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Autore: Cricrip    20/07/2016    1 recensioni
Zosan AU
L'Alleanza di Cappello di paglia è nei guai: Rufy è scomparso. Per prepararsi all'imminente attacco di Barbanera, Law (sostituto di Rufy) decide di allearsi con Water Seven. Per sancire tale alleanza però, Water Seven pretende un matrimonio: Roronoa Zoro dovrà sposare Califa della Galley-La. Le nozze sono fissate, ma non tutti ne sono entusiasti: Zoro infatti, all'insaputa di tutti, aveva una relazione segreta con un certo membro della ciurma... e ora Sanji è costretto a guardarlo andare all'altare senza poterlo fermare.
Dal testo:
"Il cuoco non sapeva staccare i suoi occhi da Zoro. Perché quelli erano gli ultimi istanti in cui poteva farlo liberamente: finita la cerimonia, lo spadaccino sarebbe stato della donna che stava per prendere in moglie. Che persona era? Come poteva Sanji definirsi un uomo? Lui che se ne stava lì buono, buono, applaudendo perfino, mentre cercava di ignorare quella sensazione di vuoto e mancanza che si sentiva crescere dentro, non volendo altro che sprofondare?
Che genere di persona poteva mai essere, Sanji, che trovava strategicamente accettabile che l’uomo che amava se ne andasse per sempre da lui?"
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Kalifa, Roronoa Zoro, Sanji, Trafalgar Law | Coppie: Sanji/Zoro
Note: AU | Avvertimenti: Violenza
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1.STRATEGICAMENTE ACCETTABILE
Tutto questo è patetico. Pensò Sanji.
Il modo in cui il suo sguardo continuava a tornare su di lui, mentre questi se ne stava lì, impettito come su un piedistallo, la sua figura forte e muscolosa fasciata da un elegante completo nero.
Non è il suo stile, ma gli dona.
La sala era piena di gente, ma altri invitati stavano entrando desiderosi di occupare gli ultimi spazi vuoti che ancora rimanevano sulle panche.
Era quasi surreale: quel ricco salone addobbato a festa, con fiori e nastri, perfetto in ogni particolare, mentre fuori dominavano i resti di una città in rovina e il sentore di una guerra che sarebbe arrivata presto.
E in tutto quello sfarzo, il cuoco non sapeva staccare i suoi occhi da Zoro.
Perché quelli erano gli ultimi istanti in cui poteva farlo liberamente: finita la cerimonia, lo spadaccino sarebbe stato della donna che stava per prendere in moglie.
Mentre io rimarrò qui, sullo sfondo, al mio posto.
Zoro gli dava le spalle. Un peccato: in quel modo Sanji non poteva vedere i suoi penetranti occhi neri, solo il contorno di quei ridicoli capelli verdi.
Non aveva mai smesso di prenderlo in giro per quelli.
Le sue labbra si piegarono in un sorriso.
Marimo…
E improvvisamente, dal nulla, Zoro si voltò: i suoi occhi incontrarono quelli del cuoco, come magnetici.
Il contatto durò poco, ma abbastanza perché il cuore di Sanji perdesse un colpo.
Sono patetico. L’uomo che amo si sta sposando… che sarà mai?
Non doveva lasciarsi prendere dai sentimenti.
E’ solo politica.
Già… non era come se lo spadaccino l’avesse voluto.
Il matrimonio tra Zoro, personaggio di spicco dell’Alleanza dei Mugiwara, con Califa di Water Seven, era necessario perché i loro territori riuscissero a resistere contro la fazione capitanata da Barbanera.
Ovviamente, niente di tutto ciò sarebbe accaduto se Rufy fosse stato lì.
Ma Rufy non è più qui.
La sua nave era esplosa, attaccata dalla fazione di Doflamingo in mezzo all’oceano. Il fenicottero ci aveva rimesso la pelle, e il suo cadavere era stato ritrovato tra le macerie del relitto… ma del loro capitano non era stata ritrovata alcuna traccia. Anche Nami, Brook e Usopp si trovavano sulla stessa nave, e anche di loro non era arrivata nessuna notizia.
Gli altri dell’Alleanza ormai li davano per spacciati.
La musica cominciò a suonare, ponendo fine al rumoroso chiacchiericcio che si era creato, e la cerimonia ebbe inizio: tutti i presenti si alzarono, mentre le damigelle si facevano avanti, aprendo la strada alla sposa.
