Videogiochi > Final Fantasy VIII
Ricorda la storia  |       
Autore: Eve1    20/08/2003    1 recensioni
Quattro anni dopo l'arrivo di una guerra e di una nuova recluta sconvolge nuovamente le vite dei ragazzi del Garden... in particolare Seifer..
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

L'ultima delle fantasie

Autore: Eve

PRIMA PARTE

CAPITOLO 1:

                             --- LO SPECCHIO DI UNA NUOVA ESISTENZA ---

Midi: The place I sometimes come back

 

Il Garden. Finalmente. La mia maggior tentazione…ora era realtà. La sua entrata imponente, con i mostri appollaiati sulle colonne di marmo grigio, era lo specchio della mia nuova esistenza. Fuori ero Eve Talabis, dentro sarei stata la matricola n°12789 anno 1, classe 8. In valigia avevo poche cose indispensabili. Ciò che mi ero voluta portare dietro dal mondo comune, dal mondo di Eve. Un paio di vestiti, un paio di scarpe, un peluche di un moguri. Stop. Niente foto, niente affetti personali. Nulla che mi potesse far rimpiangere tutta la vita che mi lasciavo alle spalle. Mi dispiaceva, in fondo, lasciare mia madre. La mia casa. La mia città. Ma avevo deciso. Nonostante la città distasse solo poche ore di macchina dal Garden ero decisa. Non ci sarei più tornata. Avevo deciso. Era da quel giorno che volevo far parte della SeeD. Mi fermai a ripensare a quel giorno, con un sorriso malinconico in volto che sapeva di antico. Una piccola marachella da bambina. E adesso mi trovavo lì, seduta su una panchina appena fuori dal Garden, con tanti altri gruppi di futuri allievi, ad aspettare di entrare. Ripensai al passato. 4 lontani anni fa. Mi ero spinta troppo in là nell’isola con il mio Chocobo, Komo. Avevo 10 anni. Ero arrivata fino al confine delle foreste a nord, a pochi minuti di macchina dal Garden. Dalla cima di un albero sul quale mi ero arrampicata, nonostante fosse SEVERAMENTE vietato entrare in quella foresta, riuscivo a vedere la sua cupola. Grande maestosa e imponente. Avevo sentito varie storie sulla bellezza architettonica del Garden, ma rimasi comunque attonita, nel vederlo così. Scesi e mi incamminai nel fitto della foresta.

Ero piccola di statura, magrolina, e riuscivo a destreggiarmi benissimo tra le erbe del sottobosco evitando i mostri più potenti. Ai Kedakichu ci pensava Komo con il suo ChocoFire. L’aveva imparato benissimo perché lo imbottivo di Erba Ghysal. Al limite della foresta vidi la caverna. Essendo io una bimba molto curiosa, e noncurante del pericolo che poteva celare quella caverna, mi inoltrai dentro. Sentì un gran caldo. La caverna era piena di lava e i lapilli svolazzavano come farfalle, andando a colpire di tanto in tanto qualche Red Bat che attraversava in volo la caverna. La cosa più bella che avevo mai visto. Era pericolosa e proibita, e ciò la rendeva ancora più bella. Poi sentì delle voci. Mi fido più della natura che degli esseri umani, così mi nascosi dietro una roccia.

"Gli studenti quando vengono qui con me non riescono a dare il meglio di loro. Sarà per il mio indiscutibile fascino?"

Disse una voce femminile. Nessuna risposta. Ma stava parlando da sola? Allora alzai la testa per vedere chi fosse.

Vidi due persone. Una era una ragazza alta, magra e molto fascinosa. Aveva dei bellissimi capelli biondi che portava legati E una divisa da SeeD, Una divisa da ufficiale. L’altro era un ragazzo in borghese, Doveva essere uno studente del Garden, Mi dava le spalle, ma riuscì a vedere benissimo che nell’elsa che portava alla cintura c’era una GunBlade.

A giudicare dal manico doveva essere un revolver, ma di alta qualità. Me ne intendevo di armi perché mio padre, quando era vivo, era il gestore di un Junk Shop. In casa avevamo un bellissimo modello di Flame Tank. Mentre pensavo alla spada, il ragazzo si voltò per un momento solo. Un folgore. Era incredibilmente bello, e i suoi occhi di ghiaccio mi bruciarono più di tutto il fuoco della caverna. Una cicatrice gli sfregiava il volto. Poi si rigirò e continuò a proseguire dietro la sua insegnante a passo felpato, per non attirare i mostri. Non so cosa avrei dato per vederlo combattere. Purtroppo però, Komo, infastidito da un Red Bat, si mise a fare rumore. Così fui costretta a sgattaiolare fuori. Non avrei mai dimenticato lo sguardo di quel ragazzo. Volevo diventare un SeeD. Se non altro per scoprire cosa porta una persona ad avere quello sguardo. Non potevo sapere che era una caratteristica solo sua.

Midi: Cosmo

 

Uscì dai miei pensieri riportata alla realtà dagli urletti striduli di una ragazzina. "Ehi!!!!! Guarda com’è bello quel ragazzo vicino al preside!" Ero stata presa dalla curiosità, così mi alzai in piedi sulla panchina per vedere meglio. Sono sempre stata molto piccola di statura, e davanti a me c’era uno stangone che come minimo mi doppiava. Così, dalla mia postazione strategica, vidi di chi stavano parlando. Sul palco allestito per il discorso dentro la cancellata del Garden (noi eravamo ancora fuori) c’erano tre persone, Una la riconobbi. Aveva solo uno sguardo un po’ più maturo di quando l’avevo vista nella caverna di Fuoco. Era la ragazza bionda, Poi c’era il preside, un uomo bassino e tarchiato, con la faccia simpatica e bonaria, Si chiamava Cid Kramer. Mi stava già simpatico dalla faccia. Poi dall’altra parte c’era il famoso bel ragazzo. Carino. Effettivamente era molto carino. Capelli lunghi, cappello da cow boy, e un sorrisino che parlava da solo. Una ragazza gli urlò un complimento, e lui le rispose con un saluto della mano. Che donnaiolo!

Il preside lo ammonì scherzosamente: "Kinneas, se non te la finisci subito ti mando a pulire le cucine!" Lui si calò il cappello sul viso, quasi per far intendere che non poteva fregargliene di meno. Ci fu una risata generale, anche il preside rise. Che bell’atmosfera di complicità che c’era! Non vedevo l’ora di ambientarmi con loro per provare le stesse emozioni. Poi salì sul palco E le risate si interruppero. All’inizio si levò un certo brusio ma  si interruppe subito. Regnava un’atmosfera di silenzioso rispetto. Ora il gruppo di accoglienza era al completo, e il preside prese la situazione in mano: "Benvenuti. Sono il preside Cid Kramer, fondatore insieme a mia moglie Edea Kramer di questo Garden, ma forse questo già lo sapete. Voglio darvi il più caloroso benvenuto possibile nella nostra scuola, che premetto sarà molto impegnativa. Siamo in periodo di possibile guerra, per questo siete stati richiamati alle armi con tanta urgenza. Normalmente il periodo d’addestramento di un candidato SeeD è di un anno, ma noi lo restringeremo a qualche mese. Perciò dovrete impegnarvi ancora di più. Ma sono sicuro che ciò non vi peserà, perché vedo nei vostri volti la determinazione di chi ha un obbiettivo, la stessa determinazione che ho visto negli occhi di queste tre persone sul palco quando sono arrivate qui al Garden o in altri Garden, direttamente dall’orfanotrofio di mia moglie. Ho l’onore di presentarveli, premettendo che sono alcune delle figure più importanti del Garden e spero che ognuno di voi possa avere la loro stessa gloriosa carriera." Poi lasciò il posto al ragazzo col cappello da cow boy. "Buongiorno ragazzi, ma soprattutto buongiorno ragazze. Sono Irvine Kinneas, famoso tiratore scelto, nonché SeeD più bello del Garden." Qualcuno annuì, qualcun altro commentò che l’altro ragazzo era più bello. "Beh.." riprese "Nonostante è da una decina d’anni che combatto, cono diventato SeeD del Garden di Balamb solo l’anno scorso. Tutta via essendo reduce da una missione mooolto importante, sono entrato subito nella rosa della gloria del Garden, alla facciaccia vostra che dovrete studiare!" Si levò una risata generale. Io non ero completamente sicura che stesse scherzando.

Poi prese il microfono la ragazza bionda. "Ragazzi, sono Quistis Trepe, e mi dispiace ma voglio subito sfatare chi pensa di battere la fiacca. Qui si studia e si combatte, Nessuno diventa SeeD facendo lo scansafatiche, ricordatelo. Comunque, a parte questo, mi unisco al preside augurandovi il più roseo dei futuri!" Ci fu un applauso per la carismatica donna. Poi toccò a lui. Prese il microfono in mano e respirò a fondo con la sua aria seria. "Non sono bravo con i discorsi." Disse "Mi chiamo Squall Leonheart, e sono il comandante." Bene, sapevo il suo nome. E sapevo che il mio misterioso uomo dagli occhi di ghiaccio era la figura più importante nel Garden dopo il preside Cid. Riprese "I miei colleghi vi hanno già fatto auguri a sufficienza, quindi ve li risparmio." Scese dal palco con aria fiera, andò vicino alla cancellata e la aprì con entrambe le mani. "Benvenuti nel Garden" Poi si girò e se ne andò via. Nessuno ebbe il coraggio di entrare nel Garden fino a che il Comandante non fu sparito dalla nostra visuale, infilandosi nel Garden da un’uscita dietro una colonna. Capendo l’imbarazzo generale, e vedendo le prime persone accalcarsi all’entrata, Quistis prese in mano la situazione. "Bene ragazzi.." disse "Ora è il momento di entrare. Spero che siate pronti. Chi non se la sente rimanga fuori per favore, e ci risparmi tutte le scocciature burocratiche per ritirare l’iscrizione una volta entrati. Sembrava la porta dell’inferno. Una volta entrato sei lì….ma per me era una tentazione irresistibile. Tuttavia un gruppo di una ventina di ragazzi doveva averci ripensato, perché prese i bagagli e se ne andò verso l’uscita, Noi altri entrammo. Ero in prima linea. Qustis ci avvertì di ritirare le nostre divise e i libri dai senpai con cui dividevamo la stanza. Poi fecero l’appello. Distribuirono le chiavi della stanze e un malloppetto da compilare per l’iscrizione definitiva. Io fui una delle ultime ad essere chiamata, visto il mio cognome. Sorrisi a Quistis con la faccia di una che ti conosce, mentre mi consegnava le chiavi. Lei sicuramente non capiva perché, ma mi sorrise a sua volta. Mi accorsi che mi guardava con la coda dell’occhio mentre me ne andavo. "Quella ragazza mi piace." Disse a Irvine. "Si, anche a me.." rispose lui con un sorrisetto malizioso. Sorrisi.. Probabilmente ero già entrata nelle grazie di Quistis. Poi mi misi a correre Verso l’entrata del Garden, verso una nuova vita.

