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Autore: Blacklu    14/07/2016    1 recensioni
|| Accenni di personaggi OC e nomi provenienti da altri universi nel mondo videoludico ||
Un tuffo nel passato della regina Sindel, in cui scoprirà le origini dei suoi poteri e della sua incredibile potenza.
E' sempre stata taciturna e sola? Com'era il rapporto coi suoi genitori? Edenia le appartiene veramente?
Le risposte le scoprirete con Sindel stessa in questa fanfiction
Genere: Azione, Drammatico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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In questa breve storia capiremo come la regina di Edenia, Sindel, abbia così tanta forza di volontà, di come, quando la sua ira si manifesta, i suoi poteri crescono in maniera abominevole, e di come il suo Banshee Scream prende vita.


 
Revenge

Sindel



Edenia.

Conosciuto come “il paradiso”, il reame di Edenia si estraniava molto dagli altri regni, sebbene sia stato molto simile al Regno dell’Ordine.
La caratteristica principale del regno era la pace immacolata, perfezionata da un popolo longevo e ordinato.
La vita media di un uomo edeniano era circa di centoventimila anni, mentre quella di una donna era di circa centocinquantamila; nonostante questo privilegio, il popolo rimaneva comunque mortale e, soprattutto, molto fragile. Il fisico di un edeniano non era robusto, tozzo o pieno di denti affilati come i Tarkatan del Mondo Esterno, ma più esile e snello. Inoltre, Edenia ha più volte rischiato di essere conquistata dalle forze del male, provenienti da diversi reami, vista la sua ideologia di pace e contro-guerra.
Sebbene sia un popolo pacifico, esso non manca di ottime difese.
Su una collina circondata da ruscelli ed imponenti alberi sempreverdi, si nascondeva un’accademia molto speciale, costruita appositamente per perfezionare le arti nel kombat e della mente.
Edenia è riconosciuta per avere delle arti di combattimento basate su stordimenti e immobilizzazioni, senza danneggiare troppo l’avversario, e se necessario, esistono altre arti che utilizzano tecniche di difesa basate su controllo mentale e fisico, utilizzando l’arte della telecinesi.

