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Autore: BlackNeko    01/07/2016    6 recensioni
Il computer portatile si trova sulla scrivania, proprio davanti a lui. Gli basterebbe spegnerlo premendo il tastino sulla tastiera per ritornarsene al calduccio sotto le coperte, riscaldato ulteriormente dal corpo forte di Makoto. Ma la curiosità di vedere le nuove foto che ha scattato ha la meglio, così lo riavvia dalla modalità in standby.
Scorre tra le varie immagini e non può fare a meno di restare a bocca aperta.
[MakoHaru AU: Photographer!MakotoxHaruka]
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Haruka Nanase, Makoto Tachibana
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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I caldi raggi del sole riscaldano la stanza altrimenti fredda, riflettono la propria luce sulle pareti dell’appartamento colorandole di giallo.
Haruka sbadiglia silenziosamente prima di voltarsi per poter guardare il viso del ragazzo addormentato al suo fianco. La semplice azione gli risulta difficile dal momento che l’altro si è praticamente attaccato a lui durante il sonno, in un groviglio di braccia e gambe.
Makoto dorme: un’espressione rilassata sul viso, le labbra socchiuse che mantengono un respiro regolare. Haruka posa delicatamente la mano su una guancia, sfiorandogli lo zigomo con il pollice. Lo fa lentamente, nonostante sappia benissimo quanto il sonno di Makoto sia pesante, ha comunque paura di togliergli dal viso quell’espressione di autentica beatitudine che gli addolcisce i lineamenti. Si puntella su un gomito e con la stessa delicatezza con cui gli ha carezzato la guancia, posa le labbra sulle sue in un bacio leggero.
Una minuscola luce blu attira la sua attenzione, brillando ad intermittenza.
Dopo alcuni secondi, riconosce la lucina blu come il segnale del fatto che Makoto ha lasciato il computer portatile acceso. Sospira rassegnato, ormai consapevole che non importi quante volte glielo ripeta, Makoto dimenticherà comunque di spegnerlo.
Haruka guarda l’orologio appeso alla parete: sono le 08:45.
Pensieroso, lascia scorrere le dita tra i capelli castani dell’altro, beandosi della loro morbidezza.
E’ terribilmente presto per uno come Haruka che, essendo abituato a fare le ore piccole, è solito svegliarsi in tarda mattinata.
Sempre che non debba andare al ristorante dove lavora, ovviamente.
Anche la sera prima è stato sveglio fino a tardi, nel tentativo di aspettare che l’altro terminasse il proprio lavoro. Ma quando si è addormentato, troppo stanco anche per tenere gli occhi aperti un solo attimo in più, ricorda che Makoto stava ancora lavorando, perciò ne deduce che, a differenza sua, non ha quasi chiuso occhio per tutta la notte.
Makoto è un fotografo paesaggista.
Haruka ha sempre amato le sue foto, soprattutto quelle che raffigurano il mare o l’oceano, perché hanno sempre scaturito in lui sensazioni che non riesce a spiegarsi bene, e la cosa lo affascina.
Nel sonno, Makoto biascica qualcosa di incomprensibile e si stringe di più a lui.
Questo sembra riscuoterlo dai propri pensieri e, stropicciandosi gli occhi, decide di alzarsi per spegnere il computer portatile, o altrimenti avrebbe consumato altra batteria inutilmente, e a lui gli sprechi non sono mai piaciuti. Ma è difficile abbandonare il tepore delle coperte, dal momento che Makoto con il suo peso lo ha quasi ancorato al materasso. Dopo qualche tentativo però, finalmente riesce ad alzarsi dal letto.
Il freddo lo aggredisce pungendogli la pelle scoperta e infilandosi sotto gli indumenti che sta indossando, rabbrividisce camminando a piedi nudi sul pavimento congelato. Il freddo è proprio uno dei motivi per cui Haruka odia l’inverno.
Il computer portatile si trova sulla scrivania, proprio davanti a lui. Gli basterebbe spegnerlo premendo il tastino sulla tastiera per ritornarsene al calduccio sotto le coperte, riscaldato ulteriormente dal corpo forte di Makoto. Ma la curiosità di vedere le nuove foto che ha scattato ha la meglio, così lo riavvia dalla modalità in standby.
Scorre tra le varie immagini e non può fare a meno di restare a bocca aperta: oltre a bellissimi paesaggi naturali, la galleria è piena di foto che lo ritraggono mentre compie le più piccole e banali azioni quotidiane. Arrossisce quando vede, tra le tante altre, quella che Makoto gli ha scattato mentre dormiva: aveva i capelli neri in disordine, le guance accaldate, le labbra più scure del solito e un’espressione rilassata in viso. Il lenzuolo che aveva poggiato addosso lo copriva solo fino al bacino, lasciando scoperto lo stomaco, il petto e il collo costellati da piccoli segni rossi e morsi. Probabilmente gli ha scattato quella foto quando si era addormentato, dopo aver fatto l’amore con lui.
