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Autore: Captain Willard    18/07/2016    3 recensioni
Niki Lauda dorme ignaro nel suo letto d'ospedale. James Hunt, da buon vigliacco, approfitta del suo momentaneo KO per assecondare un impeto di sincerità.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James Hunt, Niki Lauda
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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OS scritta per il Drabble Event del weekend 9/10 di questo mese, indetto dal gruppo Facebook We are out for prompt.

Ringrazio G. F. per il prompt che ha scatenato questo mio delirio:

[Rush, James/Niki. Cosa c'è dietro tutta la facciata che James si è costruito? Quanto di tutto questo è per proteggersi da ciò che prova per Niki?]

 

***


 

 

L'amore delle variabili

 

 

 

 

 

L'uomo scivola nella stanza, si chiude la porta alle spalle, sospira.

Guarda il letto bianco, troppo bianco in una stanza tutta bianca, la forma magra e piccola che scompone appena il piano delle coperte.

 

L'uomo si siede accanto al letto, storce il naso perché tra l'odore di disinfettanti e quello di carne bruciata non sa cosa sia peggio, ma la figura stesa davanti a lui sussulta e tossisce nel sonno, un suono rauco e triste che gli fa venire da piangere.

Sarebbe davvero sconveniente se Niki scegliesse proprio questo momento per svegliarsi, e James si ritrova suo malgrado a ringraziare il coma farmacologico, quando posa una mano accanto alla sua. Non abbastanza vicino da toccarla.

 

«È colpa mia. Te lo dico adesso, lo metto subito in chiaro. Anche se non te lo ricorderai, quando ti sveglierai. E meno male, perché se mi vedessi qui ora penseresti che sono impazzito, attiveresti subito la tua squadra di avvocati rognosi per farmi sbattere dentro qualche clinica, giusto il tempo di togliermi dai giochi e bruciarmi al Gran Premio d'Italia, vero? Perché tanto ci sarai, no?

Che te lo chiedo a fare. Certo che ci sarai. Sei tanto testardo quanto scricciolo, Niki. È la tua migliore qualità, anche se qualcuno avrebbe da ridire. E anche io l'ho fatto, per quanti anni ti ho preso in giro, ridevo di come un affarino piccolo come te - così estraneo al mondo delle corse – si ostinasse a restarci attaccato, come un mitile allo scoglio. Ma le cose cambiano e in fondo sono contento che tu non mi abbia mai dato retta, ignorandomi e trattandomi come il buffone che sono. Ma lo faccio solo con gli altri, lo sai, no? Certo che lo sai.

«Tu sai sempre tutto. Tu leggi dentro alle macchine, ai meccanismi, leggi dentro le persone e dentro di me. Forse è per questo che a volte mi sorridi. Perché sai che in fondo non sono del tutto da buttare. Non sono tutto marcio, dentro. Se tu non fossi lì addormentato col cazzo che te le direi queste cose, ma appunto. Tu dormi. Io sono qui.

«E sì, ero venuto per dirti che è colpa mia, ero venuto per quello e poi andarmene, e sì, non ti ho portato neanche dei fiori ma solo la mia bella faccia che tanto ti ha fatto imbestialire in tutti questi anni, però so che a te i fiori non piacciono. E allora facciamo che quando uscirai da questo ospedale ti manderò in anonimo una bottiglia di vino rosso, quello lo apprezzi. Sarebbe bello poterlo bere insieme, no?

Dovrei andarmene, ecco, ma di occasioni di parlarti così non me ne capiteranno più, e poi le cose vengono fuori e le parole mi scappano senza controllo e penso: sì, sarebbe bello fare tante cose insieme. E invece non posso neanche farti gli auguri prima di una gara perché diciamocelo, se pensassero che mi sono rammollito sarei presto fuori dei giochi, in questo mondo di squali. Tu lo sai bene, Niki.

«Ti saltano alla gola alla prima occasione, ti spolpano. Ieri sera ero al pub, uno stronzo rideva, dicevi che eri finito. Allora gli ho fatto finire la serata con tre denti in meno e lo so, se potessi alzeresti gli occhi al cielo e probabilmente mi daresti del troglodita, ma sai che io sono fatto così. Impulsivo, stupido, passionale ed estremamente irascibile. Soprattutto quando si tratta delle persone a cui tengo. E a te io ci tengo, Niki. E so che tu sei meglio di tutti quelli là fuori, e tornerai e farai il culo a tutti, topolino. D'altronde, se sei riuscito a fare il culo a me.

E lo so che quelle volte che riesci a sfrecciarmi davanti e fottermi il posto in classifica io rido e dico che hai avuto fortuna, che non è stato per bravura, ma sappiamo entrambi che mento e sono pure bravo. Solo tu sai leggere nelle mie bugie.

Sei migliore di me, Niki. Non te la sei mai presa sul serio, non mi hai mai odiato nonostante certe volte me lo meritassi proprio. Mi hai sempre sopportato, risposto, mi hai sempre detto le cose in faccia. Forse è per questo che mi piaci tanto.

Forse questo è l'unico risultato che la tua testolina perfetta non abbia mai elaborato. D'altronde tu sei così, hai i tuoi schemi e i tuoi codici e ci vivi bene, te la gestisci alla grande la vita. Io invece sono la grossa, grezza, capricciosa variabile. E l'amore delle variabili tu lo rifiuti. Lo capisco, va bene così.

Non nego di starci male, ma che posso farci? Non voglio rovinare questo nostro strano equilibrio, e lo so che forse non sfuggiresti a un bacio, però non me la sento di rischiare. Dio, che risate ti faresti se mi sentissi. Hunt the Shunt che ammette senza filtri di essere un vigliacco. Sarebbe come Natale per te.

 

Anche se una volta mi hai detto che la prudenza è la parte migliore del coraggio. E allora penso che posso farmi bastare un'amicizia monca, se è con te. Se è per te.»
 

L'uomo tace, guarda l'orologio che ha al polso. Le cinque del mattino.

«Devo andare.

Ma tu sbrigati a tornare, eh? Lo sai che senza di te io non ce la faccio. E scusa se sono un codardo e un incosciente, scusa se ti ho fatto finire qui. Se potessi, me lo prenderei io il tuo dolore. E non ridere. Lo sai che è la verità.»

 

Scosta la sedia dal letto, si alza. Niki sembra più tranquillo, quando James si china su di lui e gli sfiora la bocca in un lieve bacio. «Lo sai che ti amo, topolino» sussurra con quel suo cipiglio giocoso che qualche rara volta gli ha vinto i sorrisi dell'austriaco. Se ne va quasi correndo, non è mai stato un uomo paziente.

Non vede la mano di Niki muoversi, le sue labbra sottili provare a rispondere alle parole che l'hanno raggiunto nel sogno.

 

 

***

 


 

  
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