliciano, ma Ludwig fu più veloce. Estrasse
dalla tasca dei pantaloni una pallina verde scuro, e la fece cadere a
terra. La stanza fu subito inondata di fumo, e l’italiano, se
i due non lo avessero aiutato, non avrebbe neppure saputo come
orientarsi.
‘’ Ve… perché ho la
sensazione che questa storia non finirà
bene?’’
*
FBI, CIA, Interpool,
Esercito… Feliciano si diede un pizzico sul braccio, per
svegliarsi. Tutto quello non poteva che essere frutto di un brutto,
brutto sogno. Doveva essersi addormentato durante la lezione, vinto
dalla soporifera voce del professore. Chiuse gli occhi, pronto a
rivedere la sua classe e il suo noioso professore.
E invece… non era cambiato niente! Stava correndo a
perdifiato per le strade di New York mentre elicotteri, macchine e
uomini a piedi lo inseguivano. E con lui c’erano solo due
tipi strani che non facevano altro che battibeccare.
Ma non doveva essere un normale lunedì noioso e piatto?
‘’ Ve, per favore – pregò il
poveretto col fiato corto – Potremmo fermarci o nasconderci?
Non ce la faccio più.’’
‘’ Non preoccuparti amico, il Magnifico ha un piano
geniale!’’
‘’ Si, geniale… bruder, te
l’avevo detto di contattarlo prima noi. Invece no, hai voluto
fare l’entrata ad effetto.’’
‘’ Entrata che non mi è neppure riuscita
bene! Mi hanno eclissato… a proposito…
SEGUITEMI!’’
Si defilarono in un vicolo dietro
a dei cassonetti di spazzatura. Un nascondiglio così palese
che i loro inseguitori li avrebbero subito scovati e bye bye
libertà.
E soprattutto addio pasta!
A sorpresa, i loro inseguitori non si accorsero di niente, e
continuarono a correre alla cieca, ostacolandosi come dei ragazzini a
una partita di calcio dell’oratorio.
‘’ Kesekesekese… funziona
sempre!’’
‘’ Ve… ma loro non dovrebbero essere i
migliori, qui in America?’’
‘’ Troppo snob, gli americani. E questo gioca a
nostro favore, il più delle volte. ‘’
Gli ricordava quello che diceva sempre suo fratello: Romano
però non parlava mai in termini gentili di nessuno, nemmeno
del suo fidanzato (non capiva, però, perché
negasse la sua relazione con quel ragazzo spagnolo tanto simpatico.
Erano perfetti l’uno per l’altro!).
‘’ Mi dispiace – disse Ludwig –
Per averti costretto a questa fuga fuori programma.
‘’
‘’ Oh andiamo, è stata divertente! Mi
piace sempre fregare i federali. E l’esercito. E
l’interpool.’’
Il biondo scoccò un’occhiataccia in direzione del
fratello, che alzò le mani in segno di resa.
‘’ Ok, ok… uff, se sei permaloso.
E’ per questo che non hai ancora una
ragazza.’’
‘’ Della mia vita privata non ti devi
impicciare!’’
‘’ Ehm… scusatemi… - fece
timidamente Feliciano – Esattamente, voi chi siete? E
perché all’improvviso sono più
ricercato di Al Capone?’’
Ludwig fece per parlare, ma venne anticipato dal suo esuberante
fratello:’’ E’ un vero piacere, noi siamo
Ludwig e Gilbert Beilschmidt e siamo stati mandati
dall’Agenzia per risolvere un caso piuttosto complicato su un
doppelgänger fuori controllo che si è dato alla
carriera di ladro d’arte. ‘’
‘’ Aspetta… un doppa
che?’’
Era una parola troppo difficile, e lui di tedesco non sapeva neppure
dire ‘’si’’ o
‘’no’’.
‘’ Un doppelgänger –
iniziò a spiegare Ludwig - E'
il doppio o il sosia di
una persona, più comunemente in relazione al cosiddettogemello maligno o
alla bilocazione ;
descrive anche il fenomeno nel quale si vede la propria immagine con la
coda dell'occhio. In leggende e romanzi è un duplicato
spettrale o reale di
una persona vivente e nel folklore è inoltre descritto come
uno spirito incapace di scomparire.’’
‘’ Oh… ve, non potevi dire subito
è un gemello cattivo? Ma… io cosa
c’entro con questo doppelgänger?’’
‘’ Amico, lo hai creato tu!’’
‘’ Ve, io?’’
Gilbert annuì, e continuò:’’
Si, proprio tu. Involontariamente, dopo un brutto sogno magari. Ma il
tuo doppelgänger ha deciso di spassarsela di testa sua, dando
un bel po’ di problemi a noi dell’Agenzia e ai
musei di tutto il mondo. ‘’
‘’ Ve… ma questa Agenzia
cos’è? L’hai nominata pure poco fa.
‘’
‘’ E’ un’organizzazione
specializzata in casi
‘’strani’’ come il tuo.
E’ impegnata da secoli a separare il mondo normale da quello
soprannaturale. ‘’
‘’ Ve… vuoi dire che le fate
esistono?’’
‘’ Kesekeseke… non solo le fate! Draghi,
spiriti della natura, elfi, folletti, divinità un
po’ folli ma simpatiche… l’Agenzia si
impegna a mantenere in equilibrio queste due realtà, senza
che una prevalga sull’altra.’’
‘’ Oh… e voi cosa
siete?’’
‘’ Fate. Per un quarto. La nostra bisnonna era una
fata, e anche una bella gno…’’
‘’ BRUDER!’’
‘’ Comunque, non siamo i soli ad avere parentele
particolari. L’Agenzia sceglie solo determinati soggetti come
suoi agenti. O discendenti di creature magiche, o nati con poteri
particolari, che difficilmente passano inosservati.
‘’
‘’ E voi siete venuti qui per catturare il mio
gemello cattivo?’’
‘’ Ja, amico.’’
