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Autore: ten12    08/07/2016    4 recensioni
Curare qualsiasi malattia con un infusione. Ciò è possibile a Yharnam, la città dei Grandi Antichi e del sangue curativo, e stranieri da ogni dove giungono alla città dalle lunghe guglie portando con loro i propri demoni. Perciò sappi questo: a nessuno, a Yharnam, interessano gli orrori che hai commesso tu o quelli di qualunque altro viandante. Forse può sembrarti un bene fintantochè non arrivi durante una notte di caccia.
Genere: Dark, Horror, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
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- Questa storia fa parte della serie 'La caduta di Yharnam'
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Le immagini, i luoghi e l'ambiente descritti sono proprietá intellettuale, protetta da copyright, di Sony entertainment e FromSoftwer games. Nessuna violazione é voluta. Questo testo di finzione é da intendere come tale. I personaggi descritti nella storia sono, principalmente, creati dall'autore. Nel caso appaiano personaggi non creati dall'autore è un avvertimento non sia presente mi scuso, nessuna violazione era intesa.

"Quanti sono oggi?" Pensò, instupidito dalla stanchezza, cercando di ignorare il dolore dietro gli occhi e la difficoltà a vedere in modo chiaro. Non si doveva far vedere dagli altri mentre si stropicciava le palpebre: gli avrebbero tolto quell' orario di ronda e di esaminazione ed, a quel punto, nè lui nè la moglie avrebbero avuto il denaro per comprare altre fiale, e niente fiale voleva dire litigare per esse invece di rilassarsi accanto al fuoco. L'alba eruppe dalle guglie acuminate davanti a lui e ferì i suoi occhi marrone scuro leggermente venati di sangue. Viggo si ritrovò costretto ad allontanarsi e scendere le scale per quanto gli facevano male. Gota aveva appena dato l'ordine di aprire i cancelli sul grande ponte. Le torce illuminavano i battenti in ferro scuro. Dall' altro lato dei cancelli una marmaglia senza fine di poveri, ricchi, stranieri, cacciatori ed artigiani del sangue piangevano, morivano di fame, mangiavano o guardavano tristi il selciato sporco. Le barricate, improvvisate con bare, pezzi di legno e statue, che i profughi avevano imparato ad odiare insieme all'attesa. Se quella non era giá abbastanza li aspettavano anche due plotoni di cacciatori bianchi e sette plotoni di cacciatori neri della chiesa. Sei per esaminare, ventuno per "purificare" nel caso si presentasse qualche segno. I solitari cacciatori del sogno dall'altro lato del cancello sarebbero stati i più veloci da esaminare. Viggo li vedeva già passare velocemente, silenziosi e tetri, tra la folla fino a loro. Sapevano che nessuno avrebbe osato avanzare lamentele. I cacciatori bianchi avrebbero esaminato le pupille dei cacciatori del sogno ed un po' del sangue nelle loro vene, dopodichè li avrebbero lasciati passare con il rispetto nel cuore mentre i loro cugini più violenti avrebbero guardato i sognatori con disprezzo e timore, nella loro tipica meschinità pura. I cacciatori del sogno li avrebbero ignorati come di consueto, inoltrandosi tra le viuzze strette della città ad affilare le armi e leccarsi le ferite, osservando occasionalmente dalle torri in attesa. I ricchi ed i nobili, con le loro carrozze, sarebbero prepotentemente avanzati verso le barricate, si sarebbero lamentati per l'igiene degli strumenti con cui li esaminavano e sarebbero corsi poco dopo a rintanarsi nelle case di alleati, amici, rappresentanti del coro o della chiesa. Infine sarebbero avanzati tutti gli altri. I poveri avrebbero guardato con terrore i cacciatori neri, gli artigiani avrebbero pragmaticamente offerto il braccio per l'esaminazione. Gli stranieri erano l'unico dilemma.

