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Autore: Ale_R    06/07/2016    0 recensioni
[Evan Peters]
Quel giorno a Torino mi sarei aspettato una delle solite giornate noiose di università, ma certo non mi sarei aspettato di incontrare il mio idolo in giro per la città... eppure a volte succedono strane cose, impossibili da spiegare.
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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9 Giugno.

 

Non avevo pensato molto a come vestirmi e come farmi i capelli... no non è vero: avevo passato l'intera mattinata a mettere e togliere magliette nella speranza che, una volta guardato allo specchio il mio riflesso mi dicesse...

Wow che gaggio!!”

Era complicato da spiegare, ma quell'uscita, la nostra prima uscita ufficiale era molto importante per me: ammetto che forse il mio atteggiamento è stato un po' troppo da pazzo, ma ci tenevo veramente a far colpo su Evan Peters e sembrare un tipo apposto era il primo passo.

Ma lo conquisterà ciò che ho dentro... e diventeremo grandi amici”...

Avevo l'abitudine di correre troppo e già nella mia testa avevo creato castelli e fantasie... avevo creato delle aspettative.

Comunque alla fine optai per un look abbastanza normale da ragazzo ventenne e mi fiondai in stazione parcheggiando la mia macchinina sotto un albero e lasciando i finestrini leggermente aperti.

La salutai – come mia abitudine, come se io e il mio veicolo fossimo amici di lunga data – e mi allontanai per accedere, pochi minuti dopo, su un mezzo di trasporto più rapido e comodo.

Il treno ci avrebbe messo poco più di quaranta minuti, tempo che decisi di dedicare chiamando la mia fidanzata aspettando che la calma prendesse possesso di me.

 

Non avevamo deciso dove incontrarci e giunto al binario sperai con tutto me stesso di incontrarlo davanti a me, ma non c'era.

Mi ha dato buca...”

Mi avviai nei corridoio della stazione mentre un forte odore di cibo giungeva dal Mc Donald's, decisi di entrare e prendere il solito milkshake alla fragola e nel frattempo mandai un messaggio ad un contatto che avevo salvato con il nome di E.P...

I'm to Mc Donald's

Sono al Mc Donald's”

Nessuna risposta.

Presi il frullato e decisi di aspettarlo fuori, sarebbe sicuramente arrivato.

 

Le quattro erano oramai passate da alcuni minuti e del signorino Peters nessun segno.

È una star...”

Certo che è una star, ma questo non lo scusava: aveva preso un impegno e doveva rispettarlo e non farmi aspettare venti minuti.

Se fosse stato qualcun altro sarei stato più calmo, ma la paura che non si sarebbe presentato mi stava chiudendo lo stomaco.

Decisi di chiamarlo, ma al secondo squillo chiuse la chiamata.

  • Ale! Scusami ti prego.-

Era davanti a me con il suo metro e ottanta: gli lanciai uno sguardo di puro odio, ma dentro sentivo l'ansia e la paura sciogliersi.

  • Tranquillo; non importa.-

Sorrisi debolmente, ma dentro sentivo un grande disagio, poi ecco un pensiero che avevo ignorato: sono davanti ad una star di Hollywood.

  • Fragola?-

Guardai il milkshake nella mia mano: era quasi finito, ma il bicchiere era tutto sporco della sostanza rosa.

  • Beh sì.-

  • Adoro la fragola.-

  • Non lo sapevo.- e sorrisi.

E non lo sapevo veramente; eppure avevo passato tutto il giorno precedente, quei momenti dove non c'era l'ansia ad uccidermi, a cercare tutto sulla vita di Evan.

  • Ne vuoi un po'?- e allungai il bicchiere.-

ALE!!! Se vuole se lo compra!! Cosa non hai capito di 3 milioni di dollari? Sto ragazzo ha un patrimonio che tu ti sogni la notte! E non ha nemmeno trent'anni!”

Mi guardò... lo guardai imbarazzato mentre il mio braccio rimaneva teso.

  • Ma si perchè no!-

Prese il bicchiere e si ficcò la cannuccia in bocca.

  • Non mi hai ancora spiegato perchè tutto questo ritardo.-

Si tolse il pezzo di plastica dalla bocca e si leccò le labbra.