 

CAPITOLO 2: 

                              LA SUCCESSIONE DELLE STREGHE 

Midi: Sacrifice

 

"UMH.." Una forza tremenda si stagliava nell’aria. Una strega giaceva immobile sopra il suo trono di cristallo. Una strega si era risvegliata. Una strega voleva un sacrificio. Il sacrificio dell’umanità. La guerra della strega.

"Rei Deling!" Chiamò a gran voce la strega. Rei Deling è il successore di Vinzer Deling. "Comandi, mia regina."

"Voglio il mio cavaliere.." "Provvederò mia regina…" "Voglio il mio cavaliere…dal cuore impavido.. portalo a me.. non ho fretta.. mettici pure tutto il tempo che vuoi, ma portami il mio cavaliere.."

 

CAPITOLO 3:

                                         YUFFIE!!! 

Midi: Balamb Garden

 

Ero nella hall del Garden. Era veramente imponente E ricca. Come una costruzione barocca. Una fontana con sopra l’ascensore regnava al centro della piazza, e si rifletteva nel pavimento lucido delle mattonelle in marmo. Sopra la mappa del Garden c’era una targhetta dorata. "Agli eroi che sconfissero la strega, Firmato: Cid Kramer"

Mi avviai lungo il corridoio popolato di studenti per cercare di raggiungere il dormitorio. Notai che sopra ogni entrata di ogni locale (persino nei bagni!!) c’era la stessa identica targhetta. Arrivai nel dormitorio. Il locale principale conteneva alcuni PC, dei terminali di supporto e alcuni tavoloni sopra i quali stavano lavorando molti studenti, Doveva essere un luogo di studio collettivo per i lavori di gruppo. il locale principale si diramava in due uscite: oltre alla solita targhetta per celebrare gli eroi del Garden (chi poi fossero questi eroi o se fossero ancora vivi, era un mistero) sopra ogni porta c’erano le targhette che annunciavano il dormitorio maschile e quello femminile. Ero tentata di entrare in quello maschile, per vedere quale ben di dio offriva il Garden, ma poi logicamente entrai in quello femminile!

Le stanze erano divise tra quelle dei SeeD e quelle delle studentesse. Sbirciai dentro una di quelle dei SeeD, dentro la quale una ragazza castana con un vestito giallo si stava riposando. La stanza era spaziosissima e ben arredata, e alla parete che ospitava la finestra era appeso un poster di quella ragazza con un cappello da cow boy in testa. Poi entrai nella mia stanza. Piccola, con due letti in croce e una scrivania in comune, e con alle pareti appeso un cartello con la scritta: è severamente vietato appendere immagini o scarabocchiare i muri. Firmato: Il comitato di disciplina.

Notai un letto disfatto e con delle lenzuola borghesi a fiorellini , quello doveva essere già occupato. Così appoggiai la custodia della mia Flame Tank ai bordi dell’altro letto e comincia a sistemare la mia poca roba. Proprio in quel momento irruppe nella stanza una ragazza in divisa. Era biondissima, con i capelli legati in una coda disordinata, e aveva due occhi azzurrissimi. Notai che aveva un tatuaggio sul collo, rappresentava una specie di croce. 

Midi: Odeka the chocobo

  Mi salutò molto calorosamente stringendomi la mano e cominciò a parlare a manetta. "Ciao!!! Tu devi essere Eve, vero? La nuova arrivata? Posso chiamarti Eve? Oppure preferisci che ti chiami per cognome? Tu non disturbarti a chiamarmi Senpai, chiamami semplicemente Yuffie! Io vengo da Timber, e tu? Sono arrivata al Garden da un anno, ma non sono ancora SeeD perché la mia sezione prevede un corso di 3 anni per dare l’esame! Ma  siamo in tempo di guerra e allora sai com’è…così darò l’esame tra tre mesi, con te! Beh, magari siamo anche in squadra insieme, non sei contenta? Sai Eve mi piaci, penso che diventeremo amiche! Io ho 16 anni, e tu?" Mi aveva tramortito con i suoi discorsi. Prima che ricominciasse a parlare mi presentai cordialmente. "Si, io sono Eve e ho 14 anni.. vengo da Balamb.. e sono una matricola…" "Bene!" rispose lei tutta concitata "Ecco, guarda, questa è la tua divisa e i tuoi libri! Ma porti una 40? Beata te, come sei magra, io porto una 42!! Beh, non è che sia grassa, ma non sono neppure magra come te!!!! Opss!! Com’è tardi!!!! Mi dispiace un sacco, ma ora devo proprio andare, altrimenti mi finiscono i panini alla mensa.. hai già assaggiato i panini della mensa?" Le risposi. "Ma veramente sono appena arrivat…." Non mi fece finire la frase che già ne aveva pronta un’altra. "Oh che peccato!! Sono buonissimi!! Allora guarda, fai una cosa, vieni con me che te ne offro uno, come regalo di ben venuto!!!" Così mi trasportò come un razzo in mensa. Poi, con la sua solita foga si mise a litigare con la signora della mensa. "Come sarebbe a dire che i panini sono finiti da un’ora? No, non è possibile, questi maledetti panini finiscono subito!!!!!" Così ci mettemmo a sedere a un tavolo, con la pancia vuota, ma in compenso con la testa piena di tutte le chiacchiere di Yuffie. Poi, finalmente, vide qualcosa che attirò la sua attenzione. 

Midi: Ami

 Era entrato nella sala un ragazzo alto, biondo, con un lungo giacchetto bianco e una maglia azzurra. Aveva una cicatrice identica a quella del comandante. "Fratello!!!!!" urlò la mia amica chiacchierona. "Oh no…." fece quello . Poi si girò dall’altra parte, quasi volesse andarsene. Quasi lo capivo. "Fratello dove scappi, voglio presentarti una mia amica!!" Quello si girò di scatto. "Ok.." disse "Se mi devi presentare una ragazza ti sopporto per cinque minuti.." E mi porse la mano sorridendo.. con uno di quei sorrisetti furbi e maliziosi che aveva fatto Kinneas alla presentazione. "Piacere…" mi disse "Seifer Almasy.." "Lei è Eve Talabis fratello!" Yuffie mi presentò al posto mio… anche se potevo benissimo farlo da sola. "Anni?" Mi chiese Seifer "Quattordici.." risposi io. "Io ne ho ventidue.." mi informò. Mi alzai in piedi per stringergli la mano.. anche da alzata mi accorsi che era molto più alto di me.. poteva tranquillamente arrivare a toccare il metro e novanta. Mentre ero immersa in questi pensieri, Yuffie interruppe il nostro idillio. "Non è un SeeD!" "Beh… ha ragione, sono arrivata oggi!" dissi io "No, parlavo di lui!" mi rispose lei. Ero un po’ sconvolta…."Stronza!" la aggredì lui. "Dovevi proprio dirlo!!" Lei sembrava divertita. "Ma scusa.. " Dissi io.. "Da quanto sei al Garden?" "Beh.. vedi.." cominciò a spiegarmi Seifer "Io ho scelto il corso GunBlade, che, a meno che non si sia in tempo di guerra si prolunga sino ai 17 anni… il primo anno sono stato bocciato all’esame teorico.. il secondo all’esame pratico per cattiva condotta…e gli altri anni…beh.. per vari motivi sono stato fuori dal Garden… infine gli  anni seguenti non ho dato l’esame anche se sono stato al Garden…ho deciso di ritentare quest’anno…" La sua spiegazione sapeva di misterioso e sono certa che avesse omesso qualcosa…. Più tardi avrei chiesto a Yuffie. "Bene…" gli dissi "Sono sicura che quest’anno te la caverai benissimo….." Lui mi sorrise. Era molto carino.. davvero molto carino. "Volendo potremo uscire insieme, una di queste sere…. Ti porto a fare un giro per il Garden…" Non fEci in tempo a rispondergli che due mani mi coprirono gli occhi. "Chi è?" Mi chiese una voce. "Gallinaccio del cavolo!!" Questo era Seifer. Mi liberai dalla stretta e mi voltai. Davanti ai miei occhi c’era un viso conosciuto, un ragazzo di circa ventun anni con una strana capigliatura dorata e un tatuaggio sul viso. "Zell! Zell Dincht!!!" Gli corsi addosso abbracciandolo. "Caspita! " mi disse lui "l’ultima volta che ti ho visto eri alta si e no un metro e mezzo!!! Come sei cresciuta Eve!!" "Conosci il gallinaccio?" mi chiese Seifer. Mi fECE ridere il modo in cui l’aveva chiamato.. "Si!!" gli risposi io "siamo vicini di casa!!" Proprio così. Quando avevo sette anni giocavo spesso con Zell, che ne aveva quattordici!" Poi passò il Comandante, Ogni volta che lo vedevo sentivo il suo sguardo di ghiaccio addosso E mi venivano i brividi. Perché lui, con la sua tempra, era capace di mettere in ridicolo anche il più temibile degli avversari. Si avvicinò al mio gruppetto.

"Si batte la fiacca?" chiese. Non ci potevo credere, Aveva parlato con tono amichevole. Seifer gli mise un braccio dietro la testa, come fanno due vecchi amici E lui sorrise, Quasi, Un accenno. Ma pur sempre un sorriso, Per quanto piccolo.

"Ti voglio presentare una nuova arrivata, Eve Talabis." Gli disse Seifer facendo cenno verso di me. "E’ carina vero?"

