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Autore: tilia    06/07/2016    2 recensioni
Se sei un Bowserotto, e non vedi quasi mai tuo padre per tutto l'anno, vorresti passare con lui la notte di Natale...
Ma quando anche in quella festività egli si porta il "lavoro" a casa, un po' ti irriti.
Inoltre, magare, non è l'idea più brillante del mondo tenere prigionieri, a causa di una bufera di neve, Mario e Bowser nello stesso castello.
Il tutto condito con una (povera) principessa Peach, che vorrebbe con ogni probabilità essere altrove, la neve, che scende senza sosta, e perchè no? Un incidente con il dirigibile, e quanta più sfortuna si riesca ad immaginare.
In una situazione del genere è facile che tutto finisca in tragedia, ma è pur sempre la Vigilia di Natale, potrebbe avvenire un miracolo. In questa magica sera la famiglia Koopa si potrebbe ritrovare un po' più unita, un po' più...famiglia.
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Curiosi?
Genere: Angst, Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bowser, Bowserotti, Ludwig Von Koopa, Peach
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Esistiamo-ch7 (nn corretta)
La mia famiglia non si tocca

Non c'è niente che ti rende più folle del vivere in una famiglia. O più felice. O più esasperato. O più...sicuro.  
[Jim Butcher]

Morton continuò a parlare e parlare. In qualche modo lo spavento aveva sciolto la sua lingua ancora più del normale. Raccontò incurante del totale disinteressamento dei suoi fratelli, le sue personalissime avventure nei sotterranei. Aggiungendo ogni volta sempre più particolari inediti, fino ad arrivare ad una motosega, la quale non si sapeva bene come era arrivata nelle mani di Iggy.
Larry lo guardò annoiato, ormai era passato parecchio tempo da quando aveva lasciato i suoi fratelli nel laboratorio.

"Adesso basta, cazzo!" sbottò Roy alzandosi di scatto e avvicinandosi minacciosamente al chiacchierone, aggiunse: "Taci."
"Ma..."
"Chiudi quella fottuta bocca!" Ringhiò senza ammettere repliche. Mantenne un tono basso per non farsi sentire dalla principessa. Se di solito aveva poca pazienza, quando si arrivava a parlare di Morton ne riusciva ad avere ancora meno. Nonostante il loro rapporto fosse buono -condividevano molte passioni, fra le quali la lotta-, non sopportava quando il minore parlava a ruota libera, e non era il solo a pensarla in quel modo.

Finalmente, il chiacchierone ammutolì e Larry tirò un sospiro di sollievo. Roy gli faceva sempre scherzi -di pessimo gusto-, ma quella volta lo ringraziò con una muta occhiata. Il penultimo genito iniziava ad avere mal di testa.
Si guardò intorno e notò come Wendy si stesse divertendo. Era proprio felice quella sera, non l'aveva mai vista sorridere così radiosa.
Doveva essere dura per lei vivere solo con maschi. Larry la comprendeva: per una volta aveva l'occasione di parlare di trucchi, smalti e vestiti, senza ricevere sbadigli come risposte.
Peach sembrava molto partecipe. Wendy si stava rivelando sorprendentemente una vera esperta nel campo della moda, anche se ogni tanto un velo di mascolinità trapelava nel suo modo di esprimersi.

Anche Bowser osservava la sua unica figlia con un misto di stupore e orgoglio. Non capiva una sola parola di quello che si stessero dicendo, ma era una gioia vedere le sue due principesse così felici. Perché Wendy era la sua unica figliola, la sua piccola principessina. Esasperante, ma adorabile, in mezzo a tutti i fratelli che si ritrovava. Stavano parlando come se si conoscessero da sempre, come amiche o confidenti. Wendy appariva davvero felice.