“Haru?” sobbalza al suono della voce di Makoto, preso com’era dal guardare le foto. Resta fermo, dandogli la schiena e nascondendogli in questo modo le guance assolutamente bollenti. Passano alcuni secondi di silenzio prima che Makoto si alzi dal letto, perplesso dalla sua mancanza di risposta. “Haru?” ripete e rabbrividisce non per il freddo, bensì a causa della roca voce mattutina dell’altro. “Va tutto bene?” Haruka non osa proferir parola, insicuro della propria voce, e quando Makoto gli si avvicina, un’occhiata al pc sembra finalmente fargli capire la situazione. “Le hai viste?”
Haruka alza il viso di scatto verso il suo, percependo il tono piatto con cui ha pronunciato quella domanda. Di solito, Makoto è sempre gentile e la sua gentilezza traspare anche dal suo tono di voce. Ma stavolta non è così: la sua voce è fredda e atona. E ad Haruka non piace affatto.
Posa lo sguardo nei suoi occhi verdi, ammirando per l’ennesima volta la bellezza di quelle iridi. “Mi consideri strano adesso, non è vero?” mormora passandosi una mano sul volto, curva le labbra in un sorriso che sembra più una smorfia. “Haru non devi preoccuparti, le cancellerò tutte, d’accordo? Solo non pensarci più, per favore”
“No! Io…” esclama, cogliendolo di sorpresa. Abbassa la testa, imbarazzato per aver alzato la voce senza motivo. “Mi piacciono” lo rassicura con un filo di voce. Makoto sorride come se Haruka gli avesse appena detto la frase più bella del mondo e lo abbraccia stringendoselo al petto. “Ne sono contento”
“Sono belle, sei davvero bravo” gli dice, superata la timidezza iniziale. “E’ tutto merito tuo, in realtà” Makoto gli risponde avvicinandosi al suo viso, lambendogli appena le labbra con le proprie. “Come?” chiede, distratto dalla morbidezza delle labbra che hanno sfiorato le sue. Lo tira verso di sé per un bacio prima di dargli la possibilità di rispondere alla domanda che gli ha posto.
“Sei bellissimo, Haru” sospira, facendolo arrossire di nuovo. Lui scuote la testa e Makoto gioca con una ciocca dei suoi capelli scuri come la notte, intenerito dalla sua reazione. “In quelle foto non sei bello neanche la metà di quanto lo sei dal vivo” Haruka resta in silenzio, rilassandosi al tocco di Makoto che si è spostato sulla sua guancia. “Ho visto tante cose belle Haru, ma tu le superi tutte” gli prende le mani e lo fa alzare dalla sedia. Ride quando Haruka si fionda tra le sue braccia, un po’ per nascondere l’imbarazzo sul suo viso nell’incavo del suo collo e un po’ perché è semplicemente felice di avere l’altro al proprio fianco. Makoto lo bacia e Haruka gli posa le mani sui fianchi, portandoselo più vicino. “La cosa divertente è che sembri non accorgerti di quanto tu sia fantastico, sia dentro che fuori”
Haruka vorrebbe dirgli che pensa le stesse identiche cose di lui.
Che anche per lui Makoto è bellissimo, e la persona più dolce che abbia mai conosciuto in tutta la sua vita. E che lo ama da stare male. Che sbaglia quando pensa che sia fantastico sia dentro che fuori; soprattutto dentro, perché le parole ogni volta gli si incastrano in gola come macigni, impedendogli di esprimersi come vorrebbe e facendolo sembrare un idiota.
Così si sporge verso la scrivania, ancora stretto nell’abbraccio dell’altro, afferra la macchina fotografica con mani tremanti e la punta verso il volto di Makoto.
Makoto prova a non ridere per il modo in cui Haruka sta provando in tutti modi di capire come funzioni l’aggeggio elettronico. Non ha mai avuto un buon rapporto con la tecnologia, a stento riesce ad usare il suo smartphone, ma riesce a scattargli una foto in cui sorride, le guance arrossate e gli occhi che brillano dalla contentezza.
Guarda la foto appena scattata e arrossisce, la bellezza dell’altro che gli mozza il respiro. Alza il viso e si avvicina timidamente alle sue labbra, gli posa una mano dietro la testa e avvicina le loro fronti, permettendo al suo respiro tremolante di infrangersi direttamente sulla sua bocca.
E Makoto capisce. A Makoto sembrano bastare quei piccoli gesti che Haruka compie, Makoto sembra riuscire ad interpretare quelle azioni messe al posto di mille parole.
Allora congiunge le loro labbra e lo bacia lentamente ed in quel momento, le parole non sono altro che un qualcosa di superfluo.


Spazio autrice.
Sono ancora viva, yeee!!!
Finalmente è arrivata l’estate, la stavo aspettando da mesi…Insomma, adesso posso fare praticamente nulla in tutta tranquillità! Viva l’estate!
Adesso, parlando di cose serie (ma quali cose serie?), questa one shot non è niente di chissà che cosa, solo una fluff così a caso, ma ho deciso di pubblicarla lo stesso perché i MakoHaru sono un’otp bellissima ed io li adoro!
Quindi, spero vi piaccia!
Bye!

ニ ヤ ニ ヤ  ~ ♡

  
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