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Autore: BeatrixLovett    15/07/2016    1 recensioni
Scabior la gettò a terra e Beatrix atterrò sulle ginocchia.
La ragazza alzò lentamente la testa per vedere colui che aveva davanti. I suoi occhi non avevano mai visto veramente il mondo, non si erano mai soffermati sullo splendore della natura o sulla bellezza di una persona. Quel naso non aveva mai gradito il profumo della dolcezza. Quelle labbra non si erano mai mosse in un sorriso amabile, in una risata di gioia o in un bacio. Il male era davanti a lei, fatto uomo.
Genere: Dark, Fantasy, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Draco Malfoy, Famiglia Lestrange, Famiglia Malfoy, Mangiamorte | Coppie: Bellatrix/Voldemort, Lucius/Narcissa
Note: Cross-over, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da V libro alternativo
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Capitolo 1

Come tutto ebbe inizio


 

Durante una calda mattina di giugno, il gufo di casa, Cocó, entrò con la posta dalla finestra di cucina, mentre la famiglia Todd faceva colazione. Portava tre lettere nel becco. La prima era per Sweeney, suo padre, veniva dal Ministero della Magia dall'ufficio per la cooperazione magica internazionale dove lavorava; la seconda era per sua madre, Nellie, era una lettera da parte di sua sorella Narcissa; la terza, era indirizzata a lei. Gli occhi le s'illuminarono di gioia quando lesse ciò che vi era scritto:

Iscrizione alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts
Sig.na Beatrix Todd
Piccadilly Street, 23, Londra

Era una busta bianca, ben chiusa da un sigillo in ceralacca che raffigurava un castello con gli stendardi di quattro casate: Grifondoro, Tassorosso, Corvonero e Serpeverde. La ragazza sapeva già tutto sulle caratteristiche di ciascuna. I Grifondoro erano conosciuti per il coraggio e la nobiltà d'animo, i Tassorosso per la pazienza e la tolleranza, saggezza e intelligenza per i Corvonero, ambizione e furbizia per i Serpeverde. Beatrix, non aveva ancora un’idea precisa di quale casa avrebbe preferito essere smistata, in quel momento le importava poco, stringeva tra le mani il suo sogno, la lettera che tanto aveva aspettato era arrivata. 

La settimana dopo, accompagnata da sua madre, andò a Diagon Alley, il luogo segreto accessibile solo ai maghi e alle streghe, in cui si poteva comperare tutto il necessario per la magia. Acquistò le divise sia per la stagione estiva che per quella invernale, un paio di guanti in pelle di drago indispensabili per le lezioni di erbologia, i libri di testo, le pergamene, la penna d’oca e l’inchiostro; si procurò anche un nuovo gufo, per mandare messaggi ai suoi genitori e per le lezioni di trasfigurazione.
Tutto ciò fu emozionante per Beatrix, sopratutto la scelta della bacchetta magica.
«E’ la bacchetta a scegliere il mago»  le disse il Signor Olivander, il proprietario del negozio più famoso e antico di tutta Diagon Alley. Un metro volava intorno a lei prendendo le misure di altezza, braccia e spalle. Olivander posò delle lunghe scatoline rettangolari in fila sul bancone. Beatrix dovette provare diverse bacchette prima di trovare la sua: ebano, quindici pollici, piuma di coda di fenice, leggermente flessibile. «Molto bene, una buona bacchetta non c'è che dire! »  disse sorridendo e consegnandole il sacchetto con dentro il suo acquisto. «Buona fortuna per il Suo futuro!»  le augurò l'anziano signore. La bambina lo ringraziò e felice, stringendo il pacchetto, uscì tenendo la mamma per mano.
Non vedeva l’ora che fosse il primo settembre, il giorno in cui avrebbe iniziato la scuola.

L'estate passò e quel giorno arrivò.
Alle dieci Beatrix si trovava alla stazione di King's Cross, dove avrebbe preso l’espresso per Hogwarts alle undici.
Quel mattino c'era una leggera brezza che faceva svolazzare i suoi lunghi capelli biondi.
Fremente dall’emozione, prese un carrello e con l'aiuto dei genitori ci adagiò sopra il baule e la gabbia con Ralph, il suo nuovo gufo postino. Era certa di aver preso tutto, aveva controllato il bagaglio almeno dieci volte.
Insieme ai suoi genitori passò la barriera invisibile tra il binario nove e dieci e arrivò dritta al binario nove e tre quarti, dove un enorme treno rosso e nero sostava sui binari, su di un lato vi si leggeva la scritta: “Espresso per Hogwarts”

