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Autore: Chipped Cup    07/07/2016    1 recensioni
[ OneShot | Anne Bonny!centric | Accenni Rackhanne ]
I pensieri di Anne Bonny, a Port Royal, che l'hanno poi riportata da Jack.
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Dalla storia:
Molti uomini, incuriositi da quell'insolita presenza, facevano per avvicinarsi a lei, ma finivano per ritrarsi tutti alla svelta, visibilmente delusi, ripetendo fra loro: «Oh, è solamente una donna con una bottiglia di rum», al che lei girava appena la faccia, li guardava con la coda dell'occhio e commentava con un «Fanculo».
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anne Bonny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Solo una donna e il suo rum



Il mare non era mai stato tanto calmo. Quella notte le sue acque brillavano e splendevano come gemme, illuminate dalla possente luce lunare. Nessuno sembrava farvi caso, però. Gli uomini correvano da una locanda all'altra, impazienti di annegare le fatiche di un'intera giornata nell'alcool; le donne, quelle per bene, restavano chiuse in casa a badare ai loro mocciosi e ad aspettare i mariti, pazienti e speranzose che, per una volta, fossero abbastanza lucidi da dedicare loro un po' di attenzioni, prima di svenire sul proprio letto; le puttane, invece, preferivano aspettare fuori dalle locande, la merce in bella mostra, se andava bene ci avrebbero guadagnato anche da bere. Sul molo per la maggior parte vi erano gli ubriaconi, quelli messi peggio. Nessuno sapeva spiegarsi cosa li spingesse fin lì, si parlava addirittura di una creatura marina che emergesse fuori dalle acque per chiamarli a sé. Una massa di stronzate.
Quella notte, però, sul molo si ergeva una figura solitaria, la schiena inarcata in avanti, la gamba destra dietro la sinistra, le braccia poggiate sulle assi di legno del parapetto, una bottiglia in mano, i lunghi capelli rossi abbandonati lungo la schiena, mossi appena dalla brezza marina e lo sguardo perso nell'orizzonte. Molti uomini, incuriositi da quell'insolita presenza, facevano per avvicinarsi a lei, ma finivano per ritrarsi tutti alla svelta, visibilmente delusi, ripetendo fra loro: «Oh, è solamente una donna con una bottiglia di rum», al che lei girava appena la faccia, li guardava con la coda dell'occhio e commentava con un «Fanculo».
Aveva vagabondato per Port Royal per giorni, Anne Bonny, oramai poteva affermare, senza peccare di presunzione, di conoscere quella città come le sue tasche. Non le piaceva, lo aveva decretato appena poggiato piede sul porto, dopo aver ormeggiato la nave. Anche il rum pareva avere un sapore diverso, forse era la cosa che la infastidiva più delle altre. Si sentiva incredibilmente fuori posto, ma forse era dovuto a una serie di circostanze.
Con lo sguardo rivolto verso il mare, si domandava cosa sarebbe accaduto una volta tornata a Nassau, cosa ne sarebbe stato della sua vita? Che posto le sarebbe spettato? Non voleva ridursi ad andare di città in città con il solo scopo di procurare delle spie, qualcuno che collaborasse alla loro causa. Non poteva neanche abbassarsi a fare la puttana, Max non lo avrebbe mai permesso e, dopo tutto, neanche lei voleva farlo. Eppure ci aveva provato, aveva provato a sperimentare una nuova vita, una vita che non l'avrebbe costretta per mare o ad abbracciare le armi, ma aveva capito subito che tutto quello non faceva per lei. Sentiva di star impersonando un'altra persona, una donna che non era lei. Aveva addirittura indossato un vestito, un vero vestito, sentendosi subito ridicola anziché graziosa. Se l'avesse vista conciata in quel modo, Jack avrebbe senz'altro riso di lei fino a star male.
Jack.
Jack Rackham.
In tutta la sua miserabile vita non aveva mai sentito pronunciare il nome di quell'uomo così tante volte come in quei giorni, poteva giurarlo sulla sua testa. «Anne Bonny?», si era sentita dire, dopo essersi presentata agli uomini più lucidi (ma sicuramente non così sobri) seduti al tavolo di una locanda, «Dove lo hai lasciato Jack Rackham?», oppure «Vieni per conto di Rackham?», o ancora meglio «Cosa porta te e Rackham da queste parti?». Sembrava che la sola presenza della donna implicasse quella dell'altro pirata.
La prima volta quella esclamazione l'aveva infastidita tanto che era arrivata sul punto di tirare fuori la sua spada, procurando risate generali da parte di quei panzoni balordi, qualche sputacchio le era quasi arrivato addosso per quanto non riuscissero a controllare quelle loro stupide risa. Aveva lasciato correre, poi, dicendosi che non ne valeva la pena e che, soprattutto, non c'era gusto a dar loro una lezione – o peggio ad ucciderli – se erano completamente andati per colpa dell'alcool. Aveva smesso, alla fine, di prendersela per quelle parole, ma non di farci caso, né di rimuginare attentamente sul significato che queste celavano.
Erano quei pensieri ad averla portata al molo, mentre trangugiava la sua bottiglia di rum che teneva ben salda dal manico lungo e, forse, un po' troppo rovinato, nella mano destra. Non aveva mai smesso di pensare a quello che si era lasciata alle spalle, non un solo giorno era passato senza che l'immagine di Jack non le si insinuasse nella mente senza preavviso. Sarebbe successo comunque, anche senza sentire costantemente il suo nome come fosse una cantilena. Fu allora che realizzò di non essere mai stata così lontana da lui, non da quando si erano conosciuti, un giorno che sembrava così lontano e che vedeva come protagonisti due persone che, a pensarci, le sembravano, ora, dei completi sconosciuti. Erano solo dei mocciosetti del cazzo, lei per prima che non riusciva a ribellarsi a quella bestia d'uomo che si era trovata, e lui che voleva passare per il più grande pirata dei sette mari. Cosa più che improbabile da vedere realizzata, gli borbottava contro Anne, ogni tanto, per provocargli qualche reazione.
La verità era che non aveva mai conosciuto qualcuno più astuto di Jack Rackham, anche se sarebbe scesa di sua spontanea volontà nelle viscere dell'Inferno piuttosto che ammetterlo a voce alta. Lui aveva il cervello, lei la spada. In qualche modo si completavano a vicenda. Nessuno lo aveva voluto, nessuno lo aveva programmato, ma era successo. Erano cresciuti in simbiosi, non si erano mai separati, l'una era l'ombra dell'altro e viceversa. Si erano sempre protetti a vicenda.
Strinse la mano sinistra in un pugno a quei pensieri, le unghie – seppur corte – le segnarono il palmo, per colpa della pressione esercitata. Levò la bottiglia in alto, in direzione del mare, in un brindisi silenzioso e solitario a quella miserabile situazione in cui si era ritrovata. Ingoiò quel sapore amaro al quale ormai era abituata e che aveva preso ad amare più di ogni altra cosa, dipendente com'era. Lasciò che il liquido le incendiasse la gola, prima di controllare quanto ne rimaneva. Poco, decisamente. Una smorfia si disegnò sui suoi lineamenti già abbastanza ombrosi di natura, schioccò la lingua contrariata, prima di rivolgere ancora uno sguardo verso l'orizzonte.
Non era riuscita ad odiare Jack Rackham, era questo a infastidirla in tale modo. L'aveva tradita e delusa, ma fin da subito aveva saputo che non lo avrebbe mai odiato. Odiava se stessa, invece, e per la stessa ragione. Lasciò che la brezza marina e notturna le accarezzasse il volto e le sollevasse appena i capelli, senza scompigliarli troppo, nel frattempo che traeva le sue conclusioni.
Il loro rapporto non era basato sulla semplice attrazione fisica o sessuale, benché meno sulla gratitudine che, comunque sia, nutriva nei suoi confronti. Non era neanche amore, non credeva neppure di essere in grado di provare un sentimento tanto puro. Era qualcosa che andava oltre, forse addirittura più profondo. Lo aveva capito, si era resa conto che sarebbe sempre tornata da lui, a dispetto di quello che la vita metteva loro contro. Sapeva che avrebbe scelto quel pirata da strapazzo su tutti, sempre. E questo perché le loro esistenze erano destinate a restare unite.
E ad Anne Bonny andava bene, più che bene, lo aveva accettato. Col tempo, erano diventati due parti della stessa cosa e neanche loro erano tanto potenti da cambiare quel dato di fatto. I loro nomi erano sulla bocca di tutti, l'uno dietro l'altro. Rackham e Bonny. Il cervello e la spada. La mente e la forza. E così, anche loro erano stati legati dallo stesso filo invisibile, che li portava a sacrificare ogni cosa per l'altro.
Ed era giusto così.
Uniti erano inarrestabili, delle leggende.
Separati non erano nulla, se non un ricordo.
Anne Bonny s'incamminò lenta verso il porto, a testa alta. L'indomani sarebbe ripartita per Nassau, la sua missione poteva dirsi conclusa una volta per tutte. Passò avanti ai mendicanti ispirando appena l'aria squallida che regnava a Port Royal, incredibilmente felice di lasciarsi quel lurido posto (o almeno lo era per lei) alle spalle.
Stava tornando a quella che era la sua vera vita, il suo destino, al fianco di Jack, fino a quando i loro corpi non sarebbero caduti definitivamente e dati in pasto ai vermi. Certo, sempre se lui fosse stato d'accordo. In ogni caso gli avrebbe fatto vedere le cose dai suoi occhi, gli avrebbe fatto capire che soli non erano niente, nessuno. Perché, dentro di lei, Anne Bonny sapeva che, senza Jack Rackham, sarebbe restata per sempre
solo una donna con il suo rum.