‘’ Ve… e per colpa sua mi stanno
inseguendo tutti?’’
‘’ Ja.’’
‘’ Ve… e io non posso tornare a casa,
perché altri menti verrei arrestato.’’
‘’ Ja… però con noi sarai al
sicuro – gli disse Gilbert, guardato di traverso dal fratello
minore –
Fidati, sappiamo fare bene il nostro lavoro.’’
‘’ Bruder, non sarebbe meglio farlo andare in una
delle sedi dell’Agenzia? Così non rischia di farsi
del male, o peg…’’
‘’ Ma deve riunirsi lui col suo
doppelgänger entro stasera! Se sta con noi, avrà
più possibilità di farlo.’’
‘’ Ve… ma cosa succede se non riusciamo
stasera?’’
‘’ Dato che è passato un anno da quando
è stato creato… beh, probabilmente non
riusciresti più a riassorbirlo, e lui continuerebbe a fare
il ladro.’’
Era una storia assurda. Sembrava che fosse finito in un episodio di Ai
confini della realtà.
‘’ Ve… se vi aiuto, dopo non mi
inseguiranno più?’’
‘’ Puoi scommetterci, amico! L’Agenzia si
occuperà di far sparire certe prove scomode lasciate in giro
da quel simpaticone, e tutto tornerà alla
normalità.’’
L’italiano sorrise.
‘’ Ve… allora va bene! Mi proteggerete
voi, vero?’’
‘’ Ja – rispose Ludwig – Ma sta
attento e non fare niente di rischioso. Quello lo fa già mio
fratello, e anche abbondantemente.’’
‘’ Grazie! Ve… sei
gentile!’’
‘’ Ja, ja… ma dobbiamo andare,
ora.’’
‘’ Dove?’’
‘’ Dall’unico uomo che può
darci un indizio per rintracciare il tuo doppelgänger
– spiegò il tedesco – Hai mai sentito
parlare di Chris Wood?’’
Poco dopo…
Bronks
Feliciano aveva visitato buona
parte di New York, ma non era mai stato nel Bronks. E un motivo c'era!
Mentre camminavano per le vie del
famoso e malfamato quartiere della grande mela l'italiano si strinse
sempre di più ai suoi due accompagnatori.
“ Ve... Che-che siamo venuti a fare qui,
ripetetemelo?”
domandò con voce
tremante. Ludwig sospirò alzando gli occhi al cielo,
ripetendo per la quarta volta il motivo della loro visita: “
Qui vive l'unica persona dalla quale possiamo ottenere informazioni per
quanto riguarda i furti, e stiamo andando ad interrogarla”
“E perché vive
qui?” chiese di nuovo il giovane.
“ Perché fino a pochi anni fa era un famoso ladro
di opere d'arte. Ora si è ritirato a causa
dell'età, ma è ancora nel giro e potrebbe darci
qualche buon indizio”
L'italiano annuì mentre
cominciava a tremare sempre di più.
“ Oh, non aver paura, kleine –
lo rassicurò Gilbert con un sorriso a trentadue denti
– C'è qui il Magnifico pronto a difenderti,
kesesesese!”
“Ve, Lud mi proteggi tu, vero?” domandò
Feliciano ignorando l'albino e aggrappandosi al braccio del biondo.
Questo arrossì lievemente
e se lo scrollò di dosso con un gesto nervoso mentre
grugniva un “ja, ja”.
Poco dietro di loro Gilbert se ne stava ad osservarli a bocca aperta
mentre sentiva il disappunto salire dentro di lui.
Preferito a quel non-magnifico di
suo fratello? Assurdo! Quasi sicuro doveva essere finito in un mondo
parallelo... di nuovo.
“ Siamo arrivati
” disse Ludwig a mezza voce fermandosi di fronte ad una
villetta diroccata e in pessimo stato. Si avvicinarono e suonarono il
campanello. Dopo alcuni minuti la porta venne aperta da un robusto
giovane che superava Ludwig di tutta la testa.
“ Che cazzo volete?
” domandò aggressivo il nuovo arrivato dopo averli
squadrati male tutti e tre.
“ Ehm, ecco, noi saremmo venuti per parlare con il signor
Wood...”
“ Papi non riceve visite. Ed ora fuori dalle scatole se non
volete farvi molto male” ringhiò il ragazzo
facendo per chiudere la porta.
“A-aspetti! - lo fermò Ludwig – Siamo
disposti a pagarla ”
L'armadio stava per dire qualcosa quando una voce dall'interno
chiamò rauca: “Bobby! Razza di somaro con problemi
mentali! Cosa diavolo sta succedendo?! Chiudi la porta che entrano
spifferi e peggiorano il mio mal di schiena!”
Il giovane si voltò e
urlò: “ Ci sono degli scocciatori papi, nulla di
che! Ora li mando via subito!”
Il biondo ne approfittò e
intervenne: “Signor Wood! Siamo delle persone in cerca di
informazioni, e siamo disposti a pagare per averle!”
Dopo un paio di secondi di silenzio la voce disse: “ Falli
entrare!” Il giovane, Bobby, li guardò male prima
di farsi da parte per poi accompagnarli fino ad un soggiorno messo
decisamente male.
Su di una poltrona mezza sfondata vicino ad una radio se ne stava un
vecchio, le mani strette intorno ad un bastone da passeggio, il viso
colmo di rughe e gli occhi talmente rovinati da essere quasi ciechi.
“ Victor! Che fine ha fatto quello bisonte ritardato di tuo
fratello?!” chiese con voce graffiante il vecchio al ragazzo.
Questi sospirò esasperato prima di alzare gli occhi al
cielo: “Sono io papi, Bobby, non Vicotr. Se tu ti decidessi a
mettere gli occhiali magari non ci confonderesti
più” “Sciocchezze! La mia vista
è assolutamente perfetta! Ed ora lasciaci soli!”
L'armadio se ne andò, ben
conscio di non essere in grado di vincere una discussione con l'anziano
genitore. Una volta soli il vecchio si sistemò meglio sul
divano e prese a guardarli intensamente.
