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Autore: Mr Lavottino    02/07/2016    6 recensioni
STORIA AD OC
Una ragazza di venti anni è stata trovata uccisa nella sua camera. Suo padre, un gangster, obbliga la polizia canadese a trovare il colpevole, pena una ribellione della sua gang.
Quattordici ragazzi sono stati sospettati dell'omicidio, ed il gangster li fa rinchiudere dentro una sua villa, sotto sorveglianza stretta della polizia.
Peccato che, ad insaputa della polizia stessa, Chris MClean, questo il nome del gangster, abbia riempito la casa di trappole per uccidere tutti i ragazzi al suo interno.
Genere: Horror, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Chris McLean, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale
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- Questa storia fa parte della serie 'Total Drama's Series'
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Il percorso per la cantina era tutt’altro che semplice. Sarebbero dovuti passare dalle scale, girare a destra, riscendere delle scalette e percorrere un corridoio abbastanza lungo, che poi avrebbe portato a una porta di legno chiusa a chiave.
Keel si mise davanti al gruppo, tastando pian piano il terreno, in modo da evitare più trappole possibili. Il cuore gli batteva nel petto con forza, mentre la paura di morire li si faceva sempre più forte. Arrivarono davanti alle scale, pronti a salire, quando un rumore attirò la loro attenzione. La TV si era accesa e Chris li stava guardando, salutandoli con la mano.
- Ho deciso che, visto che vi state avviando verso l’uscita, un incendio non avrebbe fatto male a nessuno, vero?- cliccò un altro pulsante, che provò un’altra scossa all’interno della casa. – Buona fortuna!- la televisione si spense, costringendo i ragazzi ad accelerare il passo, dato che il luogo dell’incendio era la cucina. Riuscirono a salire le scale senza problemi, svoltando subito a destra. Non appena voltato l’angolo, Keel fermò il gruppo di colpo.
- C’è una trappola.- disse, facendo sobbalzare tutti gli altri. Un muro di acciaio bloccava la strada, impedendogli di proseguire. Sue corde pendevano dal soffitto e un registratore era appoggiato sotto di esse. Il rosso lo raccolse con lentezza, per poi farlo partire.
- Salve!- la voce di MClean li costrinse a tapparsi le orecchie, visto che l’aggeggio era al massimo volume e questo non si poteva regolare. – Saltiamo i convenevoli e andiamo direttamente al punto. Davanti a voi avete due corde, una rossa e una blu. Scegliete quale tirare. Una vi farà precipitare dell’acido dal soffitto, mentre l’altra farà spostare la parete che avete davanti. Prendete una decisione con calma, però tenete conto che il fuoco non aspetta.- il nastro si interruppe, lasciando il gruppo in un mare di dubbi.
- Che facciamo?- chiese Rui, sbiancato in volto. Fu Nihal a trovare una soluzione dopo che, guardando il modo in cui scorreva il pavimento e dopo aver passato l’ascia che si erano portati dietro a Keel, ebbe un’idea.
- Attaccatevi al muro e uscite non appena si apre. Tirerò tutte e due le corde contemporaneamente, in modo da spostare per forza la parete.- tutti si sistemarono come detto, attendendo che il rosso fosse pronto. – Vai!- urlò, per poi tirare le due corde. Dal soffitto iniziò a scendere dell’acido, mentre la parete si spostava lentamente, alzando ancora di più l’adrenalina dei ragazzi. Riuscirono tutti a passare, seppur con qualche problema, grazie alla lentezza con cui l’acido scendeva dal soffitto. Corsero verso la fine del corridoio, venendo però bloccati nuovamente dal rosso. Al centro della stanza si ergeva uno sgabello di legno, sopra cui c’era una scatola di cartone sigillata. Anche in quel caso un registratore era posto sopra di esso.
- Bene, vedo che avete risolto l’enigma delle due corde. Ora le cose si fanno un po’ più complicate. Vedete quello sgabello? Bene, per aprire la porta dovrete rispondere a questa domanda senza aprire la scatola. L’animale al suo interno è vivo o morto? Scrivete la risposta su quella tastiera davanti al muro, se sbaglierete anche sono una volta non vi sarà più possibile ritentare.- il nastro finì così.
