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Autore: francyfra03    30/06/2016    0 recensioni
30/06/2016
I miei genitori non mi ascoltano, dicono che sono stupida quando piango.
Loro non sanno niente. Non gli dico niente.
Non sono cattivi: non urlano, non litigano... sono quei tipi di genitori perfetti che non fanno mai mancare nulla ai figli.
Sono i nostri parenti. Loro creano sempre problemi in casa. Non hanno mai accettato mia madre e , per questo, non perdono occasione di trattarla male.
In aggiunta, ci sono i problemi economici che ci costringono a fare debiti su debiti.
Per questo non dico nulla, non voglio portare altre grane in casa.
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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30/09/2009 ˜ Mattina

Sono ancora qui, seduta sulle scale che portano al piano superiore della mia scuola. Qui non mi troveranno. 
L'accesso è stato vietato da  quando il tetto è crollato, così adesso vi è un nastro giallo che delimita il passaggio. Sto aspettando che suoni la campanella che annuncia l'ora di entrare in classe. Come al solito, mi sono intrufolata grazie all'abitudine del bidello di lasciare la porta aperta. Non ho mai capito se lo facesse apposta  oppure se fosse solo una dimenticanza. Va beh, non mi importa finché posso rifugiarmi da loro.  
Fa un po' freddo al dire il vero e anche la mia mano trema un poco nel scrivere queste parole. 
Ok, adesso va meglio. Mi sono avvolta nella sciarpa rossa che ho rubato a mia madre questa mattina. È in queste occasioni che sono felice di avere i capelli lunghi, tengono al caldo le orecchie quando sei priva di cappello. 
Il lato positivo di tutto questo è che posso mangiucchiare qualcosa che prendo dai distributori di nascosto. Effettivamente hanno aggiunto da qualche giorno dei nuovi biscotti davvero buoni. Li ho provati immergendoli nel capuccino delle macchinette e sono la cosa migliore che io abbia mai mangiato. Dio, vale la pena di vivere solo per questi.  
È suonata la campanella. Non mi rimane che aspettare che tutti siano in classe per poter uscire e dirigermi anch'io verso la mia aula. Ho paura di incontrarli...


30/09/2009 ˜ Pomeriggio


Sono a casa. Ho appena mangiato.
Ho fatto un errore. Non avevo il cappuccio e non sono riuscita a nascondermi all'uscita. Mi domando come ho fatto ad essere così idiota. Ho provato a correre via, a prendere la strada più lunga per evitarli ma mi hanno preso. 
Erano in tre e mi hanno circondato. Il capo mi ha messo un braccio intorno al collo e ha iniziato a parlare e ad offendermi, ridacchiando insieme ai suoi compagni alle proprie battute. All'apparenza, sembra quasi che si stia parlando tra amici ma non è così. Sento ancora la sua stretta che si fa salda mentre inizia a camminare diretto nel solito vicolo, portandomi con lui. Abbiamo girato l'angolo e mi ha spinto contro il muro facendomi sbattere la schiena contro di esso. Mi tremavano le gambe perché sapevo cosa sarebbe successo. 
Da terra riesco a vedere un murales raffigurante un fiore giallo su cui posa una farfalla. È bello. Mi piacerebbe averne uno a casa. 
Prima di tornare, ho aspettato che si fossero allontanti per poi sistemarmi i vestiti. Non ho nulla sul viso. È il primo punto che ho imparato a proteggere perché i miei non si accorgessero di nulla mentre per i lividi posso dare la colpa a qualche caduta accidentale. In fondo, sono sempre stata imbranata.
Devo ricordarmi di scegliermi una felpa in grado di coprirmi la testa per domani, forse riuscirò ad avere qualche possibilità di filarmela prima che mi vedano. In realtà dovrei fare anche i compiti, ma non ne ho tanta voglia... il tema di oggi è andato una schifezza, senza contare che quando sono arrivata, l'unico banco disponibile era quello vicino alla finestra in prima fila. Detesto quel posto. Sono una preda facile in quel punto... non riesco a prestare attenzione per colpa delle battute che vengono dai banchi dietro e per i continui punzecchiamenti con gli aghi. 
Ah già... ultitamente hanno avuto la brillante trovata di portarsi un ago per infastidirmi. All'inizio faceva male ma adesso ci sono abituata, quindi non ci faccio troppo caso.  
Va beh, non importa. Spero che domani andrà meglio.
Per ora, vado a giocare alla play.


30/09/2009 ˜ Sera

Ho giocato alla play per tutto il tempo. Non che abbia molto da fare in casa eh...
È piccola e non c'é spazio mentre il cortile è off limits. Non ci stanno bambini con cui giocare e non è che io vada a cercarli.  Peccato, una volta era molto più divertente... Si, prima che la mia amica si trasferisse...
Va beh, non importa. 
Sto bene da sola in fondo... mi basta avere la mia play e il computer. Certo, i miei genitori mi proibiscono di usarlo per troppo tempo perché hanno paura che io possa romperlo. Non mi è mai piaciuto quando mi trattano così, come se non potessi capire come funzionano le cose. 
La parte migliore è che danno sempre la colpa a me quando succede qualcosa. Non funziona internet? È colpa mia. Il computer fa un strano suono? È colpa mia.
Giusto oggi il pc ha iniziato a fare uno strano suono all'accensione è, ovviamente, sono stata io che ho fatto qualcosa quando l'ho usato questo pomeriggio. 
Bah... meglio che me ne vada a letto. 
Ho già preparato i vestiti per domani.... speriamo che vada tutto bene.


//OFF STYLE//
Ok, eccoci qua. Inizio col dire che i personaggi e la storia sono del tutto inventati, non temete. 
Si, lo so... sono al corrente dei vari errori grammaticali e/o ortografici ma, sinceramente, è il diario di una bambina che frequenta la prima media per cui mi sembrano coerenti. 
Se qualcuno si lamenta che non vi sono espresse emozioni e sentimenti, abbia pazienza. La storia è stata progettata per mostrare l'evolversi della protagonista.
Mi piacerebbe ricevere vostre critiche per poter migliorare e, detto questo, spero che la storiella vi piaccia vi piaccia.





 

  
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