Libri > Percy Jackson
Ricorda la storia  |      
Autore: elfanika2    12/07/2016    2 recensioni
"Un volto esangue, pelle di porcellana, tagliata da capelli scuri, occhi di un castano così intenso da sembrare neri, labbra rosse come il sangue. Era un giglio, si ritrovò a pensare, un giglio nero come la notte e splendido, anche senza la sua purezza."
Genere: Dark, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nico/Will
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

La luna faceva capolino tra le nubi scure e pesanti che scivolavano in cielo, il vento ululava e s'insinuava nella camera di Will, i capelli biondi incollati sulla fronte, gli tirava gentilmente i vestiti e gli asciugava con mani invisibili il sudore. Il cuore di Will batteva all'impazzata, scosso da incubi e premonizioni che non riusciva a decifrare. Poi, d'improvviso, chiaro come un fulmine a ciel sereno era stato colpito, folgorato da una visione. Un volto esangue, pelle di porcellana, tagliata da capelli scuri, occhi di un castano così intenso da sembrare neri, labbra rosse come il sangue.

Quegli occhi erano la personificazione del male, del dolore ma anche della passione, della gioia fredda, della morte. Occhi che fanno impazzire chi li guarda troppo a lungo. Occhi che ti trafiggono il cuore e se lo prendono come un trofeo. Occhi che fanno innamorare perdutamente di sé. Will era stato tanto sciocco da guardarlo, da non soffermarsi sul corpo snello e magro, sul fatto che era più basso di lui, quel ragazzo, che indossava dei pantaloni di pelle nera, pesanti anfibi e una camicia, rosso scurissimo, colore del sangue ormai secco aperta sul quel petto glabro e perfetto. Non si era accontentato e ora era perso. Annegato in un lago di sangue sentiva il respiro farsi più irregolare e la mente giocargli brutti scherzi, mentre scivolava via, vedendo solo i canini affilati di quel giovane, risplendere perlacei sotto la luce diafana della luna. Era un giglio, si ritrovò a pensare, un giglio nero come la notte e splendido, anche senza la sua purezza. Si risvegliò di scatto, capendo in un'istante l'errore fatto. Si era addormentato, quella notte.

La notte era il regno del male.

Delle bestie sanguinarie.

Dei vampiri che attaccano senza posa.

Del sangue che scivola tra le dita senza speranza di poterlo arrestare.

La notte un tempo portava consiglio, ora porta solo dolci sospiri di morte, rose rosse e spine nere che ti stringono, mortali, dolore che ti fa battere ancora più forte il cuore, rumore sordo e scomposto che ti tradisce.

Tutti sanno che di notte bisogna stare all'erta, calmi.

I suoni portano i cacciatori sempre più vicini alla loro preda. Lui, non sarebbe mai potuto passare per un vampiro. Capelli biondi come spighe di grano maturo sotto al sole, pelle bronzea, fisico scolpito, alto e con un sorriso gioioso sul volto.

L'antitesi del male.

L'opposto della violenza e del terrore.

La pace in un mondo tormentato.

Aveva perso i suoi genitori da tempo, eppure non si sentiva perso in quel mondo oscuro, non sentiva il bisogno di cedere alla tentazione di perdere la propria vita per somigliare a uno di quei cacciatori, freddi, senza emozioni o scrupoli. Questo fino a due mesi prima, quando per un attimo solo, avrebbe volentieri abbracciato l'oscurità più assoluta e nera, se gli avesse consegnato lui. Era giorno, eppure i vampiri non avevano paura della luce del sole, non avevano paura di nulla. Ogni arma era stata completamente inutile nel tentativo di estirparli dalla terra. L'unico modo per ucciderli era quello di privarli del sangue di cui si nutrono, per giorni e notti intere ed era difficile contenerli così a lungo. Aveva sempre odiato i vampiri, loro gli avevano portato via i suoi genitori. Poi accadde. Quel giorno in cui il sole era nascosto da densi nuvoloni carichi di pioggia, gli era comparso difronte. Sapeva che era un vampiro, ogni singola cosa del suo aspetto glielo urlava, gli gridava di scappare via, lontano. Poi i suoi occhi. Occhi che, se avesse guardato più di un'istante l'avrebbero portato alla follia. L'avrebbe accettata, si sorprese a pensare, se avesse potuto perdersi in quel lago nero come la pece. Il Vampiro sapeva che lui era umano, vivo. Sentiva il suo cuore battere scompostamente, le costole solo una scomoda gabbia a tenerlo imprigionato, il sangue pulsare nelle sue vene, dandogli calore.

Caldo.

Da quanto tempo era che non si sentiva più al caldo, al sicuro? Lui era diventato ombra e polvere e poi era risorto dalla sua stessa debolezza, in un mondo spietato dove ora lui era forte. Ma avrebbe lasciato quella forza, il piacere della caccia in un'istante se gli avessero promesso quel giovane in cambio, quel raggio di luce e di speranza. Perché quell'essere umano, così pieno di vita era diverso da tutti gli altri. Quegli occhi azzurri trasmettevano una luce incontenibile e per lui, caduto nell'oscurità ben prima di perdere la vita e risorgere, era un richiamo irresistibile.

Una falena che, attirata dalla luce, finisce per bruciarsi e morire miseramente.

Ma avrebbe fatto di tutto per raggiungerlo, almeno una volta. Immerso in questi pensieri aveva notato appena gli altri vampiri farsi avanti e accerchiare il ragazzo biondo, così aveva alzato una mano e affermato con voce bassa e suadente: “ È mio.

Lasciatelo a me. Andate.”

