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Autore: bluemermaid1999    12/07/2016    0 recensioni
L'Istituto è quello di sempre: statuario e magnifico, con il suo via vai di Cacciatori da tutto il mondo. Ma cosa succederebbe se i ruoli fossero invertiti? Se Clary e Simon fossero i cacciatori e i Lightwood e Jace i mondani? Scopriamolo...
Buona lettura
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Clarissa, Jace Lightwood, Simon Lewis, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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< Ora stai meglio? >, chiese Clary in apprensione.
< Si, ma la stessa cosa non si può dire del divano e delle tue braccia >, rispose Cassandra con la testa bassa.
< Hey, non ti devi preoccupare per me. Guarda >, disse Clarissa. Un fumo nero le uscì dalle mani e iniziò a vorticare intorno alle ferite sul suo corpo, rimarginandole del tutto nel giro di pochi secondi. Avere la magia talvolta era comodo. Poteva guarire prima anche senza gli Iratze. Il punto era che non poteva usarla quando era in missione. Altro motivo per cui si era staccata dall’Istituto, avendo la possibilità di lavorare in proprio ed utilizzare tutte le sue “capacità”.
Come previsto anche Cassy aveva avuto una reazione non proprio controllata. Si era trasformata e aveva iniziato a dare di matto graffiando il parquet. Clary era volata rimanendo a mezz’aria, in modo da essere lontana dalla furia dell’amica. Aveva bloccato le uscite delle stanza e le finestre con un velo di magia, in modo che dall’esterno nessuno avrebbe potuto sentire o vedere quello che stava accadendo ed anche per limitare i danni. Era poi scesa al suolo e aveva cercato di farla tornare in sé, ma con scarsi risultati all’inizio. Aveva capito quello che avevano dovuto subire i suoi due amici prima. Ad un certo punto le aveva buttato le braccia al collo, entrando in contatto con la pelliccia calda. Cassy l’aveva guardata con due occhi giallissimi, annebbiati dalla rabbia. Il loro potere in più, derivato dagli esperimenti di quel pazzo, le avevano legate indissolubilmente a Valentine. Era riuscito a creare una specie di legame di asservimento con loro. Anche se con gli anni e l’aiuto della magia di Clary e Magnus erano riuscite ad indebolirlo parecchio, in minima parte esisteva ancora. E l’effetto non era piacevole. Le faceva attivare quando qualcuno con il suo stesso sangue era in zona o quando sentivano anche solo il nome, facendo riaffiorare i ricordi di quella infanzia che non avevano vissuto.
Dopo averla afferrata si era beccata due morsi di poco sopra il gomito e vari graffi, ma non aveva mollato fino a che Cassandra non aveva ripreso sembianze umane, piangendo nuda tra le sue braccia. Clary aveva fatto comparire una coperta e l’aveva stretta cullandola come quella volta.
 
