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Autore: Lady Moon    04/07/2016    0 recensioni
Margherita è una ragazza che, dopo aver avuto una discussione con la sua famiglia, passa la notte su una nave apparentemente vuota, attraverso la quale prova diverse sensazioni. Nonostante non avesse intenzione di allontanarsi da casa ma di ritornare dai suoi, il giorno dopo si risveglia in mezzo al mare, lontana ormai dal porto, tanto da non riuscire più a riconoscerlo.
Conoscerà dapprima due marinai misteriosi, i quali sostengono di non essere soli sulla nave, nonostante Margherita non riesce a vedere nessun altro, a parte loro. Dopo aver constatato che probabilmente non tornerà subito a casa, cosa farà Margherita? Si unirà a quello strambo equipaggio? Quali avventure le aspettano? E quello strano galeone quali segreti nasconde? E' necessaria la sua presenza sulla nave? Per dove è diretta? E perché?
***
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 4: Chi è lui?


Margherita emanò un sorriso incerto. Non sapeva se ridere o piangere, in realtà, ma di una cosa era certa: stava incominciandosi ad ambientarsi in quel clima folle, nonché inverosimile. Forse non era poi così male quella banda di marinai, e forse c'era bisogno di un po' di conforto su quella nave, viste le sue condizioni. Harry percepì nel suo volto un velo di malinconia, corrugò il viso, scoprendo delle vene bluastre e le parlò.


«Cara? Tutto bene?» - 


«Oh... Ehm... sì, sì... certo» - rispose Margherita.


«Ascolta so che ti manca la tua famiglia e che vorresti tornare indietro... ma da come avrai capito, non possiamo perdere tempo, dobbiamo compiere il nostro viaggio e chiunque, ripeto, chiunque metta piede su questa nave verrà con noi» - le disse, malcontento.


«Sono come obbligata da qualche forza superiore a restare qui?» - domandò Margherita, per essere sicura.


«Diciamo di sì. La leggenda vuole che chi metta piede su una nave maledetta e va in cerca di un tesoro, non debba essere cacciato in meno di tre mesi... Quest'ultimo infatti potrebbe essere considerato come un portafortuna, o una guida... o...» -


«O un bel niente! Harry è il solo a credere a queste baggianate. Come può una donzella di questo genere essere considerata un portafortuna o una guida? Non sa nemmeno cosa sia una marea, o come viene esercitata. Credi troppo a quello che dicono i libri!» - troncò prontamente William, torvo.


«In verità anch'io credo che la ragazza non debba andarsene. Se è capitata qui un motivo ci sarà» - intervenne Seamus, sorridendo. George annuì.


«Oh, cosa? Tre mesi? Non prima di tre mesi? Ehm... guarda che so cos'è una marea! Ma hai ragione su una cosa: io non posso essere niente di tutto quello elencato da te, Harry» - rispose Margherita, allibita e nello stesso tempo indignata.
Un rumore li fece sobbalzare tutti. Qualcuno nei paraggi stava muovendo qualcosa di veramente pesante, o quei lamenti che si susseguirono sarebbero stati inspiegabili.


«Chi... chi...?» - farfugliò Margherita.


«Muta!» - zittì William.


«Chi va là?» - urlò Harry, severamente.

Un altro rumore, altri gemiti insoliti. Il cuore di Margherita iniziò a pulsarle a più non posso, Peter le mise una mano sulla spalla, tranquillizzandola. 
Nessuna ombra all'orizzonte.


«ESCI FUORI!» - urlò Seamus, ingrato.


«Ma c'è seriamente bisogno di urlare così tanto? Per mille maree!» - disse un uomo con un berretto verde e con una spessa barba castana sbucato dietro la cabina di comando. Poggiò l'enorme creatura marina catturata in terra, la quale reggeva sulla sua spalla destra, era forse lei la causa di tutto quel fracasso.


«Sebastian! Vecchio idiota!» - urlò Seamus in risposta.


«Brutta canaglia, cos'abbiamo lì?» - domandò William, curioso.


«Ehm... avete finito con i complimenti?» - rispose Sebastian, togliendosi di dosso il lungo giubbotto blu inzuppato d'acqua. Indossava una maglietta bianca a maniche corte e dei pantaloni larghi color verde petrolio. I capelli erano portati all'indietro da una fascia rossa.


«Wow! Con questo sopravviveremo per tre giorni di fila! Ottima pesca, Sebastian» - riprese Harry, scoprendo un largo sorriso.