Vedendomi riprese la sua aria composta e sulle sue, Mi chiesi il perché. "Ciao…" mi disse. "Scusate ragazzi, ma ora ho del lavoro da fare...vi saluto…ah.. TalaBis…spero che ti troverai bene qui.." Poi se ne andò. "Incredibile…" disse Zell "Non è mai stato così cordiale con un estraneo.." scherzò Seifer, con la faccia di uno che la sa lunga. "Già…" continuò Zell…

"Non credo neppure con Rinoa." All’inizio i due ragazzi sorrisero, ma poi sul loro viso si dipinse qualcosa di malinconico. Io e Yuffie ci guardammo in faccia, Non avevamo idea di cosa stessero parlando.

 

CAPITOLO 4: 

    I SEGRETI DEGLI EROI CHE SCONFISSERO LA STREGA.

Midi: ff8_eyes(1)

La sera stessa uscì con Seifer, Prima andammo a prenderci una birra in mensa (per me tanti saluti, non servono alcolici ai minorenni, in mensa), poi mi portò nel giardino. Avevamo parlato per tutta la sera di me, di perché ero voluta entrare nel Graden. Poi mi raccontò di come lui e Squall si erano procurati quelle ferite, e io capì che tra loro due c’era un intesa speciale. Erano nemici-amici, come luce ed ombra, tutto o nulla.

Vidi ancora una volta quella maledetta targhetta. "Uffa! Di nuovo quella targa! Ma a ‘sti benedetti eroi non gli deve mai aver sconfitti nessuno, hanno una targhetta anche in bagno!" Il viso di Seifer si abbrunì Di nuovo, Come quando parlavano di quella Rinoa. "Ho detto qualche cosa che non dovevo?" gli chiesi "Eve.. io ci ho provato.. ma non c’è l’ho fatta…" Ero disorientata. Non capivo ciò che aveva appena detto… "Ti spiegherò tutta la storia, a patto che tu non ne faccia parola con mia sorella….." Così mi spiegò del cavaliere della strega, di Rinoa, di Artemisia, di Edea, di Esthar, di Laguna, di Ellyone, e di tutto il resto. Ero sconvolta, esterrefatta. Non avevo mai sentito nulla di più epico, magico, incredibile in tutta la mia vita. Era come se quella storia fosse la fantasia finale  raccontata in qualche libro di favole. Ma era vero, e gli altri l’avevano passata. L’aveva passata Irvine Kinneas, il cow boy donnaiolo, l’aveva passata Quistis Treape, la bella ex insegnante che mi aveva accolta al Garden con un sorriso, l’aveva passata Selphie Tilmitt, la SeeD della camera di fianco alla mia, l’aveva passata il Comandante, l’aveva passata la sua ragazza Rinoa, che io non avevo mai visto, e l’aveva passata Seifer, anche se dall’altra parte del muro del bene e del male. "Hai dovuto combattere contro i tuoi amici…." Gli dissi "Come fate.. come fate ora a volervi così bene se un tempo vi sareste volentieri ammazzati?" "Beh" mi rispose Seifer con l’aria di chi sa quello che dice.. "intanto Zell se potesse mi ammazzerebbe anche adesso.. ma.. vedi.. una volta Squall mi disse.. mi disse che non ci sono ne buoni ne cattivi, solo persone che lottano per i propri sogni e per i propri ideali…e a quei tempi i miei ideali erano un po’.. divergenti dai loro. Poco importa se ci siamo riempiti di legnate a vicenda, siamo amici, e questo nessuno se lo SCORDA…" lo guardai in viso…

Vidi il suo viso.. che si avvicinava sempre di più al mio.. beh.. eravamo a un tanto così.. ma qualcosa andò storto. Perché Seifer si alzò di scatto e mi disse: "Di questo ne riparleremo dopo che saremo SeeD. Tu devi studiare e allenarti, è questa la priorità…." In fondo aveva ragione. Una musica che proveniva da una stereo nei dormitori irrompe nell’aria. Si trattava di Eyes on me. "Adoro questa canzone…" dissi. Senza neppure accorgermene cominciai a canticchiarla…WheNever sang my song.. on my stage, on my own.. Whenever said my words. .Whishing they would be heard…Seifer mi interruppe. "Sei brava! Rinoa adorava questa canzone.." "Perché siete tutti così malinconici quando parlate di lei?" gli chiesi "Sai.." cominciò a spiegare.. "la versione ufficiale è che lei se ne sia andata.. ma.. vedi.. Squall mi ha spiegato come sono andate le cose…Squall e Rinoa.. una sera.. avevano appena fatto l’amore…lei è andata un secondo in bagno per farsi una doccia.. e non è più tornata.. il problema è che in bagno non ci sono ne porte ne finestre…e comunque non sarebbe mai scappata dal suo Squall, Di sua spontanea volontà.. nuda, poi.."

Ero sconvolta… ora capivo perché Squall era così chiuso…Nel viaggio di ritorno Seifer mi fECE promettere di non dire una parola… Mi addormentai con un unico pensiero…Avrei voluto sentire cantare Rinoa… (please, aspettate che finisca il Midi prima di passare al prossimo capitolo, fa + effetto Nd YUNA)

 

CAPITOLO 5:

      IL VALORE DELLE ARMI, IL VALORE DEL PENSIERO, IL VALORE                                      DEI  RICORDI

Midi: Crossing the knoll

 

Primo giorno. Ormai c’ero d’entro, La prima lezione della mia vita da matricola SeeD. Non osavo immaginare. Entrai nell’aula gremita di studenti, La mia classe, La Classe 8. Presi posto ad un banco, erano doppi, e ciscuno di essi conteneva un terminale. "Ehi, scusa!" una voce mi sopraggiunse da dietro le spalle. Mi voltai. "Quel banco è mio.."

Un ragazzo alto, moro, con i capelli lunghi e l’uniforme sbottonata era in piedi dietro di me. Pensai che peggio di così non avrei potuto cominciare… avevo invaso il "territorio" di un attaccabrighe… Sicuramente mi avrebbe fatto una sfuriata. "Però se vuoi il banco a fianco è libero!" mi disse; Un po’ di fortuna. Spostai la mia roba nella postazione adiacente. Una volta che ebbi spostato anche il mio sedere dal suo banco, il ragazzo si mise a sedere sul proprio terminal con un salto, Poi mi porse la mano. "Piacere! Sono Ryu Shoten! Il tuo nuovo compagno di banco!"

Gli sorrisi e mi presentai "Mi chiamo Eve Talabis." Ryu non fece in tempo a prendere posto che una giovane donna entrò dalla porta a fotocellule. Era alta, con dei lunghi capelli neri e un’uniforme da SeeD, L’insegnante. Lanciò un’occhiataccia al Ryu, o meglio, alla sua schiena, consultò brevemente l’elenco e disse a gran voce: " Matricola numero 12344!!! Ryu Shoten!" Per poco il mio scapestrato compagno non cadde dal banco per l’accidente preso.

"Presente!" Disse, scatenando l’ilarità generale della classe e sedendosi come ogni persona normale. "Signor Shoten!" Ricominciò la prof. "Lei è pregato di non creare scompiglio, di tenere una posizione corretta nella classe e soprattutto di riallacciarsi la divisa. Nessuno è interessato ai suoi bicipiti!" "Caspita, un bel tipino! ".Io sono Clonne Ixiom, la vostra insegnante. Ho diciassette anni e il mio gruppo sanguineo è lo zero positivo. Sono SeeD da un anno, e Insegnante di ruolo da altrettanti, quindi a rigor di logica voi siete la mia prima classe Ma esigo il massimo rispetto, così come ne dovrete a tutti gli inservienti del Garden, Signora della Mensa inclusa. Bene, mi aspetto molto dalla classe 8! Dovremo fare un tour de force, perché in soli tre mesi dovrò prepararvi all’esame, ma sono convinta che ce la farete, Altrimenti quella è la porta." Indicò l’uscita con l’indice. Ci fu un silenzio di tomba. Poi l’insegnante continuò "Bene, se non ci sono domande vorrei cominciare la lezione." E ci rifilò quattro filatissime ore di teoria sui G.F. La campanella interruppe il suo idillio culturale. "Bene.." disse "la lezione è conclusa. Vi lascio ai panini della mensa. Spero che questo pomeriggio vogliate dedicarlo allo studio o all’allenamento, perché ricordatevelo: non siete in vacanza!"