“Bene bene, chi abbiamo qui?”
“Ehm, signor Wood, siamo
qui per chiederle delle informazioni. Il mio nome è Ludwig,
lui è mio fratello Gilbert, e...”
“Bah, impara ad essere un
gentiluomo, ragazzo! Non lo sai che prima si presentano le
signore?!”
Il biondo assunse un'aria confusa,
così come gli altri due: “Ehm, mi scusi ma non
credo di...”
Il vecchio battè con forza il bastone sul parquet:
“Taci, giovane! Sarò anche vecchio e decrepito e
potrò avere qualche problemino alla vista, ma so ancora
riconoscere una bella figliola quando me la trovo davanti!”
E i suoi occhi andarono a finire chiaramente su Feliciano.
“ Ve, i-io?” domandò sorpreso il castano.
“ Ma certo, cara. Vedi altre giovani signore qui
intorno?” tutti e tre decisero saggiamente di non rispondere
a quella domanda. “Allora, come ti chiama,
signorina?” l'italiano si portò imbarazzato una
mano dietro alla testa: “ Ehm, ecco signore, a dire il
vero... io sarei un ragazzo. Mi chiamo Feliciano Vargas” Il
vecchio si rabbuiò: “ Oh...”
Dopo un paio di minuti riprese: “ Sei uno di quei, come si
dice, trans gender?”
“ Ehm, no signore, sono un ragazzo ragazzo. Sono nato
maschio”
“Ah, capisco... - silenzio – Assomigli molto ad una
ragazza, figliolo, lasciatelo dire” “Ve, ma ci vede
qualcosa?” chiese con un sussurro Feliciano a Ludwig.
Questi si sporse: “ Non lo
so, effettivamente ha 94 anni. Tutt'ad un tratto essere qui non mi pare
più una buona idea...”
“Bah,
sciocchezze!” intervenne Gilbert scostandoli bruscamente e
facendosi avanti. “Gilbert...” lo ammonì
a mezza voce il minore ma lui si limitò a scuotere la mano.
“Lascia fare al tuo magnifico fratello, West! Ora guarda e
impara! - si piazzò proprio di fronte alla poltrona, si
schiarì la gola e disse deciso – Vecchio, ci
servono informazioni sul furto al Metropolitan, ed ora tu ce le
darai!”
L'uomo corrugò la fronte: “ E perché
mai dovrei darvele, giovanotto?”
“ Ci servono, non ti serva sapere altro!”
“Oh, capisco...
– mormorò prima di alzare lo sguardo sull'albino,
e nei suoi occhi ora scintillava una luce pericolosa – Siete
dei poliziotti sotto copertura”
Gilbert impallidì: non era così che doveva andare!
“ Che?! Non scherziamo, noi non...!”
“Spiacente, io non faccio
la spia ai piedi piatti, ed ora se non vi spiace gradirei che usciste
da casa mia”
“Cosa?! Senta, noi...!”
Il vecchio battè il bastone prima di chiamare:
“Victor! Walt! Bobby!”
L'attimo dopo fecero irruzione nella stanza tre armadi di muscoli di
gran lunga più grossi di Ludwig.
“Ci hai chiamato, papi?” grugnì il
più grande, che doveva essere anche il maggiore dei tre. Il
vecchio annuì:
“ Si, Viktor. Volete essere così gentili da
accompagnare questi signori alla porta?”
Le tre montagne di muscoli ghignarono prima di annuire.
“ Gilbert...!” mormorò preoccupato
Ludwig indietreggiando mentre Feliciano andava a nascondersi dietro
alla sua schiena.
L'albino si esibì in un paio di imprecazioni in tedesco.
“ I miei figli vi
accompagneranno all'esterno. A mai più riv...”
“Fermi!” urlò Gilbert con voce
autoritaria.
Non sembrava diverso dal suo solito tono, eppure Feliciano percepiva
che qualcosa era cambiato.
La tonalità pareva
più dolce, melliflua, carismatica.
Percepì come se dovesse a tutti i costi assecondare le
richieste del tedesco.
I tre armadi si erano fermati e ora lo stavano guardando come in trance
in attesa di altri ordini.
“ Ora voi tre ve ne andrete fuori a fare... non so, le cose
che fate di solito. E tu, vecchio, ci dirai all'istante le cose che sai
sul furto al Met”
I tre se ne andarono mentre il
vecchio annuiva con aria assente.
“ L'autore del furto si fa chiamare Black Cat, nessuno sa che
aspetto abbia, però è autore anche di altri furti
di opere d'arte in luoghi quali la galleria degli Uffizi e il British
Museum.
A quanto ne so è un professionista che lavora su
commissione. Si fa contattare solo tramite messaggio privato su di una
casella segretissima. Inoltre è un tipo spietato: nel caso
in cui non si rispetti l'ordine di pagamento o si prova ad ingannarlo
questo qui è capacissimo di tagliarti la gola. L'ha
fatto”
Gilbert annuì: “ Tutte cose che confermano i
nostri sospetti. È senza dubbio il nostro uomo. Ora dicci,
cosa ne farà del quadro rubato al Met?”
Il vecchio, sempre in trance,
rispose: “ Vuole venderlo a colui che glielo ha
commissionato. Il suo nome è Reyes”
Ludwig spalancò gli occhi sorpreso: “ Lo conosco!
È un famoso miliardario!”
Il vecchio annuì: “Esatto, a quanto ho sentito la
consegna avverrà ad una festa che il riccone darà
questa sera alla sua villa. L'indirizzo è...”
“Psst, Ludwig, ma che sta
succedendo?”
Il biondo si sporse verso l'italiano: “ Che intendi dire?
”
Feliciano scrollò
le spalle a disagio: “ Beh, fino ad un attimo fa il signore
era sul punto di sbatterci fuori e i suoi figli stavano per farci del
male, ora invece ci sta dicendo tutto... Come è
possibile?”