«Sopravviveremo alla fame, non alla morte, vecchio!» - aggiunse George, ridacchiando.


«È alquanto crudele» - soggiunse Margherita, guardando il pesce spada morto. Tutti si voltarono a guardarla in silenzio.


«Cosa, ragazzina? Oh, ehm... com'è che sei qui a bordo?» - domandò Sebastian.


«Mi chiamo Margherita» - rispose, fredda e senza domandarsi come avesse fatto a raggiungere la nave, pensò che fosse scontato che uno come lui potesse fare cose anormali.


«Okay, okay, va bene... scusami» - disse Sebastian, alzando le braccia.


«E ho 18 anni, per cui non sono più una ragazzina» - aggiunse Margherita, fingendo di non sentirlo.


«E hai un bel caratteraccio! Vero? Sei scappata di casa, scommetto, e ti sei rifugiata qui. Impresa più folle che tu potessi fare» - enunciò Sebastian, guardandola negli occhi e nello stesso tempo occupandosi di rimettersi in spalla il pesce.


«Come fai a saperlo?» - domandò Margherita, basita.


«Beh, non credere che solo perché raggiungo i 50 anni... o meglio... qualche centinaio in più oramai, io sia stupido. E se trovi sia crudele uccidere un pesce per mangiarlo, puoi anche morire di fame, se preferisci» - disse Sebastian, dandole le spalle.


«Credo non sia così stupida... vero, Margherita?» - proferì Cornelius, per calmare le acque. Ma non vi fu risposta. Di certo il nuovo marinaio non ebbe lo stesso effetto per Margherita degli altri. Tuttavia ella cercò di non pensarci e ripensandoci forse poteva prima di tutto presentarsi prima di esprimere un parere negativo su quanto egli avesse fatto. 
Cornelius, Peter, Seamus e George seguirono Sebastian dentro la nave, lo avrebbero aiutato per la cena. 
Harry rimase lì sul ponte dov'era, stava quasi tramontando il sole e il cielo stava assumendo un colore che tendeva al rosa e all'arancione insieme, uno spettacolo unico, il quale solo in mezzo al mare poteva essere visto in maniera distinta, limpida, vicina. Margherita sospirò, si voltò e raggiunse la barriera, sporgendosi oltre per guardare l'acqua. In essa, più lontano, trovò il riflesso del sole, che si faceva sempre più in basso; sembrava un disegno inciso, qualcosa di irreale e colorato nei minimi dettagli, un capolavoro della natura.


«Margherita? Allora? Cenerai con noi questa sera?» - domandò Harry dopo un paio di minuti di puro silenzio e contemplazione, avvicinandosi cautamente a lei.



«Immagino che io non abbia altra scelta. Non penso voi siate persone cattive ma la mia famiglia è la cosa più importante in questo momento... vorrei poterli almeno avvisare, dire loro che sto bene. Ho fatto un errore che probabilmente non potrà essere ripagato, un errore stupido» - disse lei, mesta, guardando dinanzi a sé.


«A tutti capita di fare degli errori, Margherita. L'importante è saper crescere da essi, uscirne fuori, evitare l'indomani di rifarli. Se una persona sbaglia sempre su qualcosa, vuol dire che non ha capito il motivo per cui sbaglia. Ma tu, tu mi sembri matura, credo abbia capito il tuo errore e hai la certezza che non lo ripeterai» - le rispose Harry.


«Forse... sì» - disse Margherita, con delle lacrime che le rugarono il viso.


«Suvvia, andrà tutto bene. Non permetteremo che ti succeda qualcosa e quando torneremo indietro, beh, sarà tutto come prima» - rispose Harry.


«Non c'è proprio la possibilità che possa tornare?» - 


«No» - rispose Harry, gelido, per non darle illusioni.
Margherita poggiò una mano sul suo volto, non voleva che Harry la vedesse piangere, lei detestava piangere in pubblico, preferiva farlo da sola, celata da tutto e tutti. 



«Ehm... Harry? Ci...ci daresti una mano?» - la voce di un ragazzo fece sussultare il cuore di Margherita. Come poteva esserci un ragazzo in mezzo a tutti quei marinai di una certa età? Anche lui era stato maledetto? Si girò di scatto, le lacrime ancora agli occhi. Il ragazzo la guardò, assumendo un'espressione bizzarra.


«Certo, Tim» - rispose Harry, sorridendogli.