Angolo dell'autrice:
Non so quanto tempo ho perso dietro questa one shot. Forse un anno, più o meno. Ho cominciato a scriverla, poi l'ho abbandonata per mancanza di ispirazione, poi di nuovo ripresa e poi ancora abbandonata per paura di non rendere giustizia al personaggio di Anne Bonny. Alla fine mi sono fatta coraggio e oggi mi sono messa in testa di finirla. E visto che non mi piace tenere le cose che scrivo solo per me, eccovela qui. A mio parere Anne è il personaggio più complesso dell'intera serie (o uno dei più complessi) e non credo sia facile renderla IC al 100%, quindi spero di esserci riuscita.
Il discorso che fa a Jack nel finale di seconda stagione mi ha fatto venire i brividi e pensare, spero di aver reso giustizia anche a quelle parole, così come spero di non averle stravolte, insieme al loro rapporto. Vi dirò, conoscevo già i loro personaggi, la loro storia mi ha sempre appassionata e ritrovarli nella serie mi ha riempito di gioia e forse per questo sono diventati i miei personaggi preferiti, insieme a Silver.
So che questa sezione non è molto popolata (?), ma ringrazio da subito chi perderà qualche minuto del suo tempo a leggere questa mia storia. Spero (quante volte ho detto “spero”?!?!) che vi sia piaciuta e che non faccia poi così tanto schifo. Recensite se vi va, a me fa sempre tanto piacere leggere i pareri dei lettori, anche se son critiche, almeno so di fare bene o se c'è qualcosa da migliorare :)
A presto,

  
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