  • Adoro la fragola!- esclamò. - Comunque ho finito il milkshake; spero non ti dispiaccia. Se vuoi te ne comprò un altro.- e si avvicinò ad un sacchetto dell'immondizia.

  • Non buttarlo!-

Mi guardò con aria stupita.

Decisi di mentire spudoratamente.

  • Qui in Italia sono strani e...- e ripresi il bicchiere di plastica,- … prima di buttare un oggetto bisogna lavarlo se è possibile e quindi...- lo misi nella borsa a tracolla, -... ci penso io tranquillo.-

  • Va bene.- mi rispose ridendo.

Sapevo bene che non avrei mai potuto vendere quell'oggetto su Ebay, ma rimaneva un ricordo e, per quanto mi facesse un certo senso, la cannuccia era stata nelle sue labbra ed era un ottimo ricordo di quella giornata.

  • Andiamo?-

  • Certo.-

E ci incamminammo.

 

  • Comunque prima mi hai chiesto perchè ho tardato no? Beh mentre venivo ho incontrato delle ragazze che mi hanno riconosciuto e mi hanno fermato per foto e cose così. È proprio difficile essere famosi a livello mondiale.-

Decisi di omettere il fatto che in realtà il nome “Evan Peters” non significa nulla per molte persone in Europa e decisi invece di iniziare un racconto approfondito dei portici torinesi. Non smetteva di fare foto.

  • Ma davvero ti interessano queste cose?-

  • Diciamo di sì. Più che altro sono in Italia e voglio godermela al cento per cento!-

  • Va bene. Io invece ho proprio la passione per la storia e cose del genere e anche se sono italiano non sono riuscito mai ad allontanarmi da Torino; eccetto un viaggio a Roma.-

  • Ah Roma! Ne parlano tutti così bene... io ci sonno stato sai?-

  • Davvero?-

  • Si... per circa cinque minuti.- e scoppio a ridere, - sai ho fatto il cambio aereo.-

  • Ma allora non vale!- e gli detti uno spintone mentre lui continuava a ridere.

Erano questi i momenti che amavo... i momenti in cui Evan Peters era semplicemente Evan: un ragazzo poco più grande di me che si sapeva divertire e fare l'idiota e non il grande idolo che io avevo creato nella mia testa.

  • Che cosa è quel palazzo laggiù in fondo?-

Seguii il suo dito e vidi che cosa indicava: in fondo a via Roma e nel centro di piazza Castello si ergeva Palazzo Madama.

Iniziai una descrizione del luogo e una volta giunti nella piazza, la principale di Torino, gli raccontai anche la storia dei palazzi che ci circondavano.

Guardando la struttura al centro della piazza pensai alla buffa tradizione che avevo creato con i miei amici e pensai per un attimo di proporla anche ad Evan, ma prima di aprire bocca pensai che in fondo noi eravamo poco più che conoscenti ed era inutile fare il cretino.

  • Wow! Torino è fantastica! C'è così tanta storia!-

Interruppe i miei pensieri. Notai dal finestrino di un taxi di avere uno sguardo preoccupato e di aver passato l'ultimo minuto chiuso in me stesso.

  • E l'America invece?-

  • Cosa vuoi sapere?-

  • Com'è vivere sulle spiagge di Malibù? O parlami di New York... Miami...-

  • Hai l'aria sognante...-

  • Lo so...-

  • Beh sono tutti luoghi eccezionali e penso che tutti dovrebbero vederli... prima o poi. Da quando mi sono trasferito nella città degli angeli la mia vita è completamente cambiata... prima ero solo un ragazzino brufoloso del Missouri... mentre ora sono tantissime persone differenti e vivo una vita che nessuno si sarebbe mai aspettato.

    Ogni mattina mi sveglio e vedo l'oceano... sento l'odore della sabbia e dell'Estate...

    Ma certe cose le devi vedere per capirle.-

  • Mi piacerebbe davvero moltissimo visitare quei luoghi.-

  • Prima o poi lo farai... verrai a casa mia e vedrai tutte queste cose...-

  • Evan... caro e dolce Evan... tu parli così ora, preso dal momento, ma in fondo non siamo poco più che estranei?-

  • Ma no! Tu sei Ale, il mio fratello di Torino.-

Scoppiai a ridere mentre sentivo qualcosa dentro di me gonfiarsi: io... amico di Evan Peters?