Detto questo la nostra insegnante se ne andò portandosi dietro il suo pesante malloppo di libri come se fossero piume. "C-L-O-N-N-E I-X-I-O-M" Disse Ryu. "Fantastica". Lo guardai, Aveva un’aria soddisfatta. Quel ragazzo mi confondeva, Era sicuro di se, e sembrava saper tener testa ad ogni situazione. Era una di quelle persone che ti incutono timore, ma allo stesso tempo con cui è piacevole parlare e scherzare. "Che arma usi?" mi chiese. "Una GunBlade, una Flame Tank, per la precisione. Ma spero di poterla fare evolvere fino a diventare una LeonHeart." Era uno dei tanti motivi per cui ero venuta al Garden. Volevo far avverare il sogno di mio padre, volevo far arrivare la sua arma ai massimi livelli. "Io uso un fucile. Come il signor Kinneas." Si vedeva che Ryu ammirava Irvine. "Allora ci vediamo, Eve. Io vado a studiare un po’… altrimenti quella Clonne domani mi becca impreparato e mi uccide.! Ciao!" Se ne uscì dall’aula con passo spedito. Adesso che ci pensavo, anche io avrei dovuto fare qualche cosa, quel pomeriggio. Cosa? La teoria mi aveva stufato. Se ho una fortuna è quella di memorizzare molto facilmente le cose. La lezione sui G.F. la sapevo già. E poi io avevo un piccolo segreto… quindi mano alle armi! (Midi: Gulgur Volcano) Mi avventurai nel centro di addestramento, Avevo deciso che ci sarei rimasta tutto il pomeriggio, e mi ero equipaggiata di ogni medicina. Ancora non sapevo utilizzare le magie, ma Yuffie mi aveva spiegato alcuni basilari principi della Junction, ed ero riuscita ad innalzare un poco il mio HP, che ora sfiorava le soglie del millesimo punto, grazie ad un qualche energiga prestatomi da Yuffie. La mia Flame Tank era lucida e ben pronta a squarciare la carne di qualche mostro. Quel giorno non c’erano tante persone al centro, solo un paio di coppiette che si volevano allenare, e che poi avrebbero raggiunto la zona segreta per.. darsi ad altro. Incontrai un Grat. Avevo consultato il terminale per informarmi su questi mostri, e sapevo come batterli. Assimilai dalla pianta del morfeo che mi sarebbe stato utile, e gliene castai un’unità. Lui cercò di schivarlo, ma ero stata veloce a maneggiare la magia, che in fondo era di un livello elementare, e quindi adatta anche ad una principiante come me. Il mostro si accasciò a terra in uno strano tepore, e io ebbi tutto il tempo di assimilare delle energie e di assestargli il primo colpo. Quello in preda al dolore si svegliò, ma con la mia Flame Tank gli assestai subito il colpo di grazia. Lo vidi sgretolarsi di fronte ai miei occhi, lasciando nella polvere una gemma grezza come premio. Raccolsi anche un po’ della polvere stessa, sapevo che i resti di questo animale sono un buon sonnifero. Ripetei la stessa tecnica con un’altra dozzina di piante, fino a sera. Decisi che per quel giorno poteva bastare, avevo fatto abbastanza. Poi fui attirata da un movimento all’interno della foresta artificiale. Un Archeosaurs. Sapevo che erano i mostri più pericolosi che si trovavano dentro il centro di addestramento, ma con uno scan mi resi conto che il suo livello non era poi così alto, e che volendo avrei potuto completare l’allenamento in bellezza. Così mi avventai contro il mostro, e l’effetto sorpresa mi permise di infliggergli un considerevole numero di danni, visto che il sauro non aveva ancora preparato le sue difese. Dopo il primo colpo, mi nascosi nel sottobosco. Stesa tra le piante basse ebbi il tempo di mettere in Junction il morfeo con la mia arma. Avevo bisogno che il mostro attaccasse il meno possibile, così tentai di addormentarlo con un attacco con status. Per sicurezza cosparsi anche il terreno di polvere soporifera che avevo ottenuto dai Grat. Mi lanciai all’attacco con tutta la mia potenza, e addormentai il mostro. Quello si accasciò al suolo con un tonfo, e io potei infliggergli un altro colpo. Ora che avevo dimezzato il suo HP potevo anche tentare di attaccarlo senza sosta e senza prendere precauzioni. Non gli davo tregua e continuavo a colpirlo nei punti vitali. Il mostro era coperto di ferite e visibilmente indebolito. Ma nessuna delle volte che avevo agito la mia spada era riuscita a penetrare a fondo nella sua carne, la lama era ancora inesperta, proprio come la sua proprietaria. Nessun colpo letale. Cominciai a stancarmi anche io, Ero stanca di saltellare per evitare i suoi attacchi, ma anche stanca di tenere la GunBlade in mano. I miei muscoli erano ben sviluppati, ma la lama era pesantissima, così come le ore di combattimento che avevo dovuto sostenere. Tutto ciò pesava sul mio scheletro, che si faceva sempre più indolenzito. Se per caso non avessi evitato il colpo del mostro, le mie ossa non avrebbero retto. Così decisi di risanarmi, Mi nascosi ancora una volta tra le erbe e mi castai un’energia,Ora ero pronta a finirlo. Mentre assestavo il colpo di grazia al mostro ed evitavo i suoi ultimi disperati movimenti con la coda, capì il valore del pensiero e delle armi. Capì che senza riflettere non avrei mai avuto ragione di quel mostro, Capì che senza la mia arma non ce l’avrei mai fatta. Pensiero e forza, grazie a queste due cose per il mostro sarebbe stata la fine. La combinazione mortale, Ma mancava l’ultimo anello della catena.

Midi: loss of me

Per quanto potessi sopraffare il mostro, non riuscivo a portargli via la vita. Era una questione fisica, ero troppo poco forte per lacerare la sua carne definitivamente. Ero pur sempre una ragazza. L’ultimo anello era il supporto. Il supporto di chi avrebbe liberato tutta la mia forza interiore, della creatura che mi corrispondeva, del guardiano della forza. Mi avvicinai ancora di più al mostro, e a gran voce invocai l’aiuto del guardiano: "Fiamme infernali! Potere del G.F. Ifrit, assistimi.

La creatura cominciò ad emergere dalla terra coperta dalle fiamme. Io con la mente lo supportavo, in modo che i suoi colpi potessero infliggere più danni. Un’altra combinazione vincente. L’Hp del Sauro tocco' inesorabilmente lo zero. C’è l’avevo fatta, grazie a Ifrit. Lo avevo raccolto nella caverna due anni fa. Più che altro lui si era donato spontaneamente a me. All’uscita del Centro registrai il mio punteggio. Ero salita di tre livelli, e avevo guadagnato una caterva di punti EXP. Naturalmente, di nascosto, controllai anche gli AP. Ben 5. Ifrit aveva appreso le abilità per il potenziamento del suo attacco. Ero felice. Già possedeva molto abilità Junction, e il Supporto. Era un magnifico G.F. proprio mentre stavo per andarmene una voce uscì dal monitor. Complimenti allievo n° 12789! Hai raggiunto i punti necessari per avere diritto all’uso di una G.F! Ritira la tua domani nel terminal di classe. Mi chiesi quale G.F. avrei avuto. Non vedevo l’ora dell’arrivo delle lezioni. Guardai l’orologio. Ero in attesa spasmodica, non ce l’avrei fatta a dormire. Le lancette dei secondi scorrevano a ritmo regolare e irritante. Mezzanotte. Mi venne un’idea. Mi misi un vestito sportivo ed un paio di stivali, le prime cose che avevo sotto mano, anche se proprio non legavano a pennello. Mi incamminai verso le classi. Lungo la strada rammentai il mio piano. "Allora.. vado in classe, accendo il terminale, controllo il nome del G.F. e me ne vado." Non avevo intenzione di scaricarlo la notte stessa. Anche se la tentazione era tanta. Il centro d’addestramento era aperto.. e volendo avrei potuto provarlo…Poi ci ripensai, sicuramente avrei insospettito qualcuno. La grande hall del Garden che dovevo attraversare per raggiungere l’ascensore era deserta. Lungo la strada incontrai solo una coppietta che si dirigeva verso il dormitorio. La spallina del reggiseno di lei sporgeva dal vestito, dovevano appena essere tornati dalla zona segreta. Mi chiesi se ci sarei mai stata. Forse con Seifer. A questi pensieri sorrisi, pensai che per almeno questi tre mesi sarei dovuta stare alla larga dalle questioni di cuore. Presi l’ascensore, e in un attimo fui davanti alla porta a fotocellule della classe. Feci per passare, ma quella rifiutava di aprirsi. Me lo immaginavo. Nulla di più semplice. La mia infanzia di bambina capace di combinare solo marachelle stava diventando utile. Sapevo benissimo come sbloccare una porta a fotocellule perché da piccola, la notte, quando avevo poco sonno, sbloccavo quella del negozio di mio padre per ammirare le armi. Mi piaceva starle a guardare, con le loro armi che risplendevano alla luce lunare che penetrava attraverso la grande vetrina. Mi accucciavo lì, e talvolta mi ci addormentavo pure. Quasi sempre mio padre, la mattina presto, all’apertura del negozio, mi riportava in camera senza dirlo a mia madre per evitarmi una sgridata. Eravamo complici, noi due. Forse perché sapeva che avremmo passato poco tempo insieme. In ogni caso avevo sbloccato la porta. E’ facile. Anche senza avere la password che faceva accedere al pannello di attivazione/disattivazione, bastava ricorrere al controllo manuale. Con una sottile piastrina di metallo imitavo la scheda di attivazione, e le porte si aprivano automaticamente. Stesso sistema per uscire. Lo feci in un battibaleno. Portavo sempre con me quella piastrina di metallo per le emergenze. E un po’ per rievocare lo spirito del mio papà. Mi avviai al terminale del mio banco. Lo accesi, e dopo pochi secondi di caricamento, ebbi accesso al menù principale. E sopra lo schermo lampeggiava la scritta "NEW". Fin qui tutto liscio come l’olio. Selezionai velocemente la scritta NEW, e mi comparve un nuovo menù. Si trattava del menù di scaricamento G.F. Le voci erano due: scaricare o visualizzare. Prima di tutto visualizzai. Lo schermo si face scuro, poi comparve la scheda di un G.F. Siren. Andai a vedere nel dettaglio la sua scheda. Mi piaceva conoscere a fondo ogni cosa su cui avrei dovuto far affidamento. Era un G.F. che provocava danni e alterazioni Status, e notai che alcune abilità erano già disponibili, il supporto e la Rivela Zone, oltre ad alcune caratteristiche di abilità Junction. Mi chiesi perché. Sapevo che non dovevo rimanere molto nell’aula, ma volli approfondire. Cliccai sopra le abilità con il pulsante "Attiva Causa" e comparve un messaggio su schermo nero: "Punti residui" Cosa voleva dire con punti residui? Come potevo aver innalzato il mio livello, acquisito nuove abilità per un G.F. già mio, aver conquistato un nuovo G.F. ed addirittura aver fatto apprendere nuove abilità a quest’ultimo, solo con una sola giornata di lavoro? Controllai ancora con l’Attiva Causa. Questa volta venni portata al responso dei mostri uccisi. Fuori dal Centro, quel pomeriggio, avevo saltato le statistiche dei mostri, tanto avevo lo scan! Ma quando lessi le statistiche, capì che avrei fatto meglio a non saltare quella sezione. I Grat che avevo combattuto e ucciso erano ben 37, e non una dozzina, o al massimo 15 come pensavo. E tutti si aggiravano intorno al livello 50-60. Erano pur sempre Grat, comunque. Poi passai all’Archeosaurs. Beh, perlomeno ero certa di averne affrontato un solo esemplare. A livello 80. Non potei fare a meno di trasalire. Come era possibile? Non si può dire che l’avessi battuto con facilità, ma lo avevo comunque sconfitto! Un Archeosaurs di livello spaventoso! Allora capì, Capì perché non voleva decidersi a capitolare sotto i miei innumerevoli colpi, Capì che se mi ero salvata era solo grazie ad Ifrit. Un brivido mi scosse la schiena. Ringrazia il grande Hyne di avermi donato Ifrit, due anni or sono, altrimenti allora sarei stata MORTA. Spensi il terminale, di scaricare il Guardiano non se ne parlava neppure. In fondo stavo pur sempre commettendo un’infrazione al regolamento. Feci per andarmene, ma qualcuno accese le luci dell’aula. Finita. La mia avventura era già terminata prima di cominciare. Non sarei mai stata SeeD. Sarei tornata a Balamb. Non avrei mai rivisto gli altri. Non avrei mai più visto Seifer. Seifer.

