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Autore: Knock    19/04/2009    3 recensioni
Non appena assaggiò un sorso della dorata bevanda sentì un suono assordante. Di sveglia. Così aprì gli occhi, assonnato e si accucciò abbracciando il petto nudo e duro del cantante dormiente, sdraiato di fianco a lui, con la bocca aperta. Mentre russava giurò di avergli sentito dire: -"Frottole, meglio la birra del tè."-
Genere: Demenziale, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia non è scritta a scopo di lucro, i fatti sono tutti inventati ed i personaggi non mi appartengono.


 
Chi sei? C-c-c-contessa?



Era una tranquilla giornata d'estate, gli uccellini cinguettavano al di là della finestra e un raggio di sole irradiava quella che aveva proprio le sembianze di un' ingiallita pagina di libro.
Jay se ne stava seduto, con le gambe poggiate sul tavolino di mogano al suo cospetto, su di una poltrona bordeux, molto classica, e faceva sprofondare la schiena e la testa nel morbido tessuto.
Leggeva distratto parole che non capiva, anche se piene di significato.
Nonostante questo, aveva una crescente stima per Oscar Wilde.
Diede un ultimo piccolo sorso al bicchiere che teneva in mano e tirò una smorfia non appena il suo stomaco ricevette l'impatto dello whiskey.
Tutto d'un tratto sentìì un rumore, alzò la testa corvina e si guardò attorno. Una pacchiana borsa rosa giaceva sopra ad una sedia con stampe giapponesi.
-"Jason!"- una voce maschile con tono acuto e saccente lo richiamò, facendolo sobbalzare.
-"Porca troia!"- il vocalist della sua band lo guardava stizzoso ad un centimetro dal suo viso.
-"Giovanotto, non si dicono queste parole! Dovrei lavarti la bocca con il sapone, e leva le tue zampacce dal tavolino, sai?! Oh questi giovani d'oggi."- notò, durante lo sbraitante rimprovero, un leggero tocco di fard sul suo viso.
Questo prima che si rendesse conto del modo in cui era conciato.
Indossava vanitosamente uno sgargiante tailleur rosa shocking, ornato di enormi rose del medesimo colore. La gonna attillata e con un vistoso ma non volgare spacco di lato, faceva intravedere le gambe magre e villose. Tutto questo creava uno sbalzo gigantesco con i suoi lunghi capelli fluenti, scuri e meshati di biondo, il suo incolti pizzetto ornato dal piercing sopra il mento e le muscolose braccia tatuate.
-"Ma che cazzo ti sei messo addosso, Matt? Hai bevuto? Fumato? Fai sentire."- non appena si avvicinò al collo dell'altro venne travolto da un'ondata di profumo che ricordava quello delle pesche.
-"Oh, ti piace? è Versace. L'ho notato questa mattina al centro commerciale e non ho potuto fare a meno di acquistarlo, è così dolce e delicato."- i suoi occhi blu presero una piega sognante e luccicarono, guardando il soffitto.
Jay sbattè le palpebre, inconsce e guardò il bicchiere di Jack Daniel's ormai vuoto, doveva avergli fatto qualche scherzo.
-"Ora, o sono ubriaco, o stò sognando. Se una di queste due opzioni non è la realtà ti porto da un medico. Immediatamente.".
-"Mio caro, bando alle ciance per dinci! Siamo già in ritardo per il tè delle 5 e tu devi ancora vestirti! Coraggio, vieni con me."- sbottò di fretta, con aria superiore e lo afferrò per il polso, facendolo alzare e portandolo verso la camera da letto della stanza d'hotel, provocando un rumore assordande con lo sbattere dei tacchi sul pavimento.