Sul volto di Ludwig passò un leggero sorriso: “
È tutto merito di Gilbert”
“Che?”
“ Vedi, ha ereditato dalla nostra famiglia un dono speciale:
la lingua ammaliatrice. Se si concentra abbastanza è in
grado, tramite il solo uso della parola, di far fare o dire alle
persone che lo sentono qualunque cosa egli voglia. Un potere molto
utile quando bisogna eseguire degli interrogatori.
All’Agenzia ci hanno detto che le fate lo usano anche per
combattere, ma fino ad ora mio fratello non è mai riuscito
ad utilizzarlo in quel modo. ”
Feliciano osservava stupito il maggiore dei tedeschi. E chi lo avrebbe
detto che possedeva una tale capacità!
“ Ve, e anche tu possiedi
questa lingua ammaliatrice?”
Ludwig distolse lo sguardo.
Sbagliava o era arrossito?
“ No, io non l'ho
ereditata. Sarebbe stato meglio… ”
Prima che l'italiano potesse chiedere il motivo dell'imbarazzo i due
vennero raggiunti da Gilbert: “ Kesesese, spero che abbiate
con voi un vestito elegante. Ci imbuchiamo ad una festa!” e
mostrò orgoglioso un foglio su cui era stato scritto
l'indirizzo della villa in cui abitava il riccone.
Il minore annuì: “Bene, ed ora via, prima che
l'effetto svanisca”
“Ve, perché?
Cosa succede quando finisce?”
“Cose brutte – fu la sbrigativa spiegazione del
tedesco - Ora via!”
Fifth Avenue, 14 Street
Mida
Ludwig sbiancò, appena vide dove il fratello intendeva
comprare gli smoking per la serata: bastava vedere la vetrina e i
prezzi esposti per fargli venire un mini attacco cardiaco.
‘’ Bruder… dove diavolo ci hai
portati?!’’
‘’ Perché fai quella faccia? Mica siamo
in quel buco del Bronx dove ci volevi far andare
tu.’’
‘’ Ma hai visto i prezzi? No, dico… li
hai visti? Duecento dollari solo per un paio di
scarpe!’’
‘’ Fidati di me, so quel che
faccio.’’
‘’ Io mi fido, bruder. Ma ogni volta ci fai finire
nei casini.’’
‘’ Ma no, non è vero. Dimmi una volta,
una sola in cui è successo.’’
Il biondo non ci stette nemmeno a pensare, e
disse:’’ Parigi, bruder. Vuoi davvero che ti
ricordi di Parigi? Di quello che tu facesti a Notre
Dame?’’
Per la prima volta, Gilbert arrossì, incuriosendo Feliciano.
‘’ Ve… ma cosa è successo a
Parigi?’’
‘’ Quel
che è successo a Parigi – recitò
platealmente l’albino – Rimane a Parigi. Comunque,
fidatevi di me. Dobbiamo solo entrare e chiedere dei vestiti, tutto
qui.’’
‘’ E i soldi, ve?’’
Era venuto a studiare in America solo grazie a una borsa di studio,
figuriamoci se aveva soldi da spendere in un negozio di lusso!
‘’ Pagherà l’Agenzia,
ovviamente ‘’ fu la risposta dell’albino,
senza mostrare un minimo accenno di turbamento.
‘’ Bruder, te l’ho già
detto… ci danno la carta di credito solo per le emergenze!
‘’
‘’ Fratellino, questa è un emergenza!
Dobbiamo catturare un doppelgänger fuori controllo a una festa
della New York in. Di
certo non ci possiamo andare con dei vestiti che puzzano di barbone
morto, ti pare?’’
Il minore scosse la testa, e ribattè:’’
Elizabeta non ce la farà passare liscia, lo
sai?’’
‘’ Ve… chi è questa
Elizabeta?’’
‘’ Una nostra amica, uno spirito minore della
guerra di più di cinquecento anni.’’
‘’ Se ti sentisse, fratellino. Ti strozzerebbe. Non
so se per aver detto spirito
minore della guerra, o per
aver rivelato la sua età.’’
‘’ Se è uno spirito della guerra, vuol
dire che è
cattiva?’’
‘’ Ma no – lo tranquillizzò il
biondo – E’ dolcissima. Sono anni che non si occupa
più di guerre e affini. In compenso, essendo vissuta in
periodi non esattamente facili, è molto permalosa sulla
questione soldi. Non è tirchia, ma odia quando li sprecano
come se fosse carta straccia. Come sta per fare mio fratello
ora!’’
‘’ Andiamo, bruder. Lei non è
qui.’’
‘’ Ma ci sono io. E sta sicuro che questa
è una pessima idea!’’
Probabilmente, sarebbero rimasti a discuterne per ore, testardi come
erano entrambi e fermi nei loro propositi, se il proprietario del
negozio, vedendo Feliciano, non fosse uscito e venuto loro incontro.
‘’ Signor Luciano! Finalmente è
tornato!’’
‘’ Ve…dice a me?’’
‘’ Certo, non si ricorda? –
l’uomo sembrava sinceramente confuso, quasi quanto
l’altro – E’ venuto ieri per comprare un
abito. Un Armani! Ottimo gusto, sempre detto che gli italiani sanno
fare acquisti.’’
‘’ Mein
Gott… non mi
dica che non ha pagato.’’
L’uomo scosse con veemenza la testa, e
disse:’’ Tutt’altro! Mi ha pagato, e
anche profumatamente. Solo… ci sono altri abiti che aveva
richiesto, e pagato in anticipo. Mi aveva detto Il
mio lavoro è complicato, non si sa mai che ci sia qualche
inconveniente. Non vorrei rimanere senza un abito degno di questo nome.
Altrimenti, che figurai ci farei? E
quando ha saputo che quei modelli che aveva ordinato sarebbero arrivati
oggi, mi ha lasciato detto che sarebbe venuto a ritirarli alle 18. Ma
non lo vedevo arrivare, ed io…’’
‘’ Un momento! – l’interruppe
Gilbert – Ci sono dei vestiti giù
pagati?’’