 Midi: the salt flats 

Aprì gli occhi e lui era di fronte a me, da solo, aveva acceso lui le luci. Mi guardò severamente. Poi mi sorrise e spense le luci. Ce ne andammo insieme dall’aula. Ero felice, felice quanto no mai di vederlo. Avevo pensato a lui, e lui si era materializzato di fronte a me come un angelo si materializza per salvare un condannato dalla bocca dell’inferno. Camminammo in silenzio fino al piano terra, e stemmo in silenzio anche in ascensore. Poi quando le porte si aprirono lui mi parlò. Temevo volesse chiedermi cosa ci facevo in aula. "Hai sonno?" Questo mi chiese. "No.." gli risposi con un sorriso. "Sei già stata alla zona segreta?" Ero un po’ allibita. Era solo una mia impressione o ci stava provando? Proprio lui, che mi aveva detto che non dovevo pensare all’amore, in questi tre mesi. Lo guardai con uno sguardo interrogativo. Di fronte a noi c’era una scala. Scese a passi lenti alcuni gradini, ma io rimasi ferma, al limitare dell’ascensore. A metà della scaletta si girò nuovamente verso di me e mi sorrise. "Ti ci voglio portare." Mi disse. "Mi segui?" Senza dire una parola mi avvicinai a lui. Quando fui all’inizio della gradinata mi guardò e si mise a ridere. "Che c’è?" gli chiesi spiegazioni. "Niente.. e solo che.. le scarpe.."

Guardai i miei stivali e mi misi a ridere a mia volta. Doveva aver capito che avevo messo la prima cosa che mi era passata a tiro. Ci incamminammo verso la zona segreta ridendo. Entrammo, ci trovammo in mezzo a tante coppiette intente a coccolarsi. Una ragazza si scostò leggermente di dosso il suo muscoloso ragazzo per salutare il nuovo arrivato. Anche il suo ragazzo si girò. Aveva un fisico stupendo.. ma una faccia da stupido.. La ragazza aveva i capelli grigi e una benda sull’occhio. Era molto carina, con un viso caparbio e misterioso. "SEIFER!" Seifer si girò verso di lei. Fece una faccia assurda, poi cominciò a ridere di gusto, piegandosi leggermente all’indietro come faceva sempre quando si divertiva un mondo. "Rajin e Fujin!" Disse lui. "Vi ho scovati alla fine, vecchi volponi!!!!! Allora state insieme, e ditemi, da quanto? E non me l’avete mai detto?" I due ragazzi arrossirono in volto, poi la ragazza con la benda prese la parola, alzandosi. Era Fujin. Si appoggiò delicatamente al muretto, allacciandosi qualche bottone della giacca, che evidentemente il suo compagno aveva ben pensato di slacciare, e cercando di assumere un atteggiamento composto.

"NO STORIA, PASSATEMPO." Disse sarcastica "CON RAJIN IMPOSSIBILE STORIA. LUI CRETINO!" Rajin la guardò e fece finta di disperarsi. Tutti e tre alla fin fine si misero a ridere a crepapelle. Seifer conosceva bene quei due ragazzi, insieme formavano il comitato disciplinare del Garden, lo sapevo perché avevo letto di loro sul terminale.

Li lasciammo soli ai loro baci. Seifer, nonostante le risate, era stupito. Si vede che non sapeva nulla dell’intimità dei suoi due compagni. Trovammo un angolino appartato. Io mi misi a sedere su una cassa di legno, mentre Seifer si sedette sul muretto. Fece finta di cadere giù. Era spassosissimo, se voleva. Mi misi a ridere di gusto. "Come mai eri in classe?" Alla fine me lo chiese. Fu come una liberazione, in un certo senso, me lo aspettavo. Fui limpida e spontanea nel rispondergli. Sapevo che, nonostante fosse del comitato di disciplina, non mi avrebbe sgridata. "Ero lì perché volevo sapere qual era il mio nuovo Guardiano. Ieri pomeriggio, grazie al mio Ifrit, ho battuto un Archeosaurs di livello 80, e mi sono meritata Siren come premio. Tutto qui." "Usi i Guardian Forces?" mi chiese lui. "Si, da quando avevo 12 anni." Si girò verso di me con fare serio, e mi prese il mento tra le dita. Potevo perdermi nel blu dei suoi occhi, ora che gli ero così vicina. Ma sentivo che non ci saremmo ancora baciati. No, non quella sera. Lui avrebbe parlato. "Allora dovrai sempre ricordarti chi sei, e chi sono le persone che non vuoi perdere nella nebbia dei ricordi…" Mi disse. Non capì. Ma non chiesi spiegazioni. Quando si comportava così voleva dire che avrei dovuto capire da sola, che lui non avrebbe aperto bocca su questo argomento una seconda volta. Sapevo leggergli la mente, a Seifer. E capì Che la verità Sarebbe venuta a galla da sola. Più in là. Nel tempo. Per ora Dovevo solo pazientare E tenere Ben stretti I miei Ricordi.

 

CAPITOLO 6:

                                         LA SUCCESSIONE DELLE STREGHE

Midi: Sacrifice

 

La strega era in preda agli spasmi. Si cingeva la gola, cercando di non soffocare, anche se l’aria le stava venendo a meno. Non avrebbe resistito a lungo. Non senza il suo cavaliere. Aria. "REEI!" Urlò disperatamente. "Si mia strega…"

Disse il presidente. "Rei, ho bisogno del mio cavaliere.. sbrigati.. o morirò…" Rei, che aveva un disperato bisogno dell’aiuto della strega, per riportare Galbadia, la sua regione, alla situazione florida in cui era una volta, non poteva permettersi di perdere quella pedina così importante nel suo piano. Secondo lui, se avesse assecondato la strega, sarebbe riuscito ad ottenere i suoi favori, e lei, grazie alla sua arte magica, avrebbe reso invincibili gli eserciti del regno. non sapeva che in realtà era lui la marionetta tra le mani affusolate della strega. Ma anche quelle mani, venivano mosse da fili d’argento.

 

CAPITOLO 7:

                               TEMPO DI ESAMI

Midi: Tifa

Tre mesi trascorsero così. Io mi svegliavo, facevo colazione, andavo a lezione, sopportavo i continui litigi tra Clonne e Ryu, pranzavo, mi allenavo, cenavo in mensa con Zell e gli altri, ripassavo qualcosa, e dopo il coprifuoco andavo spedita a chiacchierare con Seifer alla zona segreta. Erano abitudini. Tre mesi volarono. Combattevo come una pazza, e il mio livello si era alzato ulteriormente. Studiavo e mi impegnavo durante la lezione, tanto che ero diventata la prima della classe. Ero una matricola SeeD modello. Nessuno poteva immaginare che la notte mi rintanavo con un ragazzo di ventidue anni alla zona segreta per parlare. O che, sempre col suddetto ragazzo, mi intrufolavo nell’aula per consultare il terminale. Beh.. Yuffie lo sapeva. Mi beccava a rientrare a delle ore impossibili, così ero stata costretta a confessarle tutto. E anche a Ryu, Era il mio migliore amico, Ci confessavamo di tutto. Un giorno, durante una sezione di allenamento nelle foreste, mi confessò che lui e la professoressa Clonne si vedevano di nascosto alla zona segreta. "Lo so" Gli avevo risposto. Era sempre molto gentile e spontaneo, Ryu. Non aveva problemi a confessarmi nulla. Un giorno mi disse che si sentiva in imbarazzo se solo pensava che qualcuno avesse potuto scoprire il loro segreto, mentre con me non si preoccupava minimamente. Mentre facevo in due un Kedakichu mi sorprese con queste parole: "Con te mi trovo bene a parlare del mio rapporto con una persona più grande.. perché anche tu esci con un ragazzo molto più grande di te." "Ma io e Seifer non ci siamo neppure mai baciati!" Gli risposi con un sorriso. "Beh… ma è come se lo faceste." Mi disse. Era proprio sibillino, se voleva. Una sera avevo chiesto a Seifer dei suoi genitori. Sapevo che veniva dall’orfanotrofio di Edea, ma null’altro. Si rifiutò di darmi spiegazioni. Per la prima volta. Non mi offesi. Lasciai perdere. Tanto prima o poi la verità sarebbe venuta a galla da sola. Era sempre così. Come quella questione dei ricordi. Me ne ero resa conto da sola. Possedevo quattro splendide G.F., ne avevo conquistate altre due. I miei compagni al massimo ne possedevano un paio. Ryu tre. Io quattro. Ifrit, Siren, Shiva e Carbuncle. Man mano che i G.F. accrescevano le loro affinità con me, diventavo sempre più confusa, riguardo alla mia infanzia. Un giorno guardai la mia piastrina. Nella mia mente non c’era nulla. Un vuoto di memoria. Non sapevo più perché la portassi la collo. Era come se il viso di mio padre fosse stato cancellato dalla mia mente, un ricordo perso. l’immagine dei Guardiani mi invase l’anima, Bellissimi e spaventosi. Poi, la mia mente tornò a schiarirsi. Ebbi come la sensazione che però, qualcosa si fosse sovrapposto ai ricordi. Non mi ci volle tempo a mettere tutto a fuoco. Mi resi conto che le crisi, erano l’effetto collaterale di un uso spropositato dei G.F. . In un primo momento fui spaventata. Perdere la memoria? Dimenticare i volti cari per diventare un guerriero perfetto? Seifer, lui aveva dimenticato? Era per questo che non voleva parlare dei suoi? Perché la sua mente era talmente annebbiata da non avere nulla da dirmi? E io? Che fine avrei fatto? Ma se questo era il prezzo per diventare un guerriero definitivo, un SeeD perfetto, che era tutt’uno con i suoi Guardiani, beh, allora ben venissero le crisi. Non avevo bisogno del passato. Volevo il Futuro.Ben presto ebbi altri pensieri per la testa, comunque. 

