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Autore: Aladidragocchiodiluce    06/07/2016    7 recensioni
Ti propongo un patto
Genere: Horror, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Nessuno sapeva spiegarsi il comportamento di Victor.

Il bambino frequentava la quinta elementare e aveva i capelli corti e neri come gli occhi e a scuola era il più bravo e sempre pronto ad aiutare i compagni.

Ma da tre giorni era sempre stanco come se non dormisse abbastanza e sembrava preoccupato per qualcosa e quando qualcuno gli chiedeva cosa avesse cambiava argomento.

Persino Marco, il suo migliore amico, non ne sapeva più degli altri ma era deciso a scoprire la causa di quello strano comportamento.

Quel giorno,mentre tornavano a casa, lo fermò e gli disse:

-Posso sapere cos'hai? E non cambiare argomento! Siamo tutti preoccupati per te!-

Victor si girò dall'altra parte mormorando:

-Tanto non mi crederesti.-

-Ma sono il tuo migliore amico! Forse ti posso aiutare.-

-Nessuno può...-

-Almeno lasciami provare.-

Il ragazzo dai capelli neri guardò negli occhi l'amico e si decise:

-Da tre giorni, a partire da mezzanotte fino alle sei....compaiono delle strane...creature metalliche.

Assomigliano ai robot presenti nel ristorante “Freadbear Family Diner”, sai Freddy, Chica, Bonnie e Foxy, ma più danneggiati e muniti di artigli e denti affilati.

Vengono dalla porta di destra e sinistra e uno si nasconde nell'armadio e anche sul letto e tentano di prendermi ma io li tengo lontani con la torcia o chiudendoli fuori.

Sono loro a tenermi sveglio. Ho provato a dirlo ai miei genitori ma non mi credono e credo neanche tu.-

Marco pensò che sarebbe una bella trama da film dell'orrore,se non fosse reale e sopratutto il suo migliore amico rischiava la vita.

-Io ti credo e proverò a cercare qualcosa. Ti viene in mente qualche particolare?-

-Grazie. Lasciami pensare... La prima volta che sono comparsi, ho sentito una voce profonda e inquietante che mi ha detto: ”Questo è tutto un gioco in cui il premio è la vita.” E qualche volta mi sembra di vedere un'ombra nera a forma di orso.-

-D'accordo, appena trovo qualcosa ti faccio sapere.-


 

Due giorni dopo Marco ritornò dall'amico che aveva un paio di occhiaie spaventose e si spaventava per qualunque cosa.

-Ho trovato!- Gli sussurrò.

-La cosa che più assomiglia a ciò che ti sta accadendo è una manifestazione dell'Uomo Nero.-

In genere loro due non credevano a queste “favole per bambini”, ma ciò che stava accadendo non lasciava molte spiegazioni.

-E hai trovato come sconfiggerlo? Non credo che resisterò un'altra notte.-

-Mi dispiace ma è impossibile ma so come puoi fare per farti lasciare in pace: con un patto!-

-Che tipo di patto?-

-Devi promettergli di cedergli il figlio primogenito maschio e lui non ti disturberà più!-

-Non so proprio come ringraziarti, se ce ne fosse bisogno, glielo proporrò.-


 

Seduto sul letto, Victor attendeva la mezzanotte con la torcia in mano.

Aveva una paura tremenda che non avrebbe funzionato e che non avrebbe mai rivisto i suoi genitori.

Già, loro...

Si chiese se avrebbero sentito la sua mancanza.

Sua madre di sicuro ma suo padre...

Che lui ricordasse, non gli aveva mai mostrato affetto, non un abbraccio, non un “sono orgoglioso di te”.

Non sembrava che lo odiasse, solo non lo calcolava e la prima sera in cui quei cosi sono comparsi, non aveva fatto altro che dirgli:

-Non dire sciocchezze, te lo sarai sognato e non disturbarci con queste fantasie.-

Da allora non ne aveva più parlato per evitare sgridate.

L'orologio segnò la mezzanotte e il ragazzo si alzò e andò a controllare la porta di destra e vide qualcosa muoversi dal fondo del corridoio, come spaventato dalla luce della torcia.

Si girò giusto in tempo per far sparire due piccoli robot a forma di orsetti tremolanti e con denti da far invidia a uno squalo.

Controllò la porta di sinistra e si prese un colpo vedendo la versione spaventosa di Bonnie davanti a sé.

Chiuse la porta col cuore a mille e mentre la teneva e puntò la torcia sul letto su cui erano comparsi nuovamente i piccoli robot che sparirono.

Con la coda dell'occhio notò l'anta dell'armadio davanti al letto muoversi e andò a controllare mentre la porta si apriva come spinta da una forza invisibile.

Il bambino aprì l'armadio, trovandosi faccia a faccia con Foxy in versione incubo. Trattenendo un urlo, chiuse e aprì l'armadio finchè non sparì, lasciando solo un pupazzetto con l'aspetto della volpe pirata.

Sospirò: sarebbe stata una lunga nottata.

La stanchezza data da cinque notti insonni si faceva sentire.

Rischiò molte volte di essere preso da quei cosi ma riusciva a cavarsela per poco.

Erano le 3 e aveva chiuso la porta in faccia a Bonnie quando degli artigli lo afferrarono dal pigiama,sollevandone il proprietario.

Victor tentò di urlare ma la voce gli rimase bloccata in gola.

Girò lentamente la testa per trovarsi a fissare gli occhi rossi di un orso animatronico marrone dai denti e artigli affilati.

-Sembra che tu abbia perso.- Disse una voce inquetante.

Nella stanza entrarono tutti gli animatronici che l'avevano torturato quelle notte più un orso dorato molto danneggiato che oltre ad avere dei denti appuntiti come aghi,possedeva una seconda bocca sulla pancia munita anch'essa di denti.

-Di conseguenza ho vinto io.- Continuò con un ghigno.

-A-aspetta ti propongo un patto!- Esclamò tutto d'un fiato il ragazzo.

Il suo cuore batteva a mille, e stava sudando freddo dalla paura.

-Immagino che tu voglia salva la vita ma....cosa mi offri in cambio?- Chiese l'orso dorato.

Victor si sentì sollevato: allora era vero, si sarebbe salvato.

-Il figlio primogenito che avrò in futuro.-Rispose con la voce che tremava.

Sapeva che non avrebbe potuto rompere quel patto ma gli sarebbe bastato non sposarsi mai.

L'orso lo guardò e poi emise una lunga risata inquietante mentre il colore del suo esoscheletro cambiava, diventando nero.

-Mi dispiace: sei arrivato tardi!- Esclamò avvicinando pericolosamente la sua zampa artigliata al collo del bambino.

-NO! ASPETTA !CHE VUOL DIRE?- Urlò tentando di liberarsi quando il suo sguardo cadde sulla porta di destra.

C'era suo padre.

-AIUTO!- Urlò piangendo dal terrore ma l'uomo non diede cenno di averlo sentito e si passò la mano sulla fronte,dove si trovava una ciccatrice simile ad un morso.

-Tu sei il prezzo di un patto.- Rise ancora l'orso mentre l'uomo se ne andò chiudendo la porta.


 

Il giorno dopo i giornali parlarono della sparizione di un bambino.


 

Angolo autrice

Storia iscitta al “Writer's Lord” di Kishin Shruikan.

La storia è un mix fra FNaF 4 e “I racconti del Garda” un libro che raccogli varie leggende horror fra cui appunto una con l'Uomo Nero che ho scelto per il crossover, infatti la trama di quel racconto è la stessa della storia.

Spero che vi sia piaciuta.

Saluti da Ala/Ary

   
 
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