‘’ Si, e stavo
dicendo…’’
‘’ E mi dica, hanno tutti la sua taglia?
– chiese, indicando Feliciano - Solo la sua?
’’
‘’ No, perché il mio
negozio…’’
Gilbert non lo lasciò neppure finire: lo prese per il
braccio e lo fece rientrare in negozio, incitando il fratello e
Feliciano a fare lo stesso.
‘’ Kesekesekese… mamma ha proprio
ragione, noi fate abbiamo un gran culo!’’
Villa Reyes
Ore 21.20
Gilbert, Ludwig e Feliciano entrarono di soppiatto in sala.
Tutti e tre, vestiti elegantemente, si confondevano perfettamente tra i
vari invitati. “Perfetto, ed ora confondiamoci e raccogliamo
informazioni ” sussurrò l'albino ai suoi due
compagni.
“ Ve, e come si fa? ” domandò confuso
l'italiano.
“ Comportati normalmente e cerca di passare inosservato,
tutto qui” gli suggerì Ludwig.
I tre si diressero verso il tavolo del buffet e presero qualcosa qua e
là. Feliciano si guardava attorno imbarazzato, mentre Ludwig
con aria seria accennava a dei cenni di saluto con la testa a tutti
quelli che guardavano nella sua direzione e Gilbert flirtava con varie
eleganti signore piazzando qua e là delle domande
strategiche.
E fu proprio questo che li mise nei guai.
Dopo un po' infatti il biondo
notò un signore parecchio seccato, probabilmente il marito
di una dei flirt del fratello, andare verso un membro della security.
Questi guardò nella loro direzione e si accigliò,
prima di venire verso di loro a passo deciso. “
Uh-oh!” fu l'unica cosa che pensò prima di
sporgersi verso l'altro: “ Gilbert!” gli
sussurrò con urgenza. Questo si voltò verso il
fratello e si accigliò vedendo la guardia.
“ Ve, che succede? - Feliciano seguì lo sguardo
dei due e impallidì visibilmente –
Accidenti...”
“ Tranquilli, è tutto a posto. Il magnifico ha una
soluzione” sussurrò cercando di calmarli Gilbert,
con l'unica reazione da parte di Ludwig di alzare gli occhi al cielo e
mormorare: “ Siamo messi bene, allora...”
“Chi siete voi? Siete
sulla lista degli invitati?” domandò scontroso il
membro della security. Il tedesco gli rivolse il suo miglior sorriso
affabile: “ Mein freund! Ma certo che siamo sulla lista degli
invitati! Cosa pensa? Che ci siamo imbucati? Via non essere
ridicolo!” e scoppiò in una risata talmente
contagiosa che anche l'uomo si ritrovò a sorridere
leggermente.
“S-sì, senz'altro. Ma prima avrò
bisogno dei vostri nomi...”
“Oh, ma certo, freund,
controlla pure sotto Beilschmidt e sono certo che lo troverai. Sai il
tuo capo è un mio caro amico, e mi ha invitato lui in
persona alla festa. Mi ha detto Gilbert,
terrò questa mega festa tra qualche giorno e mi farebbe
più che piacere che anche tu venissi ed
io all'inizio ero tipo Ma
no, amico, non posso. Ho da lavorare ma
il tuo capo alla fine mi ha convinto. Tipo in gamba, eh? ”
La guardia annuì,
stordita, Feliciano non sapeva se dalle chiacchiere o dalla lingua
ammaliatrice del tedesco.
“ E poi –
continuò il ragazzo affiancandoli e mettendo una mano
intorno a lui ed una intorno a Ludwig – Oggi è
anche il giorno del matrimonio di mio fratello, e ne ho approfittato
per fargli questa sorpresa!”
“ W-was? - domandò sorpreso il biondo prima di
riprendersi – Cioè, sì, certo. Oggi mi
sono sposato!” e lanciò un'occhiataccia all'altro
che stava a dire dopo
ti uccido!
“ Oh,
e chi sarebbe la fortunata?” domandò l'uomo.
Gilbert con un grande sorriso spinse Feliciano tra le braccia del
fratello.
Non si sapeva dire chi era più stupito e imbarazzato: la
guardia,
Feliciano, o Ludwig.
“ Ma-ma loro due... loro due sono... sì,
sono...”
“Due uomini , e con
ciò? Un anno fa l'America ha legalizzato le unioni civili,
ed è da allora che il mio bruderline ed il suo kleine freund
Feliciano hanno cominciato a programmare questo momento. Non vorrai
rovinarglielo, vero? ”
L'uomo balbettò un no, prima di lanciarsi in profonde scuse
e delle “felicitazioni” dirette ai due.
Questi risposero un po' imbarazzati. Non appena se ne fu andato a
Gilbert venne un lampo di genio per distrarre gli invitati e al
contempo ottenere le informazioni su dove fosse il loro obbiettivo.
Si diresse spedito verso dove erano alloggiati i musicisti e
sussurrò loro qualcosa, per poi prendere il microfono:
“ Ed ora, amici miei, vorrei che tutti voi lasciaste libera
la pista da ballo! Il mio piccolo bruderline si è appena
sposato, e mi sembra giusto che ora apra le danze col suo nuovo e
grazioso maritino. Musica maestro!”
Gli archetti presero a suonare le
prime note di un valzer. Ludwig a bocca aperta osservava la scena
mentre man mano la folla si apriva su di lui e Feliciano.
Vide Gilbert fargli il segno di assecondarlo e capì il suo
piano. Con imbarazzo porse il braccio a Felicano.
Questi, inizialmente stupito, lo
prese con un sorriso, dopodiché si diressero verso il centro
della sala.
Si misero esattamente sotto al
lampadario e presero a danzare, stretti l'uno nelle braccia dell'altro.
