CAPITOLO 18
«E quindi»
disse Bulma «nonostante io nel futuro abbia 78 anni, sono
comunque una vecchietta intelligente ed arzilla?» concluse la
frase facendo l’occhiolino a Rose.
Lei, Rose, Vegeta , Trunks e
Bra stavano tranquillamente discutendo in una delle grandi sale della
Capsule Corporation, mentre erano a tavola ed avevano appena finito di
mangiare un lauto pranzo.
Rose le rispose con un largo
sorriso, al che Bulma le domandò, con tono scherzoso:
«E, dimmi,
sarò anche bella come adesso?»
«Adesso non
esageriamo, mamma!» intervenne Trunks, prendendola in giro
«Ormai hai una certa età…»
«Che cosa vuoi
dire?!» si infuriò Bulma «Guarda che
tutti mi dicono che sembro molto più giovane rispetto alle
donne della mia età…»
Rose e Bra ridacchiarono, ma la
loro risata fu interrotta da una voce che proveniva dalla porta:
«Mi spiace
interrompere la vostra conversazione»
Tutti si girarono e si
ritrovarono a fissare Junior, con il suo cappello bianco e viola e il
suo mantello lungo.
«Oh, ciao,
Junior!» lo salutò Bulma, un po’ presa
alla sprovvista «Come mai qui?»
«Rose, ho bisogno che
tu venga con me» replicò Junior, con quel fare
molto serio che lo aveva sempre contraddistinto.
Tutti parvero improvvisamente
stupiti da quella sua affermazione, in particolare Rose, che non si
aspettava assolutamente né il suo arrivo, né
tantomeno la richiesta che le aveva appena avanzato.
Vegeta, a differenza degli
altri, non mostrava la sua curiosità, e se ne stava a
braccia conserte a guardare Junior. Forse un po’ se lo
aspettava, ma neanche così tanto: d’altronde,
Junior era quasi sempre intervenuto solo durante situazioni di estrema
importanza, e tra sé e sé si chiedeva quale fosse
il motivo per il quale aveva chiesto a quella ragazza venuta dal futuro
di seguirlo. Forse, pensò, voleva discutere con lei riguardo
questioni del futuro che sarebbero state importanti per il destino
della Terra; Junior, d’altronde, era per metà un
Dio.
«I-io?»
balbettò Rose, un po’ preoccupata
«è successo qualcosa?»
«No»
rispose Junior «ti prego di seguirmi».
Così, si girò verso la porta e svoltò
l’angolo, sparendo dalla vista degli altri.
«Scusate»
disse Rose agli altri, alzandosi dalla sedia «vado con
Junior»
«Vai tesoro, non ti
preoccupare!» esclamò Bulma, sorridendole.
Così, la ragazza
uscì dalla porta, ma non vide nessuno.
“Mi trovo fuori dalla
Capsule Corporation” fu la frase che sentì
sussurrare nella sua testa; il tono di voce era quello di Junior. Le
stava parlando telepaticamente.
La ragazza non perse tempo e
subito uscì dall’edificio tondo, e
trovò Junior in giardino. Appena lo vide, gli chiese,
confusa:
«Junior, che succede?
Perché mi hai chiesto di venire con te? Dove dobbiamo
andare?»
Junior, sempre mantenendo un
tono serio, rispose:
«Tu
seguimi» e spiccò il volo. Rose, che non se lo
aspettava, vide Junior allontanarsi talmente veloce che
pensò che doveva fare in fretta, altrimenti lo avrebbe
perduto facilmente; così, prese il volo anche lei e
accelerò più che poteva, fino a che non lo
raggiunse.
Volarono insieme per qualche
minuto, ma poi cambiarono la traiettoria del volo, che, da orizzontale,
divenne verticale: si stavano dirigendo verso l’alto. Rose
capì subito dove si stavano recando, anche perché
anche lei, più volte, aveva già percorso quella
traiettoria, per andare al Palazzo del Supremo.
La ragazza si chiese quale fosse il motivo per cui la stava portando lì, per cui cercò di pensare a qualche risposta plausibile, non riuscendo comunque a trovarne una convincente che potesse giustificare una visita così avventata.
Era forse già arrivato Ludir nel suo tempo, oppure stava per arrivare e loro volevano avvisarla? Sperò nel profondo che le cose non stessero così, anche perché era troppo presto, fin troppo presto per incontrare Ludir… non si sentiva ancora pronta, e poi, Bulma non aveva ancora finito di creare l’antidoto.
I suoi pensieri si
interruppero nel momento stesso in cui lei e Junior atterrarono e
videro che ad attenderli c’erano Popo e Dende, entrambi in
piedi e uno accanto all’altro, come se sapessero
già del loro arrivo e li stessero aspettando. Forse,
pensò Rose, Junior li aveva avvertiti prima. Oppure no;
d’altronde, lei stessa conosceva il potere di premonizione e
di telepatia che avevano gli Dei.
«Ciao,
ragazzi» li salutò Dende sorridendo
«siete arrivati. Vi stavamo aspettando»
«Lei è la
ragazza di cui ti parlavo» disse Junior.
«Ciao,
Rose» la salutò Dende, abbassando la testa insieme
a Popo e facendo un piccolo inchino «piacere di
conoscerti»
«Il piacere
è mio» disse Rose, inchinandosi a sua volta;
pensò subito che li conosceva già entrambi nel
suo futuro, e anche molto bene: era stato Dende, d’altronde,
ad averla aiutata ad affrontare il viaggio nel tempo.
«Allora, ti starai
chiedendo il motivo per cui sei qui, immagino?» le
domandò Dende; Rose aveva l’impressione che le
avesse appena letto nel pensiero, ma pensò anche che poteva
benissimo averlo dedotto dalla sua espressione, che doveva essere
confusa e sconcertata.
«Esatto»
rispose la ragazza, sorridendo un po’ nervosamente: non si
aspettava affatto di trovarsi in quella situazione, e temeva la
avessero chiamata per qualcosa di grave.
«Non ti preoccupare.
Lo scoprirai subito» le disse Dende, come se volesse
confortarla.
Così, entrambi si
spostarono poco più in là, come se avessero
bisogno di silenzio e di concentrazione; ma soprattutto, di stare da
soli. Dende la fece sedere sul pavimento a gambe incrociate e
così fece anche lui, mettendosi di fronte a lei. Rose
pensò subito che volesse dirle qualcosa che la avrebbe
scossa, dal momento che lui sembrava voler creare un ambiente
tranquillo nel quale parlare con lei; tutte le sue supposizioni,
però, si rivelarono infondate nel momento stesso in cui lui
disse:
«Rose, adesso ti chiedo di chiudere gli occhi ed incrociare le mani. Sii completamente rilassata, e concentrati sulla tua energia interiore»