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Autore: Little Redbird    14/07/2016    1 recensioni
Non aveva disegnato per mesi, durante tutto il tempo passato lontano da quello che restava dei suoi amici e della sua famiglia, alla ricerca del perdono per se stessa – che sembrava più difficile da trovare di un set di pennarelli.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellamy Blake, Clarke Griffin
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Immortals


 

Nella sua vita, Clarke aveva quasi sempre avuto con sé un quaderno. Aveva dovuto razionare le pagine e i colori, perché né sull'Arca né sulla Terra avrebbe potuto recuperarne altri. Aveva imparato a disegnare solo le cose importanti: i suoi genitori, le foreste che ancora non aveva visto, Finn, Octavia, Bellamy, le piante che avevano un uso medicinale, vie di fuga dal monte Weather.

Non possedeva più nessuno di quei quaderni. Quello che aveva avuto sull'Arca le era stato sequestrato il giorno del suo arresto; quello che aveva trovato nel rifugio con Finn era andato distrutto insieme al loro accampamento; quello che le aveva dato Dante Wallace era rimasto sul monte Weather, perduto insieme alle vite dei suoi amici.

Non aveva disegnato per mesi, durante tutto il tempo passato lontano da quello che restava dei suoi amici e della sua famiglia, alla ricerca del perdono per se stessa – che sembrava più difficile da trovare di un set di pennarelli.

Aveva ricominciato da poco, da quando Bellamy era tornato da una missione di ricognizione con un album quasi completamente intonso e dei gessetti colorati.

Aveva pensato a lungo a cosa riservare l'onore di essere immortalato su quei fogli pallidi, optando poi per quel che restava delle persone a lei care – sua madre e Bellamy, soprattutto, che erano i più disposti a lasciarsi fissare, quando non erano di turno in infermeria o di pattuglia. Aveva decine di disegni di sua madre che leggeva o ricuciva la propria divisa; e altrettanti, o forse di più, di Bellamy che dormiva, che leggeva, che studiava una mappa, che fissava pensieroso fuori dalla finestra.

“Di questo passo,” le aveva detto una volta, “ci saranno ritratti di tutti tranne che di te.”

Clarke ci aveva riflettuto parecchio. I visi che disegnava erano quelli che non voleva dimenticare, quelli di cui conosceva ogni singola ruga e cicatrice, quelli che voleva che conoscessero tutti, che nessuno dimenticasse. Per questo aveva aggiunto tutti i volti che aveva amato: suo padre, Finn, Lexa. Li aveva disegnati con il viso pulito, senza armature o armi. Innocenti – come non gli era mai stata data l'occasione di essere. Voleva che fossero ricordati per come erano destinati ad essere, non come la vita aveva deciso che diventassero.

Per questo si era arresa ad abbozzare un suo ritratto, per mostrarsi come non era mai riuscita ad essere.

Si era disegnata con i capelli sciolti e puliti, gli occhi chiari senza preoccupazioni, la bocca tesa in un sorriso che non si sarebbe mai spento. Si era disegnata fino a metà busto, omettendo le mani, perché non avrebbe avuto mai abbastanza rosso per dipingerle realisticamente – grondanti di sangue spesso innocente. E si era disegnata al fianco di Bellamy, che aveva accettato di restare immobile davanti allo specchio con lei solo quando aveva promesso di regalare a lui il loro ritratto completamente irrealistico.

“Così non potrai buttarlo” le aveva detto.

Clarke però sapeva che non era quella la sola ragione per cui l'aveva voluto. In quel ritratto non c'erano Wanheda e il suo Cavaliere, che avevano ucciso centinaia di persone per permettere a poche altre di vivere; c'erano solo due ragazzi, spalla a spalla e i visi puliti. Innocenti. Immortali.





 


AN:
Flash scritta per il Drabble Event indetto dal WAOFP.
Prompt di Chara
The 100, Clarke/Bellamy – “I paint flowers so they will not die.” (Frida Kahlo)

Red
   
 
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