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Autore: IllySan    23/07/2016    0 recensioni
Nuova Fanfic , dedicata al mio personaggio preferito di POI: Root....e se dopo la scomparsa di Shaw, la signorina Groves, decide di stravolgere la sua vita, trasferendosi in Italia? E se proprio lì incontrasse qualcun'altro?
Qualcuno di "Normale", talmente normale da stregarla?...
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Harold Finch, John Reese, Nuovo personaggio, Root, Sameen Shaw
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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[...]



Passarono alcuni minuti di puro silenzio, fin quando la piccola non decise di riattaccare col discorso:

<< Non mi avevi mai detto di essere capace a fare massaggi... >>


<< Come sai, avevo parecchi sogni da giovane...ma sono finita a fare tutt’altro, però,
terminato il liceo, mi sono subito specializzata in alcune cosette... >>

Annuì Ilaria.


<< Questo posto è fantastico, e non lo dico semplicemente perché ho trovato te...
A pelle ho subito sentito che fosse gestito da gente seria e pronta. >>
 
<< Assolutamente. Claudio, l’uomo con cui hai parlato poco fa, è il proprietario e decise di puntare su di me nonostante non avessi ancora molta esperienza. Ha avuto un occhio di riguardo fin dal primo momento, come se fossi una figlia. >> Raccontò con nonchalance continuando a massaggiarle le dita...


- Da quando le dita dei piedi vengono massaggiate? -


<< Evidentemente il tuo talento era già visibile. >> Ammiccò con la voce Ilaria, meravigliandosi di se stessa; non era solita a queste uscite, a lasciarsi andare in quel modo dopo una litigata pesante...
 
<< A te invece, Ila? Come va il lavoro? Sembri più incordata del normale. >> Ci prese immediatamente; forse emana stress da tutti i pori.
 
<< Domanda di riserva? Mi stanno facendo scontare le ferie. A volte mi pento di essermele prese. >>



<< Sarebbe stato molto più consono. >> Esclamò l’altra con amarezza,
cambiando piede e dedicandosi all’altro con le stesse identiche attenzioni.
Root in quel frangente sembrò una donna diversa da quella con cui aveva condiviso qualcosa di forte, differente da quella con cui si era presa a parolacce,
con cui aveva litigato per mesi...
Sembrava una donna precisa, una a cui piaceva curare i dettagli.



<< Ma quanto adori tornare sul discorso? >>
 
<< Tanto. Anche perché non l’abbiamo mai finito del tutto. >> Quando terminò con i piedi, salì nella zona dei polpacci, iniziando con delle carezze rilassanti a ciascuna delle gambe; partendo dalle caviglie, proseguendo sino alla parte superiore della coscia.
La moretta socchiuse gli occhi e sospirò lasciandosi beare ancora dal quel tocco…


-Ci sai proprio fare con le mani!
Talmente grandi ma...divine.-

Improvvisamente, la vibrazione del cellulare della più piccola, le disturbò…


<< Vuoi che te lo prendo? >> Chiese Sam, gentilmente, anche se dentro di lei le stava bruciando il fegato.
Chi poteva essere?
 
<< No, figurati. Sarà mia madre che rompe! >> Sbuffò Ilaria, non avendo intenzione di rovinare quel meritato relax.
<< Non sarà nulla di importante, tranquilla. >>



<< O Vany...magari ha bisogno di te. >> Ribattè l’hacker, staccandosi da lei e dirigendosi verso l’aggeggio sotto lo sguardo indagatore dell’altra.
<< Posso? >>
- Che invadente che sono!-

La giovane annuì senza proferire parola.

<< Avevo ragione! >> Commentò d’un tratto.


<< D’accordo, passamela. >> Cedette.




[...]




“Ehi”

“Dove cazzo stai?”

“Uh, è sempre piacevole ricevere una tua telefonata.”

“Daje, dimmelo.”

“Sarei un attimino impegnata, perché? Che altro succede?”

“Sto venendo da te. Spero hai ancora casa libera, ve?”

