Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: s4nflow3r    03/07/2016    0 recensioni
È vero che l'amore è un concetto che può essere compreso solo dagli adulti?
Ispirato a una storia vera.
Genere: Malinconico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
  Guardò l'orologio. Le 4.26.
  Si rigirò tra le mani per l'ennesima volta quel campioncino di profumo. Hypnotic Poison, Dior. Era sempre stato il suo preferito. Così dolce, così femminile... Era l'essenza della donna della sua vita.
  Una donna che non era accanto a lui, in quell'umida notte d'autunno. In quella notte in cui, con le luci spente e le finestre chiuse, con il buio totale, e con gli occhi annebbiati dalle lacrime riusciva a confondere se stesso e a sentire la sua presenza, lì, proprio al suo fianco. Sentiva il suo respiro, sentiva i suoi occhi puntati su di lui, sentiva il battito del suo cuore, che era sempre così forte quando stavano insieme. Era così reale da poterla quasi toccare.
  "Ricordati di me", disse, prima di partire, prima di lasciarlo per sempre. Spruzzò nell'aria un po' di quel paradisiaco profumo che era solito sentire sulla sua pelle, poi gli regalò la boccetta. Era una di quelle piccole, di quei campioni omaggio che ti danno per provare un prodotto.
  Disse che gliel'avrebbe lasciato così, spruzzando il profumo nell'aria, sarebbe stata sempre al suo fianco.
  Provò a spruzzarne ancora, ma non successe nulla. Era finito. Le lacrime ricominciarono a scendere, e adesso che la luce dell'alba filtrava timida tra le tende, riusciva a vedere il suo riflesso sulla finestra di fronte al letto: steso, da solo, su quel letto troppo grande, con una boccetta di profumo in mano, che tentava in maniera patetica di far uscire ancora un po' di quella frangranza, senza riuscirci. Ormai scomparso nelle proprie lacrime. Che aspetto terribile.
  Guardò di nuovo l'orologio. Le 5.52. Come vola il tempo, quando ci si perde nei ricordi!
  Le conseguenze della notte insonne iniziavano a farsi sentire: gli occhi diventavano sempre più pesanti e bruciavano, eccome se bruciavano. I muscoli si rifiutavano di muoversi ed era troppo strano per un sedicenne.
  "Quindi, è così che si sentono gli adulti?- si sorprese a pensare -È così quando divorzi? Quando l'amore della tua vita ti dice di aver trovato un'altra persona e non vuole più saperne niente di te? E ti va anche bene, perché potresti non averne uno. È così che si finisce, inchiodati a una finestra a osservare le gocce di pioggia che si rincorrono sul vetro? È così che ci si ritrova chiusi in casa, soli, senza nessun'altra compagnia che quel poveraccio del tuo cane, che non ha altra scelta che restarti accanto? Io non ce l'ho un cane."
  E così pensando si alzò.
  Disattivò la sveglia che avrebbe suonato da lì a circa dieci minuti e si diresse in bagno. Tanto valeva darsi una mossa. Non voleva finire a prendere antidepressivi così giovane: la vita doveva ancora cominciare e nessuno gli avrebbe creduto se avesse detto di essersi innamorato. "Sei troppo piccolo!", è questo che dicono tutti. Ma lui sapeva meglio di tutti che in realtà l'amore si prova da piccoli, non da grandi. L'amore è innocenza, non consapevolezza. L'amore è accettare l'altro incondizionatamente, allora un adulto non può provarlo. Un adulto vive di concetti che conosce già, di nozioni apprese, un adulto ha una personalità già formata e cerca qualcuno che si adatti perfettamente, che si incastri alla sua personalità come un puzzle, ma... l'altra metà della mela non esiste. L'unico modo per amare è non "cercare" nulla, è trovare una persona che ci stimoli, che ci cresca. E come può, una persona già cresciuta, crescere?
  "Ma a chi tento di spiegarlo?!" si rimproverò mentre si lavava la faccia. Si sentiva sempre stupido a spiegare nella sua mente concetti che gli erano già chiari, come illuminati da un riflettore. Avrebbe voluto spiegarli ad altri, ma sapeva che non l'avrebbe mai fatto.
  Dopo essersi vestito, senza guardarsi allo specchio per paura di ciò che avrebbe potuto vedere, uscì di corsa di casa e si avviò alla fermata del bus, che passò immediatamente.
  Il cielo prometteva pioggia, ma ormai ci era abituato alle promesse infrante. La pioggia si sarebbe abbinata perfettamente al suo umore, ma ovviamente tutto ciò che ottenne fu quell'orrendo cielo nuvoloso che non si capisce se vuole piangere con te oppure vuole tirarti uno schiaffo morale col raggio di sole che esce allo scoperto per scaldare i volti di chi, invece, è felice.
  Arrivò a scuola con quasi un'ora di anticipo, ma gli sembrò di essere arrivato in ritardo. Come se lei fosse stata lì pochi secondi prima, come se se ne fosse appena andata, e lui non avesse corso abbastanza per raggiungerla.
  I ricordi delle giornate passate insieme lo inseguivano in quell'istituto, quasi come un serial killer insegue la vittima in un film dell'orrore, ma non c'era modo per disfarsene. Non c'è modo per uccidere il tuo inseguitore, quando è dentro di te. Quando è una parte di te. Quando sei proprio tu.
  Avrebbe imparato a conviverci, si disse, controllando la cassetta della posta, prima di rientrare a casa dopo le lezioni.
  Cosa trovò fu incredibile e prevedibile allo stesso tempo per i suoi occhi: un altro flaconcino campione di profumo, di nuovo Hypnotic Poison, di nuovo lei.
  Un biglietto, a fianco: "Ti amo".
  E, dietro, una piccola dedica: "Un giorno potremo stare insieme, essere liberi e felici, ma per ora dobbiamo solo attendere. Non mi dimenticare".
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: s4nflow3r