- Ha detto che non dobbiamo aprirla, giusto?- domandò Damian, ricevendo una risposta affermativa da parte degli altri. A quel punto prese la scatola dallo sgabello, la poggiò a terra e iniziò a saltarci sopra, cercando di non sfondarla. Saltò per un po’, per poi avvicinarsi alla testiera e iniziare a scrivere “Morto” lentamente la porta si aprì, sotto lo sguardo stupito degli altri.
- Come cazzo ci sei arrivato?- domandò Rui, con la bocca spalancata.
- Era molto più semplice di quanto ti aspettassi. Tra l’altro un mio professore di scienza mi fece la stessa domanda e io diedi la stessa identica risposta di ora. Inutile dire che sono stato sospeso per un mese. – raccontò, con una tranquillità disarmante. Il moro si limitò ad alzare le spalle, continuando a seguire il gruppo.
Erano finalmente giunti davanti alla porta della cantina. Keel impugnò saldamente l’ascia, per poi colpire con tutta la forza contro il legno che, al contatto, si ruppe. Dopo vari colpi la porta si sfondò, permettendo ai ragazzi di entrare nella cantina.
- Siamo arrivati. Ora dobbiamo solo trovare lo specchio.- si divisero, cercando l’oggetto dietro cui si sarebbe trovata la porta per la fuga. La cantina era enorme, piena di botti di vino, cosa che non fu tanto gradita sia da Nihal che da Diana, e di vecchie cianfrusaglie. Alla destra di dove erano entrati c’erano numerosi oggetti coperti da dei teli bianchi tutti impolverati, mentre sulla sinistra alcune mensole contenenti vuote si ergevano, alte circa due o tre metri. Tutto questo accompagnato da un soffitto altro circa cinque metri e da un enorme lampadario celeste con luci gialle. Iniziarono a cercare dividendosi i lati, in modo da fare il lavoro in meno tempo e con più efficienza. Misero sottosopra la stanza, senza però ottenere alcun risultato.
- Ehm, io non vorrei far il capitan ovvio della situazione, ma c’è un incendio che a breve ci farà fare la fine della carbonella, quindi direi di affrettarsi a trovare quell’affare.- fece notare Rui, alzando ancora di più la pressione tra i ragazzi. Stavano cercando da una decina di minuti, ma senza alcun risultato. Ad un certo punto però, un rumore li distrasse.
- Prova, prova! Chissà se funziona ancora questa cassa, infondo è da mesi che non è in funzione. Prova, mi sentite?- una voce a loro nuova attirò la loro attenzione, facendoli voltare alla ricerca dell’oggetto da cui proveniva, un po’ come succedeva ogni volta con Chris. Ma non era lui, anche perché nessuno della sua gang, all’infuori di Chris stesso, si era mai messo in contatto con loro. – Sono Duncan Nelson, della A.R.N.C., siamo venuti qui per salvarvi.- la voce era un po’ roca, come quella di un fumatore accanito, e anche profonda, come quella di un uomo sulla trentina. I ragazzi emisero dei versi di gioia, nel mentre che le casse continuavano ad emettere la trasmissione della voce – Purtroppo ci sono delle cattive notizie. Le porte sono sigilliate e quindi non ci è possibile aprirle. Per tanto butteremo giù la casa, dato che da quel che vediamo sta anche prendendo fuoco. Avete due opzioni: la prima è quella di pregare Dio e tanti saluti, mentre la seconda è quella di cercare di uscire in qualche modo. Adesso vi dirò cosa fare nel caso scegliate quest’ultima, ovvero la meglio a mio parere. Innanzitutto sappiate che la soffiata riguardo allo specchio non è vera, MClean l’ha personalmente rimosso prima del vostro arrivo, sostituendolo con un altro oggetto, che supponiamo essere un orologio a pendolo. Quindi trovatelo, abbattetelo e poi cercate di passare il tunnel, evitando di morire, possibilmente. Ah, un’altra cosa importante, noi ovviamente vogliamo che coi vi salviate, ma non potremmo venire a soccorrervi nel caso in cui restasse sotto la macerie, dato che abbiamo un certo tempo per eseguire la missione. Siamo riusciti miracolosamente ad anticipare tutto, quindi non vogliatecene. Saremo qui fare con un elicottero che, appena sarete saliti partirà. Vi auguro buona fortuna.- la trasmissione si interrupe, facendo di nuovo piombare la stanza nel silenzio.