Tutti gli avevano obbedito, perché lui era il Principe delle Tenebre, era il signore incontrastato di ogni creatura della notte, di ogni essere nato dal sangue e pregno di oscurità. Un buio che inghiotte ogni cosa, compreso lui. Così si era avvicinato al biondo con passo sicuro, lento e studiato, sensuale e pericoloso, come una pantera pronta a spiccare il balzo.

Aveva afferrato il giovane saldamente per la maglietta e lo aveva spinto via, verso un vicolo. Com'era invitate. Una preda perfetta e praticamente sua, ma non era di una preda che lui aveva bisogno, no. Voleva quel ragazzo, ma voleva che fosse suo e vivo, non un altro cadavere nel suo letto.

“ Come ti chiami?” la voce del moro era carica di dolcezza, di desiderio, di passione e per un attimo, a Will mancò la voce, perso in quel suono così vellutato.

“ Will. Will Solace.”

“ Bene Will. Ti risparmierò la vita, ma sappi che sei mio. Mi appartieni e fintanto che rimarrai sveglio la notte e scapperai dai miei fratelli, verrò da te.” poi senza un'altra parola, il principe delle tenebre, Nico di Angelo se n'era andato.

“ DI Angelo” pensò Will “ Un nome davvero azzeccato. È un angelo caduto, dopo tutto.”

Si era nascosto, come gli aveva promesso con il suo tacito assenso, dormendo di giorno e vegliando di notte, scappando quando qualcuno si era avvicinato per catturarlo e Nico aveva iniziato a visitarlo, ogni tre notti. Aveva iniziato a confidargli quel dolore che lo aveva portato all'oscurità, che lo aveva reso immortale e crudele, quel sentimento bruciante che lo portava a cacciare per annegare ogni dubbio o ferita dell'animo in un mare di sangue.

Era stato di una sincerità spiazzante quando gli aveva confessato, senza remore, quanto desiderava trasformarlo in un vampiro e bere il suo sangue, ma nonostante tutto si era sempre trattenuto dal farlo. Anche Will con il tempo aveva iniziato a parlare, a prenderlo in giro addirittura e a prendersi libertà perché in quei momenti, in quelle notti, Nico tornava ad essere sempre più vicino ad un essere umano, fatto di emozioni e persino di un anima. Will era rimasto affascinato da lui e si era trovato a provare sempre più un sentimento pericoloso eppure inarrestabile.

Amore.

L'aveva nascosto a se stesso nel primo mese, ma poi non ce l'aveva più fatta e tre giorni prima aveva confessato tutto a l'unica persona che amava con tutta la sua anima, pur conoscendo i pericoli e il suo terribile sbaglio. Nico se n'era andato prima, ma sentiva che quella notte l'avrebbe rivisto. Non si sbagliava. Eccolo lì, il volto che aveva tormentato le sue notti con la sua impossibile perfezione.

Il vampiro avanzava con incedere lento e maestoso, come se avesse tutto il tempo del mondo. Ed era vero. Aveva un'eternità.

Si era avvicinato a Will e lo aveva guardato a lungo: iridi di un azzurro cristallino quasi completamente inghiottiti dalle pupille nere, le labbra rosse socchiuse, un bocciolo di rosa pronto a sbocciare, capelli in disordine, guance arrossate e respiro veloce. La perfezione. Il Paradiso. E Nico si ritrovò ad anelare disperatamente il paradiso e la salvezza che solo quel corpo potevano dargli. Si costrinse ad avanzare di un altro passo, sempre più vicino a quel ragazzo dal fiato corto e a guardarlo dritto negli occhi. Poi aveva chiuso le palpebre, incapace di resistere oltre sotto a quello sguardo e aveva sussurrato un lieve: “ Ti amo” a fior di labbra, prima di appoggiare le sue labbra fredde a quelle del biondo. Aveva sentito il calore, come mai prima, il calore di un giorno d'estate, impossessarsi di ogni fibra del suo corpo, il sole penetrargli nell'anima e ricacciare indietro i suoi mostri, confinare l'oscurità in un angolo e aveva stretto Will in un abbraccio disperato, che il biondo ricambiò, approfondendo il bacio, schiudendo le labbra e donandogli in un attimo tutto se stesso. Solo quando Will dovette respirare, spostò il viso, interrompendo quella danza di lingue e accorgendosi solo in quell'istante che qualcosa in Nico era cambiato. La sua pelle non era più fredda e lo sguardo stravolto del moro annunciava qualcosa. Preso da un'improvvisa ispirazione appoggiò una mano sul petto di Nico, lasciato scoperto dalla camicia e lo sentì. Il timido battito del suo cuore. Era tornato in vita e ora era di nuovo umano, di nuovo mortale. In quell'istante Nico gli gettò le braccia al collo e lo baciò ancora, con dolcezza e Will ricambiò il bacio della persona che si era ritrovato ad amare. Poi aveva sentito le prime parole di Nico da essere umano e mai suono gli era parso più celestiale: “ Sono vivo di nuovo grazie a te. Da oggi inizia la mia vita, la mia vera vita.”

Will aveva posato un bacio su quel petto dove ora il battito del cuore si faceva strada forte e regolare e aveva sorriso. Poi insieme si erano avviati, le mani intrecciate, verso l'alba, verso una nuova vita, insieme.




scusate, questa è mia prima solangelo ed è scaturita dalla mia mente malata quando ho fatto un sogno strano
spero vi sia piaciuta e visto che siete arrivati a leggere fino a qui, lasciatemi una recenzione e ditemi quel che ne pensate
un bacio 
elfanika2

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Percy Jackson / Vai alla pagina dell'autore: elfanika2