Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: gearfried    06/07/2016    1 recensioni
Exodus, la Dominatrice d’Arti, era il nome della spada che l’uomo stringeva a sé mentre correva per le strette vie di Meter City, che un tempo era stata la capitale del suo popolo, ormai divenuta solamente una delle tante città fantasma rase al suolo e infestate da malviventi e assassini.
Genere: Avventura, Dark, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta, Violenza
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Prologo

 

Stava calando la nebbia, e con essa la buona stella che lo aveva accompagnato negli ultimi giorni sembrava destinata a scomparire. Aveva perso i conti, Agro, dei kilometri che aveva percorso senza guardarsi mai indietro, mentre il tempo perdeva significato e lo scorrere delle ore – o forse dei giorni, non ne era certo – passava lentamente, scandito soltanto dai suoi respiri ansanti e dal rumore leggero dei suoi passi sulla strada.

Strinse più forte le dita attorno all’elsa della spada nascosta sotto il lungo mantello nero, l’ultima eredità che il suo popolo, la Civiltà della Scienza, aveva lasciato e che lui, come ultimo sopravvissuto di quella stirpe alla follia dei maghi di Iubensburg, la Capitale delle Arti, si era imposto di difendere, anche a costo della sua vita.

Exodus, la Dominatrice d’Arti, era il nome della spada che l’uomo stringeva a sé mentre correva per le strette vie di Meter City, che un tempo era stata la capitale del suo popolo, ormai divenuta solamente una delle tante città fantasma rase al suolo e infestate da malviventi e assassini.

Correva, Agro, deciso a non farsi trovare prima di aver completato il compito che gli era stato affidato, e, mentre correva, osservava con orrore le immagini che gli si paravano d’innanzi imprimersi a fuoco nei suoi occhi stanchi; case cadenti, fatte a pezzi dalla forza di un gigante, robot distrutti, ridotti a un ammasso contorto di cavi a lamiere, e fabbriche desolate, quando un tempo il vociare delle persone all’interno raggiungeva anche la strada. E tutto quello, tutta quella carneficina inutile, quel sangue versato che non aveva fatto altro che bagnare ancora di più la terra, colorandola di rosso e alimentando un odio che non si sarebbe mai estinto, tutto quello era solo a causa della follia incontrollata dei maghi, che avevano distrutto la città che per secoli li aveva sostenuti.

Agro si fermò all’improvviso, osservando da sotto il cappuccio, nel buio della notte senza Luna, il Palazzo di Giustizia, nel centro della città distrutta, un vero labirinto per chiunque non conoscesse l’edificio. Il Palazzo di Giustizia, decise l’uomo, era il luogo perfetto, in quel momento, per nascondersi per un po’ per terminare Exodus.

 

Agro varcò la soglia di quel luogo ormai semidistrutto, camminando sicuro per i corridoi fino alla sua meta, la sala del Consiglio dei Capi Maggiori; mentre i suoi passi risuonavano sulla pietra fredda, nella sua mente le voci di un tempo rimbombavano, riportandolo al tempo in cui quel luogo era stato pieno di vita, nonché il centro nevralgico della stessa Meter City. Quando quei corridoi ora vuoti pulsavano di vita e le voci degli scienziati che decantavano una nuova scoperta di poteva sentire soltanto passando accanto al Palazzo, prima della distruzione a opera dei maghi.

I suoi passi si fermarono all’improvviso, una volta giunto al centro della sala del Consiglio; il suo sguardo vagò per un istante nella sala, alla ricerca di qualcosa che fosse rimasto intatto nel tempo, sopravvissuto alla furia e alla catastrofe, ma non lo trovò; soltanto macerie e vetri infranti, quelli delle grandi finestre sopra gli scranni dei Capi, costruite un tempo grazie alla grande maestria di un famoso artigiano, ricoprivano il pavimento della sala.

Si sedette a terra, tirando fuori un vecchio portatile e collegandolo alla spada. Doveva finire di programmarla e apportare le ultime modifiche per poterla rendere perfetta.

Per un periodo che sembrò lunghissimo, il ticchettio costante delle sue dita sulla tastiera fu l'unico suono che arrivò alle sue orecchie, ma Agro non ci fece caso, abituato alla solitudine che lo aveva accompagnato in quella fuga disperata. 
Le sue dita smisero di armeggiare con il computer, fermandosi all'improvviso. Era pronta. Staccò i fili che collegavano la spada al dispositivo, accarezzandone il filo della lama con mani esperte. Afferrò l'elsa cromata con la stessa sicurezza di un vero spadaccino, e appena le sue dita si strinsero attorno ad essa la devastante potenza della spada si rivelò, riducendo in polvere ciò che ancora non era stato distrutto.
Una risata si fece strada nella sua gola, crescendo d’intensità fino a trasformarsi in latrato colmo di follia e determinazione. Ce l’aveva fatta, era riuscito a creare l’arma con cui avrebbe salvato il suo popolo, con cui avrebbe finalmente fatto scorrere il sangue di quegli stupidi maghi. Grazie ad Exodus era stato in grado di distruggere completamente la stanza dei Capi, nonostante i test fatti prima della guerra dicessero che non possedeva alcun briciolo di magia.

Non seppe cosa lo spinse, forse la follia del momento o la volontà che quell’ultima eredità non cadesse in mani sbagliate, ma conficcò Exodus proprio lì, al centro della sala distrutta, nel pavimento di marmo crepato, e se ne andò, lasciando la spada ad attendere colui che avrebbe vendicato i suoi creatori.  

 

Passò una settimana, e ancora una volta Agro si ritrovò in fuga, sempre più vicino alla morte. Aveva finito i viveri pochi giorni prima, e mentre cercava di procurarsene degli altri era stato ferito al petto da una lama di ghiaccio.

Con le ultime forze che gli rimanevano, decise di tornare a Meter City, la città dove tutto aveva avuto inizio e dove riposava l’ultima speranza dell’umanità. Quando arrivò, si recò nel Palazzo di Giustizia, arrancando fino a ciò che rimaneva della sala del Consiglio, luogo di riposo di Exodus.

Un giorno quella spada sarebbe stata impugnata da colui che sarebbe diventato importante in quel mondo che aveva rifiutato la scienza, riscattandone il buon nome, ne era certo. E, con questa speranza, Agro esalò il suo ultimo respiro, accasciato accanto ad Exodus.

 

Mille anni dopo nacque.

 

 

 

 

Angolo autore

 Eccone un’altra, e come sempre, ancor prima di iniziare è già incompiuta! Vedete di rallegrarvi, oggi siamo già a due storie.

Anche se erano già scritte e corrette fa niente…

Gearfried 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: gearfried