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Autore: Crilu_98    10/07/2016    1 recensioni
François Marchand, appartenente ad una famiglia della media nobiltà francese, è alla disperata ricerca di sua sorella Amélie, sparita senza lasciare traccia; ancora non sa di essere diventato il bersaglio di un manipolo di congiurati e che per venire a capo dell'enigma dovrà ricorrere all'aiuto di una giovane ladra, Claire, dal passato misterioso. Amélie, invece, nel tentativo di riconquistare la propria libertà incrocia la strada di James MacMallon, un bandito scozzese in esilio perennemente diviso tra il profitto materiale e la propria coscienza.
Nel frattempo, a Parigi, il Cardinale Richelieu indaga sulle voci che girano a palazzo, avendo tra le mani un unico indizio: il simbolo del Giglio Scarlatto.
Tra briganti onesti, affascinanti contesse, spie, sicari e pedine si dipana la storia di una congiura che potrebbe mettere fine al regno di Francia...
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Epoca moderna (1492/1789)
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Il capitano Schmitt osservò gelido la coppia tremante di fronte a lui: erano quasi anziani, lei una contadina robusta e lui - gli pareva che il nome fosse André - un maniscalco.
Si avvicinò con lentezza, mentre intorno a lui i suoi uomini setacciavano la piccola e spoglia casupola.
-Perché ci fate questo? Siamo povera gente, non abbiamo fatto nulla di male!- si lamentò la donna. Schmitt la squadrò a lungo, prima di iniziare a parlare con voce atona:
-Stiamo cercando delle persone: un uomo, probabilmente ferito, ed una ragazza. Abbiamo seguito le loro tracce fino ad un fosso, poi le impronte sono diventate confuse e i miei uomini non sono più stati in grado di procedere... Ora, la vostra casa è l'unico edificio nel raggio di molte miglia e a me sembra naturale che quei due potrebbero aver cercato aiuto qui. Non credete anche voi?-
André rabbrividì e rispose incerto:
-Non so di cosa state parlando...-
-Capitano! Signore! Guardate!-
Il maniscalco iniziò a sudare nel vedere il pezzo di stoffa che il soldato porgeva a Schmitt: era un pezzo stracciato della camicia dello straniero, che sua moglie aveva buttato nella stalla. Ed era, in modo inconfutabile, macchiato di sangue.
-Quello... Quello è mio, mi sono ferito un po' di tempo fa...-balbettò, stringendo a sé la moglie mentre il capitano si avvicinava minaccioso sguainando la spada.
-Non mi piacciono le persone che mentono...- sibilò Schmitt.
Dopo poco i suoi uomini lo videro uscire dalla casa e ripulire la spada sporca di sangue. Il capitano montò a cavallo e alzò lo sguardo per orientarsi col sole:
-A Parigi!- ordinò poi, spronando la cavalcatura.
 
Si fermarono a mangiare in una locanda lontana poche miglia da Parigi. Si trovava su una strada poco frequentata dai viaggiatori, ma François e Mouchoir Rouge ebbero comunque cura di tenere il capo basso e di non farsi notare.
-Non abbiamo stanze!- li informò sgarbatamente il locandiere, ma Claire rispose prontamente con un sorriso:
-Non ne abbiamo bisogno: partiremo domani mattina molto presto e per queste poche ore potremo tranquillamente riposare attorno al tavolo!-
L'uomo grugnì soddisfatto e portò loro la cena.
-Cosa faremo una volta arrivati a Parigi?- chiese Amélie, con la testa appoggiata alla spalla del fratello.
-Io propongo di andare dal Duca.- disse Claire.
-Lo coinvolgeremmo troppo!- replicò invece François -Si è già sbilanciato molto per noi, se Richelieu lo tenesse d'occhio potrebbe pensare che sia implicato nella congiura anche lui e allora perderemmo anche l'ultima possibilità di dimostrare la nostra innocenza!-
-E quindi cosa proponete di fare, Marchand?- domandò James, rivolgendogli la parola per la prima volta dopo il suo resoconto sugli avvenimenti che li avevano fatti incontrare.
François si irrigidì leggermente sulla panca e mormorò:
-Dobbiamo nasconderci. La casa di Claire è piccola, ma per un paio di giorni andrà bene... Sempre se riusciamo a raggiungerla. Poi penseremo a come contattare il Duca: dovranno muoversi quelli di noi che non sono conosciuti in città e ciò esclude me, mia sorella, Mouchoir Rouge e anche Claire...-
-Cosa?-
-Le guardie del Cardinale pattugliano tutta Parigi: non possiamo rischiare che ti riconoscano! Quindi gli unici che potranno muoversi liberamente sarete voi, monsieur MacMallon, e voi, Rénard.-
-Molto bene!- affermò lo scozzese con un ghigno -Ma dimenticate che io non sono mai stato a Parigi e che Rénard, essendo muto, è di ben poca utilità nel fornire indicazioni!-
Il rosso sbuffò, offeso da quell'affermazione ed iniziò a gesticolare; l'unico a capirlo, però, era Mouchoir Rouge, che si limitò a rabbonirlo con una pacca sulla spalla.
-Vi fornirò io tutte le indicazioni necessarie per raggiungere Carlo d'Angouleme, non temete!-
James annuì e la comitiva sprofondò nel silenzio.
Più tardi, uscito per prendere una boccata d'aria fresca, François fu raggiunto proprio da James, che lo squadrò con attenzione. Il moschettiere sbuffò: la presenza di quell'estraneo lo irritava, sopratutto al pensiero della sua intimità con Amélie.
-Cosa volete, monsieur?-
-Preferirei essere chiamato James, se non vi dispiace.-
-Bene James, la sostanza non cambia: perché mi avete seguito qui fuori?-
-Volevo parlarvi... Di vostra sorella.-
François nell'udire quelle parole sbiancò di botto e assunse un'espressione ostile:
-Non so cosa vi siate messo in testa questi giorni, ma ascoltatemi bene...-
-No, ascoltatemi voi!-
Lo scozzese era più alto di lui di quasi tutta la testa e con i pugni chiusi e il viso contratto in una smorfia furente aveva un aspetto temibile. Poi però sospirò e continuò a parlare in tono più sommesso:
-In questi giorni non mi sono messo in testa nulla, se non l'idea di amarla. Ma a differenza di Amélie io sono un uomo fatto e comprendo come le realtà da cui veniamo siano troppo diverse per poter avere un futuro insieme. Credetemi, non l'ho mai sfiorata...-
"Questo non è del tutto vero!" lo rimproverò la sua coscienza, ma James non ci badò.
-... Ma avverto l'istinto irrefrenabile di difenderla e proteggerla. Ecco, vi chiedo questo permesso: vorrei restarle accanto fino a quando non vi saprò al sicuro da qualsiasi congiura. Dopo me ne andrò, lo giuro, voglio solo... Sapere che starà bene.-
Il francese lo osservò stupito: non credeva che dietro la rudezza e le discutibili manieri di MacMallon si potesse nascondere un animo così appassionato.
-Ho la vostra parola che non toccherete Amélie?-
-Ovviamente!-
-Affare fatto, allora!-
Nascosta dietro la porta, Amélie si portò la mano alla bocca e corse a sfogarsi con Claire.
 
