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Autore: InsaneMonkey    09/07/2016    2 recensioni
Eh, già, sempre la stessa storia.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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💫






Sospiro.
Mi passo una mano sulla fronte; è un gesto rapido il mio, ma utile a rimuovere le gocce di sudore che stanno scivolando lente su alcuni tratti di pelle.

«Perfetto, Senji. - mi dice il mio capo, un uomo alto e robusto dagli occhi e dai capelli scuri. Si chiama Haru. - Per oggi abbiamo finito» mi rivolge un sorriso cordiale.

Presumo che si sia accorto del fatto che abbia faticato particolarmente e forse, curvando le labbra sottili a mezzaluna, sta cercando di rincuorarmi e di mostrarmi la sua gratitudine per la mia costante diligenza.

Dopotutto, è sempre stato molto buono e gentile nei miei confronti - anche se mi domando continuamente come faccia ad essere così sereno e tranquillo ogni volta, invidiandolo per questa sua caratteristica.

«Puoi tornare a casa» aggiunge subito dopo Haru.

Lo vedo stringere tra le dita delle mani dei soldi e immediatamente penso che li stia contando; avendo lavorato parecchio, non mi stupisco che l'incasso corrisponda ad un gruzzolo notevole, anzi percepisco un senso di soddisfazione.

Sono oramai due anni che faccio il cameriere in un ristorante situato vicino la spiaggia e non mi sono mai pentito della decisione presa.

Non mi dispiace affatto questo posto, non soltanto per la simpatia di chi mi sta accanto, ma anche perché si può godere di un panorama bellissimo - in particolare il tramonto del sole è uno spettacolo stupendo, ho sempre adorato, fin da piccolo, osservare il cielo tingersi di sfumature così vive e accese e attendere la lenta comparsa della luna.

Sono uno tra i più giovani qui, avendo ventisette anni; per questo motivo non mi sorprende che riceva piuttosto spesso occhiate da parte di alcune ragazze che durante l'estate vengono qui a mangiare.

Non do loro molta importanza - sono qui per lavorare, non per fidanzarmi dopotutto - ma ammetto di aver risposto più volte ai loro sguardi con dei sorrisi.

Non avrei mai immaginato, però, che un gesto così innocente, dettato unicamente dall'obbligo morale di essere affabili con i clienti peraltro, potesse rivelarsi capace di provocare un lieve rossore sulle loro guance.

«A domani!» saluto Haru prima di dileguarmi.






💫






Il soffio leggero della fresca brezza impregnata di salsedine e dei versi dei gabbiani che volano verso l'orizzonte mi carezza delicatamente.

Si insinua per il tessuto della mia maglietta nera, solleticandomi la pelle.

Mi sfiora il mento, gli zigomi, i capelli castani grondanti di gel, donandomi una piacevole sensazione di sollievo.

Noto che ci sono tante persone in giro, tutte col sorriso dipinto in un'espressione di gioia.

C'è chi corre per tenersi in forma, chi sfreccia su strade colpite dai raggi del sole in bicicletta, chi cammina accanto al suo amore estivo alla ricerca di un momento magico per stampargli un bacio sulle labbra, dolce come lo zucchero, vitale come l'ossigeno.

Mi piace quest'atmosfera di pace.

Mi è capitato diverse volte di chiedermi cosa mai potessi escogitare per raggiungere anche io finalmente quella contentezza assoluta che sta tuttora aleggiando nell'aria, che suscita scintille di energia e di ottimismo da ogni singolo frammento di cuore, senza però riuscire nel mio intento.

Certo, sono fermamente convinto che in fin dei conti la fama, la gloria e i soldi che in troppi bramano e che i ricchi sbandierano non portino a quella destinazione tanto agognata.

Sto bene, sì, semplicemente vorrei saper strappare tutti i fili di quel labile velo di noia, mitigare quello strato di apatia che ultimamente si profila spesso malgrado la forte presenza di benessere, rivestendo parte delle mie giornate.

Non mi dispiacerebbe affatto evadere per un istante dalla quotidianità e sperimentare qualcosa di nuovo.

Sento che manca qualcosa che mi farebbe star meglio.

È tutto così monotono, così poco originale.

È sempre la stessa storia e per quanto mi sforzi di mettere a tacere quella flebile punta di disappunto dovuta a ciò non ci riesco mai effettivamente.

