INTERIOR STORM
Un raggio di sole filtra con
violenza attraverso un vetro, costringendomi a schermare gli
occhi.
E non
solo.
Dove sei Justin?
A conquistare New York?!
A fottere New York ?!
Oppure semplicemente a farti fottere,
eh?!
Stringo gli occhi ed
inspiro.
Cosa diavolo mi frega di dove sei o cosa fai: io sono sempre Brian
Kinney.
Mi alzo di malavoglia dal letto e
lentamente mi avvicino alla finestra per annientare ogni più piccola forma di
luce.
Mi senti Justin?
Quando qualcuno te lo sbatte dentro, mi
senti?!
No, perché io ti sento dentro, come mai, neppure il mio cazzo è riuscito
ad entrare nel tuo culo.
Ti avverto in ogni alito, in ogni palpito di questa fottutissima
vita.
Riapro le palpebre ed espiro.
Cosa cazzo importa se mi senti: io sono Brian
Kinney.
Io sono Brian Kinney.
Sbarro le imposte per crogiolare nel
mio buio, nel nero della mia anima.
Resto immobile per qualche secondo
in attesa che la tempesta si plachi.
I secondi si fanno minuti e i minuti
mutano in ore, ma niente cambia, nulla dentro di me si
quieta.
Serro i pugni e i denti, ma non
posso far altro che lasciarmi andare alla resa.
Riapro bruscamente i battenti e
volontariamente mi spalanco all’albore.
...E il raggio di sole che prima mi
turbava ferendomi, ora mi abbraccia e mi sostiene.
Sai che c’è, Justin?!
‘Fanculo Brian Kinney.
E’ la prima volta che scrivo qualcosa su QaF e immagino sarà anche
l’ultima.
Inizialmente avrei voluto scrivere una drabble, ma i pensieri del mio Brian meritavano più di 100 parole.
Ho sentito il dovere di rendere omaggio a un personaggio che mi ha letteralmente stregata.
Un grazie a chi leggerà queste righe.