Ritratto n˚27: L’ Adone
I due fratelli erano ormai le celebrità della scuola: lei l’amazzone dai ricci biondi, tostissima ma simpatica; lui invece il bello e irraggiungibile, ma dal grande carisma, amatissimo nonostante avesse finito le superiori già da un po’.
Aveva un sorriso aperto, solare ma allo stesso tempo malizioso, che conquistava un po’ tutte, e un simpatico volto delicato e velato di lentiggini, occhi nocciola leggermente allungati dallo scintillio improvviso.
Ma a far cadere le ragazze ai suoi piedi era il suo fisico statuario, non palestrato ma in qualche modo affascinante, la pelle color della pesca e come quei frutti morbida e vellutata, i ricci color della fiamma che quasi accecavano esposti alla luce del sole; senza dimenticare il carattere, anch’ esso costituito da quell’ unione di delicatezza e forza che lo contraddistingueva: un mix di cavalleresca gentilezza, desiderio d’ uguaglianza, sfuggente ironia e battute pungenti sapientemente armonizzati in una totalità che mai lasciava insoddisfatti.
Anche chi non poteva vederlo doveva, ad un certo punto, riconoscere la sua attrattiva.
Nonostante i mille sguardi femminili puntati su di lui, aveva già le sue Muse ispiratrici: la sua fidanzata storica, conosciuta alle elementari, una timida ragazza della periferia, discreta, silenziosa ma allo stesso tempo spettacolare come la neve dato il suo carattere esplosivo; e l’ amata sorellina, diversa ma a lui così simile.
Le aveva voluto bene sin dal primo istante, quando l’ una era una bambolina di tre anni infagottata nelle coperte bianche e lui aveva da poco iniziato la prima elementare; l’ unica della sua schiera di fratelli e fratellastri con cui non litigasse ogni tre per due, la sua amata confidente che ora stava sbocciando e che lui stava incoraggiando, perché di sostegni e aiuti non aveva quasi mai bisogno, da quando Cupido aveva bussato alla sua porta.