Svegliarsi, alzarsi dal letto abbandonando le fresche lenzuola, lavarsi, evitare di scivolare uscendo dalla doccia, vestirsi, errare senza una vera e propria meta in rete, salutare i vicini - rompiscatole e bastardi come pochi.

Sospiro.






💫






Sto ancora camminando lungo uno dei tanti viali dalle palme alte.
Poco più in là, a sinistra, si staglia una vasta distesa di limpida acqua marina.

Sento il suono leggermente attenuato delle onde che si infrangono sulla fila disordinata di scogli schizzando gocce.

E - maledizione! - nonostante la tranquillità del paesaggio non smette di ronzarmi in testa il disperato e compulsivo pensiero di capire come possa fare per cancellare la traccia di noia.

«Ciao, Senji» un tono di voce femminile e trillante mi riporta alla realtà: arrivandomi ai timpani, mi desta di colpo.

Dopo aver focalizzato completamente l'attenzione sulla figura magra dinanzi a me, mi lascio sfuggire un sorriso mellifluo - più per educazione che per altro.

La riconosco: è Yuri.

«Ciao».

Non ho mai nutrito una grande simpatia per Yuri, non soltanto perché è una delle classiche oche da strapazzo, ma anche per il suo carattere.

Finge di essere dolce e gentile con il prossimo, ma oramai da diverso tempo ho capito cosa si celi dietro a quella maschera, a quegli occhi azzurri brillanti come zaffiri e a quella zazzera bionda: la sua lingua è velenosa come quella di una serpe, le sue parole acide feriscono più di lame taglienti.

Tuttavia devo trattarla bene: dopotutto è la migliore amica di mia sorella.

Mi domando mentalmente come faccia Kasumi a ritenerla così simpatica.

Meno ci parlo e meglio è: un saluto ricambiato, uno sguardo e senza aggiungere nient'altro ognuno se ne va per i fatti suoi.






💫






«Com'è andata oggi~?» mi chiede premurosa Kasumi.

Ogni volta che torno dal lavoro accade sempre la stessa dinamica: non ho nemmeno il tempo di mettere piede in casa che subito vengo travolto da un tornado dai capelli scuri, frizzante e pieno di vitalità.

Sorrido al pensiero che mia sorella non cambierà mai - né di lei è mai variato qualcosa durante i suoi sedici anni di vita, a parte i gusti musicali e alimentari e soprattutto il suo colore preferito: con quale coraggio ha osato rimpiazzare il rosso con il rosa?

Oggi si cena dai nonni e approfitterò di quest'evento per tenere loro compagnia.

«Normale, le solite cose...» tento di liquidare il discorso in fretta, fallendo miseramente nel mio obiettivo.

Volendole bene, le avrei fatto una cosa del genere per dispetto solo se avessi desiderato attaccarle briga; adesso non mi va semplicemente: sono stanco, oggi più del solito.

Il tepore della casa mi ha oramai avvolto in un abbraccio accogliente, senza lasciarmi più andare, mentre dalla cucina proviene un buon odore, segno che mamma e nonna stiano preparando qualcosa.

Vorrei farmi la doccia ma Kasumi mi segue in bagno, avvicinandosi a me; sono certo che ora inaugurerà una catena di domande, commenti e affermazioni inutili che potrebbe benissimo pormi direttamente a cena pur di intrattenermi e di dar sfoggio alla sua loquacità smodata.

Del resto la capisco, mi vede poco ultimamente.

«Che hai fatto all'indice?» mi chiede ad un certo punto, accorgendosi del cerotto che ho usato per fasciare il dito ferito.

«Nulla, ieri sera mi sono tagliato col coltello».

«Che scemo!» mi punzecchia lei, scherzando.


Eh, già, sempre la stessa storia.





















~ Magico Regno dei Kinder Pinguì ~

Semplicemente mi andava di scrivere qualcosa che avesse il sapore del nulla assoluto.

Forse però dietro a queste righe in apparenza senza significato qualcosa si nasconde davvero.

Comunque, penso che si capisca che l'abbia scritta in un momento di noia xD

Siccome in questo periodo sono particolarmente impegnata, credo che posticiperò la pubblicazione della prossima storia!

Un bacio💋

InsaneMonkey






   
 
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