-"Dove...dove mi porti? MATT?!"- sbraitò, in preda al panico e trascinato dal vocalist impazzito.
Arrivati nella stanza, Matt lo sbattè con poca delicatezza sul letto e aprì l'armadio, in cerca di qualche cosa.
-"Mhhh, vediamo un pò...è tutto nero qui! Oh, santi numi...."- continuò a borbottare per dei buoni 10 minuti e poi si illuminò.
-"Questo, è perfetto!"- tirò fuori un gigantesco e grossolano maglione rosso con sopra disegnata un'alce con il naso rosso in rilievo e dei pantaloni gialli, a pois.
Jay, si ingozzò con la sua stessa saliva ed emise un gridolino inorridato.
-"Io...quella roba non è mia...giuro! D-deve averla lasciata quì un poveraccio, sì...d-decisamente."-
-"Sciocchino, questa te l'ha regalata la tua dolce nonnina, santa donna."- disse, gioioso indicando la felpa e spalancando i grandi occhi blu.
Il bassista si portò entrambe le mani alla testa e, minacciato di morte dall'amico, fu costretto ad indossare gli sgargianti abiti.
-"IO NON ESCO DI QUì! NEANCHE SE MI PAGHI!"- urlò da dentro il bagno.
-"Eddai, caro. Sono sicuro che starai una meraviglia."- l'altro accavallò le gambe e si sistemò i guanti bianchi sulle dita.
Per niente convinto, aprì la porta e uscì piano, rosso dalla vergogna e tetro in viso.
-"Oh! Sei d-i-v-i-n-o!"- esclamò con enfasi il vocalist. -"E ora andiamo, il tè si raffredda."-
-"Heyheyheyhey, dove vuoi andare? Tu sembri Mary Poppins daltonica e io sembro una caccola gigante!"-
-"Sù Sù Sù, muovi il tuo bel deretano."- ancora una volta, Jay si ritrovò avvinghiato al braccio dell'altro, strascinando i piedi per terra.
Arrivati nella sala da pranzo, in stile ottaviano. Si sedettero in un piccolo ed imbarazzante tavolino bianco, con in mezzo tutti i tipi di pasticcini possibili ed immaginabili.
Il bassista allungò una mano per afferrarne uno, affamato e compiaciuto ma il vocalist lo fermò, tirandogli un ventaglio sbucato dal nulla sulla mano.
-"Ahia! Sei scemo?!"- mugugnò, dolorante.
-"Non ancora, bisogna aspettare il tè, e vedi di metterti il tovagliolo sulle gambe, è la terza regola del Bon Ton! Oh, caro dobbiamo far qualcosa ai tuoi capelli. Dopo chiamo Jan Louis David, fanno miracoli!"-
Dopo quelle parole, una figura vestita da cameriere si avvicinò a loro, con un carrellino portante il fantomatico tè.
-"Jepha?"- esclamò il bassista, stupefatto.
-"Sì, MyLord. Conoscete il mio nome?"- esclamò il ragazzo ricoperto di piercing e tatuaggi.
-"Jason James, non dare confidenza alla servitù!"- sussurrò Matt, mentre gli serviva la calda bevanda in piccole tazzine in coccio prezioso.
Il cameriere di nome Jeph abbassò la testa e aiutò il cantante e chitarrista a posare la teiera sul tavolo.
-"Posso consigliarvi il tè "Pompadour" alla pesca e vaniglia. è delizioso."-
-"Sì, grazie, puoi andare."- bofonchiò Matt, con fare annoiato.
Scazzato, il probabile componente dei The Used, se ne andò borbottando che aveva perso una puntata di Lizzie McGuire.
Jay osservò la scena muto e confuso.
Non appena assaggiò un sorso della dorata bevanda sentì un suono assordante.
Di sveglia.
Così aprì gli occhi, assonnato e si accucciò abbracciando il petto nudo e duro del cantante dormiente, sdraiato di fianco a lui, con la bocca aperta.
Mentre russava giurò di avergli sentito dire:
-"Frottole, meglio la birra del tè."-








Mah, non sò che mi sia preso.
Bert .-.
  
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