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Autore: The Big Dreamer    07/07/2016    4 recensioni
Lo so, non è andata esattamente così in Dragon Ball Super, ma da fan di Vegeta mi sarebbe piaciuto che lui finalmente fosse riuscito ad avere la sua vendetta nei confronti di Freezer.
Ecco quindi i possibili pensieri del Principe dei Saiyan nel momento in cui avrebbe ucciso colui che aveva sterminato la sua razza. Un viaggio all'interno della mente di Vegeta che spero possa anche sorprendervi.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Freezer, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'What If ...'
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Ogni notte ho sognato questo giorno. Ogni notte, ogni dannatissima notte della mia vita avevo sognato di farti a brandelli con le mie stesse mani, torturarti, squartarti pezzetto per pezzetto. Mia moglie si è sempre chiesta perché durante la notte, anche dopo che facevamo l’amore, mi agitavo sempre nel letto. Quei sogni erano terribili. All’interno di essi ero sempre sadico, felice di quello che avevo fatto, ma quando mi svegliavo un senso di oppressione mi stringeva il cuore, e mi veniva spontaneo abbracciare la mia Bulma. Che patetico. Io, il Principe dei Saiyan, che mi rifugio tra le braccia di una donna per degli incubi notturni, quando nemmeno mia madre si è degnata di tenermi in braccio il giorno in cui sono nato.
Finalmente, dopo tanto tempo, ho l’occasione di liberarmi di questi incubi. Hai fatto un grosso errore a resuscitare, schifoso essere. Hai creduto di poter battere Kakaroth semplicemente perché hai acquisito una nuova trasformazione da poco, rifiutandoti categoricamente di aspettare qualche settimana prima di poterti abituare a questa forma dorata. Sei il solito povero idiota. Lo sei sempre stato.  Ti credi tanti intelligente, tanto forte, ma ciò di cui sei soprattutto gonfio è la tua arroganza. La tua voglia di schiacciare i più deboli, solo perché sono tali.
Non lo fai per istinto, come noi Saiyan, cosa da cui io sono sfuggito. Non ha senso vivere in funzione di dominare gli esseri inferiori, ma piuttosto quello di sconfiggere quelli superiori a te, superando i tuoi stessi limiti.
Non lo fai per ottenere un vantaggio economico, il vile dio denaro, nel quale pure io credevo un tempo, come hai sempre voluto far credere ai tuoi leccapiedi.
Lo fai perché sennò non ti sentiresti vivo, non sapresti per quale scopo sei venuto al mondo.
Tu sei un essere inutile, uno schifoso parassita, come del resto tutti voi tiranni in cerca di potere politico, e lo sai bene. Credevo anch’io che essere come te avrebbe significato avere la felicità eterna. Per questo mi avevi contagiato col tuo folle sogno di diventare immortale, di vivere per tutto il resto dell’esistenza dell’Universo. Mi avevi fatto credere, con tutte le torture e con le cose indicibili che mi hai fatto fin da quando ero bambino, che in questo risiedesse il vero significato della vita. Dominare o essere dominato. Cacciare o essere cacciato. E mi hai fatto credere che questo fosse lo scopo che muoveva mio padre, il grande Re Vegeta.
Ma lui non era così. Sì, amava combattere, conquistare pianeti e schiacciare intere popolazioni, ma almeno un sentimento nobile c’era dietro tutto ciò: la voglia che non lui solo, ma tutta la razza dei Saiyan assurgesse a gloria. Lui amava il suo popolo. Anche se non si faceva scrupoli a uccidere i dissidenti, non sarebbe mai riuscito a ucciderli tutti, se avessero innescato una rivolta. Sono certo che avrebbe preferito lasciare il suo trono e auto esiliarsi, piuttosto che sterminare la sua stessa razza.
Lo ha fatto quando tu hai cercato di distruggerci. Anche sapendo di morire, ha cercato di attuare un’ultima strenua resistenza contro di te, per dare tempo a me e ai miei compagni di scappare via dal pianeta Vegeta, in uno dei pochi atti tangibili di amore che mi abbia mai dato. Piuttosto che fuggire, ha preferito morire col suo mondo.
Pur di sconfiggere Kakaroth, gli hai giocato un trucchetto subdolo, approfittando della sua stupidità. Un avversario non si colpisce mai quando ha la difesa abbassata. Fa parte del codice d’onore dei Saiyan, anche se molti di noi, tra cui io, lo hanno violato diverse volte. Incredibile, mi tocca salvare quell’idiota ancora una volta.
