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Autore: Finestra45    12/07/2016    1 recensioni
Entrambi erano in ascolto, cercavano di captare le parole che provenivano da dietro quella porta chiusa. Erano impauriti, in oltre il fatto che la giornata fosse afosa non aiutava, perchè avevano caldo e respiravano affannosamente, quella persona che era entrata improvvisamente in casa avrebbe potuto sentirli benissimo. Ma non fu così, non lo sappiamo. La voce dell'individuo sconosciuto era vicina, ma non troppo, non era li vicino alla porta, in attesa che loro uscissero. Tuttavia era lì, come una presenza inquietante che non ti permette di dormire la notte.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lui era lì, chiuso in quel piccolo, ma carino bagno, in casa della sua ragazza. Anche lei era insieme a lui in quella stanza, si stavano nascondendo. -Chi è?- Chiese lui nervoso.

-Non lo so rispose lei- ancora più nervosa -Forse è mio padre...- rispose Giorgia.

Entrambi erano in ascolto, cercavano di captare le parole che provenivano da dietro quella porta chiusa. Erano impauriti, in oltre il fatto che la giornata fosse afosa non aiutava, perchè avevano caldo e respiravano affannosamente, quella persona che era entrata improvvisamente in casa avrebbe potuto sentirli benissimo. Ma non fu così, non lo sappiamo. La voce dell'individuo sconosciuto era vicina, ma non troppo, non era li vicino alla porta, in attesa che loro uscissero. Tuttavia era lì, come una presenza inquietante che non ti permette di dormire la notte.

Mauro si tranquillizzò. Pensò che non poteva essere un ladro o chissà quale altro squilibrato, che si era introdotto in casa di lei. L'imbarazzo prese il posto della paura, perchè lui capì che dovevano essere stati i suoi genitori ad entrare. Nessuno dei due si aspettava una cosa del genere e infatti poco prima erano sdraiati sul letto.

Qualche ora prima.

Mauro era lungo la strada ad aspettare che il portone del condominio si aprisse, faceva caldo, molto. Venne Giorgia ad aprirgli, e saliro insieme fino alla casa della ragazza, e si misero a parlare di come era andata la loro giornata, in somma le classiche cose che una coppia si racconta.

Dopo che lui ebbe finito di fumare la sua sigaretta su quel mezzo balcone, affacciato sui tetti della città. Andò da lei per stringerla tra le sue braccia, lei ricambiò. Adorava sentirsi strinta, e adorava lui.

Poi il classico bacio dolce, anche quella sua dolcezza era una cosa che lei adorava. Un bacio tira l'altro e poi un altro ancora, e ancora. Ormai non si accorgevano più di quello che succedeva attorno a loro. Si dirigevano verso la camera da letto dei genitori di Giorgia, quasi inconsciamente. Si fermarono solo per un attimo per controllare la disposizione dei cuscini sul letto, in modo da mettere tutto apposto dopo, come se nulla fosse successo. Ripresero, stavolta insieme a i baci si scambiavano anche i morsi, come per dire all'altro che i quel momento provavano un forte sentimento, ed era così. Successivamente arrivarono anche i morsi sul collo, perchè tutti sappiamo che che un forte sentimento è sempre accompagnato da, un altrettanto, forte desiderio. Il desiderio di armonia che si ha quando si fa l'amore, quella voglia di stare bene l'uno nelle braccia dell'altro mentre tutto il mondo perde di importanza, tutto diventa insignificante e rimangono solo loro, nudi, che si stringono e si muovono in quella danza di piacere.

Non diedero molta importanza a dove finissero i loro vestiti; una volta che se li tolsero a vicenda, il vestitino color zaffiro di lei finì sopra l'angolo dell'armadio, i pantaloni di lui rimasero stesi sulla moquette come se fossero stati stirati, ma tutto questo era successo casualmente, sicuramente non stavano pensando a i vestiti in quel momento. Erano stesi sul letto, una volta lui stava sopra di lei, poi il contrario, poi entrambi su un fianco. Non allontanando le sue labbra da quelle di lei, le mani di lui andavano a toccare quei punti che sapeva essere i più sensibili della sua ragazza, voleva che tutto quello che faceva fosse dolce e romantico, anche se sapeva che per rendere la cosa eccitante doveva essere un po' violento, perchè lei piaceva così. Mentre lei rimaneva distesa, si lasciava trasportare da quel turbine di endorfine che già ora le sconvolgevano la mente. Non si sorprese quando lui smise di baciarla, sapeva cosa stava per succedere, lui iniziò scendere per morderla laddove tutti state pensando che lui la mordesse (suvvia non voglio entrare nei particolare, immaginate).

