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Autore: Aubrey98    20/07/2016    2 recensioni
" Ovviamente, non è sempre stato una rapa. O meglio, uno spaventapasseri con la testa di rapa.
Era stato un giovane e affascinante principe, in realtà, rispettato e adorato dal proprio popolo.
Era questo, prima che il suo cuore venisse spezzato e divenisse uno sciatto spaventapasseri vagante. E poi un uomo avente una seconda possibilità. "
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rapa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ovviamente, non è sempre stato una rapa. O meglio, uno spaventapasseri con la testa di rapa.
Era stato un giovane e affascinante principe, in realtà, rispettato e adorato dal proprio popolo.
Era questo, prima che il suo cuore venisse spezzato e divenisse uno sciatto spaventapasseri vagante. E poi un uomo avente una seconda possibilità.

Conobbe Marinette a quindici anni. Essendo un principe, era consuetudine che i genitori portassero la propria famiglia a balli e feste di altri regni. Ed era anche consuetudine che programmassero matrimoni combinati, così da portare a buon fine affari con altri regnanti, paci sperate o altri impegni politici. Raramente capitava che i due protagonisti dell’unione matrimoniale si conoscessero già o andassero d’amore e d’accordo. Tra lui e Marinette fu un caso fortuito, invece, o forse destino.
Un destino al quanto amaro, avrebbe pensato, lo spaventapasseri.
Avevano avuto l’occasione di conoscersi ad alcuni balli occasionali, in regni vicini, e quando arrivò loro la notizia del matrimonio fu come sentire il primo battito d’ali di un uccellino.
Justin rimembrava con nitidezza la chioma castana e mossa della ragazzina incontrata anni prima e la vista di una giovane donna, al suo castello, con le sue stesse caratteristiche e il suo nome fu come un ritorno, dopo tanto tempo, ad un luogo precedentemente amato, il quale amore stava tornando a farsi sentire cantando a squarcia gola.
Lo spaventapasseri ricordò vagamente il vestito blu, durante la sua avventura, molto diverso da quello di Sophie, molto più ricco di tessuti, con cui aveva messo piede nel suo castello quell’angelo dalla carnagione chiara e gli occhi profondi.
Vi è poco da dire, in seguito a questo loro incontro. Sembravano già conoscersi. Secondo la servitù, quando li si incrociava per i corridoi o da qualche altra parte, insieme, sembrava che ci fossero solo loro. Avevano il potere di estraniare chiunque appena i loro occhi si incatenavano, creando una dimensione personale e intima. E forse fu questo l’errore che costò loro i sentimenti sbocciati e ampliatisi in due perfetti e bellissimi anni.
Non era stato voluto da loro stessi. Nessuna vanità, nessuna sfacciataggine aveva impedito loro di notare un piccolo ma grande particolare, durante una loro passeggiata fuori dal castello, tra le vie della cittadina. Amore, con il suo fascino, aveva coperto loro gli occhi e chiuso loro le orecchie, impedendogli di udire la voce arrochita di una persona, a lato della strada. Impedendo alla dolce Marinette di fare più attenzione, così da poter evitare di pestare silenziosamente la lunga toga rovinata dell’anziana.
Appoggiata con la schiena ricurva al muro, seduta a terra e vestita di stracci e di un alto cappello a punta, la vecchina aveva allungato verso di loro un cappello malandato, bucato in alcuni punti, rivolto dal basso verso l’alto.

-Qualche moneta...-

Nemmeno il tintinnare degli spiccioli, caduti dal cappello sgualcito, aveva attirato la loro attenzione.
Nemmeno il cappello alto, con la punta rivoltasi improvvisamente verso il basso, leggermente, aveva scemato il loro sorriso perso ed innamorato.
Nemmeno l’ombra che si era allungata sotto i loro passi tranquilli aveva sciolto le loro braccia intrecciate, il loro contatto.
Solo quando il loro passo coordinato venne frenato da quella macchia scura, che imprigionava i loro piedi, solo all’ora alzarono lo sguardo. E la vecchina che avevano scorto con una minima parte della loro volontà, sfuggita al bambino alato provvisto di frecce acuminate, non era altro che una alta e dritta strega. Il viso austero, gli occhi rossastri e un sorriso, più simile ad una smorfia, in volto.
Insolenza.
Sfacciataggine.
Egoismo.
Li accusò di questo, mentre la sua figura si dilatava attorno a loro, rinchiudendoli in una bolla scura dove non riuscirono, i due amati, a vedersi nemmeno tra loro.
Le grida, le richieste di aiuto, i gesti. Fu tutto inutile e quando la luce del giorno lambì di nuovo i due innamorati, il principe Justin e la principessa Marinette non c’erano più.
Al loro posto, uno spaventapasseri dalla testa di rapa era appoggiato al muro del viottolo, che mai era stato più vuoto di quel giorno. Ricurvo e dai vestiti logori come quelli della falsa vecchina, lasciava ciondolare il cappello rotto che la vecchia aveva loro teso. Della principessa, sua amata, altro non vi era che una statuetta di vetro rotta in vari pezzi, sparsi sotto e attorno alla suola di una scarpetta azzurrina. La scarpetta di Marinette, che aveva indossato quel pomeriggio funesto. Intrappolato sotto al tacchetto, un foglietto elegantemente decorato, dalla scrittura raffinata, recitava così:

                                                    "Solo il bacio della donna da te amata romperà il maleficio... ops. Peccato."



Passò del tempo prima che il principe Justin, tramutato in quello strano e sfortunato spaventapasseri, si abituasse al suo nuovo e particolare corpo. Si arrendesse all’evidenza che non poteva più tornare indietro. Si lasciasse andare alla comprensione che la persona più importante della sua vita non esisteva più.
Quando incontrò Sophie, non solo vide il maleficio che intrappolava la ragazza in quella forma, ma rivide in lei la Marinette amata prima che la rovina cadesse su di loro. I suoi atteggiamenti, la sua decisione, la sua dolcezza... sembrava di essere tornati indietro nel tempo.
Naturalmente, non poteva fare i conti con Howl, così come non poteva fare i conti con il futuro guardando il passato.
Ebbe una seconda possibilità. Tornò più uomo che ragazzo. E lo fece con l’umiltà di uno sciatto spaventapasseri e il coraggio di un principe.




- Angolino -
...mi è uscito così. Avevo questa lampadina che non smetteva di accendersi, quando riguardavo instancabilmente "Howl's Moving Castle" e allora mi sono detta di buttare giù questa... "cosa", se proprio ci tenevo.
Spero piaccia. Mi è piaciuto pensare a come si fosse arrivati da Justin a Rapa.
Se volete lasciare una qualche recensione, per farmi sapere se l'idea era carina, fate pure!

Alla prossima!

 
   
 
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