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Autore: kioccolat    01/07/2016    3 recensioni
“Rin dai non fare così ho anche chiesto di partire da Londra prima per poterti rivedere il più presto possibile!”
“Potevi restarci a Londra! Odio quel posto e quando mi ci hai portato! Te ne eri finalmente scomparsa! Tu e la tua Londra ed avevo dimenticando tutto! L’umiliazione, la vergogna, perfino la rabbia del tradimento pensa! Perchè ti sei ripresentata?!”
Fortune lo guardò perplessa poi con un dito sotto al mento sorrise maliziosamente.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nitori Aiichirou, Nuovo personaggio, Rin Matsuoka, Seijuro Mikoshiba, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Angolo Kiocco: Bene ragazze. Che dire...Per prima cosa è che sono stupita, io per prima, che stò pubblicando una storia het in una sezione dove regna lo yaoi...per questo ho molta paura. Lo ammetto ç_ç.
Free è un anime che avevo iniziato molto tempo fa, lo avevo abbandonato ma poi ripreso xD...Mi è piaciuto molto ed avevo proposto ad una mia amica di farci una storia a quattro mani. All'inizio aveva accettato.
Ma poi per suoi problemi ha dovuto rifiutare l'offerta, ma io ho continuato e sono andata avanti(?). Nella fiction ho messo anche il suo OC ma ve lo presenterò molto più in la u.u.
Parlando di Oc...beh...oltre alla mia che è la protagonista direi che ce ne sono. Spero tuttavia che saranno graditi perchè io, scrivendo la storia, mi sono affezionata a loro ed alle loro caratteristiche.
Spero che con questi capitoli riesca a farvi fare qualche risata e magari incuriosirvi u.U...lasciatemi una recensioncina <3
Buona lettura a tutti.

Quel giorno pioveva, il tempo faceva schifo ed avrebbe messo malumore a chiunque. Tuttavia c’èra una persona che se la rideva come se avesse appena vinto alla lotteria il montepremi più alto di sempre.
Appoggiata al finestrino di un aereo, tutta sorridente, c’èra una ragazza dagli occhi celesti che osservava fuori.  Probabilmente invece che vedere la pioggia ed i lampi, stava vedendo immagini e scene che avrebbe voluto si realizzassero da li a poco, ossia al suo arrivo in Giappone. Iniziò a giocare con una ciocca dei lunghi capelli, anch’essi celesti, continuando a sorridere appoggiò poi la testa al sedile chiudendo le palpebre rilassata.
“Aspettami....”
Disse fra se e se,  il passeggero accanto a lei la sentì e, dopo aver pensato che stesse un po’ fuori, infilò le proprie cuffie alzando la musica al massimo.
Appena arrivati all’aeroporto la ragazza, trascinandosi dietro il suo enorme trolley blu ricamato in bianco, si diresse dove qualcuno la stava aspettando. O almeno come così doveva essere. Si guardò intorno scocciata poichè non vide nessuno nè sentì pronunciare il suo nome.
“Miss Smith!”
“Claudio!”
Corse incontro all’uomo che l’aveva chiamata. Un signore alto con gli occhiali, sulla settantina con i capelli bianchi ben pettinati e vestito da maggiordomo...perchè ERA un maggiordomo.
“Come state? E’ andato tutto bene a Londra? Come siete cresciuta, vi si sono allungati molto i capelli! Siete diventata proprio una signorina!”
“Claudio...per prima cosa chiamami per nome e non per cognome e per seconda cosa, sono stata via solo due settimane... non credo di essere cresciuta così tanto in questo tempo.”
“Miss Fortune. Per me rimarrete sempre una bambina e quando non vi vedo per un lasso di tempo così lungo, noto molti cambiamenti in voi.”
Fortune rimase abbastanza perplessa ma allo stesso tempo intenerita dall’affermazione del suo maggiordomo, tanto che non seppe cosa rispondere. Successivamente senza dire nulla quest’ultimo prese il bagaglio della ragazza e si avviò verso la macchina aprendole gentilmente lo sportello dal lato del passeggero, dopo aver posato il bagaglio si mise alla guida.