Arrivò dunque il fatidico momento, il momento in cui i due diventarono un tuttuno, e i loro movimenti si armonizzarono, il letto faceva un po di rumore, ma come ho già detto a nessuno importava. Andarono avanti così per un bel po', continuando a spostarsi lungo il letto perchè il piacere diventava tale da voler sovrastare l'altro. Ad un certo punto ci mancò poco che finirono per terra.

Entrambi stavano bene, erano immersi un un momento estatico che avevano provato solamente con quella persona, mai con altri. Non pensavano ad altro, nulla avrebbe potuto rovinare quel momento.

Scherzavo, perchè una cosa li interruppe. Un suono. Il rumore della chiave che gira nella serratura e fa scattare il meccanismo. Immediatamente i due si guardarono, ma nessuno dei due esclamò:

''Merda!'' anche se entrambi lo pensarono. Come fulmini recuperarono i vestiti sparpagliati in qua e là e si chiusero in bagno, e si vestirono.

E qui siamo tornati all'inizio di questa storia... cosa succede dopo?

Giorgia disse sottovoce – E' mio padre-

-Oh dio- Esclamò lui con tono quasi disperato. Uscirono non appena furono sicuri che lui fosse lontano dal bagno, nella speranza che non fosse già andato nella camera da letto, e avesse visto in che condizioni fosse messo il letto.

Si diressero nella stanza in cui erano fino a poco fa, e la rassettarono. Lui vide le mutandine rosa della sua ragazza e le nascose subito in tasca, come fanno i ragazzi idioti che raccolgono quell'indumento come se fosse un trofeo ma mauro non lo fece per questo motivo, delle mutande non indossate erano una traccia troppo evidente da lasciare, rispetto ad un letto sfatto.

Una volta messo apposto si misero d'accordo sul fatto che loro erano semplicemente sdraiati sul letto a parlare, ma Mauro sapeva che era un alibi che non poteva reggere, ma era meglio di nulla.

Il padre non gli aveva ancora rivolto una parola, stava parlando al telefono, probabilmente per lavoro. Gli rivolse solo un cenno sorridente. Forse era fatta, forse non si era accorto di nulla.

Si stesero sul divano, cercando di apparire più normali possibili. Ma non appena l'interruttore si spostò nella camera appena ripulita, si guardarono e scoppiarono a ridere sottovoce.

Non appena suo padre ebbe finito la chiamata lei andò a sentire come mai era andata la giornata.

Mauro rimase sul divano in ascolto, ma capì poco. Padre e figlia vennero da lui in silenzio, la situazione stava diventando imbarazzante, ma il ragazzo stava anche per scoppiare a ridere.

Il genitore non atteso disse -Allora, Giorgia, io vado al mare che adesso ho bisogno di una bella nuotata al tramonto, sono morto di caldo tutto il giorno. Volete venire anche voi?-

-No, grazie- risposero quasi in coro

-Io non ho nemmeno il costume- aggiunse Mauro

-Non sapete cosa vi perdete- Disse dirigendosi verso la porta.

Quando la chiuse i due si guardarono e pensarono di essere salvi.

La porta si riaprì. Era sempre lui il padre che voleva aggiungere qualcosa -Fate ammodo, mi raccomando- e fece l'occhiolino prima di sparire di nuovo dietro quella porta chiusa.

Quell'ultima frase aveva lasciato un'ansia immensa a i due fidanzati,

tutto è andato bene alla fine.

 

 

 

 

NDS: Questa storia è stata divertente da scrivere ed in più è stato anche un esperimento.

Ho scritto questa storia insieme a Stella Cadente e abbiamo parlato della stessa situazione ma visto da due punti di vista differenti, e sta a voi giudicare la cosa. Fateci sapere cosa ne pensate :) la storia vista dalla parte di lei si intitola: ''Shame On Me - Situazioni Imbarazzanti'' 

   
 
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