“Certo...nonno è peggiorato, non possono mandarlo via dalla clinica.”

“Perfetto...cioè, non per tuo nonno...va bè, hai capito.
Arrivo alle 16.33.
Ah e...te lo dico prima, non è stata una mia idea!”


“Di cosa parli, Vanè?”

“Vedrai. A più tardi e non fare tardi.”

“Okay scema, a dopo. Buon viaggio!”




[...]
 

<< Mi ha voluto fare una sorpresa! >> Esclamò Ila, scuotendo la testa.


<< Sta venendo, l’avevo dedotto. Ti prometto che non ti farò fare tardi! >>



<< Il massaggio prima di tutto. Almeno per oggi è così... questa settimana è stata terribile, giuro. >> Rispose esausta, ridandole il cellulare per farglielo posare, per poi guardarla tornare ad occuparsi di lei: applicò una leggera pressione con entrambe le mani e la sua pelle si distese uniformemente.



<< Hai una pelle...stupenda. Liscia, chiara... >> Soffiò Root, con occhi a cuoricino.
Si complimentò inchiodando i suoi occhi nei suoi.
Era da tanto tempo che non li studiava così a lungo e con quell’intensità che ad Ilaria sembrò come se quei due pozzi marroni color miele potessero incenerirla da un momento all’altro.
Per sua sfortuna, Root distolse lo sguardo e andò avanti con il suo lavoro, la piccola invece, rimase ancora incantata dal suo viso perfetto, perdendosi un momento nell’osservare quelle labbra.
Quelle labbra che per tante notti l’avevano fatta godere di piacere, che l’avevano cullata nelle sere più buie e tempestose, quelle labbra che fin dall’inizio le avevano sussurrato frasi dolci che nessuna mai le aveva riservato...

Le seguì in ogni piccolo movimento; ogni tanto le contrasse, lasciandole assumere una sensualissima forma, altre volte invece le dischiuse leggermente, permettendole di intravedere i suoi denti, anch’essi bellissimi...

-Più ti osservo, più sono alla ricerca di un qualche piccolo e misero difetto e più mi accorgo che non ne hai.-
Pensò Ilaria.


<< Me l’hai già detto... >> Disse, decidendo di smorzare la frase dell’altra.


<< Io non sono mai stata così... >> Fece di nuovo la Groves flebilmente;
la loro conversazione stava durando troppo, troppo anomala, aveva preso una piega estremamente confidenziale, che nessuna delle due si aspettava.

Forse non avrebbero dovuto parlare così, ma si sentirono di farlo.
Spontaneamente.
Ilaria non rispose, imbarazzata.


<< Quindi con Federica... Siete a secco...!? >> Ripetè velocemente Root, puntualizzando,
e impastando come se stesse lavorando del pane, il muscolo della coscia della Gagliardi.
 
<< Esatto! >> Rispose semplicemente.
 
<< Un peccato. >> Sussurrò la bruna di rimando, dando però l’impressione che non era tutto, ed infatti:
<< Una come te, non meriterebbe di rimanere a secco. È un po’ come avere tra le mani una Ferrari e lasciarla in garage. >> Aggiunse maliziosa ma tenendo uno sguardo serio.
 
Dalla bocca della più piccola soffiò istintivamente fuori una leggera risata.



<< Questa similitudine mi è nuova... >> Commentò.



<< Ma ti fa arrossire. >> Replicò l’altra.



<< Beh, venire paragonata ad una Ferrari, da una donna affascinante come te,
è decisamente un complimento mastodontico. >> Precisò Ila, mordendosi il labbro inferiore, sentendo la parte terminale del palmo della sua mano, muoversi lentamente sulla pelle.
 
<< Forse, ti mancano i giusti stimoli... una ragazzina inesperta non ne sa abbastanza...
Non ha esperienza, non ha...tatto. >> Mormorò ancora la Groves, sfiorando dolcemente quella schiena, dalla base fino al collo.

