Fumetti/Cartoni americani > Gravity Falls
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Autore: verystar02    30/06/2016    3 recensioni
[ATTENZIONE SPOILER!!!]
«NURUTER YAM I TAHT REWOP TNEICNA EHT EKOVNI I. NRUB OT EMOC SAH EMIT YM»
Le persone a Gravity Falls sono improvvisamente cambiate, il carattere, il modo di fare, l'atteggiamento di ogni abitante della bizzarra cittadina è stato terribilmente sconvolto...
Dal testo:
«Vuoi essere la mia regina? Creare con me uno splendido mondo di caos?»
Disse il bizzarro ragazzo, allungando sul volto un ghigno quasi folle e tendendogli una mano.
«Sei un demone, i demoni non possono realmente amare...»
Rispose la ragazza tristemente guardandolo con malinconia negli occhi, quella sincerità nella sua voce quasi lo ferì.
«Questo tu non lo puoi sapere...»
La canzonò allora lui riprendendosi, con quella sua voce deliziosamente roca di desiderio.
Genere: Avventura, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bill Cipher, Dipper Pines, Gideon Gleeful, Mabel Pines, Stanford Pines
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo, Violenza
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Era giunta la notte nella tranquilla, ormai troppo tranquilla, cittadina di Gravity Falls.
Ormai è passata più di una settimana dal compleanno di Dipper e Mabel e quasi due da quando Bill venne sconfitto.
Già, Bill...
Sparendo il demone portò via con se tutte le stanezze che Gravity Falls aveva... Gli gnomi, i vari mostri, gli zombi e perfino gli unicorni sparirono insieme a lui, rendendo così la città normale come qualsiasi altra dell'Oregon.
L'estate sarebbe finita di li a poco, e se non fosse stato per la lettera che i Pines ricevettero dai genitori il giorno del compleanno, i "gemelli meraviglia" sarebbero dovuti tornarre nella loro casa, abbandonando così Gravity Falls e tutti gli amici conosciuti li...


La stanza era completamente immersa nel buio. L'oscurità veniva squarciata solo dalla luce della luna che, facendosi strada attraverso gli alberi, proveniva dall'enorme finestra triangolare. Il ragazzo piano piano entrò nella stanza. Avanzò a passi lenti e camminando sulle punte, come se non dovesse farsi sentire da un qualcuno che controllava i suoi movimenti.
Richiuse piano piano la porta, ma il rumore sembrò comunque un botto assordante.
La stanza ora s'illuminava soltanto quando uno dei tanti lampi di quella notte cadeva giù dalle nubi.
E di rumore se ne sentiva solo quando i tuoni accompagnavano quei lampi.
Si avvicinò silenziosamente alla sorella intenta a dormire, sedendosi accanto a lei nel suo letto e incominciando a passarle le mani tra i capelli delicatamente, come in una carezza.
Aveva appena finito di studiare isieme al prozio Ford, che gentilmente si era offerto di aiutarlo a prepararsi all'inizio dell'anno scolastico, che avrebbe dovuto affrontare dall'indomani, nella scuola statale di Gravity Falls...

