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Autore: Poetessia    12/07/2016    0 recensioni
Dopo l'ennesimo volo dietro la cloche dell'Ed Force One, Bruce si lascia trascinare da una catena di pensieri negativi che lo portano a tornare indietro con la mente ad una scelta cruciale della propria vita: il giorno in cui si è lasciato alle spalle le proprie certezze per unirsi agli Iron Maiden.
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FF ispirata da una foto trovata online, di sicuro con molteplici inesattezze: spero possiate perdonarmele.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Bruce si sfilò la divisa da pilota con calma, consapevole di avere ancora molto tempo dalla sua parte: valutò se scendere a terra o prendersi ancora del tempo all'interno del mastodontico Boeing che ospitava lui e i suoi compagni durante i viaggi del tour, propendendo per la seconda ipotesi e giustificandosi mentalmente, nonostante il fatto che con ogni probabilità nessuno gli avrebbe chiesto motivazioni.
Si chiuse la porta della cabina di pilotaggio dietro le spalle senza neppure rivestirsi, per poi riaprirla e gettarci un'occhiata quasi affettuosa: benché non fosse raro per lui essere vittima di critiche per questo suo comportamento, dato che in molti temevano che lo sottoponesse a stress e stanchezza che non gli giovavano, non avrebbe ceduto la cloche dell'Ed Force One a nessuno. Aveva studiato con passione, pazienza e tenacia per farsi entrare in testa le varie nozioni di fisica, aerodinamica, termodinamica e tutto ciò che concerneva pilotare un aeromobile, amava volare e riteneva che il rigore di quel suo incarico fosse il modo ideale per staccare la spina dalla vita folle e frenetica da rockstar.
"Rockstar..."
Si sedette un momento, sentendo i suoi compagni salutarlo e rispondendo in maniera quasi meccanica, senza ascoltarli, folgorato da un pensiero improvviso.
Sebbene ritenesse che nella vita non c'era spazio per i rimpianti e per i "se", non riuscì a fare a meno di riflettere sulla sua vita: si era unito ai Maiden con la certezza di essere un buon cantante, era vero, ma neanche nei suoi sogni più gloriosi aveva immaginato la realtà che l'aveva investito. Erano forse, senza alcuna presunzione, la band più iconica e nota del panorama metal mondiale, le loro t shirt erano vendute in ogni angolo del globo con mille e più stampe differenti e chissà quanti ragazzini avevano scoperto l'heavy metal con "Fear of the dark" o "The number of the beast"; erano ricchi sfondati, i loro conti in banca ammontavano a cifre che avrebbero portato chiunque alla follia e spesso mantenersi umili o realisti risultava difficile. Eppure perché era stato colto da quel senso di amarezza?
Scosse la testa, come a voler scacciare un moscerino fastidioso: "Sto invecchiando" si giustificò sorridendo tra sé per qualche attimo, prima di farsi assalire nuovamente dall'amaro.
"Sto invecchiando."
Benché l'avesse solo pensato, quelle parole suonarono più gravi di poco prima.
La sua voce non era più la stessa e i brani che proponevano finivano sempre per attingere al loro vissuto e agli anni ottanta.
"La gente prima o poi si stancherà."
«Bruce?»
Sbatté le palpebre un paio di volte per rimettere a fuoco la realtà, sorpreso che sull'aereo ci fosse ancora qualcuno.
«Tutto bene?»
Sotto la sua solita aria allegra Steve sembrava piuttosto preoccupato.
«Oh, sì, nulla di che, tranquillo. Stavo pensando...»
Valutò se sfogarsi o meno.
«Tu non ti chiedi mai cosa sarebbe successo se fossi diventato un giocatore del West Ham?»
«A volte sì» ammise sereno «Sai quando non riesci a dormire e ti parte la testa per la tangente? Ecco, mi sono fatto i miei filmini mentali a riguardo.»
«Tipo?»
«Avrei scialacquato tutti i soldi guadagnati nel giro di qualche anno e ora sarei un nostalgico rincoglionito che guarda fotografie e articoli di giornale sul suo passato e si logora il cervello. Perché me l'hai chiesto? Non sei tipo da parlare del passato, tu.»
«Mah, stavo solo pensando» minimizzò Bruce.
«Non è che hai bisogno di dormire? Stasera abbiamo un bel daffare, eh.»
Bruce si trattenne dall'alzare gli occhi al cielo: «Ti ho già spiegato mille volte che...»
«...pilotare quest'uccellone ti rilassa, lo so. Ma sai com'è...» Steve lasciò la frase in sospeso, forse senza sapere come proseguire «E poi davvero, è strano da parte tua fare congetture su un passato che non esiste.»
«Stavo pensando solo al fatto che stiamo invecchiando» ammise «Noi, i nostri pezzi, tutto...»
«E allora?»
Il costante ottimismo di Steve era quasi contagioso.
«Non so» tagliò corto Bruce «Mi sono preso male. Insomma, arriverà il giorno in cui...»
«Alt» Steve alzò una mano «Credo di aver capito dove vuoi andare a parare. È troppo presto per andare in pensione, e tu lo sai bene. Il giorno che saremo bolliti invece di insistere a fare il nostro lavoro faremo un tour d'addio e ci ritireremo in grande stile, senza diventare l'ombra di noi stessi.»
A Bruce scappò una risata: «C'è un bel cervellino dietro quella faccia da cazzone.»
«Ho forse torto?»
Bruce scrollò le spalle: «Nah. Forse ho davvero bisogno di sonno, abbiamo volato per un bel po'.»
«Ti lascio stare allora, io scendo a fare un giro. Preparati, per stasera si parla di una bella sommetta di spettatori!» si congedò, scendendo dall'aereo e lasciando l'ombra di un sorriso sul volto di Bruce: non era raro che "una bella sommetta" significasse qualcosa come ottanta, centomila persone, accorse da chissà dove per gustarsi lo spettacolo, magari dopo ore di coda, afa e male alle articolazioni a forza di stare in piedi o raggomitolati su qualche prato fangoso.
"È inutile pensare al giorno in cui finirà" si disse infine, infilandosi una maglietta lisa e coricandosi "Meglio godersela finché dura."