-Dio...non posso, sono in servizio...-


<< Avevo un fissazione per la tua schiena...così...ben delineata e muscolosa... >> Azzardò perdendosi con lo sguardo su quel corpo che conosceva meglio delle sue tasche.

Ilaria sussultò.  
Era stato un caso che quelle parole erano state accompagnate da quel movimento,
o era stata una cosa voluta?
 
<< Forse la passione sta scemando... Se non ti sa prendere... >>


-Fermati Root, fermati finchè siamo ancora in tempo.-
Pensò Ilaria, dando sfogo ai suoi molteplici pensieri.


<< Alla fine il sesso non è una priorità... l’importante è...volersi bene. >> Disse con estrema difficoltà la giovane, non riuscendo più a respirare regolarmente a causa di quelle due mani che danzavano sulla schiena, descrivendo movimenti circolari,
per poi spostarsi verso la colonna vertebrale, dedicandoci più tempo.
 
<< Non è una priorità, ma è pur sempre una cosa essenziale. >> Espose la sua idea la più grande, sulla quale l’altra si ritrovò parzialmente d’accordo.
<< Ovviamente questo è il mio pensiero. >>
 
Le due continuiamo a chiacchierare tranquillamente, mentre il massaggio procedeva;
sembrarono amiche, amiche di vecchia data per la precisione...


Oltre alla schiena, Root si occupò anche del collo e delle spalle,
invitandola successivamente a girarsi e tempestivamente la coprì con un asciugamano,
sia la parte del seno che del pube.
Finse di non guardare, ma Ilaria ne fu quasi certa di aver visto il suo sguardo scivolare su di lei.

<< Strano ma... Non so se sono più rilassata dal massaggio o da questa nostra piacevole e interminabile chiacchierata. Era da tanto tempo che non accadeva e... mi trovo benissimo nel parlarti, specialmente perché lo facciamo con una spontaneità a me nuova. >> Se ne uscì Ila, senza ulteriori scopi, seguita da un sorriso affettuoso dell’adulta, che però,
rivelò una lieve malinconia e nostalgia...dovuta a...lei sapeva cosa.
 
Il tempo trascorse nel migliore dei modi, in cui la Groves le raccontò degli aneddoti divertenti su alcune pazienti, mentre ovviamente non dimenticò di occuparsi delle sue braccia, anch’esse possenti, che la fecero fremere, passando subito dopo al polso, mantenendole la stretta, mostrandosi delicatissima, quasi impercettibile.
 
Ilaria tornò a fissarla, squadrarla, le era impossibile non farlo; ogni dettaglio in cui s’imbatteva la rendeva ancora più sensuale, ad esempio quel piccolo neo nella zona più bassa del collo o le piccole rughe che si formavano ai lati degli occhi quando sorrideva...
Si possono trovare delle rughe così sensuali? Sì, ora ne aveva avuta la certezza.
 
<< Ho qualcosa che non va? >> Fece Root, destandola da quel momento di contemplazione.
 
Ilaria tornò sulla terra sbattendo più volte le palpebre e incurvò le labbra per apparire meno imbarazzata.
 
<< No, no. >>
 
<< Mi sentivo osservata... >> Disse spostandosi nuovamente verso le gambe.
 
<< Ero solo persa nei miei pensieri... >> Mentì la vent’enne; ammettere il contrario l’avrebbe fatta sprofondare nella vergogna.
 
<< Va bene. >> Si lasciò convincere la donna da quelle parole, mentre le sue mani iniziarono nuovamente a salire, fino ad arrivare vicino all’ interno coscia, dove la moretta perse qualche battito.
Dovette far uso di tutto  l’autocontrollo possibile per non lasciar sfuggire dei versi poco adatti, ma si rivelò davvero difficile, più facile a dirsi che a farsi, specialmente quando la mano della bruna indugiò lì, vicino alla zona più intima e sensibile.
Strinse le labbra e quando sollevò lo sguardo ed incontrò quello di lei…

-Oddio, spero non si sia accorta di questo mio momento di difficoltà.-
 
<< La lupa ha mai provato a farti un massaggio in questo periodo? >> Domandò di getto, senza fermarsi, portandola a riflettere per un momento.