- Troviamo subito questo fottuto orologio.- disse Damian, dirigendosi verso i teli, per sollevarne qualcuno – Ma quanta cazzo di polvere c’è?- starnutì diverse volte, imprecando ogni volta. Gli altri si erano divisi, andando da altre parti alla ricerca del pendolo.
- Ehi, Nihal, cosa faremo una volta usciti da qui?- domandò Diana al rosso, abbassando leggermente la testa per la vergogna. Lui le accarezzò i capelli con fare affettuoso, cercando di rassicurarla.
- Beh, innanzitutto ci godiamo un po’ di libertà, poi decideremo sul momento.- gli disse, alzandole il mento con l’indice e il pollice. Lei gli sorrise, con quel suo modo di fare adorabile, che lo costrinse a lasciarle un bacio sulle labbra, ovviamente ricambiato.
- Ce la faremo?- chiese, con lo sguardo leggermente triste.
- Certo.- rispose lui, per poi iniziare a tirare su i teli bianchi alla ricerca del pendolo. – Qui non c’è. – gridò poi, avvisando gli altri.
- Maledizione, maledizione! Dobbiamo trovarlo subito!- Rui iniziò a preoccuparsi, mentre alzava in continuazione i teli.
- Sta calmo.- lo rimproverò Keel, asciugandosi il sudore con la manica della maglietta, accanto a lui Suzanne, in evidente stato d’ansia, riusciva a malapena a muoversi. Il rosso la notò e poi, avvicinandosi lentamente, le accarezzò la testa, cercando di calmarla. – Non ti preoccupare, andrà tutto bene. Ci sono io qui.- le disse, guardandola con un sorriso. Lei abbassò lo sguardo, come dispiaciuta.
- Non puoi dirmi queste cose. Mi fai stare male.- alzò lo sguardo, mostrando le lacrime che scendevano dai suoi occhi e il sorriso amareggiato sul suo volto. La abbracciò, sussurrandole di non piangere.
- Siamo comunque amici, no?- le domandò, facendola sorridere.
- Sì. – rispose seccamente, con uno sguardo felice in volto.
- Bene, allora cerchiamo quell’orologio.- si voltò alla ricerca del pendolo. Non lo dava a vedere, ma quella situazione l’aveva ,esso incredibilmente sotto pressione e faceva fatica a controllarsi. Era ormai un bel po’ che alzava teli in continuazione, senza ottenere nulla.
- Dai ragazzi, dobbiamo per forza trovarlo.- Damian incoraggiò gli altri, dando un colpo su una botte di vino per farli voltare dalla sua parte – Continuiamo a cercare!- gli altri acconsentirono tacitamente, provando perfino a riguardare nei posti dove avevano controllato. Restarono in silenzio per un po’, completamente concentrati nella ricerca.
Rui spostò l’ennesimo scaffale, gettandolo di peso per terra. Non riuscì a trattenere un urlo di gioia quando, scostato il mobile, vide un pendolo marrone, con un orologio posto al centro, che segnava le sei di pomeriggio.
- Sì, cazzo! Venite qui, l’ho trovato.- urlò, chiamando gli altri a se. Sollevati, si avvicinarono tutti al moro, pronti ad uscire.
- Ottimo lavoro!- lo elogiò Nihal, facendogli l’occhiolino. Però Keel fermò i festeggiamenti.
- C’è un registratore sulla cima del pendolo.- il rosso lo prese e, cliccando il bottone, lo fece partire.
- Oi, oi, oi. Vedo che avete trovato il pendolo. Purtroppo però, per aprire la porta c’è una condizione. Vedete il punto in cui sono attaccate le due frecce? Bene, lì c’è una pistola nascosta. O almeno credo. Può essere o non essere. Uno di voi dovrà aprire il pendolo dalla maniglia che vedete alla vostra sinistra. Per aprirla però serve una scansione di una qualsiasi faccia umana, ma nel momento in cui la porta viene aperta, parte il colpo di proiettile. Il prescelto ad aprirla dovrà prendersi il colpo perché spostandosi anche solo una volta dalla scansione, non vi sarà più possibile aprire la porta. Come sempre vi auguro Buona fortuna.- la voce di MClean, come al solito, li mise al corrente della trappola che avrebbero a breve affrontato. Keel si fece avanti, come a volersi offrire volontario.
- Ci penso io. – guardò gli altri che, ovviamente avevano da obiettare.