***


«Quanti cazzo sono secondo voi?»
Avevano appena concluso la prima parte dello show ed erano rientrati aspettando, come di consueto, la richiesta dei bis: c'erano persone a perdita d'occhio, gruppi di gente che saltava, pogava, cantava o addirittura piangeva.
«Tanti» minimizzò Adrian, mentre Nicko non smetteva di sorridere, esaltato come sempre.
«"Una bella sommetta"» parafrasò Bruce con un sorriso «Quanto glielo facciamo aspettare il bis?»
«Una mezz'oretta?» azzardò Steve ridacchiando.
«Sssh!» li zittì Dave, portandosi l'indice alle labbra e indicando con un cenno della testa il palco.
Un coro colossale, all'unisono, li richiamava sul palco con entusiasmo: centinaia di migliaia di voci, di cuori, li stavano attendendo ancora.
«Andiamo.» annunciò Bruce severo.
«Ma...» tentò di protestare qualcuno.
«Anzi, vado io, voi decidete che fare. Voglio godermi lo spettacolo.»
Dopo essersi asciugato il volto con un gesto rapido fece capolino dalle quinte, approfittando delle luci soffuse: sfilò gli auricolari, godendosi la potenza della folla che li acclamava.
"Come posso aver anche solo pensato che sarebbe stato giusto rinunciare a tutto questo?"
Si avviò verso il fronte del palco, mentre il coro si trasformava in una serie di urla sconnesse: le persone in prima fila, le sole che potesse vedere in maniera nitida, avevano occhi solo per lui.
"Sono qui per noi."
Un inaspettato nodo alla gola lo colse, ma decise di non mandarlo giù: sorrise una seconda volta al pubblico, poi si portò una mano al volto per celare l'espressione commossa che gli stava accartocciando il volto.
"Sto invecchiando. Si vede che con la vecchiaia mi sto rammollendo." si disse, mentre la folla sembrava ancora più esaltata.
"E chi se ne frega."

  
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