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Autore: KingOfGold    02/07/2016    0 recensioni
Ad un tratto qualcuno suonò il campanello. Sam rimase sul divano e accese la televisione. Cat la guardò sbalordita, abbandonò l'angolo cottura e si apprestò ad aprire la porta.
- Perché in fondo quella più vicina ero io - borbottò.
Quando aprì la porta vide che c'era Dice alla porta. - Entra pure - disse gentilmente.
Aveva un cappello nero che sovrastava i suoi capelli riccioluti, una maglia d'altrettanto colore, dei jeans scuri e delle comode scarpe color blu notte.
- Salve ragazze! - esclamò allegro il ragazzino.
- Che mi dici di nuovo? - conversò Sam, col telecomando in mano intenta a cambiare canale.
- Ehm, non molto. Ho preso 8 al compito di inglese, ho un nuovo cliente per voi e per finire, - riprese fiato - Freddie viene qui a Los Angeles!
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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4.

Freddie, dopo una doccia rinfrescante, si coprì con un accappatoio color blu notte che gli arrivava appena sotto le ginocchia. Forse sua madre avrebbe dovuto mettergli nella valigia quello della sua età, o meglio della sua stazza, ma magari per distrazione Marissa aveva infilato nel bagaglio l'accappatoio che usava qualche anno prima, quando con Carly e Sam era a Seattle, e beatamente registravano una puntata del loro live show. Si vestì e si passò un asciugamano sui capelli, tentando di asciugarli al meglio, e mentre lo faceva usciva dal bagno, recandosi nella stanza sua e di Dice. Il pavimento era gelato sotto i piedi, nonostante la giornata di sole tipica del clima di Los Angeles. Appena arrivò in camera, vi trovò l'amico che l'aveva ospitato seduto sul proprio letto, la chioma arruffata e la maglietta a righe del pigiama privata dell'uso dei due unici bottoni. Per un attimo sobbalzò, non aspettandosi di trovare l'amico sveglio a quell'ora, ma poi si ricompose, e disse, con una voce medio-bassa: - Dice, che ci fai sveglio?
A quel punto il ragazzino riccioluto rispose, con voce quasi amareggiata, di non avere molto sonno, e a quel punto Freddie si sedette sul suo letto, facendo attenzione a non schiacciargli i piedi. - Come mai? - domandò, innocente, forse con l'unica colpa di essere troppo curioso.
- Vi ho visti - esordì - te e Cat, ieri pomeriggio.

Le sopracciglia di Freddie si sollevarono in uno scatto impercettibile, e il più piccolo notò come il suo corpo fu percorso da un brivido. Se già tra lui e Cat aveva immaginato una sorta di imbarazzo, con Dice a conoscenza di tutto le cose non potevano che peggiorare, rifletté.
- Vi baciavate - continuò, e sul suo volto comparve un accenno di sorriso, che poi lasciò spazio ad un'espressione indifferente, quasi stanca.
- Sì, Dice, ma...
- Hai capito il ragazzo! Son due giorni che sta qui e già ha fatto conquiste - esclamò, sembrando quasi entusiasta per la situazione, quando dentro di sé, non lo era minimamente. Freddie fu costretto a fermarlo da conclusioni affrettate con un semplice "ti sbagli".
- È stato un errore, un tremendo errore - si sentì dunque dire, e a quel punto, senza darlo a vedere, si risollevò. - Che intendi per errore?
- È stato un bacio accidentale. Adesso sono stanco, però. Ne parliamo domattina, va bene?
Dice annuì lievemente, e si stese nuovamente mentre Freddie si spostava nel suo letto, che era giusto affianco. Lo guardò mentre si liberava dell'asciugamano che aveva appresso. Si coprì poi fino al petto e lo salutò nuovamente. Una volta giratosi, Dice fece lo stesso, puntando gli occhi sulla sveglia, su cui, a caratteri cubitali, era segnata l'una e un quarto. Rimase per qualche minuto a pensare su tutto quello che era successo, sulla sua decisione di ospitare Freddie, sul loro rapporto, sul bacio, sull'amicizia dei quattro, sui suoi stessi comportamenti, su quello che aveva sbagliato e su quello che aveva paura di dire. Ma erano troppi pensieri, troppi punti interrogativi a cui rispondere in un'unica notte, ma soprattutto troppi per esseri risolti da un sedicenne ancora immaturo. Lo sapeva anche lui, e con quest'ultima riflessione non poté far altro che assopirsi e riporre i suoi dubbi nel cassetto.