Mi guardi ridendo, con quel tuo schifoso sorrisetto arrogante - “Vegeta, credi davvero di potermi sconfiggere?” -
Non ti rispondo neanche. Sghignazzo soltanto, facendoti infuriare. Poi, libero la mia potenza. La potenza di un Dio. La potenza del Dio dei Saiyan. Mi sento formicolare tutto, non mi sono ancora abituato a questo potere. Il mio corpo si avvolge di una fiamma azzurra, e dello stesso colore diventano i miei capelli e le mie pupille.
Il tuo volto diviene il ritratto del terrore. Con quella tua disgusta bocca spalancata riesci solo a pronunciare - “No … a … anche tu … no …” -
- “Non sarò così magnanimo come Kakaroth. Preparati.” -
Comincio a camminare a passi piccoli e lenti. Voglio gustarmi questo momento fino in fondo.
Impaurito come un bambino di fronte a un bullo infinitamente più grande e grosso di lui, mi urli - “ZITTO!” - e mi lanci un’onda energetica che riesco a deviare senza il minimo sforzo, indirizzandola a quel tuo schifoso lacchè, del quale ti sei servito per colpire a tradimento Kakaroth, e lo spedisco all’altro mondo.
Ma tu, disperato, non ti vuoi arrende, e cerchi di colpirmi con tutti gli attacchi di ki di cui disponi. Patetico. Sei solo riuscito ad alzare un grosso polverone, dal quale emergo totalmente illeso.
Mi guardi stupito. Non ti aspettavi che fossi così forte, eh? Adesso parto all’attacco. Ti colpisco con un montante alla bocca dello stomaco che non riesci neanche a vedere. E’ così potente che addirittura vomiti per terra.
Provi a rispondermi, ma i tuoi colpi sono ormai così deboli e lenti che neanche mi rendo conto che li stai scagliando addosso a me.
- “Adesso è il mio turno.” - e ti tempesto con una serie di calci e pugni dai quali non riesci a difenderti. Sento le tue ossa e i tuoi denti spezzarsi, i tuoi muscoli tendersi e la tua pelle lacerarsi e zampillare sangue sotto le mie bordate. Che bella sensazione. Da troppo attendevo questo giorno, il giorno in cui sarei stato io a dominarti, a renderti mio schiavo.
Dietro a ogni colpo c’è qualsiasi cosa tu mi abbia fatto. Ogni frustata, ogni schiaffo, ogni sputo, ogni insulto che mi hai lanciato contro.
Non hai neanche la forza di reagire. Sei solo un verme.
Con un ultimo calcio allo sterno ti spedisco contro una roccia. Sei lì, steso, senza più energie, e la tua forma dorata regredisce alla tua solita schifosa apparenza da lucertola albina.
Provi a rialzarti, in un ultimo impeto d’orgoglio che sinceramente non mi aspettavo da te, ma crolli miseramente a quattro zampe.
Quanto sei patetico. Sei nato da nullità e morirai come una nullità.
- “Adesso basta. Questo scontro è finito.” - e carico il mio attacco preferito, quello che avevo preparato appositamente per sconfiggerti, in un nostro scontro.
Ringhi furioso, prendi a pugni il terreno - “D … dannazione … DANNAZIONE!” -
Poi, d’improvviso, il tuo volto assume un’altra espressione, stavolta … bleah … “zuccherosa” …
- “V … Vegeta … ti prego …” - mi dici, quasi in lacrime - “N … non ti ricordi che sono stato io a crescerti … ti ho allevato … come un figlio …” -
- “Sì, certo …” - ti rispondo, cercando di trattenere la mia collera - “Un figlio al quale hai strappato il suo vero padre e tutti i suoi cari …” -
- “M … ma non capisci …” - continui, con quella tua faccia da schiaffi - “L’ho … l’ho fatto perché … perché non mi avete lasciato altra scelta …” -
- “Certo … avevi paura che i mostri che avevi creato un giorno diventassero troppo forti per te, perciò li hai sterminati …” -
- “M … ma non è così … ti giuro, io …” -
- “Zitto. Ci siamo prostituiti a te, abbiamo fatto certe cose che perfino i nostri antenati si sarebbero schifati di noi, perché ci fidavamo delle tue parole. Ma tu … tu ci hai traditi. Ironico, no? Eri venuto qui per cercare vendetta contro di noi, ma sarà la razza immonda che hai creato che la avrà su di te. Vedi di non resuscitare mai più. Big Bang …” -
- “V … Vegeta … aspetta!” -
- “ATTACK!” -
Il mio attacco parte, e t’investe in pieno, disintegrandoti nel giro di pochi secondi. Hai però il tempo di dire le tue ultime parole - “NOOOOOOOOOO!! PERCHEEEEEEEEE’ …” -
Un grande lampo azzurro, che acceca persino me. Quando la luce si dirada, non è rimasto nient’altro che un grosso cratere.