Mario a suo fianco -il nano non aveva voluto sentire ragioni, per controllarlo meglio si era seduto accanto a lui, aveva una gran voglia di incenerirlo!- seguiva distrattamente il discorso, e ogni tanto sospirava annoiato.
"Tu ci capisci qualcosa?" chiese improvvisamente l'idraulico, alzando lo sguardo verso la sua nemesi. Aveva notato il suo interesse nell'interazione fra i due. 
"No" ammise."Tu?"  
Non aveva sentito il dovere di chiamarlo con soprannomi. Gli occhi azzurri di Mario si posarono per un secondo sulle due ragazze  e scrollò le spalle. Non lo aveva mai visto così annoiato e poco partecipe a qualcosa. Pareva proprio, che quei discorsi non gli piacessero.
"No, non mi sono mai interessato alla moda..." sospirò alludendo con un gesto distratto alla sua uniforme da idraulico. Evidentemente, pensò sogghignando Bowser. N
on fece commenti in merito, perchè in quel momento erano sulla stessa barca.
"Meglio lo sport." Ridacchiò il sovrano appoggiando la testa sul palmo della mano aperto. Mario fu quasi del tutto certo di averlo già visto da qualche parte quel comportamento durante la serata, ma assentì.
"Che avreste fatto questa sera?" domandò improvvisamente Bowser, provando un leggero senso di rabbia. Se non avesse tentato di rapire Peach, era sicuro: lei e l'idraulico avrebbero passato il Natale insieme.
"Intendi, se non ti fossi messo in mezzo, come tuo solito?" chiese Mario, roteando gli occhi e girandosi a guardarlo finalmente negli occhi.
"Io volevo rapire Peach, non te." sottolineò, piccato. Non aveva alcun interesse per lui. Figuriamoci, se volesse passare più tempo con chi solitamente lo buttava nella lava!
"E, secondo te, sarei rimasto a guardare?" chiese sarcastico l'idraulico, appoggiandosi stancamente allo schienale della sedia.
"Magari!" rispose a tono.
Mario gli lanciò un occhiataccia, ma sospirò: "Comunque, saremmo andati a prendere la principessa Daisy, mio fratello e avremmo passato il Natale insieme."
Bowser in qualche modo ne fu rassicurato. Non sarebbero stati solo lui e Peach, ma ci sarebbero stati anche gli altri due. Si concesse di rilassarsi.
"Toglimi una curiosità" iniziò, improvvisamente, l'idraulico. "Perché non hai passato il Natale con la tua famiglia?"
Il sovrano rimase un attimo soprappensiero, ma alla fine scrollò le gigantesche spalle e rispose: "Mi annoiavo, così ho cambiato un po' la solita routine."
Mario corrugò le sopracciglia e si staccò dallo schienale."Ti sembra una buona motivazione?"
"Sì" ribatté spavaldo Bowser. Per la prima volta in vita sua, però, non aveva alcuna voglia di litigare. Ritornò ad osservare il tavolo e si accorse che mancava qualcuno. Non aveva prestato molta attenzione al resto dei suoi figli durante il corso della serata. Il fatto che Peach fosse presente, lo aveva totalmente preso. Contò con un piccolo sbuffo i suoi figli.

Lemmy c'era, stava ridacchiando e giocando con il suo pallone, nonostante tutte le volte gli avesse detto di non farlo a tavola.  A fianco c'era Larry, che sembrava annoiando e si guardava intorno, probabilmente in cerca di qualcosa di divertente. Wendy parlava con Peach, mentre Morton aveva ripreso a parlare con Roy, anche se sembrava più che il maggiore stesse tentando di zittirlo,piuttosto di ascoltarlo. Cercò istintivamente Iggy intento in chissà quale assurda invenzione, ma non lo trovò.
Si accorse che mancavano lui e Ludwig. Eppure, il maggiore avrebbe dovuto dare il buon esempio e rimanere a tavola.

Bowser s'irritò leggermente, non riusciva proprio a capire cosa passasse per la testa del primo genito. Aveva persino inghiottito il suo orgoglio e aveva  chiesto a Kamek consiglio, perché doveva ammetterlo: lui passava più tempo con i suoi figli. Quello stregone da strapazzo che cosa gli aveva risposto? Tutta colpa dell'adolescenza... e una certa dose d'incomprensione da parte di entrambi.
Insomma, non aveva concluso nulla.