Se i due ragazzi si erano addormentati, non molto lontano le ragazze discutevano in maniera animata. Dopo che Sam aveva lasciato la parola a Cat, quest'ultima non aveva fatto altro che lanciarsi in uno sproloquio contenente tutto ciò che era successo, il motivo e le sue scuse. Ma a Sam sembrava non bastare. Infatti era ancora infuriata, e se non stringeva più in mano la videocamera era perché l'aveva gettata via a calci dalla porta, riducendola però prima in pezzi informi. - Almeno adesso non c'è più il video - pensò ad alta voce la rossa, e questo portò l'altra a lanciarle un'occhiataccia.
Quando Sam ritornò a proferire parola, le prime che pronunciò furono: - Perché a me?
A quel punto Cat la guardò stranita. - Che intendi? - chiese quindi, mentre Sam prendeva posto affianco a lei sul divano.
- Perché non posso lasciarti da sola per andare a trovare i miei cari in prigione senza che tu combini guai? - le rispose con un altro interrogativo.
- Sam, ti giuro che mi dispiace, ma nessuno dei due l'ha voluto. Quindi basta rimuginarci su.
Dopo quelle parole la bionda la guardò negli occhi, e capì che diceva il vero, sapeva che era così, e le si riempirono gli occhi di lacrime, che però non vollero uscire, ma dare alla ragazza un aspetto dolce e vulnerabile che non aveva quasi mai avuto. 
Cat continuò a parlare, spiegando ancora l'accaduto forse per la quinta volta, ma Sam la fermò, dicendole: - Ti credo.
- E allora perché sei arrabbiata? - ribatté, non riuscendosi a spiegare l'espressione dell'amica.
- Sono arrabbiata con me stessa - affermò dunque, ma l'altra non le riconobbe colpe.
Una lacrima scese finalmente, facendosi strada sulla guancia sinistra e finendo in prossimità del mento, e fu in quell'istante che abbassò lo sguardo, sentendosi esposta.
- Tu non lo capirai, ma io sì... - disse Sam, e Cat accennò un sorriso triste.
- Sei ancora innamorata di Freddie - dedusse invece, e ci prese in pieno. - È così?
Non rispose direttamente. Sentiva in sé una marea di sentimenti contrastanti, alcuni dettati dal cuore, altri dall'abitudine. Era passato abbastanza tempo dall'ultima volta che Freddie e Sam si erano visti, e questo l'aveva portata a credere che ciò che c'era tra i due fosse ormai acqua passata. Ma quando, sporca come non mai, si era ritrovata davanti l'amico di una vita, sapeva che tutto era in procinto di cambiare. Ma sapeva che ci sarebbe stata la possibilità che a Freddie non importasse più niente di lei, se non come semplice amica. Forse era quello, quando aveva visto la scena del bacio, che l'aveva seccata maggiormente: scoprire che lui era andato avanti, che ormai si era lasciato il passato alle spalle. Ma per lei, in soli due giorni, capì che non fosse così. Lei non ce l'aveva fatta. Ciò che era ormai stato l'ha trascinata nuovamente con sé, senza darle possibilità di combattere come usualmente faceva.
Il silenzio tombale fu rotto dalla voce della stessa Sam. - Ci siamo lasciati perché la nostra relazione non funzionava. Litigavamo in continuazione, non eravamo mai d'accordo, semplicemente non sembravamo fatti per stare insieme. E lo accettai. Entrambi lo facemmo. Poi è tornato qualche tempo fa, e le cose erano così imbarazzanti e strane tra di noi, che capii che era veramente finita - esordì, con voce spezzata da lievi singhiozzi.
- Ma non era così - intuì Cat, e dopo pochi attimi l'altra ripeté le stesse parole, risollevando lo sguardo e abbozzò un sorriso.
- Quando è arrivato a Los Angeles, l'altro giorno, ero così felice... Finalmente avrei potuto rivederlo, e forse avrei potuto cambiare le cose tra di noi. Mi ha abbracciata, ed ero al settimo cielo nel sentire le sue braccia stringermi, nel sentirlo proteggermi.  Quando mi sono addormentata parlando con lui sul divano, ho sognato che mi teneva stretta a sé, girando tutto il mondo, e quando ero esausta, mi metteva a letto. Svegliandomi, mi ritrovai proprio lì. 
Si fermò per qualche istante e notò che Cat la stava guardando meravigliata, come se le venisse raccontata una favola.
- Quando ho visto il vostro bacio mi sono sentita cadere il mondo addosso. L'hai visto anche tu, com'ero ridotta, no? Pronta a rompere tutto. Furiosa. Come ora, d'altronde. Sono così arrabbiata con me stessa, con la mia testa, con il mio cuore... Perché non importa cosa succeda, ma sarò comunque legata a Freddie. Freddie Benson, lo stesso ragazzino odioso della scuola che si è trasformato in uomo forte e virile, di cui ancora oggi sono innamorata.
Sam venne abbracciata da Cat, e la ringraziò, un po' per l'abbraccio, ma maggiormente per il conforto che le stava dando, nonostante non l'avesse mai trattata nel migliore dei modi. 

