TOO LATE

Ian entrò in casa Milkovich senza bussare. 
Aveva lo stomaco contratto in una morsa dolorosa e gli occhi lucidi di lacrime non ancora versate. 'Fanculo. 
Non voleva molto in fondo. Non chiedeva una cazzo di sviolinata o delle rose o una merdosissima dichiarazione in ginocchio. 
Voleva solo che quello stronzo di Mickey Milkovich per la prima volta in vita sua si togliesse la testa dal culo e facesse l'uomo. Voleva che lo prendesse per le spalle, che lo picchiasse se necessario e che, con rabbia, gli chiedesse - gli imponesse - di restare. 
Questo voleva, Ian. Nient'altro. 
Eppure, ora che erano lì, a pochi metri di distanza l'uno dall'altro, capì che non lo avrebbe mai ottenuto. 
Capì che Mickey quella cazzo di parola, quel insignificante "resta" non glielo avrebbe mai detto. Sarebbe morto prima di farlo. Prima di abbassarsi ad un tale gesto di romantica normalità. 
Si schiarì la gola e ricacciò indietro le lacrime. 
Non avrebbe pianto per lui. 
Non avrebbe pianto per nessuno. Mai. Aveva già versato troppe lacrime per Monica, Frank, Fiona. Non aveva tempo adesso per versarne anche per se stesso. 
"Che cazzo vuoi Gallagher?" 
Mickey continuò a dargli le spalle, la schiena curva e la testa piegata verso il petto. 
"Che ti corra dietro come una troietta chiedendoti di non andare?" 
Ian strinse i pugni e digrignò i denti. 
'Fanculo. 
'Fanculo all'esercito, 'fanculo a Frank, 'fanculo al Southie e soprattutto 'fanculo a Mickey. 'Fanculo. 'Fanculo, 'fanculo, 'fanculo. 
"Non sono qui per te." 
Non era vero. Cazzo se non era vero. Ma non importava, non più. Mickey aveva fatto una scelta e così aveva fatto anche Ian.
Non aggiunse altro, non si aspettò altro, semplicemente se ne andò. Senza indugiare oltre. 
E fu proprio perchè non esitò che non vide Mickey girarsi. Fu proprio perchè non esitò che non vide il tormento che gli riempiva gli occhi, offuscandogli la vista. 
Fu proprio perchè Ian non esitò che non lo sentì sussurrare quell'inutile "resta" che tanto bramava e che, come sempre, era arrivato troppo tardi.