“Miss Fortune, sarete stanca dopo il lungo viaggio e suppongo che vorrete andare a casa a ripos-“
“Oh Claudio. Sai benissimo anche tu che non è così. Non provare a dissuadermi perché tanto non ci riuscirai.”
 ”Capisco... lo sapete signorina io sarò sempre dalla vostra parte. Ma se dopo tanto tempo ancora non avete chiarito, mi sembra un po’ impossibile che lei riesca a...come dire...a riconquistarlo.”
Fortune si mise a ridere con la mano davanti alla bocca poi dopo qualche istante si ricompose aggiustandosi anche una ciocca di capelli che le era scivolata davanti al viso. Guardò il suo maggiordomo con aria comprensiva, pronta a spiegare.
“Oh Claudio. Lui è solo timido. Io gli farò superare quest’emozione. Non temere.”
Caudio fece una smorfia strana con la bocca alzando in contemporanea un sopracciglio. Voleva solo il meglio per Fortune e desiderava soltanto vederla felice però i suoi desideri certe volte si rivelavano sin troppo difficili da accontentare. Fin quando si trattava di cose materiali ok. Ma stavolta era diverso.
“Se lo dice lei Miss Fortune...”
“Ovvio che lo dico io caro Claudio! Quindi forza, direzione Samezuka!”
Ordinò felice la ragazza indicando la strada davanti a lei. E senza alternative il buon Claudio prese la direzione per l’accademia Samezuka. Ma aveva un brutto presentimento ed i suoi brutti presentimenti si avveravano sempre. Cercò di non pensarci.
Durante il viaggio verso la Samezuka i due parlarono solo della permanenza di Fortune a Londra e di come le fosse andato il lavoro.
“Siamo arrivati signorina...non è il caso che si copra un po’ di più? Magari dei pantaloni lunghi invece di quella gonna corta. La Samezuka è un’accademia maschile.  Rischierebbe di attirare l’attenzione...”
“Ah...Beh...e allora?”
Chiese con gentilezza scendendo dalla macchina, lasciando Claudio a sospirare rassegnato a chiedersi perchè avesse aperto bocca.
“Cerco di fare subito. Tu aspettami qui.”
E detto ciò, il maggiordomo la guardò correre all’interno della scuola chiedendosi come riuscisse a fare tale azione indossando quei tacchi.
Arrivata nel cortile la ragazza girò un po’, passando tre volte nello stesso posto poiché si era persa iniziando a girare in tondo, fin quando vide un ragazzino correre. Gli andò dietro chiamandolo e quello finalmente si fermò a guardarla. Era più basso di lei ed aveva l’aria, a suo dire, coccolosa, gli occhi celesti ed i capelli a caschetto grigi. Un po’ di fiatone per la corsa ma sorrise ugualmente. Era uffiiciale voleva coccolarlo e assomigliava ad un peluches....no. Non un peluches.
“A....Aiko-chi?”
Disse Fortune piano fra se e se sorridendo.
“Come?”
“Quando ero piccol avevo un gattino. Lo avevo chiamato Aiko-chi...ma ora non c’è più. Comunque ragazzino, piacere mi chiamo Fortune. Tu sei?”
“Piacere mio. Io sono Nitori Aiichiro.”
Appena finÌ la presentazione, Fortune, con gli occhi che brillavano, prese le mani di Nitori. Sentiva feeling con quel ragazzo. Si sarebbe creato sicuramente un legame.
“Posso chiamarti Ai-chi?”
Nitori la guardò sorpreso. Si stava facendo molte domande in quel secondo ad esempio: ma dove ho già visto questa tipa? Oppure, perché è qui? E ancora, che vuole da me?
“Siamo già così in confidenza?”
“Non...posso...?”
Vedendo che la riposta aveva fatto deprimere la ragazza cambiò idea. Tanto sicuramente non l’avrebbe più rivista.
“Aaaaaah! T-tranquilla! Puoi, puoi!”
“Evvai! Tu chiamami pure Fortune piccolo Ai-chi! Ora dimmi. Conosci un certo Matsuoka Rin?”
