Mi piacciono le mie parole,
Anche gridarle,
Possono fare molto pių rumore.
Impasticcato, aspetto che la notte,
Passi senza troppo sudore.
E senza che il bianco del soffitto,
Opprima la mia mente.
Rinchiuso fra queste pareti,
Il mio mondo che avanza.
Si fa largo dentro me.
Il miglio percorso,
Su questi fogli,
E la circonferenza della terra intera.
Nella mia stanza c'č un deserto,
Di sale, uno di pietra e un'altro di ghiaccio.
Un'oasi, una riva, il mare, una montagna,
E un pascolo verde, aperta campagna.
La valle si riempie delle mie lacrime,
Il sole bacia soltanto i miserabili,
Come me, che portano dentro,
Versi, poesie maligne.
Ho baciato i miei palmi,
L'ho fatto credendo fossero i tuoi.
Poi mi sono lasciato andare,
Sono spirato via, lontano.
Infondo c'era bisogno di andare,
Andare, andare, andare,
Rimare, rimare, rimare.
Cadere, cadere, cadere.
Riposare, riposare, riposare.