Pian piano mi calmo, e la mia trasformazione svanisce. E’ finita. Sei morto, Freezer. Non esisti più. E stavolta definitivamente. Eppure … non mi sento felice. Mi sento solo più leggero, come se mi fossi liberato di un peso. Ma quella gioia, quella gioia sadica che mi sarei aspettato non c’è. Quando ero il Principe dei Saiyan, godevo nell’uccidere i miei nemici. Godevo, quasi sessualmente parlando, nel vederli rantolare, agonizzare lentamente nel loro stesso sangue.
Ma ora è diverso. Ho perso la gioia di uccidere. Non sono più un Saiyan, né un terrestre. Sono solo un semplice guerriero, come Kakaroth.
Tutti i miei … amici … che parola … corrono verso di me. Mi abbracciano tutti, mi tessono lodi e ringraziamenti per ciò che ho fatto. Non sento di meritarmeli. Ho fatto tutto questo soprattutto per vendetta. Però … che bella sensazione … sentirsi amati per ciò che si fa …
Adesso capisco cosa spinge quell’idiota a combattere, oltre al sano agonismo.
E proprio lui viene verso di me, dandomi una pacca sulla spalla - “Congratulazioni, Vegeta!” - mi dice con quel suo sorriso ebete - “Ci hai salvati tutti!” -
Un po’ di arroganza mi monta dentro - “Potevi sconfiggerlo senza problemi, ma ti sei lasciato prendere dal tuo eccessivo ottimismo, e alla fine Freezer ti ha fregato alla grande! Dovresti ascoltare ciò che dice Whis!” -
Sghignazza, grattandosi la testa - “Mi sa che stavolta hai ragione tu …” -
Rido di rimando - “Per una volta ci troviamo d’accordo su qualcosa.” -
Finalmente ti ho superato, Kakaroth. Certamente non in potenza, so bene che tu sei ancora più forte di me, ma oggi ti ho battuto per quanto riguarda l’intelligenza. Sì, sei un genio nel combattimento, ma anche un inguaribile ingenuo. E ciò ti ha quasi portato alla morte, cosa che non è successa a me.
Whis, che fino a quel momento si era gustato il gelato alla fragola con Bills, viene da me e mi guarda orgoglioso - “Bene, Vegeta. Hai fatto un ottimo lavoro. Anche se devi migliorare ancora parecchio, sei stato migliore di Goku.” -
Anche il Dio della Distruzione mi guarda con un certo rispetto, una cosa che non gli avevo visto fare nemmeno con Kakaroth.
All’improvviso vedo sbucarmi da davanti Bulma - “VEGEEEETAAAAAA!!” -
Mi abbraccia, tenendo il viso affondato sulla spalla - “Sei stato grande! Sei il migliore!” -
Quelle parole riscaldano il mio gelido cuore. La stringo forte a me, e le do un lungo bacio. Tutti ammutoliscono, e mi guardano a bocca aperta. Quanto sono irritanti …
- “Che vi prende, non avete mai visto un uomo baciare la sua donna?! Tsk …” -
Si girano, sghignazzandomi dietro.
- “Quanto siete odiosi …” - sibilo, decisamente irritato.
Mia moglie, ancora attaccata a me, mi fa una linguaccia, e subito mi placo. Non posso arrabbiarmi di fronte al suo bel visino, in fondo.
 
La festa organizzata per me è incredibile: ci sono cibarie e bevande di ogni genere, e talmente tante in quantità che nemmeno io e Kakaroth siamo in grado di finirle.
Nel mentre, tutti ancora mi fanno i complimenti, mi stringono la mano e altre cose. Comincia a farsi irritante. Per carità, sono uno che i complimenti li accetta volentieri, ma così siamo ai limiti della ruffianeria.
Per fortuna, o per sfortuna, non saprei come definirlo, Bulma interrompe tutto, annunciando l’inizio della gara di karaoke, naturalmente in coppia.