“Oh! si è un mio sen-“
“È dolce, gentile, timido e ha un bel sorriso.”
“....non conosco nessuno che corrisponda a questa descrizione di nome Matsuoka Rin. Ma nel club di nuoto ce n’è uno. Vuoi incontroarlo ugualmente?”
Fortune annuì convinta, non capiva perché la sua descrizione non combaciava mai con quella degli altri. Che la gente distorcesse la realtà per vederla come gli facesse comodo? Era plausibile. Nitori si fece seguire fino al club di nuoto dove, tralaltro, si stava dirigendo prima dell’incontro con la ragazza. Chissà cosa voleva dal senpai una ragazza così stravagante ed appariscente. Forse era un’amica d’infanzia oppure come tante altre una fan. Tuttavia una cosa la distingueva dalle altre.
“Tu nuoti Ai-chi? Che stile ti piace di più?”
Sembrava, per qualche motivo, molto interessata a lui perchè continuava a fargli molte domande. Non lo riteneva un male, era bello farsi nuovi amici e conoscere persone ma...anche strano.
Arrivarono in piscina dopo pochi minuti ed in quei minuti Nitori aveva già raccontato a Fortune la sua vita.
“Hem...Fortune qui ci sono gli spogliatoi, la piscina è da quella par-“
Prima che il ragazzo potesse finire la frase la nuova amica era già partita. Il rumore dei tacchi risuonava per il corridoio che portava all’ingresso della piscina e si confondeva ai suoi pensieri. Si c’èra stata una lite ma ormai era passata dai, la lontananza faceva bene. Era stata via, sicuramente era mancata a Rin e ora tutta la rabbia che provava era sparita e la stava aspettando a braccia aperte. Si, dal suo punto di vista era così.
Finalmente c’èra. Stavolta il fiatone lo aveva lei si guardò intorno. Tanti ragazzi. Qualcuno si accorse subito di lei iniziando a dirlo all’amico che gli stava vicino e così via. Cercò con lo sguardo l’oggetto del desiderio. Trovato! a bordo piscina a parlare con un tizio!
“Riiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiin!!!!!!”
L’interessato si girò, spaventato dall’urlo improvviso poi con una rincorsa Fortune saltò al collo del povero nuotatore che non aspettandosi il gesto si trovò a cadere all’indietrò provocando soltanto un sonoro SPLASH, attirando l’attenzione di tutti. Quando finalmente riemersero dall’acqua, le espressioni sul volto dei due erano totalmente differenti. Fortune sorrideva felice mentre l’altro aveva i capelli davanti la faccia e non aveva intenzione di toglierli altrimenti all’altra sarebbe bastato uno sguardo per morire di paura.
“Oh Rin! Ma quanto mi sei mancato! Sono stata a Londra in questo periodo, ti è arrivato il messaggio? Non mi hai risposto...”
“No...”
“Ti è passata l’arrabbiatura per quella cosa vero? Com’è andata qui? Vedo che continui col nuoto. Sei sempre bravissimo!”
Il ragazzo uscì dalla piscina senza dire una parola sotto lo sguardo muto di tutto il club che stava ancora osservando interessato.
“Fortune. Stai zitta ed esci dall’acqua. Ma non dire una parola di più.”
Tese una mano alla ragazza aiutandola ad uscire, ed in quel momento arrivò Nitori correndo.
“Senpaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaai! Ho provato a ferma....oh. Vedo che è tardi. Fortune se vuoi iscriverti a nuoto la Samezuka non è il luogo adatto, poi comprati un costume.”
”Non voglio iscrivermi a nuoto ero solo venuta a salutare il mio fidanzato Ai-chi.”
“Fidanzato?! Senpai non mi avevi detto che...”
Iniziarono i borbotii intorno, era di nuovo al centro dell’attenzione, mille sguardi puntati su di lui e voci e che lo assalivano.
“Non te l’ho detto perchè non è vero. E’ la mia EX ragazza. Ed ora cortesemente vattene Fortune.”
“Rin dai non fare così ho anche chiesto di partire da Londra prima per poterti rivedere il più presto possibile!”