"Non hai pensato,  non sia normale andare in giro a rapire la gente?" chiese Mario tutto ad un tratto, ancora preso dal discorso precedente.
"Sono un sovrano e ho bisogno di una regina, non ci vedo nulla di male nel prelevarne una dai regni confinanti e, si da il caso, quello dei Funghi sia il più vicino, con una principessa abbastanza graziosa da soddisfare le mie richieste." Concluse stizzito sbuffando una nuvoletta di fumo dalle narici. Era decisamente convinto che se l'idraulico non si fosse messo in mezzo, a quell'ora Peach sarebbe stata sua moglie e sarebbero stati felici e contenti nel loro palazzo.
"Sei senza speranza." Sbuffò Mario schiaffandosi una mano sulla fronte in segno di rassegnazione, Bowser non sarebbe mai cambiato.
"Lo prenderò come un complimento" ringhiò di risposta, continuando a cercare i suoi figli mancanti, non voleva rovinassero la cena con qualche loro solito pasticcio, specialmente si preoccupava di Iggy.

"Perché crei problemi agli altri? Non ne hai già abbastanza qui?" continuò l'idraulico iniziando a stancarsi del comportamento egocentrico dell'altro.
"Che vorresti insinuare?"
"Guardati attorno, mi sembra che questi scalmanati ti diano già abbastanza noie, perché vieni da noi a creare altro caos? Cos'è, ti devi sfogare?" ribatté Mario alzandosi in piedi.
"In questo momento, non hai idea di quanto mi vorrei sfogare su di te, Nano Baffuto!" ringhiò il drago sovrastandolo con tutta la sua stazza. "Rimangiati ciò che hai detto! Questi scalmanati, come li chiami tu, sono la mia famiglia e guai a te, se ripeti una cosa del genere, chiaro? Sì, a volte sono talmente pestiferi, che vorrei strangolarli uno ad uno, ma sono comunque la mia famiglia!" completò il discorso eruttando una violenta fiammata sul terreno e sbatté un pugno sul tavolo.
Tutti nella stanza si zittirono. Peach si alzò preoccupata, aveva paura potessero iniziare a picchiarsi, ma non fu così, anzi Bowser fu il primo a risedersi di schianto. Mario lo guardò, improvvisamente  vergognandosi di quello che aveva insinuato. Era più che evidente: il sovrano teneva ai suoi figli, più di quanto non dimostrasse.
"Ok, va bene" annuì seguendo la sua nemesi. "Questa volta è colpa mia." ammise, alzando la mano e abbassando la testa.

Wendy guardò il sovrano e si mordicchiò il labbro, non aveva seguito il loro discorso, ma aveva capito la parola "famiglia", pronunciata con rabbia. Erano loro la causa della sua ira?

"Che strano" bisbigliò Iggy intanto da dietro una tenda, "Avrei giurato che stesse per esplodere pochi secondi fa..."
"Dacci un taglio con quell'aggeggio ed usciamo da qui!" sbottò, invece, Ludwig divincolandosi dal tessuto.
Aveva dovuto assecondare la follia del fratello.  Si erano nascosti dietro al tendaggio per potersi avvicinare di più al sovrano, in modo da capire, se l'invenzione portatile del minore per rilevare calore  funzionasse. In poche parole era una specie di termometro a scanner, nulla di più, ma Iggy ne era orgoglioso, perchè tutti i macchinari che solitamente utilizzava erano stati compattati in una piccola scatoletta da tenere con comodità nelle zampe.
Peccato, che avessero scelto il momento peggiore per testarla.  Avevano anche sentito tutta la discussione fra il sovrano e Mario.
Ludwig sorrideva, nonostante la pagliacciata di nascondersi dietro le tende. Era felice, anzi, al settimo cielo, Bowser aveva ammesso di voler loro del bene! Il suo mal di testa si era affievolito e non era neanche più così stanco.

"No, seriamente. I suoi valori erano schizzati alle stelle, poi di colpo si sono abbassati!" continuò lo scienziato guardando il display della macchinetta, "Non riesco proprio a capire!"
"Toglimi una curiosità, hai ascoltato mezza parola di quello che hanno detto?" chiese sarcastico Ludwig, sicuro di una risposta negativa, che non tardò ad arrivare.
"Perché hanno parlato?" domandò distrattamente, Iggy armeggiando con le viti della scatoletta per tentare di aprirla e controllare tutto fosse a posto.
Il maggiore sospirò rassegnato.
Non appena uscirono dal loro nascondiglio, dovettero passare in punta di piedi fino all'altro lato della stanza per far finta, poi d'entrare dalla porta principale.
Nessuno fece caso a loro, tutti gli occhi erano rivolti ancora verso il sovrano e l'idraulico, che però si erano stranamente riseduti senza più fare commenti, ognuno guardando in una direzione diversa dall'altro.