James non capiva come mai, proprio ora che aveva ottenuto il permesso di poterle stare accanto - almeno fin quando la loro missione non fosse giunta al termine - Amélie lo evitasse come la peste.
Questo almeno finché non si decise sospirando a chinarsi verso di lei e a chiederle conto del suo strano comportamento.
-Siete un vigliacco!- sibilò lei in modo duro, senza voltarsi. Lo scozzese rimase stordito per qualche attimo, poi la rabbia e l'orgoglio presero il sopravvento: mai nessuno, in tutta la sua vita, aveva osato dargli del codardo.
Lanciò un'occhiata a François che li precedeva ed afferrò i fianchi della ragazza in una morsa ferrea; Amélie sussultò e cercò di ritrarsi, imbarazzata.
-E perché, di grazia, sarei un vigliacco?- ringhiò nel suo orecchio, con voce roca. La giovane Marchand divenne rossa in viso ed iniziò a balbettare; James la trovava una visione deliziosa, ma era troppo indignato per darlo a vedere.
-Perché... Perché voi non combattete per me! Permetterete a mio fratello di portarmi via da voi, una volta che tutto questo sarà finito!-
-Avete origliato la nostra conversazione, miss?-
-Ero venuta a cercarvi...- mormorò lei, offesa e malinconica -Volevo continuare il discorso dell'altro giorno con voi, avrei voluto dirvi che vi amo anch'io e cercare una soluzione per noi... Ma adesso sarebbe inutile, no?-
Lo scozzese provò per un istante una felicità incredibile, che gli scaldò il cuore e rischiò di fargli venire un mancamento; subito dopo, però, la lucidità riprese il sopravvento e la gioia si tramutò in dolore e tristezza.
-Sì, sarebbe inutile. Io non vengo mai meno alla parola data.-
 
Entrarono a Parigi di notte, indisturbati. Ma non ebbero neanche il tempo di rallegrarsi della loro fortuna che si ritrovarono circondati dalle guardie del Cardinale. E in mezzo a loro, François riconobbe RIchelieu in persona, che osservava la compagnia incuriosito.
-Bene, bene.- mormorò -Finalmente avrò delle risposte.-
-Lo spero per voi.- esclamò Claire facendo un passo avanti. Il moschettiere impallidì e Mouchoir Rouge gridò:
-Claire, cosa stai facendo?-
Ma Richelieu non badò a nessuno dei due: fissava impietrito la ragazza che aveva di fronte, la scrutava come se avesse visto un fantasma.
-Voi... Voi siete...- balbettò incerto, mentre i soldati, confusi, aspettavano ordini. Claire fece un altro passo avanti, scostando i capelli dietro le orecchie in modo che gli orecchini di ambra scintillassero alla luce delle fiaccole.
-Vostra figlia.-
 
 
Angolo Autrice:
Scusate il ritardo, ma in questi giorni non avevo internet e non ho potuto aggiornare niente :( anche adesso vado molto di fretta, ma mi premeva postare questo capitolo, che nel mezzo non è un granché, ma inizia e finisce con due bombe: Schmitt che uccide due poveri innocenti e si reca a Parigi, e Claire che... Beh, che è la figlia di Richelieu! Finalmente si scopre il suo segreto :)
A presto
 
Crilu 
   
 
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