Tutti potevano accedere all’accademia, e così, Sindel, principessa del regno di Edenia, si iscrisse.
Gli edeniani non si suddividevano in razze (come nel Mondo Esterno, per esempio), ma Sindel era piuttosto diversa dai suoi compagni d’accademia.
La sua chioma bianca era un simbolo di stregoneria, ereditato da sua madre Syndra. La regina di Edenia non era malvagia, ma un tempo la sua anima fu corrotta dalle forze del male, e i suoi capelli divennero bianchi come la neve, e i suoi poteri crebbero a dismisura.
Sindel era molto più simile a sua madre che a suo padre; d’altronde anche lei stessa lo aveva accettato. Suo padre morì quando lei aveva solo 10 anni, di conseguenza ancora una neonata, se si ricordano le caratteristiche longeve del popolo di Edenia.
La pelle della principessa era molto pallida, quasi grigia, e i suoi occhi erano completamente nebbiosi, come se non vi fosse una differenza tra sclera, iride e pupilla.
I suoi compagni la prendevano spesso in giro: la chiamavano strega, la escludevano dai compiti e la minacciavano di stare lontano da loro.
La povera Sindel, pacata e silenziosa, si sottometteva, poiché era da sola… senza nessuno che la difendesse. Senza nessuno che la chiamasse “amica”.
Un giorno, la ragazza stava girando per i corridoi dell’accademia, per dirigersi verso l’uscita.
Non c’era molta gente nei dintorni, solamente qualche ragazzo attaccabrighe, che di continuo si divertiva nel deridere Sindel.
“Principessa mia!” disse un ragazzo all’interno di un trio, con una voce acuta e stridula, quasi per imitarla.
“Stammi lontano…” rispose la principessa alle continue prese in giro del bullo.
Sindel sapeva perfettamente la reputazione di quel ragazzo: si chiamava Bu’rdan, e non era originario di Edenia.
Suo padre fu un generale del Mondo Esterno, che più volte cercò di uccidere i civili del paese natale di Sindel, ma una volta morto, egli crebbe con sua madre, un’edeniana violentata dal generale stesso ai suoi primi tentativi di conquista del regno. La sfortuna volle che anch’ella morì pochi anni dopo, lasciando il figlio senza un’educazione e, soprattutto, solo.
Il suo passato può sembrare triste, ma Bu’rdan fu spedito in accademia per i troppi richiami dalle guardie del regno, sperando che lì avrebbe potuto imparare la disciplina e le buone maniere.
Un fallimento.
Ogni anno era sempre peggio, venne espulso più volte per il suo atteggiamento scorretto: si approfittava dei deboli e maltrattava perfino i maestri. Tuttavia il consiglio decise comunque di tenerlo in accademia poiché era sprovvisto sia di famiglia sia di una casa.
Anche lui, però, come Sindel, era diverso. Provenendo per metà da un altro regno, il suo sangue era completamente diverso, nonostante la madre fosse edeniana.
La sua struttura fisica era più robusta e la sua vita media accorciata per via dei mescolamenti genetici tra le due razze. I suoi ideali erano rozzi e malvagi; sembrava non aver adottato nulla dalla madre, se non una inusuale bellezza, che usava per attrarre a sé ragazze, e talvolta anche ragazzi, per divertirsi.
“Perché non vieni qui da noi?” le chiese il bullo con un sorriso perverso sulle sue minute labbra.
“Perché non me la sento…” disse Sindel a voce bassa.
Il ragazzo le si avvicinò e la fissò con occhi minacciosi. Erano grandi e scuri, e l’ombra creata dalla sue sopracciglia inarcate li resero ancora più terrificanti.
Strinse le mani della principessa e la portò in un’aula-laboratorio poco dopo i corridoi.
“Che vuoi fare?!”
Sindel si intimorì lasciando cadere i libri a terra “Se non mi lasci andare chiamo la sicurezza.”
Il ragazzo, alzò gli occhi al cielo, sbuffando. “Allora esci…”
Aprì la porta e Sindel notò moltissimi ragazzi e ragazze che uscirono dalle loro aule, riempiendo i corridoi.
Pensò che fosse una buona chance per scappare: “In mezzo a tutta quella gente non può farmi del male.”
Ella uscì e a passo veloce cercò di arrivare all’uscita, mancava poco ormai.
Il personale dell’accademia era occupato in una riunione per la fine dell’anno all’ultimo piano dell’edificio, di conseguenza nessuno era presente nei corridoi.
Per questo Bu’rdan ne approfittò.
Adorava le umiliazioni in pubblico.
Rincorse Sindel e la prese per un braccio, strattonandola molto forte facendola cadere a terra.
“La principessina è caduta!” strillò il bullo, seguito da molti applausi e risate nell’accademia.
Evidentemente a nessuno importava che lei fosse una principessa, le mancavano quasi tutti di rispetto, poiché una delle regole dell’accademia prevedeva che da qualunque ceto, da qualsiasi tipo di situazione familiare, ognuno andava trattato come gli altri, ma il loro comportamento rimaneva comunque inaccettabile.
La povera Sindel non aveva amici, e nessuno si prese la briga di difenderla.
Uno degli amici di Bu’rdan la derise, dicendole “Tu non puoi fare parte della famiglia reale! Strega!”
“Mia madre è la regina!” Disse Sindel disperata con le lacrime agli occhi.
“Mio padre era un generale, invece!” urlò Bu’rdan a voce alta “E un giorno anche io lo sarò!”
La spinse di nuovo per terra.
Sindel era esausta, imbarazzata e molto arrabbiata.