“Potevi restarci a Londra! Odio quel posto e quando mi ci hai portato! Te ne eri finalmente scomparsa! Tu e la tua Londra ed avevo dimenticando tutto! L’umiliazione, la vergogna, perfino la rabbia del tradimento pensa! Perchè ti sei ripresentata?!”
Fortune lo guardò perplessa poi con un dito sotto al mento sorrise maliziosamente.
“Scommetto però che non hai dimenticato quella notte vero?”
Ed in quel momento, Rin, desiderò tanto, ma tanto scordare come si nuotava per poter tuffarsi in piscina ed affogare. Come poteva dire quelle cose davanti ai suoi compagni? Infatti ci fu chi trattenne le risate, chi spalancò la bocca, chi lo guardò con ammirazione, chi si mise a piangere per invidia e una persona che si chiedeva dove avesse già visto l’appariscente ragazza
 “Basta! ora te ne vai e non torni più chiaro? Ragazzina quel che è stato è stato, ti auguro felicità nella vita e tanti auguri in carriera ma non scocciarmi più. Fra noi è finita. Non assillarmi più Fortune!”
Le urlò contro il rosso, ripresosi dallo sconforto morale
“Hey! Sono un anno più grande di te! Non darmi della ragazzina!”
Una vena d’irritazione comparve sulla tempia di Rin. Afferrò la ragazza per il polso e la trascinò via, non voleva più dare spettacolo davanti ai suoi compagni.
“Vai così! Mi piaci quando hai spirito dìiniziativa!”
Camminarono arrivando nello spogliatoio. Rin le tirò addosso una felpa ed un paio di pantaloni.
“Cosa ci faccio?”
“Sei fradicia, te li metti e non torni più. Questa è la MIA scuola e non capisco come ti sei permessa di dire quelle cose davanti a quelle persone...tu neanche le conosci!”
La ragazza iniziò a cambiarsi tranquillamente mentre l’altro si girava.
“Non capisco cosa ti dia tanto fastidio, sono cose accadute no? Poi sei il mio fidanzato e-“
“Fortune basta! Sono serio! Non ne posso più! Non voglio più vederti nè avere più niente a che fare con te!”
Le urlò. La ragazza finì di tirar su la cerniera della felpa poi lo guardò con aria dolce mettendogli una mano sulla guancia. Per alcuni secondi entrambi stettero in silenzio poi il ragazzo girò leggermente il volto in modo da interrompere il contatto visivo.
“Rin. Mi dispiace tanto per quello che è successo, so che sei arrabbiato ma prometto che saprò farmi perdonare. Ci vediamo!”
E detto questo se ne andò via correndo come era arrivata, lasciando Rin a imprecare e tirar giù santi.
Arrivata in macchina Claudio la guardò. Aveva i capelli bagnati ed abiti maschili.
“Signorina...suppongo avete fatto pace!”
“Eh purtroppo no Claudio. Sembra anche che la sua arrabbiatura durerà per parecchio ma la sottoscritta ha già un metodo che funzionerà sicuramente per fargli passare tutto. Certo potrebbe volerci più del previsto ma andrà tutto bene!”
“Se lo dite voi Miss Fortune...”
 Aveva i capelli bagnati, abiti maschili e non ci aveva fatto pace...strani i giovani. Decise di non farsi altre domande e mise in moto con, finalmente, direzione casa.
 




Quella sera alla Samezuka, in camera di Rin e Nitori; il più piccolo stava cercando a destra e sinistra non si sa cosa mentre l’altro era sdraiato sul letto a leggere un giornale.
“Senpai...hai visto la mia felpa ed i miei pantaloni? Oggi li avevo portati per cambiarmi ma non li trovo più. Son dovuto tornare in camera in costume ed asciugamano. Ho avuto un freddo...”
Rin esitò un attimo prima di rispondere, poi si girò di lato a guardare Nitori che cercava.
“Cosa dovrei farci io con i tuoi vestiti secondo te Nitori?”
“Giusto Senpai. Non puoi averli tu, scusa la domanda...”
   
 
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