La stazione gremiva di bambini e ragazzi, famiglie che accompagnavano i figli che s'abbracciavano, si salutavano e davano le ultime raccomandazioni. Sweeney e Nellie aiutarono la figlia a caricare il baule sul treno e cercarono uno scompartimento vuoto, dopodiché quando ormai mancavano pochi minuti alla partenza, si salutarono:
«Buona Fortuna, piccola mia!»  le disse sua madre stringendola a sé.
«Sono sicuro che sarai la migliore tra i Serpeverde!»  aggiunse suo padre appoggiandole una mano sulla spalla.
«Ma papà mi devono ancora smistare!»  esclamò Beatrix ridacchiando, e diede due grossi baci ai genitori.
Questi scesero dal treno e la bambina continuò a parlare ai suoi dal finestrino.
Le porte si chiusero con un tonfo e il treno fischiò per annunciare la sua partenza.
Beatrix mandò un ultimo saluto ai genitori.
«Scrivimi tutti i giorni!»  esclamò la madre, mentre la locomotiva iniziava a muoversi, la bimba annuì e osservò i suoi diventare sempre più piccoli e lontani, una volta spariti chiuse il finestrino e si abbandonò sul divanetto, felice di vivere quella nuova avventura da sola.

Nel suo scompartimento entrarono due bambine della sua età. Cloe era una ragazzina alquanto particolare, molto bella, aveva occhi di un azzurro cielo e capelli biondo cenere, era un po’ timida, ma quando iniziarono a conoscersi si aprí e si accorse che era molto dolce ed ambiziosa;  Grace invece aveva capelli rossi e ricci, aveva dei grandi occhi verdi segnati dalle occhiaie, a differenza di Beatrix e Cloe, non sembrava provenire da una famiglia benestante, ma quando cominciò a parlare notò che era molto intelligente e simpatica,
Passarono l’intero viaggio insieme, chiacchierando e mangiando gelatine tutti gusti + 1 .

La sera giunsero alla stazione di Hogsmeade, il villaggio di maghi vicino alla scuola. Lì gli studenti vennero accolti da un uomo altissimo, un mezzo gigante con una grossa pancia e il volto circondato da una folta barba scura, si presentò con il nome di Hagrid. Richiamò l'attenzione di tutti i primini e li condusse lungo un sentiero, illuminando il percorso con una lanterna, alla fine si trovarono davanti ad un immenso lago nero che attraversarono su delle piccole barche che si muovevano da sole.
Una volta giunti sull'altra riva entrarono da un portone, ritrovandosi nella sala d'ingresso della scuola, qui si presentò la vicepreside, Minerva McGrannit, una donna che dava l’impressione di aver superato la mezza età con lunghi capelli grigi raccolti in uno chignon, occhi azzurri incorniciati da una fine montatura da vista, indossava una lunga veste di velluto verde e un cappello dello stesso colore, il viso era scarno e la sua espressione severa. Condusse i ragazzi in una stanza che chiamò Sala Grande dove erano disposte quattro lunghe file di tavoli sistemate in verticale e grossi stendardi delle varie casate appesi alle pareti.
Una volta all’interno, le venne spontaneo sollevare la testa: il soffitto era identico al cielo di fuori, era il crepuscolo e la volta era tinta dei colori del tramonto.
Gli studenti più grandi, seduti ai tavoli, osservarono i nuovi arrivati avanzare verso lo sgabello dove vi era collocato un vecchio cappello dall’aria malandata. Dietro ad esso c'era un altro tavolo, questo disposto in orizzontale dove sedevano tutti i professori compreso il Preside, Albus Silente, al centro.
La McGranitt spiegò ai ragazzi che dovevano indossare il cappello per essere smistati in una delle case: Grifondoro, Corvonero, Tassorosso o Serpeverde, una volta scelti dovevano rispettare il regolamento imposto dalla scuola: svolgere i compiti avrebbe aumentato i punti della casa e la promozione dello studente all’anno successivo, mentre l’infrazione delle regole, come avventurarsi nella foresta proibita, avrebbe fatto perdere punti. Alla fine dell’anno la casata con più punti avrebbe vinto la coppa delle case.
Beatrix provò una sensazione di disagio mista all’emozione, di lì a poco sarebbe stata smistata in una delle famose quattro case di Hogwarts, anche lei sarebbe entrata a far parte di quel meraviglioso luogo che sarebbe diventato la sua nuova casa.
Quando sentì il suo nome, ebbe il timore di essersi pietrificata e di non riuscire a muoversi, ma fortunatamente non avvenne, si sedette sullo sgabello e aspettò di vestire il cappello. Lo sentì sul capo e sobbalzò nell'udire una voce parlarle all'orecchio: «Mmm… un destino avverso ti attende, ti servirà molta forza d’animo e coraggio… ma vedo… anche molta astuzia...»  ci fu una pausa: «… SERPEVERDE! »
Applausi provennero dal tavolo delle Serpi. Beatrix scese dallo sgabello, ridiede il cappello alla vicepreside e contenta di essere stata smistata nella casata della sua famiglia, si diresse verso il tavolo, mentre prendeva posto, i suoi compagni le davano il benvenuto. In quel momento si sentì davvero a casa.

   
 
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