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Autore: Hayaros    22/07/2016    0 recensioni
Un viaggio per trovare le radici perdute della sua famiglia, alla ricerca di un passato glorioso ormai andato e presente solo sugli annali della storia. Nonostante i dubbi, Marcus e sua figlia Isabelle perseverano nella loro ricerca.
"Phalanx è rimasta immutata." questa la loro convinzione.
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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    -”E com'è questo posto che state cercando? ...Phalanx, giusto?”
La taverna era movimentata, a quell'ora della sera. I signori erano usciti dalle loro case in compagnia delle loro mogli ed ora gaiamente sedevano su quei tavoli, bevendo attentamente dai loro calici con estrema precisione,
conversando degli ultimi eventi avvenuti in città.
Il leggero brusio serale era particolarmente confortevole alle orecchie di una delle coppie sedute al bancone: un uomo sulla cinquantina, dai lunghi capelli mossi che iniziano ad ingrigirsi con l'età e piccoli occhi neri incorniciati da rughe che osservavano il bicchiere di vino davanti a lui; accanto a lui, una giovane ragazza dai lunghi capelli castani, lisci ed occhi verdi, che guardava con attenzione l'ambiente attorno a sé, il suo sguardo curioso.
Fu l'uomo che, alzando leggermente lo sguardo e sorridendo, rispose al barista: -”E' un luogo magnifico. Mi sorprende che non lo conosciate, buon uomo: le voci della sua grandezza, seppur antiche, raggiungono ancora oggi le orecchie dei viaggiatori.”
-”Temo di non averne mai sentito parlare, signore.” - rispose il giovane uomo dietro il bancone, aggrottando le sopracciglia, confuso, -”In questa taverna vengono molte persone da ogni parte del mondo... ma non avevo mai sentito parlare di questa “Phalanx” prima d'ora. Che abbia cambiato nome con il passare degli anni?”
-”Phalanx è rimasta immutata.” - rispose solennemente l'uomo, i suoi occhi neri divenuti due piccole fessure con le quali osservava attentamente il giovane ragazzo davanti a lui, la sua bocca una linea sottile senza espressione.
-”Mi scusi, signore.” - si affrettò a dire il giovane, sentitosi minacciato da quello sguardo. Disperato, voltò il suo sguardo altrove per sfuggire a quello così tagliente, e i suoi occhi si posarono sulla giovane ragazza che era entrata con l'uomo. In confronto a lui sembrava così dolce... era seduta, immobile, e guardava il giovane che stava suonando il pianoforte, dall'altra parte della sala.
-”E' vostra figlia?” - chiese, sperando di cambiare il discorso.
L'uomo annuì e le labbra si piegarono in un piccolo sorriso ed i suoi occhi per un attimo scintillarono.
-”Da quanto tempo siete in viaggio?” - chiese di nuovo il barista.
-”Sono ormai passati quattro anni.”
-”E non avete trovato nessuna informazione su Phalanx? In quattro anni?”
-”Non è difficile trovare la strada, buon uomo.” - rispose l'uomo, alzandosi dalla sedia, e, come se fosse stato un segnale, anche la ragazza accanto a lui si alzò, lasciando davanti a sé il piatto vuoto che conteneva la sua leggera cena. Si avvicinarono alla porta e l'uomo, senza voltarsi, disse:-”Sappiamo che Phalanx si trova a sud, è l'unica indicazione che ci serve. Continueremo a viaggiare verso sud, finché non la troveremo.”

 

- : -
 

    Lui se lo ricordava bene, quel posto, come se lo avesse visitato il giorno prima.
Era su una grande pianura che si perdeva a vista d'occhio, neanche la vista delle montagne era lì a fermarla: l'ultimo punto che l'occhio riusciva a vedere era una sottile linea verde che ondeggiava lentamente con il vento.
Una lunga via ciottolosa divideva in due la pianura ed era proprio lì, ricordava Marcus, che li aveva incontrati per la prima volta.
-”Aprire un negozio di vini... qui?” - aveva chiesto lui, sorpreso e, lui come sua figlia, istintivamente si guardarono intorno, trovando solo chilometri e chilometri di erba ad attenderli, -”Siete sicuri che sia una buona idea?”
La donna annuì con vigore, ma fu il marito a prendere la parola:-”Questa è una strada molto trafficata, essendo l'unico punto di collegamento tra le capitali dei due regni. Non solo quindi passano molti mercanti, ma anche viaggiatori e, seppur rari, turisti. Se qualcuno avrà voglia di un bicchiere di vino, può fermarsi qui. Oppure, se qualche mercante vuole fare scorta di vino per i negozi del paese... può fermarsi qui.”
-”Inoltre,” - aveva aggiunto la donna, -”siamo vicini ad un grande campo di viti. I costi di trasporto saranno anche bassi.”
L'uomo aveva annuito all'affermazione della moglie e, più deciso di prima, aveva affermato:-”Sì, questa è stata una grande idea.”
-”Allora vi auguro buona fortuna per i vostri affari.”
-”Voi invece dove siete diretti?” - aveva chiesto la donna.
-”Ci stiamo dirigendo verso Eisengeld.”
-”Eisengeld?” - l'uomo aveva spalancato gli occhi, al suono di quel nome, -”E' veramente lontano.”