Il  silenzio era imbarazzante.

Peach guardò l'ora e si accorse che si era fatto più tardi di quanto avesse immaginato. La cena era stata così movimentata da farle perdere il senso del tempo. Era talmente concentrata su quel particolare , che non si accorse della ricomparsa dei due Bowserotti.
La cosa non passò invece inosservata a Morton, il quale si affrettò a nascondersi dietro Roy.
"Che cazzo gli è saltato in mente a quel pazzo?" chiese minaccioso a Ludwig, che si limitò a scrollare le spalle. Il maggiore dei Bowserotti sapeva che Morton doveva aver ingigantito la faccenda. Roy, inoltre, lo avrebbe negato fino alla morte, ma era molto protettivo con i suoi fratelli -soprattutto Wendy-, solo lui doveva aver il diritto di picchiarli, guai al primo che avesse osato sfiorarli con un artiglio.
"Quante storie per una piccola donazione alla Scienza!" esclamò Iggy, roteando gli occhi dietro gli occhiali spessi, ma si nascose a sua volta dietro a Ludwig.
Il maggiore dei Bowserotti lo ignorò,  trascinò lo scienziato al suo posto, prima che Morton potesse iniziare a parlare e commentare.

"Ho sonno Lud" bisbigliò Larry, non appena il maggiore gli fu abbastanza vicino. 
"Resisti ancora un attimo."
Ludwig sapeva, che il minore era capace di addormentarsi sul tavolo. Aveva bisogno di qualcuno, il quale potesse chiedere qualcosa a Bowser, senza ricevere un "No"come risposta. Sorrise, esisteva una sola persona, che potesse riuscire in una simile magia.
Tentando di apparire disinvolto si avvicinò alla principessa Peach.
"Principessa, posso permettermi di chiederle un favore?" domandò in modo formale. Tutti i suoi fratelli consideravano Peach un po' come la loro mamma, ma lui sapeva perfettamente che non lo era.
"Certamente Ludwig!" Sorrise, lei non fingeva di sentirsi a proprio agio, lei lo era in maniera sincera. Peach era sorpresa, il bowserotto non aveva parlato molto durante la serata. Sembrava stanco.
Ludwig avvertì il mal di testa farsi di nuovo martellante. Evitò di emettere uno sbuffo di fumo dalle narici per la frustrazione. Doveva apparire calmo e rilassato, purtroppo il suo corpo non lo stava aiutando.
"Potrebbe far terminare questa cena?" chiese, accorgendosi subito di essere stato troppo rude e sfacciato. Si affrettò ad aggiunse con un tono più lusinghiero: "Sono sicuro che a lei nostro padre non dirà di no..."
Peach lo fissò per un lungo istante. Ludwig temette di aver esagerato.
"Abbiamo avuto tutti una giornata pesante, vero?" chiese gentilmente. Il suo sorriso era di comprensione.
Il maggiore si ritrovò ad annuire, colto impreparato dall'empatia della donna. "Non può neanche immaginare"
Peach ammiccò e sussurrò in tono confidenziale: "Ci penso io."
Ludwig non seppe dire il motivo, ma a quella dimostrazione di affettò gretuito si ritrovò le guancie bollenti dall'imbarazzo. 





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Piccolo angolo autrice:

Dunque, questo capitolo è piuttosto corto, diciamo più di transizione. Non accade quasi  nulla e ammetto che potrebbe essere un po' noioso, ma il discorso di Bowser ci tenevo a metterlo in un capitolo a parte, senza legarlo ad altro. Nei prossimi, ho intenzione di concludere le vicende, spero di riuscire nel mio progetto! Visti i miei tempi...
Anche se ammetto che sarà piuttosto difficile, ormai portare avanti questa storia è diventata un po' la mia sfida personale. 
Che dire?
Non so davvero come ringraziare chi ancora aspetta che io pubblichi un nuovo capitolo, chi ha recensito e chi ha inserito la mia storia nelle preferite/ ricordate/ seguite. Davvero, siete dei santi! Un grazie davvero di cuore a chi è arrivato a leggere fino a qui, a chi  mi ha aiutato tanto criticandomi in maniera costruttiva e facendomi notare gli errori.
 
So di essere ripetitiva, ma sul serio GRAZIE di cuore!

Alla prossima!
Tilia=|=




  
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