Midi: Private Emotions

Presto giunse il giorno degli esami. Quel giorno mi svegliai presto. Mi feci una doccia, mi pettinai, e mi misi la divisa. Era perfetta, l’avevo stirata la sera prima. Non una piega. Come il SeeD che sarei voluta diventare. Che sarei diventata. Perfetta. Va bene, smemorata. Un piccolo prezzo da pagare. Che mi avrebbe procurato gloria e onore. Mi incamminai a passo spedito verso la hall, dove si sarebbe tenuto il discorso del preside e dove ci avrebbero assegnato le squadre. Sopra il palco notai Selphie che sparlottava col preside e teneva alcuni fogli in mano. Quando mi vide la salutai con un gesto della mano. Eravamo amiche, ora. Lei mi fece un occhiolino. Non dimostrava i suoi ventun anni. Casomai ne dimostrava ancor meno di me. Mi diressi verso Seifer, Ryu e Yuffie, che avevano formato un capannello e che chiacchieravano del più e del meno. Erano nervosi, ma non agitati. Anzi. Seifer era rilassatissimo. A lui in fondo non importava un gran che di diventare SeeD. Oh no. Lui voleva che IO diventassi SeeD. E così partecipava all’esame anche, soprattutto, per sentirsi più vicino a me e a sua sorella. "Quella ragazza è un’eterna bambina!" dissi, riferendomi a Selphie. "Sei tu che sei un’eterna adulta." Mi disse Seifer, scherzando. Gli studenti intorno a noi erano tutt’altro che rilassati. La folla di ragazzi sembrava tremare all’unisono. Ryu commentò dicendo che in fondo era solo un esame. Lui era sempre molto sicuro di se. Evidentemente la sera prima aveva ricevuto qualche dritta da Clonne. Come Seifer ne aveva date a me e a sue sorella. Ci eravamo andati in tre, per una volta, alla zona segreta. Non sapevo se fidarmi delle dritte di Seifer, tuttavia.... La voce del preside interruppe i miei pensieri. "Ragazzi.." il brusio si interruppe subito. La folla si era zittita, era arrivato il grande momento. Deglutì rumorosamente. In fondo, da quell’esame dipendeva il mio destino. E me ne rendevo conto solo ora? "Allora, so che per voi è stata una dura esperienza. Questi tre mesi sono stati difficili, ma voi che siete qui ora ce l’avete fatta. Siete ad un passo dalla gloria. Dalla SeeD. Coraggio, non siate timorosi, perché un SeeD non può permetterselo. Non tremate. Siate saggi e ragionate sul da farsi. E non tormentatevi se non riuscite in qualcosa, anzi, tenete alta la testa e riprovateci. A tutti è concessa una seconda possibilità!" Seifer sorrise con un’aria a metà tra il malinconico e il soddisfatto. Sembrava che le ultime parole del preside fossero state proprio per lui. "Ascoltate, voi siete la nostra più importante risorsa per combattere un destino avverso, e Galbadia. Questa nazione è ormai ridotta allo sfacelo, dopo la tentata conquista del mondo di quattro anni or sono, ma il suo esercito è pur sempre ben organizzato. Ci sono giunte informazioni che alcune truppe si sono accampate nei pressi del Garden di Trabia, e noi abbiamo ricevuto l’incarico di sgominarle. Il vostro compito sarà quello di affiancare i SeeD nella distruzione delle prime linee di combattimento, i soldati meno esperti. Per le linee di combattimento Galbadiane più vicine al campo base ci penseranno i SeeD esperti, domani. Alcuni dei SeeD esperti, Squall Leonheart, Quistis Trepe, Zell Dincht, Irvine Kinneas, Selphie Tilmitt, Nida e Shu, saranno anche i vostri caposquadra. Ogni squadra è composta da tre membri più il caposquadra, quindi solo 21 di voi parteciperanno a questa giornata di esami. Gli altri dovranno aspettare domani e dopodomani." Quest’ultima informazione del preside lasciò un po’ attoniti tutti gli studenti. "E se capitassimo in giornate diverse?" Chiesi a Seifer. "Non ti preoccupare, Eve." Mi piaceva quando scandiva il mio nome in quel modo. "Credi che io sia così poco importante in questo Garden?" E strizzò l’occhio. Ora capivo. Quel furbacchione si doveva essere fatto fare qualche favore da Zell o qualcuno degli altri. Ma bravo. In fondo ero contenta. Quistis si apprestò a leggere le squadre. La prima squadra era la numero A. Capitanata da Irvine Kinneas. Li vidi andare verso il garage, e la faccia di Irvine era abbastanza scura, perché due dei componenti erano maschi, e la terza era una topa. Non potei fare a meno di ridere delle sue disgrazie. La squadra B era capitanata da Quistis. Ne faceva parte anche Ryu. Mentre se ne andava mi disse "Hey, speriamo che Clonne abbia messo una buona parola su di me con la sua collega!" Mi disse ridendo. "Non ci conterei!" Gli risposi. Era rilassato. Che tipo! Poi sentì nominare il nome di Seifer. E quello di Yuffie. Lei si appese al fratello gridacchiando come una pazza, e dicendogli quanto era contenta. Peccato che non si potesse dire lo stesso di Seifer. Lanciò un’occhiata di fuoco a Selphie, perché era lei che aveva fatto le squadre. Oltre che a mettere Irvine in condizioni di non poterci provare, si era anche preoccupata di non far "troppo contento" il mio caro amico. Dico troppo contento perché Selphie aveva messo in squadra anche me. Sorrisi. Seifer aveva fatto bene il suo lavoro. Non avevo capito bene chi fosse il caposquadra. Per poco non mi venne un colpo quando vidi gli occhi di ghiaccio del Comandante. Era lui il caposquadra. Squall Leonheart. 

Midi: Terra 

Ci avviammo verso il garage. Yuffie trotterellava allegramente il capo al gruppetto, canticchiando alcune frasi. "Trallala, trallalla, se un mostro mi attacca mio fratello mi difenderà, trallalla…" e così via. Trattenni a stento le risate per una forma di rispetto verso Seifer. Squall era in fondo al gruppo, e ci guardava con i suoi occhi di ghiaccio. Non riuscivo a capire cosa provasse in quel momento. Assolutamente. Era così misterioso. Mi sentì in imbarazzo quando si accorse che lo stavo fissando. Mi squadrò. Io mi voltai e nascosi la faccia quanto più potevo per non far vedere che ero arrossita. Mi faceva una certa soggezione. "Che c’è?" Mi chiese Seifer con tono ironico. "Non è che ti piace il capitano?" Scandì la parola capitano con un certo sarcasmo. Quasi volesse far intendere che Squall non veniva riconosciuto da lui come un capitano. Per tutta risposta Squall lo colpì alla testa con il calcio della pistola. "Sta zitto, matricola." Il tono era altrettanto irrispettoso. Di sfida. C’era qualcosa nell’aria. Una strana atmosfera si era creata senza che io riuscissi a capire il perché. Com’erano diversi quei due. E com’erano simili. Non riuscivo a spiegarmi come avesse fatto Squall a battere Seifer tutte quelle volte. Per me erano sulla stessa lunghezza d’onda. Ma quelli come me, quelli che non si chiamano "Seifer Almasy" o "Squall Leonheart", vedono tutto sotto un’ottica diversa. Nessuno riusciva a comprendere, a parte loro due stessi, che cosa si celava sotto quel velo di mistero e di sacro "non rispetto" che loro due si trasmettevano ogni volta che i loro sguardi si incontravano. Giungemmo al garage. Salimmo tutti e quattro su un’automobile decappottabile sportiva, una macchina che sembrava molto costosa. Notai che nel cruscotto aperto c’era la patente di guida di Squall. Allora era la sua macchina. Ero salita sulla macchina del comandante. Mi sentivo come una privilegiata. Yuffie continuava a canticchiare filastrocche senza senso, e Seifer continuava a dirle di star zitta. Squall guidava in silenzio, come se la strada fosse molto più interessante delle grida di quei due. Effettivamente non si poteva dargli torto. E io guardavo la situazione e riflettevo in religioso silenzio. E ogni tanto ripassavo mentalmente le formule d’invocazione dei G.F. e delle magie. Non c’è che dire. Eravamo proprio una bella combriccola. Venimmo trasportati fino a Trabia con la nave (avevamo caricato anche le auto) ed arrivammo che ora mai si era fatto mezzogiorno. Pensai che prima di notte tarda ci saremmo potuti scordare di abbandonare quelle terre ghiacciate. La nostra operazione si sarebbe svolta nell’area a Sud-Est della zona di proprietà del Garden locale. Le sette squadre si erano divise le porzioni di territorio da cui era formato l’accampamento nemico. Io, Squall, Seifer e Yuffie ci avvicinammo con passo felpato ad una roccia. Sporsi la testa. 

