Ritratto n˚ 16: L’ amico di tutti
Aveva conquistato i cuori di tutta la sua classe nel giro di due settimane o poco meno: dal suo sorriso caldo e gioviale sembravano partire tante frecce inevitabilmente destinate a far centro e grazie anche al carattere disponibile e ottimista non c’era davvero da stupirsi se si era fatto amici un po’ ovunque. Le persone amavano parlare con lui, aveva una buona parola per tutti ed era un ottimo conversatore, anche se talvolta la sua sincerità lo metteva nei guai, inoltre aveva una strana capacità di e valutare le situazioni con lucidità.
Era sempre il primo a proporre un’ uscita di gruppo, una grigliata sulla spiaggia o una settimana bianca; era lui che animava le assemblee, le gite in pullman o le foto di classe; era sempre lui che faceva ridere anche le persone più serie o tristi, anche tra i professori, e passava i compiti ogniqualvolta venisse chiesto, era ancora lui a far calmare le acque: l’ aria tutt’ attorno, in questi eventi, risuonava sempre di una sua risata.
Solo una persona gli sfuggiva, quasi non si fosse accorta della sua presenza, ed era guarda caso quella di cui da sempre era innamorato: il suo esatto opposto, il ragazzo dai ricci biondi e gli occhi neri, la statua greca che come tale stava immobile sotto gli alberi ad elucubrare chissà cosa con le labbra serrate.
Quel folletto che viveva in completa sintonia con la natura era il suo sogno proibito, l’ amore colpevole che in fondo non lo era nemmeno poi tanto, facile da pensare ma impossibile da raggiungere se non con la sua voce.
Che ad ogni modo finiva sempre per scivolargli addosso e ritornare al mittente con il movimento lento e monotono delle onde, quando il mare è calmo.