- Sei sicuro?- domandò Nihal, facendolo sorridere.
- Sono contento che vi preoccupiate per me. Sì, lascia fare a me. – l’altro si limitò ad annuire, mentre il rosso afferrò la maniglia. Stette fermo un po’ di secondi, aspettando che la porta si aprisse. Il pendolo si spalancò, facendo quindi spostare il ragazzo.
- Wow, non avrei mai pensato che MClean avrebbe creato una trappola senza…- iniziò Damian, che venne però interrotto da uno sparo. Da una delle due freccette era uscita una pistola. Keel si girò, guardando il petto di Suzanne macchiarsi di sangue e cadere per terra.
- No!- urlò, appoggiando la sua testa sulle sue gambe, mentre questa rideva, per quanto fosse in fin di vita. La sua maglietta era completamente rossa e un piccolo buco, vicino al cuore, era situato sul suo petto. – No! Suzanne! Non puoi lasciarci così!- urlò disperato e con le lacrime agli occhi. Lei si limitò ad accarezzargli la testa, con un sorriso in faccia.
- V-Va bene c-così.- gli disse, sputando poi del sangue dalla bocca e tossendo rumorosamente.
- No, non va bene per un cazzo!- gridò, guardandosi intorno alla ricerca di una qualsiasi cosa che l’avrebbe potuto aiutare, ovviamente senza trovare nulla.
- Certo che va bene, mi sono divertita con te. – il ragazzo continuò a piangere copiosamente, mentre la viola si limitava a ridere – Ti amo, lucertola.- si avvicinò al rosso, lasciandogli un bacio sulle labbra, per poi morire tra le sue braccia. Facendo disperare ulteriormente il ragazza, che strinse il suo corpo senza vita a se, macchiandosi la maglietta.
- Io lo ammazzerò.- la tristezza che provava era stata sostituita da un’infinita rabbia. Sentiva la pancia bruciargli e la voglia di vedere quel bastardo moro davanti ai suoi occhi lo attanagliava troppo. Verso le ultime lacrime, per poi stendere su un tavolo il cadavere di Suzanne e avviarsi, con sguardo furente, verso il pendolo, pronto a uscire da quella casa maledetta.
Gli altri rimasero in silenzio. Non avevano nulla da dire. Qualsiasi cosa avessero detto sarebbe stata sbagliata. Ora il rosso era veramente arrabbiato, tanto da far rabbrividire Nihal e Damian.
- Andiamo.- sussurrò, per poi aprire con un colpo violento la porta e incamminarsi verso il corridoio. Compieva i passi facendo battere la suola delle scarpe con forza contro il terreno, mentre gli occhi, rossi per il pianto, osservava un punto indefinito nel buio che aveva davanti, pensando alla sua personale vendetta. Gli altri lo seguirono, standogli a una dovuta distanza. Era troppo nervoso, avrebbe potuto mettere le mani addosso a qualcuno. Continuava imperterrito verso la fine del corridoio, senza curarsi di eventuali trappole.
- Senti Keel, devi stare calmo. Non puoi rischiare di attivare una trappola a quel modo. – dopo vari minuti Nihal, che veramente non ce la faceva più a vederlo in quello stato e soprattutto non voleva rischiare la vita a in quel modo. Si girò in sua direzione, con uno sguardo assassino.
- Che cazzo vuoi?- lo disse con tono minaccioso, mentre il rosso si limitava a guardarlo, quasi in pena.
- Devi fare attenzione a dove metti i piedi.- ripeté, formulando diversamente la frase. Keel, dopo aver udito quelle parole, prese il rosso per il collo e lo attaccò al muro.
- Stai zitto! Devo uscire da qui e andare ad ammazzare quel gran figlio di troia di MClean!- gli gridò in faccia, cercando di intimorirlo. Nihal lo colpì con un pugno in pancia e lo stese a terra.
- Mi prendi per il culo? Questa ti sembra una buona motivazione per farci uccidere tutti?- gli chiese, colpendolo ancora con un calcio. Keel si alzò, colpendolo in faccia con un cazzotto e facendolo sbattere al muro. Damian cercò di fermarli, venendo però trattenuto da Rui.
- Lasciali fare, è l’unico modo per calmarlo.- il castano strinse i pugni, cercando invano di calmarsi.