Gota, capitano della ronda ordinò ad Hectar ed allo stanco Viggo di aprire. I cancelli stridettero, i cardini cigolarono e la marmaglia si mosse come un tutt'uno, eccezzion fatta per... i cacciatori del sogno. I ricchi ed i nobili occuparono subito i cancelli con le carrozze lasciando degli spiragli ai lati sufficienti forse per un bambino. Gota sospirò. Viggo era tornato a guardare il ponte dalla sua postazione in cima. I bagliori dell' alba non accennavano a diventare niente di più. Un dubbio sorse nella mente di Viggo mentre osservava. I cacciatori bianchi guardavano preoccupati i sognatori. Era successo qualcosa di inaspettato e molto spiacevole. I minuti passarono insieme ai fuggiaschi di rango elevato che non fecero, sorprendentemente, proteste. I cacciatori neri, su pressione dei loro cugini, costrinsero i ricchi e nobili a spostare le carrozze prima di passare le barricate. I sognatori erano rimasti, stoici, nei loro angolini ad osservare la fine del ponte e la folla, alla ricerca di anomalie. Le persone continuavano ad arrivare come formiche fuori dal nido. Gota notò uno straniero e lo indicò con l' indice ad un cacciatore bianco. L'uomo avanzava debole, il cappuccio tirato, ingobbito, con la spalla destra cadente verso l'interno. Era vestito di stracci sporchi e consumati, con un disegno esotico ed una fantasia floreale di colore scuro sul fondo. Quell' uomo era di Loran. Il cacciatore bianco lo prese gentilmente per il braccio con una mano e lo condusse tra le cure dei cacciatori neri che lo guardavano sogghignanti. Il povero viandante secolare inizio a gridare " NOOOOOOOO!!! LASCIATEMI!!! LASCIATEMI ANIMALI! LORAN MI MANDA!!!! LORAN HA BISOGNO DI AIUTO!!!!" Si divincolò con tutto se stesso mentre il plotone di tre cacciatori neri lo portava in uno delle viuzze e gli altri profughi guardavano lo spettacolo senza fermarsi.

 

Gaenoph era un sognatore da due cicli. La sua prima arma era stata la mannaia dentata e non l'aveva mai cambiata. Ne adorava la velocità in rapporto all'efficacia. Contrariamente al suo amico Finch, un cacciatore polveriera che impazziva per il suo cannone, lui aveva sempre preferito usare il lanciafiamme: così da rimanere più vicino alla preda. Strinse la mano intorno all'impugnatura fino a far diventare le nocche bianche . Il ricordo, fresco come le ferite alla gamba, si fece strada prepotentemente. Chiuse gli occhi. "Una fila di torce su entrambi i lati dell'androne illuminava gli interni in pietra ruvida e porosa. Le urla del sacrificio riecheggiavano fino alle sue orecchie mentre strappava la mannaia dal petto del contadino impazzito. Il corrdoio che aveva davanti gli permetteva una visuale ridotta dell'androne ma quello che vedeva bastava a farlo infuriare." Finch lo scosse "Più ci pensi più lascerà il segno. Lascia perdere." disse conciliante. Gaenoph riaprì le palpebre senza guardare l'amico ne proferire parola. "Sangue antico! La caccia è appena cominciata e tu già mi perdi la testa?" disse scuotendolo dinuovo con una mano sola gentilmente . Gaenoph sorrise e riuscì ad allontanare il ricordo. Finch glì offri una fiaschetta evidentemente costruita con i resti di una canna d'archibugio. Gaenoph la prese e chiese "Sangue d'annata?" il viso di Finch si contorse in una smorfia di disappunto mentre ingurgitava la sua parte. "Per amor del coro no! È delizioso liquore. Per chi mi hai preso!" Gaenoph ridacchiò e rispose "Per un contadino con un cannone".Finch ghignò "Da quando in qua i contadini sono diventati amanti del sangue" Gaenoph ingurgitò il liquore e si scoprì ad apprezzarne il gusto fruttato, poi guardò Finch "Da quando è stato scoperto" Sul suo volto s'ebbe l'accenno di un sorriso. "E invece no. Borghese ignorante"."Come sta la famiglia?" chiese Gaenoph "Stanno bene. Tesia ti saluta e il piccolo Kivo è cresciuto. Chiede di te di tanto in tanto." Gaenoph capì cosa stava per chiedergli e lo anticipò "Mi dispiace non essere più venuto a trovarvi negli ultimi tempi. Io ero... impegnato" Finch lo guardò in silenzio per qualche secondo "Va be'. Non ti preoccupare. Avrai modo di vedrli dopo questa caccia" Gaenoph sorrise ed annui. Le labbra di Finch si curvarono in risposta. Si staccarono entrambi dalla staccionata in pietra di due metri che delimitava i bordi del ponte e proteggeva dalla caduta. Si alzarono ed iniziarono a prepararsi per passare. Gaenoph si coprì il volto dal naso in giù con la classica bandana in pelle e rimise il tricorno tipico dei cacciatori. Alzò lo sguardo sulla folla e notò che un piccolo gruppo di stranieri incappucciati si teneva lontano dalle carrozze dei ricchi, posizionate li vicino, le quali emanavano un forte odore di incenso.

