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Autore: __shadow    12/07/2016    1 recensioni
Dal testo:
Era seduto sul bordo della vasca al lato opposto del mio, sapevo che stava scomodo ma lui non si schiodava, gli piaceva stuzzicarmi. Gli piaceva vedermi soffrire. Voleva vedermi sola.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il silenzio nella stanza era assordante e l'aria inrespirabile.
Ero immersa nella vasca, l'acqua calda riusciva sempre a rilassarmi ma in quel momento sembrava che niente potesse farmi sentire bene.
"Vorrei ammazzarlo quello stronzo" disse Jem accendendosi l'ennesima sigaretta.
Era seduto sul bordo della vasca al lato opposto del mio, sapevo che stava scomodo ma lui non si schiodava, gli piaceva stuzzicarmi. Gli piaceva vedermi soffrire. Voleva vedermi sola.
"Dovresti fumare di meno." Risposi guardandolo fisso negli occhi e lui ricambió di rimando.
Qugli occhi color del caramello fuso, non facevano per lui. Lui non era un tipo caloroso, dolce o affettuoso, tutte cose che mi venivano in mente quando pensavo a quel colore.. Sarò una pazza ma io davvero ci credevo.
"Perchè gli hai dato corda?" Continuò.
"Non ho fatto nulla e tu lo sai" risposi arrabbiata. Non sopportavo questa sua gelosia infondata e incontrollata, non sopportavo più nulla e basta.
"Tu non fai mai nulla, sei sempre la vittima." disse aspirande il fumo dalla sigaretta e nel farlo chiuse gli occhi per assaporarla meglio. Era un suo vizio, un vizio che mi faceva impazzire. 
"Dovresti andartene.." volevo uscire da lì e scappare ma non potevo, non volevo farmi vedere nuda. Mi aveva inchiodata lì con la massima facilità e si vedeva che ne era compiaciuto.
Aveva altre quattro sigarette.
Dovevo resistere solo per quell'arco di tempo.
"Dovresti, dovresti... Sempre a dirmi che dovrei fare.. Invece tu Dovresti capire che faccio solo quello mi dice la testa."
"Mi devi lasciare in pace." Dissi allora.
 Spense la sigaretta schicciandola sul muro e la gettò sul pavimento come se fosse casa sua.
"Lo sai che non posso nè tanto meno voglio farlo." Ero arrabbiata, arrabbiata con quell'essere che non mi lasciava in pace. Che ostinava a intrufolarsi nella mia vita e nei miei pensieri. Quell'uomo tanto bello quanto dannato ed io che in confronto a lui ero una bambina,non riuscivo davvero a capire cosa avesse trovato in me.
"Potrei ammazzarti, lo sai?"lui fece un mezzo sorriso poi prese un'altra sigaretta e se la portò alle labbra per poi accendersela e in tutto questo non staccò un attimo gli occhi dai miei
"Potrei amarti, lo sai?" Mi lasciai sfuggire un singhiozzo, sentivo il cuore che mi batteva forte nel petto, il respiro irregolare mi faceva alzare e abbassare il petto in maniera più che visibile e lui sorrise soddisfatto.
Sapeva che effetto aveva su di me ma non nessuno dei due immaginava che con una semplice frasi mi avrebbe suscitato tali emozioni.
"No che non puoi" risposi cercando di riprendermi.
Lui non poteva. Lui non amava.
"Perchè non potrei?"
"Non sei il tipo. Tu distruggi e basta." Jem socchiuse gli occhi guardandomi, dopo alcuni secondi, il tempo di assimilare quanto appena detto che scoppiò in una risata isterica.
"Potrei dire lo stesso di te." Per un un po' restammo in silenzio, lui che si rovinava i polmoni ed io il cuore. Poi ripetè il rituale e ne mancavano tre.
"Io non distruggo proprio niente." Rispose in fine ma lui ci mise un po' per capire a cosa mi riferissi.
"Infatti tu distruggi solo me." 
Mi porse la sigaretta invogliandomi a fare un tiro, io cercai di rifiutarmi ma mi minaccio di restare tutta la notte lì, ma io in quelle condizioni una notte non ce l'avrei fatta mica quindi accettai, inutile dire che mi andò di traverso e cominciai a tossire.
Jem rise di gusto, fece un altro tiro e me la porse di nuovo.
"La seconda volta è meno schifosa" e allora riprovai ancora e ancora, tanto che le sigarette le finimmo insieme.
"Credo di aver fumato troppo." Mi disse.
"Credo anche io.."
"Mi odi davvero?" Mi chiese ad un tratto dolcemente.
"Si." Risposi tremando dal freddo.
"Come tutti." Sorrise. 
"Puoi uscire adesso per favore?" Ormai tremavo tutta, l'acqua era diventata gelata e la schiuma stava perdendo d'effetto.
"Ad una condizione.."
"Dimmi"
"Domani esci con me"
" va bene, tanto mi avresti costretta comunque."
Lui mi sorrise vittorioso, si alzò sgranchiendosi e poi si abbassò alla mia altezza in modo da parlarmi nell'orecchio.
"Inutile che ti copri, tanto non ti servirà per sempre. Sei roba mia." Mi diede un leggero bacio.
Dopodiché girò i tacchi e andò via.

  
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