Io e quell’idiota del mio compagno di allenamenti finiamo in coppia, e naturalmente la nostra esibizione è talmente penosa - tutta colpa di Kakaroth, è stonato come una iena ubriaca, mentre io ho una voce bellissima - che subito veniamo eliminati.
Ma ancor peggio fanno Bills e Whis, che arrivano addirittura a rompere i vetri della nave sulla quale stiamo navigando. Bulma è costretta a promettere loro migliaia di prelibatezze, pur di fermarli.
Alla fine il premio lo vincono quel moccioso di Gohan e Piccolo, giudicati i migliori cantanti della serata. O meglio, quelli meno penosi di tutti.
La festa finisce a notte fonda, e io e la mia famiglia torniamo a casa che non ci reggiamo in piedi. Dopo aver messo Trunks a letto, che si è addormentato in braccio a me lungo il tragitto, io e la mia sposa andiamo in camera da letto.
- “Uff … che giornata … vado a farmi una doccia …” -
Lei entra nel bagno, e nel mentre comincia a spogliarsi. Dentro di me parte un desiderio incredibile, un desiderio che non riesco a placare. Non sarebbe male concludere la giornata con un bel … epilogo …
Decido, silenziosamente, di spogliarmi anch’io, ed entro nel bagno.
Lei è coperta dal vapore e dal vetro della doccia, ma riesco a distinguere benissimo le sue bellissime forme da modella. In tutti i miei viaggi nello spazio avevo sempre visto le più belle donne di tutto l’Universo, eppure non mi sembravano niente in confronto a lei. Del resto, un Dio ha bisogno di una Dea come moglie.
Entro di nascosto nel lavacro, e subito la abbraccio da dietro - “C’è posto?” -
Con un sorriso malizioso mi risponde senza nemmeno girarsi - “Certo.” -
Cominciamo delicatamente ad accarezzarci a vicenda, su tutto il corpo, mentre ci baciamo. A guidarci è l’istinto, la passione. Per questo la adoro. Sa mischiare amore e peccato come nessun’altra donna riesce a fare.
Dopo un po’ ci stanchiamo di tergiversare, e decidiamo di passare ai fatti. La porto in braccio in camera, e ci sdraiamo sul letto tutti bagnati. Continuiamo a baciarci per un po’, poi mi stacco e la guardo con più chiarezza. A illuminarci ci stanno solo i raggi della luna piena - della quale non devo temere più nulla, non avendo più la coda -
Lei è stupenda: l’acqua di cui è ricoperta brilla di un azzurro intenso a contatto con quella luce, come i suoi capelli.
Ricomincio a baciarla, e cominciò a sistemarmi in modo da arrivare al sodo.
Lei mi sussurra all’orecchio - “V … Vegy … aspetta … i … il profi …” -
Ma non la ascolto, e decido che è arrivata l’ora di unirci. Mi faccio guidare dal mio impeto. Trovo una forza che non pensavo di avere.
E’ una sensazione bellissima, che sto condividendo con la donna della mia vita. Siamo perfettamente connessi, siamo un solo essere. Condividiamo gli stessi sentimenti, le stesse sensazioni. Noi Saiyan abbiamo questo potere, quello di condividere nell’atto intimo i nostri pensieri e i nostri ricordi, anche con un partner alieno. Non lo avevo mai fatto prima con lei, non mi sentivo pronto.
Io vedo tutto quello che c’è nella sua mente - perfino il giorno in cui ha conosciuto quello scimmione di Kakaroth, già scemo in tenera età -, mentre lei vede i miei. E si stringe sempre più forte a me, sussurrandomi - “Tesoro mio … perché … perché non me l’hai mai detto … che … Freezer ti …” -
- “Non volevo … farti … soffrire …” -
- “Amore mio …” -
Continuiamo per tanto, tantissimo tempo. Alla fine sono sfinito, e mi accascio accanto a lei, entrambi ansimanti. Si avvicina a me, e mi abbraccia. Io mi stringo a mia volta al suo corpo. Sento le palpebre pensanti, ma prima di addormentarmi riesco a dirle per la prima volta in tutta la mia vita - “Ti amo.” -
- “Anch’io …” -
Poi ci lasciamo andare tra le braccia di Morfeo. Già so che questa giornata, in cui la mia prima vita si è conclusa, mi darà presto un piccolo grande dono. Un dono che finirà tra le braccia di un uomo nuovo, un uomo che non sarà mai più tormentato dai mostri del suo passato.
   
 
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