 

L' alba non sembrava giungere ed i cacciatori sembravano sempre più nervosi. Viggo scese le scale per andare a riferire a Gota.

 

Gaenoph si avvicinò ad un gruppo di tre viandanti incappucciati. Finch fu la sua ombra. La mannaia era pronta nella destra. "Stranieri abbassate i cappucci per favore." Disse. I tre si fermarono. Uno di loro si avvicinò a passi lenti e disse mellifluo " Certo sognatore." Geanoph attivo la prolunga della sua mannaia e gridò in posizione di combattimento con le gambe divaricate "FERMO!" Finch notò del movimento sulla sinistra. Piccoli gruppi di incappucciati venivano avanti sempre più numerosi sul ponte ed altri sognatori si erano fatti avanti per fermarli. "Gaenoph guarda" disse Finch indicando i colleghi. Il trio di incappucciati si mosse felino credendo i due cacciatori distratti. Il più vicino puntava alla gola con le mascelle aperte ed i denti in vista. Gaenoph fu fulmineo. Schivò a destra tirando un fendente con la mannaia che decapitò il più vicino e quello direttamente dietro. Finch fu altrettanto veloce e, mentre i corpi deformi e flosci dei due cadevano a terra con fiotti di sangue infetto che schizzavano fuori dai colli finendogli addosso, lanciò in avanti il braccio destro attivando la funzione secondaria del suo perforatore e fracassando, grazie alla propulsione, il cranio della bestia. Gli altri gruppi di incappucciati attaccarono. La folla impazzì, iniziando a correrre verso i cancelli se sufficentemente vicina o disperdendosi nelle viuzze di vecchia Yharnam altrimenti. Nella foga alcuni finirono compressi contro le transenne ai bordi del ponte o sotto i piedi della marmaglia. Gaenoph perse l'equilibrio a causa delle spallate e cadde all' indietro. Piedi frenetici e odori nauseabondi lo assalirono. Sentì le costole scricchiolare. Finch sparò un colpo del cannone di avvertimento e le persone intorno a lui ed al suo amico si diradarono spaventate, in alcuni casi fermandosi terrorizzate ed incerte ma riprendendo a correre poco dopo. Uno dei viandanti incappucciati al centro del ponte eruppe in un ruggito furioso e si trasformò in una bestia oscura enorme iniziando a prendere manciate di profughi ed a sbatterli contro il primo cacciatore che vedeva. Finch aiutò Gaenoph ad alzarsi e chiese urlando sopra il frastuono di urla ed esplosione di colpi al mercurio " CHE FACCIAMO??!"

 

I cacciatori bianchi si mossero per primi. Estrassero i lanciafiamme ed avanzarono sparando a zero. I cacciatori neri alle calcagna dei primi estrassero gli archibugi e coprirono i buchi della prima linea dei cugini. Gota, Viggo ed Hector guardarono allibiti mentre i cacciatori bianchi uccidevano ricchi e poveri, artigiani e nobili per poi chiudere i cancelli.

 

   
 
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