I due continuavano a darsele di santa ragione, insultandosi anche.
- Non voglio prediche da chi ha stuprato una ragazza dopo aver bevuto un bicchiere di troppo.- quella fu la goccia che fece traboccare il vaso. Nihal saltò in collo al rosso, colpendolo tantissime volte in faccia, fino a farlo sanguinare copiosamente. Quella scena era incredibilmente simile a quando aveva picchiato Zarin. Si alzò dopo un po’ da sopra Keel, dicendogli delle parole.
- Adesso smettila, alzati e fai le cose come si deve. Non fare il coglione. Lei non vorrebbe questo,  e nemmeno la tua ragazza. Falla finita, calmati e vieni con noi. – il rosso si alzò, riflettendo su quelle parole.
- Hai ragione. Mi dispiace.- Nihal gli rivolse un sorriso, per poi mettersi davanti al gruppo, cercando di controllare se la zona fosse sicura. Continuando per quella strada videro una porta, probabilmente quella dell’uscita ma, mentre gioivano per la bella notizia, la casa iniziò a tremare. Probabilmente la resistenza aveva iniziato a bombardarla come aveva detto il ragazzo alla cassa. I pezzi del corridoio iniziarono a cadere, costringendo loro a correre. Muovevano le gambe rapidamente, con l’unico obiettivo di sopravvivere.
Diana cadde a terra, urlando di dolore. Un detrito era caduto sulla sua caviglia, probabilmente facendole venire una storta. Nihal si girò, andandole in contro.
- Aspetta, ci penso io. - le disse, per poi sollevare il detrito. Le passò un braccio attorno alla spalla e cercò di aiutarla ad andare avanti, quando però cadde un altro pezzo di muro, costringendolo a fermarsi un attimo.
- Ehi, Nihal, Diana, tutto a posto?- urlò Keel, che era praticamente arrivato davanti alla porta.
- Keel, vieni a prenderla.- urlò, il rosso, bloccato tra le macerie. – Portala sull’elicottero e andate.-
- Ma così tu…- Keel esitò, facendo arrabbiare l’altro.
- Muoviti!- le passò Diana che, in lacrime, non voleva lasciarlo.
- Nihal!- urlò, mentre lui la lasciava andare – Mi avevi detto che saremmo usciti insieme!- il rosso si limitò a ridere amaramente.
- Già, sono pessima a mantenere le promesse, vero?- disse più rivolto a se stesso che alla ragazza, prima che un altro macigno gli cadesse davanti, bloccandolo definitivamente nel tunnel.
I quattro che erano usciti dalla villa, corsero senza voltarsi verso un elicottero situato a qualche centinaia di metro da loro. Diana cercava di far lasciare la presa a Keel, per poter andare a salvare il suo ragazzo, ma questi non esitava, Nihal lo avrebbe sicuramente ucciso, infondo aveva appena dato la sua vita per proteggerla. La fece imbarcare sull’elicottero e disse al pilota di partire il più velocemente possibile, guardando dall’alto ciò che rimaneva della villa, ovvero solo macerie.
 
 
 
 
ANGOLO AUTORE:
Ehilà! Ecco a voi il penultimo capitolo! Dal momento che a breve parto per una mini vacanza di due giorni, dove avrò un PC per scrivere ma forse avrò dei problemi nel pubblicare i capitoli, ho deciso che unirò assieme i capitoli 10 & 11, che tanto sarebbero stati corti, dato che sarebbero stati più che altro delle anticipazioni sul sequel, ch ancora non ho deciso come chiamare.
Alla fine ho fatto stroncare l’unica coppia che avevo tirato su, peccato.
Comunque nel sequel ci saranno anche i quattro sopravvissuti di questa serie, che penso di far unire alla resistenza.
La trama in breve è questa: un (numero indefinito di persone) sono rinchiuse su una villa all’interno di un’isola. In questa villa sono stati rinchiusi coloro accusati dell’omicidio di Blaineley, ovvero la sorella di Chris. La resistenza, composta dagli OC sopravvissuti e dai normali personaggi di TD cercherà di identificare l’isola e liberare i ragazzi. Quindi sarà una serie in parallelo.
Detto questo vi saluto, vi chiedo ancora scusa per il capitolo troppo corto, ma dal momento che ci sono pochi dialoghi ed è tutto azione mi viene per forza corto.
Salut! 
   
 
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