Midi: Mistery Sword 

Vidi l’accampamento nemico. Una cosa che non avevo mai visto prima. Allora era quello un campo. Ecco come si viveva in guerra. Come animali, nella polvere. Alcuni soldati dalle uniformi sgualcite stavano strattonando una infermiera quasi fosse un giocattolo. Sapevo bene che fine avrebbe fatto, una volta nella tenda di uno di loro. Se la serberebbero divisa come si fa con un pezzo carne Da mangiare. E come si lasciano le ossa della carne, una volta consumato il tenero così avrebbero lasciato quella povera ragazza. Seifer tentò di tranquillizzare Yuffie. "Non ti preoccupare sorella, alla SeeD non è così. Nessuno si comporta in quel modo con le ragazze, nemmeno in guerra. Quelli non sono soldati. Sono animali. Che uccidono e poi muoiono nella polvere." Un pensiero scuro mi scosse. In fondò, noi cosa ne avremo fatto dei soldati Galbadiani che quel giorno avremmo ucciso? Non gli avremmo lasciati a morire nella polvere? Eravamo soldati? Ma in fondo che cos’è un soldato, se non una macchina di morte? Non avevo pensato all’eventualità di uccidere persone In un certo senso ero sollevata che Seifer li avessi chiamati animali, i Galbadiani. Tornai a riflettere sui soldati. Ci sono i mediatori. E là dove le parole non arrivano i politici si fanno da parte e arrivano i soldati. Con la loro forza. E devastano. In fondo non eravamo così diversi da quei porci schifosi che vivevano in un campo che puzzava di alcol e di marcio, e che presto avrebbero profanato il corpo di quella donna. Soldati? O belve ? Noi o loro ? Entrambi ? Scacciai quei pensieri dalla mia mente, non mi avrebbero sicuramente aiutato a combattere. "Dobbiamo buttarci a capofitto in mezzo al campo?" Chiese Yuffie. Tremava. Persino l’odore di quel campo la spaventava a morte. Squall le rispose senza guardarla in faccia, continuando a scrutare i Galbadiani. "Ci saranno almeno una trentina di soldati. Vuoi suicidarti?" Era stato conciso. Tutti sapevamo cosa avrebbe risposto, in fondo, Yuffie aveva solo bisogno di una certezza. "Il piano è questo." Cominciò il comandante. "Prima di tutto dovremo attaccarli con un Guardiano. Seifer, affido a te questo compito. Sicuramente le due ragazze saranno inesperte in fatto di Guardiani e.." "Signor Capitano!" Squall mi guardò in viso. Ma non ebbi paura dei suoi occhi di ghiaccio. "Mi dispiace contraddirla, capitano, ma vorrei svolgere io l’attacco." Squall mi guardò meglio. Ero sicura che lesse qualcosa nel mio musetto caparbio, forse solo la presunzione di una ragazzina inesperta e montata, ma decise di farmi provare. "D’accordo.." mi disse. "Al mio via. Tu in ogni caso Seifer tieniti pronto per rimediare, nel caso non ce la facesse. Poi dovremo finire i sopravvissuti. Sicuramente almeno una decina di soldati scapperanno per dare l’allarme, ma noi gli correremo dietro. Saranno danneggiati e non ci vorrà tanto per eliminarli. Pronta Talabis?" Mi alzai senza degnarlo di uno sguardo. Mi misi controvento, rallentai il respiro e feci in modo di essere in una zona d’ombra, in modo che non mi vedessero durante l’invocazione. Scelsi il Guardiano con accuratezza. "Prenditi tutto il tempo che vuoi…" Mi disse il comandante. Se avessi utilizzato Siren probabilmente non avrei ottenuto l’effetto sperato. Il G.F. puntava più agli status alterati, che non all’attacco fisico. Non potevo scegliere Ifrit, il suo attacco era basato sul calore, e non mi conveniva a causa dell’ambiente ghiacciato in cui ci trovavamo. Di Carbuncle non se ne parlava neppure, sarebbe stato inutile. Così scelsi Shiva. Il suo attacco sarebbe stato potenziato dall’ambiente circostante, e comunque sapevo supportare molto bene la G.F.. Raccolsi l’energia che avevo in corpo e con un soffio di voce avvertì gli altri di nascondersi meglio dietro la roccia, se non altro per evitare eventuali frammenti di Polvere ghiacciata. "Vedrai che i sopravvissuti saranno meno di cinque." Dissi a Squall. Poi cominciai l’invocazione. "Polvere di Diamante! Potere del G.F. Shiva, vieni in mio soccorso!" I soldati Galbadiani si accorsero a mala pena di quello che gli stava succedendo. Venirono subito trapassati dalle gelide lastre di ghiaccio. Udivo le loro urla disperate, ultimo flebile tentativo di rimanere attaccati alla vita. Interruppi un attimo il supporto. Poi ricominciai. Non potevo permettermi di sbagliare. Con gli occhi di Shiva potevo vedere i loro corpi sanguinanti, le pozze di materia rosso intensissimo estendersi nella neve, gli schizzi di sangue che guizzavano a terra, sporcando il suo candore pallido. Shiva tornò nella terra, avvolta dal ghiaccio così com’era venuta. Un invocazione perfetta, da manuale. Mi gettai per terra in ginocchio. Ero sfinita, ma più che altro ero nel bel mezzo di una delle solite crisi di memoria. Ebbi un dolore lancinante alla testa, e un attimo di smarrimento. Non sapevo più che cosa ci facevo a Trabia. Tutto questo durò solo un secondo o due. Mi resi conto poco dopo di cosa era successo. Intanto Yuffie si era gettata in mezzo ai cadaveri, seguita a ruota da suo fratello Seifer. Calpestava i cadaveri. Proprio la mia Yuffie, che prima era caduta in un attimo di disperazione.

Li vidi cominciare a combattere contro i due soli sopravvissuti. Avevo fatto una strage. Squall mi porse una mano per alzarmi. "Ce la fai?" Mi chiese. Mi rialzai da sola, e ci buttammo anche noi due contro quei due Galbadiani. Li riconobbi. Erano due di quel gruppo di uomini che stavano infastidendo l’infermiera. Evidentemente li riconobbero anche gli altri, perché li eliminammo senza alcuna pietà. Uno finì con la testa mozzata dalla lama di Seifer, mentre l’altro esplose a causa di una potente Antima di Yuffie.

"Abbiamo finito?" Chiese Yuffie quasi incredula. Effettivamente non ci avevamo messo più di cinque o al massimo sei minuti a completare l’operazione. "Grazie a Talabis ci è voluto un nonnulla. Complimenti Talabis, esecuzione da manuale." Disse il capitano a me, e a tutto il resto della squadra, scrutando lo sterminio che avevo compiuto. Ne avevo uccisi così tanti. Sono un mostro. Questo mi dissi tra me e me. Ne più ne meno dei miei Guardiani. Un mostro. Ma non avevo tempo per incolpare me stessa.. dovevo fare qualcosa. "Capitano.." "Si Talabis?" "Posso invocare Ifrit… in un certo senso… vorrei cremare i soldati.. ho il permesso?" Squall annui. Gli altri mi guardarono un po’ stupiti. Sapevo che non avrei dovuto abusare dei guardiani, che questo mi sarebbe costato energia e …. Memoria, ricordi, ma mi sentivo di doverlo fare. Con un’invocazione all’altezza della precedente ridussi i corpi in polvere. Nessuna crisi. Strano. Mi voltai e cominciai a raggiungere i miei compagni. Ma qualcosa nei loro occhi mi spaventò. 

Midi: Never look back 

Sentì dei passi provenire da lontano. Passi pesanti. Più o meno 120-125 quintali di carne si stavano muovendo nella mia direzione. Cento metri. Anche di meno. Nonostante la sua stazza si muoveva velocemente il bastardo. Gli altri salirono in macchina. Probabilmente avevano già appurato cosa volevo fare. Dovevo prendere tempo. Seifer cominciò a scaldare il motore. Cinquanta metri. Trenta metri. Si muoveva di almeno quindici metri per volta. Dieci metri. Sentivo il suo fiato caldo sul collo. Mi voltai di scatto e mi lanciai contro di lui con tutta la mia forza. La mia Flame Tank gli trapassò la carne di almeno un metro. Il mostro gemette e arretrò. Proprio come volevo. Mi allontanai di corsa da quel Rum-Bum Dragon per raggiungere la macchina. La corsa più disperata della mia vita. Corsi più forte che potevo. Dritta di fronte a me. Fino alla macchina. Venti metri. E il drago non si muoveva. Dieci metri. Niente. Due metri. Il drago cominciò a ruggire.

Si rialzò dalla sua posizione. Seifer mise in moto. E partimmo. La macchina correva disperatamente. Dietro di noi, il drago. Eravamo in silenzio. Seifer prese una curva un po’ troppo alla larga, e la macchina sbandò. Yuffie cacciò un urlo. Se ci saremmo rovesciati nella neve sarebbe finita. Il drago non si concedeva un attimo di pausa. Continuava a correrci dietro. Seifer sbandò di nuovo. Dovetti reggermi per non cadere fuori dal veicolo, che aveva percorso qualche metro oscillando pericolosamente su una sola ruota. Correre sulla neve a quella velocità. Da pazzi. Ma l’istinto di sopravvivenza era più forte. Seifer sbandò di nuovo. E questa volta fu Squall ad esserne danneggiato. Una terribile fatalità. "Merda!" Urlò il nostro capitano. La Leonheart, per colpa delle vibrazioni, aveva forato l’elsa, e l’aveva ferito. Peggio di così non poteva andare. Yuffie era stranamente calma. Si voltò verso di me. Mi guardò con quei suoi due occhioni da cerbiatta. E capì. Non era calma, era rassegnata. Il carburante della macchina scendeva pericolosamente sotto la norma. Fra non molto, a quella velocità, ci saremmo fermati. E la nave distava ancora almeno una mezzora. Noi avevamo al massimo cinque minuti di carburante. Guardai Seifer. Muoveva impercettibilmente le labbra incazzatissimo. Capì. Stava imprecando con se stesso. E pregava. Allo stesso momento. Fu allora che ragionai. Pensai. Come avevo sempre fatto. Ma forse fui colta dalla pazzia. Dovevo farlo. Solo io potevo farlo. Il capitano era ferito, Seifer guidava, Yuffie non sapeva maneggiare una GunBlade. Forse fu pazzia. Forse coraggio. Non saprei. Sapevo che sentivo l’alito del mostro sopra il collo. E non mi piaceva. Puzzava di cadavere. "Non impuzzolentirmi la divisa testa di cazzo!" Lo dissi con tutta la forza che avevo in corpo. E con un gesto istintivo mi sporsi in avanti per afferrare la Leonheart del capitano. Poi mi misi in piedi sul portabagagli. E saltai. Saltai sotto gli sguardi attoniti dei miei compagni. Sotto lo sguardo del capitano. Ma non ne ebbi paura. In quel momento il fuoco che avevo dentro avrebbe sciolto il ghiaccio dei suoi occhi. Oh si.. perché ero veramente incazzata nera. Volevo vedere il mostro morire. Morto. In una pozza di sangue. Distrutto. Con la testa mozzata. Gli mozzai la testa. Si, proprio così. Con la lama azzurra della Leonheart gli mozzai il capo. Il sangue. Riuscivo a vedere solo il sangue. Sentì la macchina frenare bruscamente. Con un tonfo atterrai per terra. La rabbia era sbollita. Vidi il mostro farsi polvere di fronte ai miei occhi. Ero distesa a braccia aperte, supina, spinta a terra dal peso insopportabile di quella GunBlade non mia. Sopra di me, una pioggia di sangue e polvere. Cadde un BioCristallo. Lo sentì sfiorarmi le ginocchia. Ero zuppa di sangue. Sul viso, sul vestito, per i capelli. E un sottile strato di polvere mi ricopriva. La GunBlade giaceva vicino a me. Nelle mie stesse condizioni. In quel momento capì una cosa importante. Ero viva. E non era una bazzecola. Gli altri si avvicinarono di corsa al mio corpo. 