  • Ne riparleremo quando te ne andrai dai, ora godiamoci la città.-

 

Le sue parole continuavano a rimbombare nella mia testa... sapevo che se non facevo attenzione ci avrei creduto e mi sarei illuso di qualcosa che non c'era; ma in fondo illudersi è una cosa così semplice, soprattutto se quella cosa la si vuole.

Sono un fallimento” pensai tra me contando i difetti, numerosi come i capelli.

  • Questa è la vostra via commerciale?-

  • Beh... in un certo senso.-

Via Giuseppe Garibaldi, la via in cui si mescolano tutti i gusti di Torino e dove puoi trovare ogni genere di cose: dagli occhiali da Sole più bizzarri alle tovagliette che raffiguravano il lenzuolo della...

  • Ho apprezzato la visita alla Sindone. In realtà tutti mi vedono come l'attore di film horror, ma io sono molto cattolico.-

Rimasi un istante a riflettere su cosa rispondere, ma alla fine cercai di cambiare discorso per non impantanarmi su un discorso religioso, ma fu molto difficile anche perchè in fondo, chi viene in Italia, visita soprattutto chiese e musei con all'interno quadri a sfondo religioso.

Decisi così di usare quella carta a mio favore.

  • Torino è una città occulta.-

  • Occulta?-

  • In un certo senso si...-

Forse dovrei stare zitto... ma in fondo sono qui in veste di guida... quindi...”

  • Devi sapere che ci sono due... triangoli si, penso che li possiamo definire così: quello delle città della magia bianca – Torino, Lione e Praga – e quello delle città della magia nera – Torino, Londra e San Francisco.

    Nella prima metà del '500 Nostradamus... sai chi è Nostradamus?- chiesi e subito mosse il capo in segno affermativo: avevo la sua attenzione, - Beh Nostradamus venne a Torino e la definì la città dove c'è il Paradiso, il Purgatorio e l'Inferno: i tre stadi dell'Aldilà in un solo luogo. Ovviamente Nostradamus non fu l'unico turista esoterico che la città vide soggiornare e tutti quelli che vi sonno venuti e che vi vengono lo fanno per rendere omaggio al “Grande Vecchio”: il conoscitore di tutti i segreti che soggiorna in una fortificazione in collina; ma sono ipotesi, la gente comune racconta storie, mentre chi deve parlare resta zitta... ovviamente. Rimane però il fatto che se si visita la collina si sente un'atmosfera funerea che ti ghiaccia dentro... ci sono tombe ai piedi della collina, fino alla sommità e su tutto il percorso.

    È una città a metà, che non sa decidersi. Poco fa abbiamo superato la piazza e li vicino c'è la fontana dei Tritoni... il cuore bianco della città. Mentre se si continua a camminare per questa via si arriva a piazza Statuto dove c'è invece il cuore nero.

    Pensa che anche i due papi precedenti sono rimasti stupiti dalla città e hanno pronunciate parole che sembrano presagire che loro sanno che Torino è una città di lunghi combattimenti, dove le forze del bene sembrano almeno per il momento schiacciate e sfinite.

    E infine c'è la Sindone... al centro della città. Non ti starò spaventando?-

Tremava come una foglia e potevo vedere nei suoi occhi l'orrore più puro: ero riuscito a spaventare chi per lavoro era protagonista di una serie televisiva che giocava tra occultismo e ragione?

  • No... non sono spaventato, eppure sento che questi discorsi non mi piacciono anzi, magari avrò anche problemi a dormire...- e rise guardando la via.

  • Non era mia intenzione inquietarti.-

Non rispose: sembrava un fantasma silenzioso che camminava senza meta: avevo davvero messo ansia ad Evan Peters!

Ci misi qualche secondo per rendermi conto che avevo continuato a camminare lasciando il ragazzo dietro di me, fermo, a fissare la vetrina di un negozio.

  • Cosa guardi?-

Non fu difficile capirlo: davanti a noi c'era una maglietta con il volto di “scheletro Tate Lagdon” e una scritta:

All monsters are human

  • Ma quello sono io...-

  • Certo che sei tu... non ti aspettavi gadget di American Horror Story in giro per l'Italia?-

Rise capendo che avevo ragione.