L'italiano era a conoscenza di tutte le persone che li osservavano
curiosi e di Gilbert che si muoveva furtivo tra gli invitati,
però l'essere lì, a pochi centimetri dal viso di
Ludwig e da quei suoi magnetici occhi azzurri escludeva tutto il resto
del mondo.
Per contro il tedesco, dopo un iniziale imbarazzo, aveva cominciato a
prenderci gusto, ed ora volteggiava con l'italiano stretto a
sé, con la sensazione che ci fossero solamente loro due
lì dentro.
A Feliciano sembrava di essere ne “La Bella e la
Bestia” durante la celebre scena del ballo. Solo loro due che
danzavano tra le nuvole.
Due piccole anime nel vasto mondo.
Dopo alcuni minuti, che ai due giovani parvero al contempo secoli e
secondi, la musica smise e loro tornarono coi piedi per terra. L'intera
sala scoppiò in uno scroscio di applausi mentre venivano
circondati da varie signore che facevano loro le congratulazioni per il
novello matrimonio.
Dopo un po' riuscirono a liberarsi e se ne andarono verso Gilbert che
se ne stava fermo vicino al tavolo del buffet a bere del vino.
“ Ehilà, finalmente ce l'avete fatta! Credevo che
le vecchiette vi avrebbero tenute lì in eterno! Allora
Luddi, vuoi ancora uccidermi?” I
l giovane gli lanciò uno sguardo che lo avrebbe incenerito
all'istante: “ Ne riparliamo dopo... –
borbottò – Piuttosto, sei riuscito ad ottenere le
informazioni necessarie?” L'albino annuì mentre
svuotava il calice in un solo sorso: “ Il nostro caro mister
Reyes è al piano di sopra, e a quanto pare
c’è un
misterioso ospite con cui sta trattando di affari privati. Sono
riuscito ad ottenere in fretta queste informazioni, e sono anche
riuscito a vedere un pezzo del vostro ballo. Lasciatemi dire che
eravate assolutamente perfetti, un immedesimazione da oscar. Sembravate
davvero due piccioncini appena sposati!”
Il biondo arrossì di botto: “Taci. Piuttosto
andiamo di sopra prima che lui ci sfugga di nuovo”
Gilbert sorrise malizioso: “E
va bene – si voltò e si avviò sicuro
verso le scale – A proposito, vi state ancora tenendo a
braccetto”
Ludwig notò che il fratello aveva ragione e nello stesso
tempo lui e Feliciano si staccarono all'istante imbarazzatissimi.
“ Ehm, direi che è... il caso di andare”
borbottò Ludwig.
“ Eh
già” concordò Feliciano, prima di
avviarsi rosso in faccia dietro a Gilbert.
*
Luciano sorrise mentre porgeva il
dipinto a quell'uomo. Questi lo esaminò per un po' prima di
borbottare: “ È autentico...”
Il giovane scrollò le spalle: “ Mi sembra ovvio.
Io non inganno mai i miei clienti. Ho rispettato la parola data, ora
tocca a lei. Dove sono i miei soldi?”
Il miliardario prese una piccola valigetta: “ Se li desidera
contare...”
“ No, mi fido della parola di un gentiluomo come lei. E
inoltre immagino che sappia che cos'è successo all'ultima
persona che ha provato ad ingannarmi...”
Il tono era dolce, ma lo scintillio crudele negli occhi fece tremare
freddo l'uomo mentre annuiva leggermente.
“ Bene, ed ora se non le spiace levo il disturbo. Con
per...”
In quel momento la porta dello studio venne scardinata e tre figure si
fecero avanti.
“ Fermi tutti, che nessuno si muova!”
strillò Gilbert con la pistola tesa di fronte a
sé.
“ Luciano Vargas, ti dichiariamo colpevole di furto di opere
d'arte in vari musei e per averli venduti sul mercato nero. Arrenditi
ora e non costringerci ad usare la forza!” lo
ammonì Ludwig.
Da dietro le loro spalle emerse Feliciano, che nel vedere la sua copia
squittì: “Quello è il mio
doppelgänger? Certo che mi assomiglia proprio...”
Sulla faccia dell'altro italiano si andò a formare un
sorriso crudele: “ Mi sembra ovvio, è su questo
che si basa la nascita di un doppelgänger nel caso non lo
sapessi. È un piacere in ogni modo incontrarti per la prima
volta faccia a faccia, Feliciano. Spero che tu abbia gradito comunque
il mio regalo”
“ Che sta succedendo?! Signor Vargas chi diavolo sono queste
persone?!” strillò il miliardario alzandosi in
piedi.
“ Oh, se ne stia zitto! ” sbottò Luciano.
Dopodiché con una velocità inaudita
tirò un calcio in pieno petto all'uomo, che svenne a causa
della violenza del colpo.
“ Fermo! ” urlò Gilbert, con la pistola
ora puntata alla sua testa.
“ Non c'è bisogno di essere così rudi.
Siamo fra amici qui, posate le armi ” e prima che i due
potessero muoversi il doppelgänger con la velocità
del fulmine lanciò la valigetta in pancia a Ludwig che
volò per la sala e con un calciò
disarmò Gilbert.
“ Ma che cazz...! ” riuscì ad esclamare
l'albino prima che l'altro cominciasse ad ingaggiare con lui una
battaglia corpo a corpo.
“ West! - esclamò dopo alcuni minuti il maggiore
vedendo che stava avendo la peggio - È il momento di usare
la nostra arma segreta! Tirala fuori! ”
“ Ve, che arma segreta? ” domandò
confuso Feliciano voltandosi verso Ludwig. Vide che il biondo aveva
assunto una tonalità color rosso ciliegia.
“ Devo proprio? ” chiese il teutonico con voce
lamentosa.
“ West! È la nostra unica speranza! ”
“ Lo dici solo perché non sei tu che devi farlo
” brontolò il giovane.
L'italiano non aveva mai visto
l'altro comportarsi così. Qualunque fosse la misteriosa arma
segreta doveva davvero essere qualcosa di pericoloso.