<< Ehm… In realtà non ricordo, non mi sembra… ma perché la tiri sempre in ballo? >>
 
<< Oh andiamo... è davvero una sprecona! >> Commentò Samantha versandosi sulle mani un altro po’ d’olio.
<< Un massaggio può essere davvero utile per mantenere vivo l’affiatamento e la fantasia della coppia, lo sapevi? >> Aggiunse, modificando il tono della sua voce rendendolo più basso.



<< Da quanto tempo non sentivo una spiegazione alla Superquark! >> Proferì ridacchiando Ila, sperando di sdrammatizzare e chiuderla là, ma a causa del suo caratterino, continuò:
<< Immagino tu li faccia spesso al tuo amichetto di vecchia data... >> Suppose giusto per non rimanere muta e controbattere alle sue frecciatine.
Lei proprio non si trovava nella posiziona più adatta per farle e tenere il coltello impugnato dal manico; era l’ultima persona che poteva parlare.
 
 << Ti sbagli! Preferisco nettamente massaggiare le donne agli uomini… Sono più delicate, più morbide, più profumate...e meno pelose. >> La sua risposta fù sorprendente,
ma lo stato attuale della Gagliardi non la faceva connettere;
si sentiva rilassata ma allo stesso tempo anche eccitata, molto eccitata,
a livelli incomprensibili, a tal punto da non farle più essere sicura che quell’ultima sensazione sia normale.



<< ...Sento la mia mente sgombra da tutti i problemi e... il mio corpo molto più ricettivo agli stimoli… Era da un po’ che non venivo toccata in questo modo e l’assenza di queste piccole attenzioni... >> L’altra interruppe il suo pensiero fuoriuscito senza accorgersene.



<< ... amplifica il tutto. >>
 
<< Sì… >> Sibilò Ilaria, come se avesse appena assunto una tripla dose di eroina.
La sua droga preferita, quella di cui non poteva farne a meno.
 


Root a quel punto camminò e si spostò dietro la sua testa, riuscendosi a farsi guardare comunque...


<< Ti vedo capovolta ma ti assicuro che anche così sei stupenda. Sembra proprio che la mia lontananza ti abbia fatto rinascere... wow... E’ come se fossi sbocciata. >> Disse di sfuggita Ilaria, percependo i massaggi ormai sulle sua spalle, ai lati del collo e poi salire sulle tempie.
Di rimando i suoi occhi si chiusero, in automatico e un leggero sbuffo rilassato uscì fuori;
diede inizio ad uno stato di dormiveglia, sciogliendo ogni parte del corpo,
mente compresa.
 
<< Sempre molto gentile... >>

- Ma non è assolutamente così.-

<< ...Comunque, mamma mia, certo che i tuoi nervi sono proprio tesi… >> Ribadì Root esterrefatta, ma soprattutto dispiaciuta nel trovarla così dolorante e spossata.
<< Ti stanno schiavizzando. Non è giusto, sei una creatura, non dovresti assolutamente fare quello che fai. >> Continuò piegandosi e scivolando per la lunghezza delle sue braccia; qualcosa all’improvviso fece pressione sulla testa della giovane, qualcosa di morbido e...di sicuro non era lo stomaco.
 
<< M-mh. >>  Bofonchiò quasi strozzata Ilaria.
 
<< Questo punto è molto delicato >> Concentrò le mani sul pozzo della spalla.
<< È centro di tensione! >> Le spiegò, anche se in quel momento di lucidità glie n’era rimasta ben poca per darle ascolto, infatti si limitò ad accompagnare le sue parole con dei lievi ansimi.

<< Però bisogna prestare attenzione quando lo si massaggia...
Potrebbe causare mal di testa. >>
 
<< Mi fido...delle tue mani. >>



Root sorrise compiaciuta.
Improvvisamente però, quelle manone da gigante ma delicate e leggere come una piuma si concentrarono sull’incavo sotto l’osso della clavicola ed Ilaria divenne ansiosa;
erano molto vicine al seno, anche se coperto...
 