Fissai la t shirt e subito me ne innamorai: la frase in sé aveva un senso strepitoso e l'avevo amata fin dal primo momento in cui l'avevo sentito pronunciare... ma poi sopra quella c'era il volto di Evan Peters!

Feci un lungo sospiro e mi concentrai su di lui... che era lì davanti a me e non sopra del cotone nero.

  • Comunque è proprio una bella maglietta... prima o poi la comprerò!-

  • Già... hai ragione. È proprio bella.-

Entrò nel negozio e iniziò a guardare i vari prodotti finché non la trovò.

Magari vuole comprarla per sé... in fondo è roba sua... diciamo” pensai mentre dal cellulare guardavo le ultime notifiche di Facebook

  • Che taglia porti?-

Alzai gli occhi dal cellulare e lo guardai.

  • Co... cosa?-

  • Che... taglia... porti?-

Ripeté più lentamente pensando che non avessi capito la sua domanda in americano.

  • Non me la vorrai prendere spero!-

  • Che taglia porti?-

  • Non te lo dico.-

Mi guardò in silenzio... da capo a piedi... “Cavolo! Mi sta studiando”… Sorrise... “Cosa avrà da sorridere?”

  • XXL direi allora.- e prese una maglietta.

  • Ma non dire idiozie! Porto la M!-

  • Si lo so... ma volevo esserne sicuro.- e si avvicinò alla cassa.

  • Evan non farlo!-

La cassiera ci fissava con aria confusa: due ragazzi che parlavano americano tra di loro... e uno dei due aveva un'aria familiare...

Dopo aver pagato la ragazza lo guardò ed esplose dalla gioia...

  • MA TU SEI LUI!- ed indicò la maglia.

  • WHAT?-

  • Ti ha chiesto se sei Evan Peters...- gli dissi, poi guardai lei e le risposi in italiano: - si è lui.- e le sorrisi.

  • Me lo può fare un autografo?- mi chiese allungando un'Uniposca nero al ragazzo.

  • Chiede un autografo.-

  • YES! Of course...-.

La ragazza parve capire e si tolse la canottiera azzurra rimanendo in intimo, Evan non ne parve turbato – chissà quante ragazze gli lanciavano le proprie magliette e simili - mentre io mi sentii subito in imbarazzo.

  • E tu Ale? Lo vuoi un autografo?- ed indicò la maglietta appena pagata.

  • Certo, perchè no?-

La firmò molto velocemente, ma con estrema cura e me la porse: aprii la tracolla per metterla dentro e notai il bicchiere che avevo conservato qualche ora prima come ricordo di quella giornata.

  • Aspetta qui un attimo...- e tornai nella via avvicinandomi ad un immondizia, presi il contenitore di plastica e la cannuccia e li buttai... non ne avevo più bisogno.

 

  • Mi sono molto divertito con te sai? È bello aver già fatto conoscenza con un italiano e poi tu sai un sacco di cose.-

  • O forse tu ne sai molto poche...-

  • Ahahaha Ale mi fai un sacco ridere! Senti: ti va se ci vediamo anche domani? Io non ho nulla da fare, ma capirei se non ti andasse... magari hai altri di impegni. Pensavo che potevamo mangiare qualcosa assieme e passeggiare sul fiume che avete qui da voi. Potremo vederci in mattinata no?-

  • Innanzitutto si chiama Po... comunque va benissimo. Mi va alla grande.-

Latino aspetterà!”

  • Beh Evan... allora ciao...-

  • Aspetta Ale! Non abbiamo nemmeno fatto una foto assieme!- e tirò fuori il suo cellulare, - sorridiii!-

Cercai di fare del mio meglio, ma avere la sua mano sulla mia spalla mi metteva un sacco in imbarazzo... la foto comunque non venne nemmeno così male; me la inviò subito su WhatsApp mentre io già cercavo di capire come salutarlo, ma fece tutto lui: mi sorrise e mi abbracciò molto teneramente, ma le mie mani rimasero ferme ad indicare il pavimento non pronte a quel momento. Sembrò comunque non notarlo.

  • Allora a domani?-

Risposi sì con la testa.

- Certo! A domani...- e lo fissai mentre si allontanava sempre di più da me.

 

 

   
 
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