Non sapeva dov'era, voleva solo urlare, gridare che anche lei è umana, che se cade si spezza, che è fragile, che finge ogni sorriso vero e che sanguigna se si taglia.
Le stelle nel cielo scintillano come lucciole, le nere cime dei monti si stagliano gigantesche contro il cielo ormai scuro; l’aria tiepida e profumata che caratterizza la fine dell'estate aleggia nell'aria, il bosco circostante è immerso nel silenzio e l'avvolge, l'ingloba in se, privandola di ogni possibile via di scampo, obbligandola a restare sola con i suoi pensieri.
Vorrebbe poter cadere, lasciarsi cullare da quella sensazione di tristezza che reprime per non far preoccupare i suoi amici, vorrebbe respirare a pieni polmoni e ridere di gioia, come succedeva poche setimane prima.
Cominciano a diffondersi le note incantate di una canzone sconosciuta, è la voce limpida di pianoforte che s’innalza, struggente, verso la luna... ma lei, lei non lo riesce a sentire, il suono arriva alle sue orecchie ovattato a causa delle lacrime che le pizzicano gli occhi implorando di scendere.
Vorrebbe solo scappare lontano nella terra dove non tramonta mai il sole e la notte è una festa continua ma nonostante tutta la forza che ci mette i suoi piedi nudi non si muovono.
E' bloccata, in piedi, nel centro di una radura, sente le gambe cedergli.
Mabel cade, impotente, sull'erba umida, le lacrime sulle sue guance, improvvise ma liberatorie, il freddo che le gela le ossa, e quella risata sconveniente e rabbiosa.
Quella risata vuota, ma piena di emozioni e ricordi.
Ride, mentre i suoi vestiti si riempono pian piano di fango, mentre i capelli vengono bagnati dalla pioggia che ha iniziato a cadere accompagnando la melodia del pianoforte che aumenta il suo volume di più, sempre di più, come se urlasse alla ragazza "ASCOLTAMI! STO SUONANDO PER TE!".
Poi alla melodia si udì anche una voce...
«...Well will mett again.
I don't know where, i don't know when.
Oh, but we will mett again.
Some sunny day...»
Mabel a quella voce cessò di ridere e alzò di impeto la testa, la riconosce e sentendola perde un battito...
Era lui... Bill.
Un espressione sbalordita era stampata sulla faccia della ragazza.
«Che succede piccola Mabel? Non sei forse contenta di vedermi? Infondo era un tuo desiderio, giusto?» Quella vista trafigge la ragazza come una pugnalata...lui dovrebbe essere morto...
«Andiamo, credevi davvero che fossi morto? Beh in realtà lo sono... ho perso la mia forma materiale, per questo sono dentro al tuo sogno, ma tu, tu puoi farmi ritornare, mi ha chiamato qua te, e dal mio regno sono giunto perchè hai bisogno di me, e in qualche modo, diciamo, io ho bisogno di te.» Disse porgendogli con galanteria un inchino.
Mabel rimase sbalordita, non poteva credere a quello che gli aveva appena detto la figura davanti a lei, Bill, il grande Bill, la causa dei suoi recenti problemi voleva aiutarla a risorverli?
«Certo che ne esistono di persone strani. Potresti ripescare dal subbuglio della tua codardia l’educazione, e almeno guardarmi in faccia.» Continua, piegandosi in avanti e cercando di abbassarsi quel tanto che basta per guardarla in faccia.
«Cosa devo fare per ottenere il tuo aiuto Bill?» Dice decisa guardandolo negli occhi.
«Ah! Ecco la Mabel determinata che cercavo, ci tieni tanto alla felicità del tuo fratellino a quanto pare, bene allora dovrai solo stringere un piccolo patto con me, un semplice, insignificante, patto...» Le disse il demone con quella sua voce deliziosamente roca di desiderio.
«Cosa vuoi in cambio di quello che già sai?» Chiede determinata allora la ragazza asciugandosi il residuo delle lacrime che le impiastricciavano le gote.
«Cosa voglio io non sono affari tuoi al momento, ma è una lista molto dettagliata e a tempo debito ti verrà detta, sappi solo che dovrai fare quello che ti dico, sempre se tu lo voglia realmente rendere felice... sai non è facile quello che mi hai chiesto, anzi...» Risponde con un sorrisetto maniacale prendendo una ciocca di capelli della ragazza in mano e iniziando a giocherellarci.
«Inizia col riportarmi a Gravity Falls ragazzina, per farlo ti basterà trovare il mio corpo, probabilmente trasformato in statua, e recitare delle parole che al momento non ricordo, ma che sono scritte in uno dei tre libri del mistero, trovale, appena mi avrai fatto resuscitare ti stringerò la mano ed il patto sarà fatto, ci stai?» Esclama ridendo e facendo una piroetta su se stesso.
«Ma come faccio? Il secondo dopo la tua sparizione se lo è ripreso Gideon...» Chiede Mabel confusa.
«Trova un modo per averlo, non sei stupida, e poi penso che Gideon abbia un debole per te... giusto?!» Replica lui, trattenendo una leggera risata.
«Mi piacerebbe continuare a chiaccherare con te ragazzina ma ho degli affari più importanti da sbrigare, e poi tra poco ti sveglierai, c'è qualcuno che deve parlarti. Credo che ci vedremo molto presto noi...Arrivederci stella cadente.»Sussurra concludeno. Le sue parole si perdono nel vento, così come lui, che si dissolve davanti ai suoi occhi, lasciandola nuvamente sola nella radura del suo sogno.







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