Temporeggiò, forse anche troppo e proprio Ilaria non capì cosa aveva in mente;
era stranamente in silenzio e i loro respiri sembrarono sincronizzarsi...
Aprì gli occhi e incrociò nuovamente i suoi; la stavano già fissando, dettaglio che la fecero imbarazzare, ma durò poco perché Root si spostò ancora una volta e tornò a posizionarsi ad altezza tronco, versando direttamente un po’ di olio sul suo ventre, iniziandolo a spalmare.
Ilaria contrasse la pancia al contatto con quel liquido, dischiudendo leggermente le labbra, boccheggiando.



<< Freddo? >> Domandò l’adulta.
 
<< Sto bene, grazie. >> La liquidò la Gagliardi; ma quale freddo?
In quel momento si sentiva ardere, una stufa, un termosifone…

- Cazzo. Inizia addirittura a mancarmi l’aria. No, non sto bene, non sto affatto bene. -


I suoi pollici seguirono un percorso pericoloso, prima salendo di nuovo verso il seno,
poi scendendo verso i genitali.
La voglia di scappare fù tanta.


<< Ti conosco abbastanza per notare che sei particolarmente silenziosa >> Precisò la bruna, passando per i fianchi.
 
-Vorrei vedere te al mio posto. Non capisco se mi stai volutamente provocando o tutto questo è solo frutto della mia fantasia saffica. -
Eppure Ilaria la guardò con attenzione e i suoi occhi sembravano volerle segnalare qualcosa; non era pratica di queste tecniche di seduzione, però, non era del tutto rimbambita, anche se il problema non era proprio quello, ma bensì che si erano lasciate in malo modo, ed ora erano entrati nuovi “passatempi”, nuovi partner...

-Non dovrei nemmeno fantasticare su certe cose. Non dopo quello che mi hai fatto... -


<< Sono entrata in clima massaggio... >> Sparò la prima cosa che le transitò per la testa.
 


<< Purtroppo abbiamo quasi finito, sei entrata in clima troppo tardi. >> L’avviso la 30enne.
<< Però... >> Proseguì, catturando la sua attenzione.
 
-Non mi sono mai piaciuti i però, ma credo che questo avrà un sapore diverso.
Un però positivo e non negativo.-
 
<< Potrei aggiungere qualche extra. >> Disse usando il condizionale, lasciandole intendere che la parola finale spettava a lei.
Come suo solito optò per una frase ambigua, rimanendo in attesa della risposta...

<< Extra? >> Ripetè la moretta.
<< E quanto mi verrebbero a costare? >> Non che le importava più di tanto.
 
<< Niente. Ti ho mai fatto pagare qualcosa quando stavamo insieme? >> Rispose sorridendo con nonchalance; un sorriso strano, diverso dai precedenti.
<< Mettiamola così, sarebbe una cosa che resterebbe tra noi due, un ultimo piccolo regalo offerto da me. >>
Era la prima della classe a rigirarsi la frittata, ma Ilaria sentì le pupille dilatarsi;
aveva colto alla grande quale fosse il fine.


<< Oh e… >> Si schiarì la voce per non sembrare troppo provata ed allettata.
<< Che tipo di extra avresti in mente? >> Domandò fingendosi tonta, andando al punto.
 
<< Potresti scegliere tu! >> Esclamò mormorando l’altra, sollevando lievemente un sopracciglio.
<< Ma sinceramente io qualche idea già ce l’avrei. >> La sua mano tornò ad accarezzare l’interno coscia della ragazza, facendo scattare in lei un bisogno ancor più imminente.
Sfiorò una delle zone più erogene del suo corpo e lo fece nel miglior dei modi.
Fù più che evidente: era palesemente a conoscenza dei suoi punti deboli…
 
<< Lascio a te il comando! >> Rispose Ilaria, incapace di dire altro; in quel momento non sarebbe riuscita a formare una frase di senso compiuto, quindi preferì tacere e lasciar fare alla donna adulta.
 