Zoro, già al suo posto di fronte all’altare si voltò, i suoi occhi andarono a fissarsi sul fondo della sala. Non c’era nessun sentimento d’amore in quello sguardo, quanto più un contegno onorevole e serioso.
Califa comparve in fondo alla navata. Era vestita di bianco, i capelli biondi le scivolavano delicatamente lungo la schiena mentre l’elegante taglio degli occhiali aggiungeva carattere al suo viso invece di sminuirlo.
Sanji sapeva che la ragazza era bellissima e che aveva un corpo da fare invidia: era un buongustaio delle virtù femminili, senza contare che l’aveva già incontrata personalmente sul campo di battaglia. In quell’occasione si era fatto ridurre davvero molto male e solo l’intervento di Nami l’aveva salvato dal colpo di grazia.
Ma che ci poteva fare? Lui non avrebbe mai e poi mai colpito una donna.
Quando Zoro era entrato nella sua camera in ospedale e l’aveva visto conciato così, il cuoco aveva colto una scintilla pericolosa balenare negli occhi dello spadaccino. Tuttavia, dopo che Nami gli aveva raccontato come si era procurato quelle ferite, Zoro era rimasto inizialmente zitto, poi si era voltato bruscamente, gli aveva dato dell’idiota e se n’era tornato nella sua palestra ad allenarsi. Non aveva più rivolto la parola a Sanji per ben due settimane dopo di ciò.
-Lo sposo è davvero bellissimo!- sentì bisbigliare a una voce femminile dietro di lui.
-Già!- ne convenne un’altra- E guarda il modo in cui freme per l’arrivo della futura moglie! E’ adorabile. Anche se è un matrimonio di convenienza, credo proprio che saranno perfetti insieme!
-Assolutamente sì! Si vede che c’è qualcosa tra quei due… non so, un’intesa?
Sanji deglutì.
Perfetti insieme? Intesa?
Riportò gli occhi su Zoro, ancora armato di quel suo imperscrutabile contegno.
Che quelle due ragazze avessero ragione? E se non riuscisse a vedere il tutto dalla giusta prospettiva? Che fosse troppo coinvolto per giudicare obbiettivamente?
Ridicolo.
Era lui quello che analizzava le situazioni dall’alto, con occhio critico. Era lui lo stratega che organizzava gli attacchi, la guerriglia, le misure da adottare in caso di necessità.
Come quella.
Sì, si rendeva conto che il matrimonio di Zoro era uno stratagemma perfettamente logico e giustificabile. Brillante anche. Avrebbe fatto loro tirare il fiato, e guadagnare del tempo.
Il cuore non doveva centrare nulla.
Visto che è così disse a quello stupido organo che si ritrovava nel petto suo malgrado perché continui a intrometterti?
Nel frattempo, la musica era cessata: Califa, arrivata all’altare, si era messa al fianco di Zoro, che da vero gentiluomo le aveva preso la mano per aiutarla a salire i gradini.
Dopo che lo spadaccino le tolse il velo dal capo, il sacerdote subito prese la parola.
Sanji non ascoltò per niente quello che disse, solo immaginò cosa ne stesse pensando il Marimo di tutta quella religiosità e formalità. Lui: ateo dichiarato e convinto. Il cuoco presumeva che fosse stata Califa a scegliere la cerimonia: le decisioni per il matrimonio sono appannaggio della sposa dopotutto.
Ma le sue erano solo supposizioni.
 
-Cuoco, mi sposo.
 
Le ultime parole che Zoro gli aveva rivolto, poi più nulla.
Ed erano passati due mesi.
Sanji sentì l’impulso di accendersi una sigaretta, ma costrinse la mano a restare ferma al suo posto.
-Vuoi tu Califa prendere il qui presente Roronoa Zoro come marito, promettendo di essergli fedele sempre, nella gioia e nel dolore, in salute e in malattia, e di rispettarlo e onorarlo tutti i giorni della tua vita, finché morte non vi separi?
-Lo voglio.- la risposta della sposa fu educata e composta, non una punta di imbarazzo o esitazione. Era una professionista.
-Vuoi tu, Roronoa Zoro prendere la qui presente Califa in moglie, promettendo di esserle fedele sempre, nella gioia e nel dolore, in salute e in malattia, e di rispettarla e onorarla tutti i giorni della tua vita, finché morte non vi separi?
Zoro non rispose subito come Califa, e questo fece assurdamente accelerare i battiti del cuore del cuoco, mentre lo stesso si sforzava di mantenere un’apparenza di perfetto contegno, senza che nulla trapelasse all’esterno.