Le immagini erano sfocate, sentiva degli eco molto lontani nella sua mente.
Aveva battuto la testa?
Non lo sapeva, ma la nausea cominciava ad aumentare.
I suoi occhi si girarono, anche se non si poteva notare perfettamente, e tutto il suo corpo si appesantì.
Non riusciva ad alzarsi, e tutta la gente attorno che rideva e strillava la destabilizzava.
“Sei una lurida frigida, proprio come tua madre.” Disse Bu’rdan indicandola “Non sei una principessa. Sei una fallita. Sei un mostro.”
Le parole che il ragazzo strillava erano gelide e velenose. Sindel si sentiva discriminata giornalmente, e quelle erano le voci che giravano su di lei.
Sentì un forte mal di testa, e un forte brivido dentro di sè.
Si alzò molto lentamente.
Una volta in piedi, barcollante, molta gente si allontanò da lei.
Il suo corpo era ricoperto da un’aura violacea, simile a fumo. Sindel non se ne rese conto all’inizio, era concentrata sui dolori pulsanti dentro la sua testa, che rimbombavano sempre e sempre più forte.
La sua ira crebbe, facendole stringere i pugni.
Bu’rdan non ebbe paura, aveva visto di peggio durante gli allenamenti nel kombat.
Anche se l’aura della principessa sembrava diversa, lui non si tirò indietro, nonostante i suoi due amici gli consigliarono di andarsene.
La prese per la chioma, e la guardò con gli stessi occhi pieni di rabbia e terrore.
Sindel aprì i suoi occhi, ora diventati luminosi e intensi, che abbagliarono quelli del bullo, facendogli mollare la presa.
“Sei una sporca puttana!” sbraitò il bullo, sfregandosi gli occhi.
Con una rapidità fulminea, Sindel si avvicinò al ragazzo, e con furia gli strinse la mandibola e il cranio, portando il suo viso pieno di rabbia di fronte al suo.
Le dita della principessa fecero sempre più pressione sulle ossa del ragazzo, facendolo agitare dal dolore, come se avesse subito un elettro-shock.
Per reagire le tirò un pugno, ma la testa di Sindel si spostò appena.
Al culmine della sua ira, la principessa lanciò Bu’rdan a pochi metri da lei.
Lo raggiunse facendosi spazio tra la folla.
Era come se qualcosa la stesse controllando, la sua ira non si era mai manifestata in modo così incontrollato, ma la sua lucidità nelle azioni era presente ed accurata.
Bu’rdan, cominciò ad essere impaurito, e per difendersi le tirò un calcio nello stomaco, che la fece piegare.
Il ragazzo cercò di farsi acclamare dai compagni, che alzarono le mani per via della sua azione provocatoria, in segno di acclamazione.
Appena si girò, Sindel era a pochi centimetri di distanza da lui, dritta, con un piede di fronte all’altro, in modo alquanto ordinato.
Il bullo assunse un’aria interrogativa al riguardo, ma non ci fece troppo caso, e si preparò per un altro calcio diretto alla faccia della principessa.
Sindel sorrise e, poco dopo assunse un’espressione crucciata.
All’improvviso dalla sua bocca, emise un urlo potentissimo. Era talmente forte che le onde sonore piegavano l’aria circostante, e ruppero tutti i vetri delle finestre. Gli oggetti cominciarono a volare, come se fossero stati colpiti da un monsone, e la gente veniva spinta via, lasciando uno spazio a V, col vertice che partiva da Sindel, lungo tutto il corridoio.
Tuttavia Bu’rdan, rimase al centro dell’urlo di lei, immobile. Quasi pietrificato.
“Non riesco a muovermi!” urlava il bullo, in cerca di aiuto.
Nessuno riuscì a sentirlo, le urla di Sindel erano devastanti per chiunque, sovrastando qualsiasi altro suono.
Bu’rdan soffriva, sentiva i suoi arti tirarsi e le sue dita spezzarsi una dopo l’altra.
Urlava sempre più, in cerca di aiuto: “Che sta succedendo!! Aiuto!”
Le sue gambe cominciarono ad assumere delle forme anatomicamente disturbanti, girate al contrario, spezzandosi in più punti, facendo crescere le urla di dolore di Bu’rdan.
Sindel sembrava quasi godere a vederlo ridotto in quel modo. Prima un predatore, ora un animale debole ed indifeso, appeso ad una macchina in un mattatoio.
Le urla risuonarono per tutto il corridoio, aumentando sempre di più la potenza, tanto da spingere lievemente la principessa di Edenia indietro di qualche centimetro.
Il corpo del bullo cominciò a volare a mezz’aria, e cominciò a contorcersi in maniera robotica, quasi come in una danza.
L’intensità sonora aumentò di nuovo, scuotendo i muri del corridoio, ribaltando armadi e soffitti.
Il corpo di Bu’rdan, o quello che ne rimaneva, era sparso per il pavimento e su alcuni muri… completamente in mille pezzi.
Sindel si fermò, e riprese ad essere sé stessa, affannandosi per lo sforzo immemore.
Quello a cui gli altri studenti avevano assistito era un urlo molto raro. L’urlo della Banshee.
Solo poche streghe potevano evocare una potenza così devastante da ridurre in brandelli un corpo umano e distruggere gran parte di un edificio.
Si allontanarono tutti da Sindel, che cominciò a fluttuare per aria, seguita da una scia viola, che l’accompagnò fuori dall’accademia per una fessura creatasi nel muro per via del suo precedente urlo distruttore.
La principessa se ne andò, non si sa di preciso dove, ma per anni sparì.
Tornò quando era il momento, il duo momento: l’incoronazione per il trono di Edenia.
   
 
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