“ Ludwig Beilschmidt, non fare il bambino e fallo! ”
Ludwig sospirò: “ E va bene - dopodiché
rivolse un'occhiata a Feliciano – Ciò che stai per
vedere non deve uscire da questa stanza, siamo intesi? Inoltre le
domande riservale per dopo”
Prima che il castano potesse dire qualcosa Ludwig chiuse gli occhi e
respirò a fondo. L'attimo dopo una luce rosata invase la
stanza. Luciano si bloccò e si voltò verso la
fonte della luce.
“ Ma che cazz... ?” riuscì a domandare
prima che le parole gli morissero in gola.
Dove c'era Ludwig adesso era seduta una giovane ragazza con dei corti
capelli biondi e dei magnetici occhi azzurri. I vestiti di due taglie
più grandi le ricadevano larghi sul corpo e facevano vedere
una porzione della parte superiore del petto.
La ragazza fece l'occhiolino a Luciano: “ Ehi, bel maschione
” sussurrò con voce suadente.
Il doppelgänger la fissò a bocca aperta con occhi
carichi di desiderio, peccato che in quello stesso momento Gilbert gli
tirò un pugno in faccia e lo fece svenire sul colpo.
“ Però! Bel lavoro West, ben fatto! Sexy al punto
giusto, come sempre! ” esclamò asciugandosi la
fronte e guardando verso la ragazza.
Lei abbassò gli occhi imbarazzata, prima che in un lampo di
luce blu si ripresentasse Ludwig completamente rosso in viso.
Feliciano lo osservava allibito, faticando a trovare le parole:
“ Ma-ma come... tu fino ad un attimo fa eri una bella
ragazza... ed ora invece sei tornato un macho tutto muscoli... cosa...
cosa...?”
Il biondo distolse lo sguardo imbarazzato: “ Te l'abbiamo
detto no? Eredi di creature magiche. La nostra bis nonna era una fata,
e mi ha lasciato in eredità questa... particolare
capacità ”
“ Io più che particolare direi utile! - intervenne
Gilbert mentre legava Luciano con una delle tende del miliardario –
Dico, mi ricordo di quella volta a Bucarest, in Romania, quando abbiamo
dovuto prendere quel troll dei monti. Ricordo ancora come avvicinandoti
sotto forma di Monika lo hai sedotto dicendogli...! ”
“ Sì, Gilbert, grazie! Abbiamo capito! ”
ringhiò il minore incenerendo il fratello sul posto con
un'occhiata.
Dopodichè rivolse uno sguardo carico di vergogna a Feliciano.
“ Monika? ” domandò solo l'italiano.
Ludwig annuì: “ Sì, è uno
dei nomi del mio alter ego femminile ”
Con sua sorpreso l'unica cosa che il castano fece fu sorridergli
calorosamente: “Ve, è davvero un bellissimo nome,
mi piace! ”
‘’ Tutto qui? – commentò
Gilbert, guardandolo stranito – Solo è
davvero un bellissimo nome? Ma
l’hai vista bene oppure avevi gli
occhi chiusi? Monika è…’’
‘’ Fratellone!’’ lo riprese il
tedesco, che si doveva ancora riprendere dall’umiliazione di
aver dovuto trasformarsi nella sua poco amata versione femminile. Ma
non poteva avere anche lui la lingua ammaliatrice come il fratello?
L’avrebbe saputa usare mille volte meglio!
Invece no, si doveva trasformare in una specie di fata porno! Senza
ali e, fino a prova contraria, senza alcun altro potere.
‘’ Che c’è? Dico la
verità! ’’ fu la difesa
dell’altro, che trascinò verso la porta il
doppelgänger legato come un salame e, a fatica,
aprì la porta.
‘’ Io penso che, maschio o femmina, sei sempre
carino!’’ cinguettò ingenuamente
Feliciano, e non c’era alcuna malizia nel suo commento.
‘’ N-non perdiamo tempo – disse Ludwig,
poco abituato a una persona così innocentemente stupida come
Feliciano Vargas – Dobbiamo fuggire da qui, prima che la
sicurezza si accorga di cosa è
successo.’’
‘’ Non vedo dove sia il problema, West.
Basterà che ti trasforma di nuovo in Monika
e…’’
‘’ NEPPURE PER SOGNO!’’
Villa Reyes, Giardini
Luciano
era una zavorra, poco ma sicuro! Gilbert, per quanto fosse
magnificamente forte e prestante, non riusciva a trascinarlo senza
farsi venire il fiatone.
Se non fosse stato sicuro che i soldi li avevano lasciati con Mr Reyes,
quasi avrebbe temuto che quello fosse riuscito a porsi un po’
del gruzzolo con sé.
‘’ West, vuoi darmi una mano? Questo pesa!
‘’
‘’ Mi dispiace fratellone, ma non posso aiutarti
– fu la risposta – sto cercando di contattare
l’Agenzia per farci venire a prendere. Il mio telefono non
prende.’’
‘’ Tutte balle, West! Ti stai vendicando per la
storia di Monika…’’
‘’ Forse…’’ fu il
sibillino commento del biondo, mentre digitava un numero sul suo
cellulare.
Feliciano gli camminava vicino, facendo attenzione a non inciampare o
cadere addosso all’altro. Aveva il broncio, e la cosa non
sfuggì a Gilbert, che per consolarlo
disse:’’ Ehi, perché hai quella faccia?
Non sei contento che tutta questa storia sia finita? Adesso non sarai
più l’uomo più ricercato
d’America!’’
‘’ Ve, lo so… ma mi mancherete.
‘’
Per poco a Ludwig non sfuggì il cellulare dalle mani, e
fissò l’italiano come se fosse uno strano alieno.
‘’ Come?’’