-Finché gli accordi verranno rispettati- rettificò lo spadaccino, riempiendo le sue parole di una minaccia ben percepibile.
Tutta la sala riecheggiò di bisbigli scandalizzati, sussurrati a mezza bocca.
Senza volerlo, un angolo della bocca di Sanji si sollevò nel vago accenno di un sorriso.
Sì, quello era Zoro.
Nonostante fossero riusciti a fargli accettare quel patto, stava imponendo le sue condizioni, rifiutando di essere solo un mero burattino.
Ah, Marimo…
Il sacerdote, in evidente imbarazzo per l’affermazione dello sposo, guardò Rob Lucci, esponente più importante dei Water Seven presenti, mentre la sposa non sembrava particolarmente turbata. L’uomo col piccione, con un impercettibile cenno di assenso, che solo Sanji e forse pochi altri notarono, gli concesse di continuare.
-Bene allora- continuò l’officiante.- Vuoi tu, Roronoa Zoro prendere la qui presente Califa in moglie, promettendo di esserle fedele sempre, nella gioia e nel dolore, in salute e in malattia, e di rispettarla e onorarla tutti i giorni della tua vita, finché… gli accordi verranno rispettati?
Nessuna esitazione stavolta.
-Lo voglio.
Sanji, a quelle parole, si ritrovò a stringere le mani con forza affondando le unghie nelle gambe.
-Con il potere conferitomi, vi dichiaro marito e moglie. Può baciare la sposa.
Il cuoco vide i due sposi voltarsi l’uno verso l’altro, per poi avvicinarsi fino a che lo spazio tra loro non fu colmato.
Qualcosa nel suo petto si agitava, scalciava. Voleva esplodere e rompere qualcosa: ridurre in pezzi il suo autocontrollo.
L’impulso era forte, stava per traboccare… quando una mano gentile si posò sulla sua.
-Sanji.
Preso alla sprovvista, il cuoco si voltò alla sua destra, intercettando lo sguardo preoccupato di Robin, seduta accanto a lui, mentre la sua mano premurosa stringeva quella di Sanji cercando di fargli forza.
Lui la guardò sorpreso.
Robin lo sapeva?
Ma certo, lei sapeva sempre tutto.
Che vergogna… far preoccupare per me una così bella fanciulla… che razza di uomo sono?
Sanji riacquistò subito il suo contegno, e si esibì in uno dei suoi sorrisi costruiti ad arte che riservava solo alle donne.
-Mi dispiace, Robin-chwan. Non volevo farti preoccupare, va tutto bene.
-Sanji…
Non l’aveva convinta del tutto, la cara Robin era troppo sveglia, ma nonostante tutto aumentò il sorriso, insistendo col sostenere che stava bene.
Dentro di lui, però, non stava affatto bene.
Le persone intorno a loro si alzarono esultanti, presi dall’euforia del compimento della cerimonia, mentre i novelli sposi erano accolti con grida di giubilo e manciate di riso gettate in aria.
Sanji si unì al coro degli applausi, con l’entusiasmo a mala pena sufficiente per mantenere le apparenze.
Ce l’aveva fatta: era riuscito ad assistere alla cerimonia senza mandare a monte tutto.
Ho davvero permesso che succedesse.
Non riusciva a impedirsi di disprezzare sé stesso.
Che persona era? Come poteva definirsi un uomo? Lui che se ne stava lì buono, buono, applaudendo perfino, mentre cercava di ignorare quella sensazione di vuoto e mancanza che si sentiva crescere dentro, non volendo altro che sprofondare?
Che genere di persona poteva mai essere, Sanji, che trovava strategicamente accettabile che l’uomo che amava se ne andasse per sempre da lui?
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Salve a tutti! Questa è la prima storia che pubblico qui, spero vi possa piacere!
La mia ossessione per One Piece, i matrimoni imminenti e la visione dei primi episodi di Scandal hanno portato a questoXD inizialmente l’avevo pensata come una One-Shot, ma nuove idee hanno cominciato a spuntare fuori mentre scrivevo… e così ho continuato (tra l’altro rischiando per poco la bocciatura a un esameXD). Saranno una ventina di capitoli in tutto, in parte dal punto di vista di Sanji e in parte da quello di Zoro. L’ambientazione della storia verrà chiarita man mano e per ora non credo ci sia bisogno di precisazioni.
Grazie per aver letto questo primo capitolo, e (se volete) fatemi sapere cosa ne pensate!
Ciaociao!
   
 
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