«Nel caso non ci avessi sentiti da lì sotto, lei è Margherita, credo sia di poco più piccola di te e beh, ci farà compagnia per qualche mese» - 
Il ragazzo, che aveva una certa fretta di ritornare dentro, dimostrò più stupore degli altri di vederla lì. Forse era perché dopo tanto tempo aveva visto qualcuno della sua età, o perché piangeva o magari l'aveva scambiata per un fantasma per la sua estrema carnagione chiara.


«Io sono Tim. Piacere. Ora vado dentro» - disse, così freddo da imbarazzare Margherita. Non aveva aspettato nemmeno che lei gli dicesse qualcosa che subito le aveva voltato le spalle. Di certo Sebastian non era più simpatico di lui ma almeno si era degnato di risponderle e di parlare con lei.


«Perdonalo, temo sia solo un po' timido con gli estranei» - inventò Harry, successivamente lo raggiunse. Un grande tavolo fu messo sul ponte quella sera, in onore di Margherita. Sebastian apparecchiò la tavola mentre Seamus, la sua spalla, lo aiutò con le posate insieme a George.
Cornelius mise del buon vino al centro, e Peter  si occupò delle sedie.


«Per mille squali e balene del sud, potevo occuparmene io di questo!» - disse Harry, sentendosi in colpa, sarebbe stato infatti più facile per lui portare delle sedie lì anziché farlo fare a Peter, a cui mancava una gamba. 


«Lascia fare, vecchio!» - rispose Peter, sorridendo.
Quando la cena fu servita tutti si posizionarono in tavola. Margherita cercò con lo sguardo il ragazzo che aveva visto un'oretta prima. Tim la guardò e cambiò la sua rotta, sedendosi il più lontano possibile da lei. Margherita pensò che stava avendo a che fare con un altro idiota, probabilmente a parte Harry nessuno aveva completamente i neuroni a posto su quella nave.


«In onore alla donzella di Aries! Grazie di esserti unita a noi, Margherita!» - divulgò Cornelius, reggendo in alto il bicchiere di vino. 


«A Margherita!» - disse Peter e bevve.



«Al... ehm... alla nostra nuova arrivata!» - continuò George e bevve anche lui.


«Condivido!» - aggiunse Harry, il quale bevve a sua volta.


«Felici giorni a noi e a te!» - disse poi Seamus.


«Sperando in giorni migliori!» - urlò Sebastian ed insieme a Seamus bevve. L'unico a cui restava dir qualcosa era Tim.


«Nulla da dichiarare, ragazzo?» - domandò Cornelius.


«No» - rispose egli, pensoso.


«Ah, è bello averti qui» - aggiunse subito dopo aver scrutato gli occhi arcigni di Cornelius.


«Sì, certo, come no...» - borbottò Margherita tra i denti.


«Grazie a tutti!» - dichiarò poi, a disagio.
Finita la cena il buio iniziò a calare su Aries, costringendo Margherita ad alzarsi per andare a vedere le stelle. Lei adorava il cielo notturno con i suoi pianeti e le sue stelle, compresa la Luna, il suo satellite preferito. Mai meraviglia più bella potette constatare spingendo il naso più in su che poteva. La Luna brillava come non aveva mai fatto, le stelle erano milioni di migliaia, non poteva contarle a differenza delle altre volte, adesso. Il sorriso le venne spontaneo sul suo viso, un'emozione magica si impadronì di lei.


«Ehm, ehi, senti...» - borbottò Tim alle sua spalle, facendola sussultare. Aveva una voce dura, profonda.


«Cosa vuoi? Gettarmi in mare? Uccidermi? Guarda che l'ho capito che non sopporti avermi qui» - disse Margherita, voltandosi per guardarlo negli occhi castani.


«Beh, hai ragione. Lo ammetto. Ma credo sarò costretto a sopportarti» - disse Tim.


«Cosa vuoi, allora? Perché non mi lasci in pace? Ho avuto una giornata già abbastanza dura senza che un moccioso egoista mi venisse ad importunare» - 


«Moccioso egoista? Mi conosci da nemmeno un'ora e vuoi giudicarmi? Senti, lascia perdere. Qui la bambina di turno su questa nave credo sia proprio tu. Non so perché vogliano tenerti, cosa ci vedano di bello in te... ma sappi che farò qualunque cosa per far cambiare idea a Sebastian» - rispose Tim, presuntuoso.