     Quella conversazione era avvenuta quattro anni prima, quando lui e sua figlia erano passati lì durante uno dei loro viaggi. Abitavano nella città meridionale di Sonnestag e avevano deciso di trasferirsi ad Eisengeld, verso nord. Ed ecco, di nuovo, che passavano per quella strada, quella volta diretti verso sud.
Ora non c'era più una piccola baracca di legno con delle casse impilate davanti alla porta: no, ora si ergeva un grande negozio ed immense vetrate che lasciavano intravedere la merce al suo interno, centinaia e centinaia di bottiglie di ogni forma e colore, con altrettante infinite etichette attaccate su di esse, rivelando nomi di vini locali, lontani, stranieri e sconosciuti.
Fermo davanti alla porta d'entrata, l'uomo si voltò verso la figlia:-”Isabelle, ti dispiace se ci fermiamo un attimo? Vorrei fare una visita alla coppia proprietaria di questa enoteca.”
La ragazza, guardando il padre, annuì. L'uomo sorrise ed entrò nel locale.
L'interno del negozio era costellato di persone, per lo più adulti e uomini in età avanzata, che si aggiravano per gli scaffali con occhi attenti e studiosi. Esaminavano ogni bottiglia con estremo dettaglio e toccavano quei preziosi oggetti con grande cura ed attenzione. Disseminati per il negozio erano presenti anche numerosi giovani che, con aria cordiale e raffinata, versavano vini in diversi calici, fatti per essere provati dagli intenditori.
Fu facile trovare la coppia proprietaria del locale giù in fondo alla sala, dietro ad un bancone, indaffarati a rispondere alle richieste di numerosi clienti.
-”Marcus! Isabelle!” - esclamò l'anziana donna, vedendoli. Sorridendo, un gran sorriso visibile anche a quella distanza, fece un cenno della mano invitandoli ad avvicinarsi.
-”Mi fa piacere vedere che avevate ragione.” - commentò Marcus, dando un ultimo sguardo intorno a sé, -”Il negozio ha avuto veramente successo.”
La donna annuì, decisa e fiera di quel risultato:-”All'inizio è stato difficile... gli affari avevano molti problemi a partire, ma con il passare del tempo la situazione è migliorata.”
Il marito della proprietaria si avvicinò anche lui ai due viaggiatori e, continuando da dove la moglie aveva lasciato, disse:-”Voi due invece? Vedo che siete ancora in viaggio.”
Marcus annuì:-”Dopo esserci trasferiti ad Eisengeld, abbiamo scoperto in alcuni vecchi documenti l'esistenza di una reggia che apparteneva alla mia famiglia, quando ancora deteneva un titolo nobiliare. Governava intere terre da quel castello ed ora siamo in viaggio per trovarlo.”
La coppia spalancò gli occhi, sorpresa:-”Quindi... siete discendenti di un'antica famiglia nobiliare?”
-”Per noi non è una notizia nuova.” - spiegò Marcus, -”Ma non è un'informazione che dico a molte persone: dopotutto, abbiamo perso quello status anni fa, ormai.”
-”Da quanti anni siete in viaggio, alla ricerca di questa reggia?” - domandò l'uomo.
-”Quattro anni.”
-”E' veramente tanto tempo... come si chiama questo posto che state cercando?”
-”Si chiama Phalanx.”
La donna aggrottò le sopracciglia, cercando di ricordare:-”Non... non mi sembra di aver mai sentito questo nome. Caro, tu per caso ne sai qualcosa?”
L'uomo scosse la testa, anche lui dopo una piccola pausa di riflessione:-”Parlo con molte persone qui al negozio, ma nessuna di esse ha mai detto un nome simile. Mi spiace, Marcus.”
-”Non è un problema. Non vi preoccupate. Nessuno con cui abbiamo parlato sembra conoscere il luogo.”
-”Mi spiace.” - ripeté l'uomo e, quando sentì il suo nome pronunciato da uno dei clienti al bancone, disse velocemente, -”Devo andare, il lavoro mi chiama. Buona fortuna con i vostri viaggi Marcus, Isabelle.”
I due viaggiatori lo salutarono con un sorriso ed un rapido gesto della mano, lui troppo veloce persino per dire qualche parola.
Improvvisamente, quando il marito era ormai lontano, la donna iniziò a ridere.
-”C'è qualcosa che non va?” - chiese l'uomo.
-”Stavo solo notando che, esattamente come quattro anni fa, quando passaste qui per la prima volta, anche oggi state viaggiando senza portare con voi alcun bagaglio.”
-”Quando si viaggia bisogna andare leggeri: il troppo peso rischia di farci solo allontanare dalla meta.”
-”Forse è vero, ma non in tutti casi. Marcus, Isabelle, devo andare. Vi auguro buona fortuna per il vostro viaggio.”
-”Buona fortuna anche voi per il vostro negozio.”

  
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