Midi: Kuja’s Theme 

Non sapevano nemmeno se fossi ancora viva. Non sapevano nemmeno se lo speravano. Questo pensiero mi raggelò il sangue. Poi li vidi. I miei compagni. Yuffie, Seifer, il capitano, che zoppicava per la ferita. Lui si mise in ginocchio vicino a me. Mi prese le spalle. Notai che era veramente incazzato, ma non dissI nulla. Sbattei a malapena le ciglia per fargli capire che non ero morta. Poi mi scosse violentemente le spalle. "Stronza!" Urlò contro di me con tutta la rabbia che aveva in corpo. Ma anche con un briciolo di preoccupazione. Non capivo. SteTTi zitta. "Sei proprio pazza! Volevi morire sotto i nostri occhi? Ma cosa sei un kamikaze? Sei un’incosciente!" Rimase un secondo in silenzio. Io sorrisi con fare saccente. Forse avevo preso da Seifer. Il capitano fEce per schiaffeggiarmi. Ma io gli bloccai la mano. Ora anche il suo polso era sporco di sangue. "E stai zitto." Gli dissi proprio così. Senza alcun rispetto. Perché avevo vinto. Avevo vinto i suoi sguardi di ghiaccio. Anzi, volli infierire. "E’ merito mio se hai portato a casa quel tuo bel faccino, capitano." Lui mi guardò. Ora era veramente incazzato. Brillava di una rabbia incontenibile. Seifer mi guardò come si guarda una persona che aveva appena firmato la sua condanna a morte. Ma sapevo che se Squall avesse osato toccarmi con un dito, lui lo avrebbe ammazzato. Si, ammazzato. Non voglio usare un eufemismo, dicendo ammazzato. Con il suo GunBlade. Come io avevo ammazzato il drago. Il gioco di potere che stavo praticando su Squall mi stava sfuggendo di mano. Ma non riuscivo a fermarmi. Yuffie si chiedeva cosa sarebbe successo. Io aprì la bocca per parlare. Non ero mai stata così padrona delle situazioni. La vita stessa di qualcuno, pendeva dalle mie labbra. Da ciò che avrei detto. E da come avrebbe reagito Squall. Era come un gioco d’azzardo. Ma i giochi erano fatti, com’erano soliti dire nei casinò. "Vuoi picchiarmi capitano? Vuoi uccidermi? Cosa mi vuoi fare?" Quella frase sapeva di malizioso. Avrei potuto tranquillamente continuare con la lista delle cose che Squall avrebbe potuto fare. Vuoi violentarmi? Non glielo dissi per rispetto nei confronti di Yuffie. Ma si leggeva nell’aria, quella domanda proibita. La pallina della roulette russa cominciò a girare. Squall stava muovendo le sue mani verso di me. E mi abbracciò. 

Midi: Prelude 

Mai come nessuno aveva fatto nella mia vita. Si mise a ridere. A ridere a crepapelle, di gusto. "Eve Talabis, sei la stronza puttanella più fortunata che io abbia mai conosciuto!" Si riferiva al drago o alla sua reazione? Chi se ne frega. Ridevamo tutti e quattro a crepapelle, per lo scampato pericolo. Yuffie si era addirittura buttata per terra dal ridere. Squall si era staccato da me, e continuava a ridere inginocchiato nella neve. Poi mi abbracciò Seifer, anche lui ridendo. Ridevamo tutti. Poi io e Seifer non ridemmo più. Beh, è logico… come fai a ridere se stai baciando qualcuno. Ci lasciammo andare ad un bacio appassionato nella neve. Squall e Yuffie smisero di ridere a loro volta e salirono in macchina. Dopo dieci minuti io e Seifer ci staccammo. E risalimmo in macchina, dove Squall e Yuffie ci aspettavano in silenzio. Yuffie era appoggiata al sedile, stesa per il lungo. Appena salì mi diede un calcio nel sedere. Quasi mi rovescia dalla macchina. Tutti ci mettemmo di nuovo a ridere. Ma io smisi presto. Ecco. Lo sapevo. Un dolore lancinante alla testa. Non ci aveva messo molto, quella merda. 

Midi: Dissipating Sorrow

 Mi lamentai gemendo. Seifer si girò verso di me. Non era un bello spettacolo. Le mie crisi non lo erano mai. Mi tenevo forte le tempie, quasi volessi bucarmi la testa. Stringevo gli occhi più che potevo, tanto che qualche lacrima scendeva sempre di sua spontanea volontà. E poi i muscoli del mio corpo si tendevano visibilmente. Ero in preda ai crampi, e le immagini dei G.F. lampeggiavano come una lampadina a intermittenza nella mia testa. "Spegnete quella cazzo di luce!" Dissi. Ero uno strazio di persona, durante le crisi. Gli altri erano attoniti. Yuffie ben di più, sconvolta. "Che cosa le succede?!" Gridò in preda al panico, aggrappandosi forte al fratello. "Ha delle crisi di memoria dovute ai Guardiani." La risposta veniva da Squall. "Lo so perché ci sono passato anche io…" Intanto io continuavo a contorcermi.. a urlare frasi incomprensibili. Poi, chiarezza. La luce del sole del crepuscolo mi accecava. Quanto tempo era durata la crisi? Almeno due ore. "Chi sono?" chiesi flebilmente a Yuffie, che mi stava bagnando la fronte nell’infermeria della nave. "Hey!" mi rispose la mia amica. "Sono Yuffie! Mi riconosci?!" Mi scosse le spalle. "Certo che lo so chi sei. Non so chi sono io." Passai un altro brutto quarto d’ora. Quando mi risvegliai nuovamente sapevo chi ero, e la crisi era finalmente terminata. Di fianco a me Seifer mi guardava con i suoi occhioni blu. "Hey.. piccola.." "Ciao Seifer.." lo salutai. "Come ti senti?" mi chiese lui. "Bene. Ma se mi baci mi sento ancora meglio."

Mi lasciai andare tra le sue braccia ad un altro splendido bacio. Poi entrò Ryu. Lui e la sua squadra erano stati gli ultimi a rientrare, almeno cinque minuti fa. Ma la nave era già in movimento. I SeeD erano rimasti a terra. Erano stati caricati solo gli studenti. "Come stai?!" Mi chiese agitatissimo il mio amico dai lunghi capelli. "O sto benissimo." Gli risposi sorridendo. "Non scherzare. Quando saremo al Garden la dottoressa ti visiterà meglio. Da quando hai queste crisi?" "Mi sembri mia madre." Era preoccupatissimo. "Ti ho già detto di non scherzare…" ribadì lui. "Allora, te la finirai con questa tua passione spasmodica per i Guardiani, adesso?" Gli sorrisi di nuovo mentre gli rispondevo. Avrà pensato che fossi diventata ebete dopo la crisi, sorridevo come una deficiente in continuazione. "Perché dovrei? Adesso che ho conquistato i punti necessari per Pandemon poi… non se ne parla neanche…." L’avevo stupito. Durante la crisi avevo avvertito un nuovo Guardiano. Per questo lo sapevo. "E tu come.." "Non gli lasciai finire la frase. "Va bene, lo sai che sei un vero rompicazzo? Starò più controllata…" Lui mi sorrise. "Allora tieni, stronza.." Mi gettò in mano tre sacchetti. Ne esaminai il contenuto. Il primo conteneva un osso di drago. L’altro due zanne rosse. L’ultimo, infine, una dozzina di viti. "Ma questi.." gli dissi tra le lacrime. "Smettila di piagnucolare imbecille. Gli ho raccolti oggi.. facci una bella Twin Lance." Gli gettai le braccia al collo. "Grazie! Grazie! Grazie Grazie!" Gli ero veramente grata per il pensiero. Lui mi guardò con fare fraterno. "Certi che tu ti arrabbi e ti emozioni per poco.. non è vero bimba?" mi chiese. Seifer guardava la scena. Gli metteva un po’ di malinconia. Era come se Squall, Zell, Irvine, Quistis e tutti gli altri avessero passato un po’ della loro amicizia a questi ragazzini. Quei ragazzini. Ero solo una ragazzina. E avevo la mia Twin Lance. Cosa potevo desiderare di più dalla vita?

CAPITOLO 8:

                                                  LA SUCCESSIONE DELLE STREGHE

Midi: Sacrifice

 

La strega era a terra. Stesa. Con gli occhi socchiusi intravedeva a malapena il cadavere di Rei Deling. Ma infondo non aveva bisogno di lui. Avrebbe potuto riavere il suo cavaliere da sola. Bastava un poco di impegno. Aveva eliminato lei stessa Deling. Non sapeva cosa farsene di una nullità come lui. Un maelstrom, in pieno viso. I suoi occhi la supplicavano di risparmiarlo, non poteva parlare, lei gli aveva mozzato la lingua. E poi l’aveva ucciso. Aveva sconvolto il suo viso. Il cranio a metà, ecco cosa rimaneva di Rei Deling. "Oh mio cavaliere…" gemette la strega. Si rialzò a fatica. Si tolse le vesti, e rimase un secondo così, abbracciando il proprio corpo nudo. "Oh mio cavaliere…" gemette di nuovo. Il suo cavaliere. L’unica cosa che poteva salvarla dal limbo in cui era stata di nuovo trascinata. Il suo cavaliere, l’unica cosa che Artemisia le aveva lasciato.

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Final Fantasy VIII / Vai alla pagina dell'autore: Eve1