‘’ Ti sembra così strano? –
domandò lui, inclinando appena la testa – Mi avete
aiutato molto per cercare il mio doppelgänger, e ne abbiamo
passate tante insieme! Mi avete aiutato a fuggire dall’FBI,
dalla CIA, da un ex ladro d’arte, ci siamo infiltrati a una
festa per soli ricchi dove io e Lud abbiamo ballato come se fossimo
veramente una coppia! E’ stato tutto molto bello….
ma anche terrificante! Ve, ma tutte le missioni dell’Agenzia
sono così?’’
‘’ Non sempre – borbottò in
risposta Ludwig, che faticava a digitare il numero
dell’Agenzia sul telefonino, mentre la sua mente ricordava il
ballo accennato dall’italiano. Non era mai stato tanto in
imbarazzo e tanto felice in vita sua – Spesso sono
più pericolose di questa.’’
‘’ Davvero? Che peccato, vuol dire che non fa
proprio per me. Fifone come sono, finirei solo per essere
d’impaccio. ’’
‘’ N-non dire così. Credo che mi farebbe
piacere averti come membro della mia squadra.’’
‘’ Anche se sai di dovermi sempre
salvare?’’
‘’ Sono abituato… ‘’
e qui era chiara l’allusione all’incidente di
Città del Messico, quando oltre a loro due c’erano
anche Francis e Antonio.
Ma ehi, che ne sapevano che quel brutto idolo d’oro potesse
veramente trasformare in statue chi lo toccava?
‘’ Ve…tu sei un vero eroe. Io
invece…’’
Gilbert seguiva interessato lo scambio di battute, ignorando un mugolio
di dolore del doppelgänger a causa di una pietra presa in
pieno: l’albino era una vecchia volpe con un fiuto allenato
nel captare certe frequenze, e
se in quel momento ci fosse stata anche Elizabeta, probabilmente si
sarebbe già vestita da ragazza pon pon per inneggiare alla
nascita di una nuova coppia… coppia composta da due
ingenuotti con la sfera sentimentale di un cucchiaio di plastica.
Qui doveva intervenire il Magnifico, assolutamente! C’era in
gioco la felicità del suo fratellino (e tanto divertimento
futuro per lui, ovviamente).
‘’ Ehi West, ho
un’idea!’’
‘’ Ne abbiamo già parlato bruder, non
possiamo uccidere il doppelgänger solo perché tu
sei troppo pigro per trasportarlo.’’
‘’ Ehi, prima lasciami parlare! -
protestò l’albino, che proseguì dicendo
– Pensavo che il nostro amico dovrebbe venire con noi
all’Agenzia.’’
‘’COSA?!’’
Argh… per poco il suo fratellino non gli aveva spaccato un
timpano.
Gilbert si massaggiò
l’orecchio, pensando:’’ Cosa non
si fa per far accasare i parenti.’’
’’ West, non sembrare tanto sorpreso.
Insomma, sappiamo che Feli può creare altri doppelgänger.
Questo qui c’è la confermato!
E se ne creasse un altro come Luciano?’’
‘’ Ve… è vero! Non voglio
farlo, lo giuro! ‘’
‘’ Certo che non ti ricapiterà!
Perché tu verrai con noi all’Agenzia e imparerai a
usare questa capacità per il bene del
mondo!’’
‘’ Per il bene del mondo e,
chissà, magari anche dell’inesistente vita
sessuale di mio fratello ‘’ pensò,
ghignando maliziosamente.
‘’ Bruder, spero che ti renda conto di cosa tu stia
dicendo.’’
‘’ Certo che me ne rendo conto! Ammettilo, creare doppelgänger
ci sarebbe utile. Forse, è in grado di crearne anche di
altre persone! Se fosse così, tu potresti persino non
doverti più trasformare in Monika!’’
Il tedesco si morse il labbro. Quanto era vile suo fratello! Spingerlo
ad accettare usando la storia della trasformazione!
Ma lui era più maturo, non avrebbe ceduto! Feliciano era un
ragazzo normale che meritava una vita normale: non doveva finire in
mezzo ai loro casini quotidiani solo per un capriccio di Gilbert!
‘’ Tanto tu mi ci faresti trasformare solo per
divertirti alle mie spalle!’’
‘’ Mi conosci troppo bene, fratellino! Ma pensaci,
l’Agenzia ha bisogno di
quest’abilità!’’
‘’ Ja, ma lo metteremmo sempre in pericolo! Al
mondo ci sono altre cose, cose ben più pericolose di un
doppelgänger fuori controllo!’’
‘’ Con te a proteggerlo, non dovrà aver
paura di niente!’’
‘’ Perché non lo chiediamo direttamente
a lui? La decisione è sua!’’
I due rivolsero gli sguardi verso l’italiano, che era rimasto
in silenzio fino a quel momento. Sapeva di essere un gran fifone, un
codardo e piagnucolone. Tuttavia, non voleva rischiare che un suo
doppelgänger facesse del male a qualcuno.
Inoltre… non gli andava giù la
possibilità di non rivedere più Ludwig.
‘’ Ve… all’Agenzia mi
insegneranno a controllare questo potere?’’
‘’ Ovvio! – esclamò Gilbert
– Ci sono riusciti con Francis, vuoi che non ci riescano con
te?’’
‘’ Ve, e posso far parte della vostra
squadra?’’
‘’ Certo che sì! – rispose
l’albino, anticipando suo fratello – Modestamente,
siamo i migliori! ‘’
‘’ Bruder… non
incoraggiarlo.’’
‘’ Lud, non mi vuoi con te?’’
L’italiano aveva il classico sguardo da cucciolo bastonato,
quel tipo di sguardo che ti fa sentire il peggior essere umano mai
esistito sulla faccia della terra.
‘’ Certo che voglio con me… ma
è pericoloso.’’
‘’ Ma tu mi proteggerai, vero?’’
‘’ Ja, certo ma…’’
‘’ Allora ho deciso! – lo interruppe
vivace Feliciano – Voglio diventare un membro della vostra
Agenzia! ‘’
Gilbert annuì, soddisfatto. Ci sarà sicuramente
da divertirsi ora, ne era sicuro!