«Ma di che diamine stai parlando? Cosa c'entra Sebastian? Ehi, aspetta un attimo: io non volevo restare qui! L'unica cosa che volevo era ritornare dalla mia famiglia e se non fosse stato per Harry forse me ne sarei potuta anche andare e...» - 



«Frena il becco o ti sentiranno tutti. Non voglio che gli altri pensino che non mi sei simpatica, per cui non urlarmi contro o sospetteranno qualcosa, grazie» - interruppe Tim, facendo salire una tale ira a Margherita a tal punto da farla urlare ancora più forte.


«IO CREDO PROPRIO CHE URLERÒ QUANTO MI PARE E PIACE, CARO PICCOLO PRINCIPE O MARINAIO DEI MIEI STIVALI!» - strepitò, sfogando la rabbia repressa che aveva dentro da quando Tim aveva iniziato ad importunarla. 


«Ehi, voi due, va tutto bene?» - domandò Seamus da lontano, uscendo dalla cabina.


«Stavamo solo... ehm... giocando» - rispose Tim, mentendo.


«Beh, vedete di non svegliare i pesci» - rimproverò Seamus e tornò nella cabina di comando.
Tim ritornò a guardare Margherita, lo sguardo burbero.


«Ti ho detto di non urlare! Senti, me ne vado, è inutile che resto qui. Ma ti avverto, ragazzina, sta'attenta a come parli e a quello che fai» - disse.


«Oh, ma certo!» - concluse Margherita con disgusto. Si voltò e raggiunse la barriera, dove prima aveva avuto una conversazione con Harry. Tim rimase a guardarla, non sapendo cosa rispondere. Sbuffò e se ne andò via, cercando disperatamente di ignorarla.
Che problemi aveva quel ragazzo? E cosa ci faceva su quella nave? Pareva avesse anche una certa confidenza con gli altri, per cui doveva starci da un po'. Non aveva una famiglia? Di certo non seppe spiegarselo, ma ripensò a quello che aveva detto “farò qualunque cosa per far cambiare idea a Sebastian”, e poi ripensò proprio a lui, al marinaio che aveva conosciuto con un pesce spada morto su di una spalla, lui sapeva che era scappata di casa, ma come? Non poteva averlo sentito da qualcuno, l'aveva capito semplicemente? E come avrebbe fatto poi? Qualcuno le stava nascondendo qualcosa che doveva esserle svelato.


Il mattino seguente soggiunse in fretta, Margherita era stanca morta. Per la seconda volta dormì sul ponte della nave, aveva rifiutato di dormire sulla branda al caldo e si accontentò di un cuscino e di una coperta, nonostante il freddo.



«Ci siamo quasi, oramai» - disse Harry, con una tazza in mano.
Margherita si alzò di scatto, seppure ancora stordita dal sonno.


«Per cosa?» - 


«Vedi quell'isola? È la nostra prossima fermata» - disse solenne Harry. Margherita cercò di scorgere l'isola, era effettivamente vicina e sembrava spaziosa. Per qualche strana ragione provò un brivido di concitazione. 


«Hai lo spirito d'avventura dentro di te, cosa credi, che non l'avessi capito?» - propalò Harry, studiandola. Margherita gli sorrise.


«Harry! Sono qui!» - urlò Cornelius, terrorizzato.


«Margherita, corri subito dentro e nasconditi» - avvertì Harry, cacciando una pistola dalla tasca posteriore del pantalone. Margherita ne rimase terrorizzata, non riuscì a fare il benché minimo passo.


«Fa' come ti dico!» - insistette Harry. Margherita corse subito dentro, la coperta avvolta intorno sé. 
In breve tempo sentì degli spari, delle urla e delle imprecazioni. C'era qualcuno lì fuori che stava lottando con i suoi nuovi amici. Seamus urlò di rabbia, mentre George implorava di smettere.







- Branda:
 Letto di robusta tela, sospeso orizzontalmente, dove dormono i marinai.






*Nota dell'autrice:
Buon salve!
Ed eccomi finalmente con questo nuovo capitolo di questa storia, che spero vi stia piacendo o che la stiate trovando gradevole! :) Fatemi sapere se vi va cosa ne pensate!
E nulla, spero di riuscire a pubblicare, come ovvio, quanto prima. Finalmente l'estate dovrebbe dare un po' di tempo in più per rilassarsi e poter dedicarsi alla scrittura. Perdonatemi, comunque, se non riuscirò ad aggiornare subito. 
Alla prossima, cari lettori! 
Bye. ^^*

 
   
 
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