Anni prima, Cantina della Magione Morgestern
Clary si era nascosta in un angolo. Alcune tracce degli spasmi continuavano a presentarsi, facendola tremare. Il Mostro aveva finito con lei e l’altra bambina che c’era nella “stanza”, se così si potevano chiamare  le celle di pochi metri quadrati in cui erano rinchiuse. Ora aveva appena fatto la puntura a Cassy. L’aveva sentita gridare. Clary si sforzava di non gridare mai. Non voleva dargli soddisfazioni. Per quanto la riguardava non era mai stato suo padre. Non aveva nessun ricordo felice con lui, come d’altronde non ne aveva con i suoi fratelli o con sua madre. L’unica cosa con cui aveva familiarità era quella cella.
Cassy stava urlando tanto. Il Mostro rideva. Ad un certo punto sentì un ululato. Lungo, acuto. Si era sicuramente trasformata. Un grugnito da lupo echeggiò nell’aria. Il Mostro aprì un cancello. Clary rimase basita. Era strano che le facesse uscire. Non le aveva mai fatte uscire dalle loro stanze. Si alzò in piedi, rimanendo nella zona buia. Si preparò ad attaccare. Ma mentre le fiamme nere stavano per scaturire dalle sue mani, Valentine entrò con una ragazzina.
Era la prima volta che Clary vedeva Cassandra, o chiunque altro all’infuori di Valentine. Forse però questa non era la migliore delle presentazioni. Aveva gli occhi completamente gialli, le zanne all’infuori, le unghie erano diventate artigli. Era un animale. Il Mostro la teneva dal collare che aveva legato al collo. Quando si parlavano divise dal muro, Cassandra le aveva detto che era legata al muro con una catena e che il collare era troppo stretto e le faceva male, ma aveva un incantesimo che le impediva di distruggerlo, mandandole scariche elettriche non appena ci avesse anche solo provato.
< Adesso giocherai un po’ con la mia bambina, vi divertirete un mondo insieme >, disse il Mostro ridendo. La liberò, chiudendo poi la porta e uscendo dalla cantina, chiudendo il portone a chiave. Cassandra le fu subito addosso, graffiandole la schiena quando si girò per difendersi. Clary creò una specie di tuta attorno alla sua stessa pelle, per porteggersi un minimo dai graffi e dai morsi. Il punto era che dopo le iniezioni almeno per un’ora la sua magia si dimezzava. Infatti presto la sua barriera scomparve.
< Cassandra ti prego ritorna in te, non dargliela vinta. E’ proprio questo quelo che vuole. Farci diventare delle belve assassine, delle killer a comando, dei giocattolini su cui può sfogare la sua frustrazione. Non devi permetterlo!!! >, le gridò Clary piangendo. Le si era gettata al collo, subendo da vicino la furia della ragazza. Il motivo per cui Valentine aveva preso solo ragazze era che nessuno si sarebbe aspettato una tale forza da una Shadowhunter e da una lupa. Solitamente erano i maschi a essere più pericolosi e di conseguenza più controllati. Chi avrebbe pensato tanta forza e capacità speciali da una ragazza. Per quanto sadico, era un piano geniale.
Cassy continuò a dimenarsi ed a colpirla ancora per qualche minuto, ma a Clarissa sembrò un’eternità. Alla fine la Lupa si trasformò di nuovo in umana. Gridò allontanandosi a carponi dalla Rossa quando vide le ferite che le aveva inferto. La maggior parte di esse si stavano curando da sole, ma più profonda sulla spalla non si stava rimarginando. Non era un buon segno.
< Clary mi dispiace tanto, ti prego perdonami >, disse tra i singhiozzi mentre la abbracciava.
Erano rimaste abbracciate tutta la notte, poi Cassy era stata rimessa nel suo box. Non si erano più riviste di persona. La ferita non era mai guarita del tutto. Le era rimasta una profonda ciccatrice. Ma il lato positivo era che, una volta uscite, era il modo più veloce per individuarla. Avevano creato un legame.

Clary aveva messo a riposare Cassandra. L’avrebbe svegliata tra un paio d’ore. Si era cambiatam indossando dei vestiti presi in prestito dall’amica, in modo da nascondere in parte il suo odore. Era sicura che Simon e Magnus l’avrebbero trovata a breve. Era difficile cancellare delle tracce particolare come le sue, ma era anche facile mimetizzarle da demone superiore. Una paradosso che a volte l’aveva aiutata. Ma era inutile pensarci ora, aveva un posto specifico in cui andare. Lasciò un bigliettino attaccato alla porta della camera da letto. Preparò un caffè che avrebbe fatto da spuntino all’amica e uscì di casa. Prima di andarsene, fece in modo di proteggere la casa con un velo di magia. Non poteva permettere che qualcuno facesse del male alla Lupa. Era la sua unica famiglia. Dopo di che aprì un portale sul retro. Lo attraversò.
Le prime luci dell’alba stavano comparendo, colorando il cielo da nero a rosato. Doveva fare presto, non aveva molto tempo prima che qualcuno la scoprisse. Con un balzo arrivò alla finestra al primo piano della casa. Il ragazzo dormiva. Entrò senza farsi sentire. Si sedette sul letto e iniziò a giocherellare con i suoi capelli. Era di un biondo più naturale di quelli dell’albino, che erano bianchissimi. Piano il ragazzo aprì gli occhi vitrei. All’inizio non ebbe reazione, poi quando si rese conto di chi aveva davanti fece un bazo all’indietro, finendo quasi per cadere.
< Che cosa ci fai tu qui? >, chiese a metà tra lo spaventato e lo stupito.
Clarissa rise di gusto vedendo la scena, ma forse la risata le uscì malvagia. < Anche io sono felice di vederti fratellino >. 
   
 
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