Domenica. Tutto quello a cui  Dice poteva pensare una volta sveglio alle otto e mezza di mattina fu domenica. Si rigirò dall'altra parte e vide un letto disordinato, con le coperte piegate su un lato, ma non vi era traccia di Freddie. Si mise seduto e si grattò la testa, sbadigliando. Spostò le coperte e si infilò le ciabatte. Si diresse poi verso la cucina per un bicchiere d'acqua e vi trovò l'ospite intento a preparare la colazione, dei semplici cereali in scodella dove figurava accanto un cartone di latte. - Buongiorno - salutò Freddie - tua madre ha affidato a me tutta la situazione. È andata ad una convention a Tokyo, e tornerà tra due settimane. Ti manda tanti baci - spiegò poi, con una voce quasi derisoria nell'ultima frase.
- Quindi cereali stamattina eh?
Freddie fece spallucce. - Sono stato colto di sorpresa, se avessi saputo prima della partenza di tua madre avrei fatto una colazione con i fiocchi degna dei film americani.
A quell'affermazione Dice rise e si mise seduto a tavola, seguito a ruota da Freddie. 
- Per quanto riguarda quel che è successo ieri...
Dice lo fermò con la mano, e gli disse che non c'era bisogno che gli spiegasse tutto, ma gli pose un'unica e importante domanda: - So tutto, amico! Io e Cat ne abbiamo già parlato... L'unica cosa che voglio sapere è se ti è piaciuto, quel bacio. 
- Perché me lo chiedi? - chiese confuso. 
- Perché non voglio che né Sam né Cat si illudano. Sono mie amiche, te lo ricordi, vero?
Dice sentì il veleno che accompagnava le sue stesse parole, ed era sicuro che anche Freddie aveva avvertito quella sensazione di scherno.
- Me lo ricordo, ficcanaso - sorrise - e ho capito che quel bacio mi è indifferente. Non posso farmi condizionare la vita da uno stupido bacio dato per errore. Cat è una bella ragazza, ma non sono innamorato di lei.
- E di chi allora?
- Credo che questo proprio non ti riguardi - affermò Freddie, il quale, avendo finito di fare colazione, si mise in piedi e scompigliò i capelli al minore.
Sul viso di Dice ci fu posto per un debole sorriso in risposta a quel gesto. Quando lo vide allontanarsi, si alzò anche lui, e, mettendo le scodelle a lavare, con lo stesso sorriso, disse in un sussurro appena percebile: - Non lo vuoi proprio capire, eh, amico mio?

#SPAZIOAUTORE

Innanzitutto buon estate a tutti. Mi dispiace veramente tanto come il fandom di Sam & Cat su EFP si sia come dileguato, perché aveva del vero potenziale...
Vorrei ringraziare koccy per la recensione che ha lasciato nello scorso capitolo.
Spero che questo vi piaccia; finalmente Sam ha espresso tutto ciò che sente nei confronti di Freddie, anche se alla persona sbagliata, e Dice ottiene la conferma che a Freddie non piace Cat. Ma cosa starà passando per la testa dell'adolescente? 
Al prossimo capitolo :)
   
 
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