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Autore: Mary_ghiandaia_imitatrice    12/07/2016    2 recensioni
"Come si può tornare a vivere questo mondo grigio dopo aver toccato l'azzurro e assaggiato la libertà?"
Perchè ci intestardiamo nel ritenere che i sogni sono solo desideri impossibili e che non possono essere delle alternative possibili della realtà in cui viviamo?
Genere: Introspettivo, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cosa sono i sogni? Quand'è che i sogni diventano realtà possibile? Arrivano dei momenti in cui si deve scegliere: continuare ad aggrapparsi ai sogni o rinunciare. Vorrei poter pensare che i sogni sono sempre una cosa positiva ma a volte ti avvelenano di più della rassegnazione.
È più giusto rinunciare sapendo di aver provato o continuare a sperare aggrappandosi ai sentimenti? 
"Chi sogna sta tra le nuvole", si dice.
Sognare come volare nel cielo infinito dove non ci sono ostacoli, dove tutto è nitido, e niente e nessuno ti influenza o ti trattiene contro la tua volontà. La coscienza, invece, seduce e costringe i piedi a terra, come incatenati, e ci obbliga a mettere un piede davanti l'altro, potendo scegliere tra ben poche direzioni in cui andare. Però è anche vero che in quell'immenso ci si potrebbe perdere.
È giusto dunque lasciare la mente libera a volare in un mondo che non ci appartiene e non restare attaccato al nostro mondo, quello nel quale nasciamo?
Nel mondo dei sogni poi siamo soli: non c'è nessuno a dirci basta, a dirci che l'infinito non fa per noi e che di "volare" non ne vale la pena perchè prima o poi dovremmo ricadere a terra.
Come si può tornare a vivere questo mondo grigio dopo aver toccato l'azzurro e assaggiato la libertà? Eppure anche gli uccelli non possono vivere nel cielo, hanno bisogno di toccare terra ogni tanto, di riposarsi per poi ripartire. Noi ne siamo capaci?  Siamo capaci di sognare e sapere quando smettere?
Come si fa a stabilire quando sognare vuol dire non arrendersi e quando invece vuoldire intestardirsi nell'impossibile? Esiste un equilibrio? 




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Questa "storia" è una sorta di flusso di coscenza, scritta per un compito di scuola. Il compito era di scrivere un monologo, ma anche se alla fine non è risultato un vero e proprio monologo mi sono sentita comunque soddisfatta di ciò che ho scritto: sono riuscita a trovare le giuste larole per descrivere il mio pensiero perciò eccomi qua! Non esitate a recensire, accetto e voglio qualsiasi tipo di critica!
 
  
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