<< Sicura? >> Controbatté la bruna spostando la mano libera sull’addome, tracciando con la punta delle dita la linea del punto V, scostando leggermente l’asciugamano.
 
No. No. No. No. No. No.
 
La testa della giovane continuò a ripeterle di no, ma lei non fù capace di emettere quelle due lettere.
Come sempre non riuscì a rifiutarla.
 
<< Non voglio metterti a disagio, Ila... >> Sussurrò Root, e quando pronunciò il suo nome i neuroni e gli ormoni della Gagliardi finirono di andare in tilt.
Tutto quello era sbagliato, molto sbagliato, ma quella donna aveva da sempre avuto qualcosa di terribilmente attraente che offuscava letteralmente i suoi sensi, la sua mente, la sua ragione.

<< Posso fermarmi qui. >> Optò successivamente la più grande, sperando però di non doverlo fare.
 
-Vaffanculo Root. Continui ad usare queste buone maniere. Metti in primo piano me.
Vuoi assicurarti che io mi senta bene… e tutto questo non fa che accrescere la mia voglia. Non capisco se questo tuo approccio sia dovuto al tuo modo di essere, o al tuo modo di corteggiare… di farti perdonare. Di recuperare... E se questa fosse anche solo una tecnica di seduzione, non posso che farti i miei più sentiti complimenti.-
 
<< Io… no, sono… >> Balbettò la moretta.

-Ma che mi prende? -

<< Vorrei sapere cos’hai in mente. >>
 
<< Mai sentito parlare di massaggio erotico? >> Scandì bene le ultime due parole e Ilaria seguì con attenzione il movimento della sua lingua.


-Oh cazzo, ti ci è voluto davvero poco per friggermi il cervello.-
Quest’ultima annuì, ormai era andata.
L’aveva persa.
Rispondeva una volta si e 3 no, e quando accadeva lo faceva in monosillabi, brutto segnale.


<< Suppongo però che tu non ne abbia mai ricevuto uno... >>


Chi tace acconsente, si diceva, ed infatti l’hacker ebbe l’ennesima conferma alla sua supposizione.


<< ...ma si può sempre rimediare. >> Alitò quelle parole svincolando il petto dalla copertura dell’asciugamano.
 
Ilaria percepì un macigno nello stomaco: non era soltanto bellissima, era proprio come una calamita e lei si ritrovò intrappolata nel suo campo magnetico, senza via di fuga.


<< Sai...nonostante la mi sicurezza e la differenza d’età che abbiamo...non riesco a spiegarmi cosa ci succede ogni volta che vediamo... Quando siamo lontane è diverso,
quando litighiamo ancora di più, ma appena ti vedo... tutto si cancella e... >> Ed ecco un’altra volta in cui le sue iridi color miele puntano quelle marroni dell’altra,
iniettando dentro di lei malinconia e nient’altro che desiderio, desiderio peccaminoso.
 
<< A volte manca un pezzo. A volte rattoppare è necessario, altre volte una mela è giusta anche senza essere intatta e altre ancora siamo incompleti anche se cerchiamo di ricucirci... >> Biascicò Ila, non metabolizzando quello che aveva appena detto.
Aveva senso?



<< ...Ci sarà un motivo per cui a volte noi perdiamo; per capire, per imparare,
per trovare qualcosa di migliore. La vita è strana, e se il nostro destino fosse perderci?
Io non voglio lasciarti andare, non voglio scommettere su un futuro ritrovo, non voglio rischiare di non ritrovarti, lì con quel sorriso che mi tiene a galla nel mio mare di confusione.
Non faccio altro che pensare a te, amore...
Alla delicatezza, alla purezza con cui mi riempivi solo con una parola; riportami a casa da questa guerra di affanni a cui non sento di appartenere... >> E dicendo così, Root si avvicinò sul punto appena esposto, allungando le braccia fino a giungere lì; il seno della giovane si contrasse sotto quel tocco, sotto quelle sue carezze dolci e leggere.
Lasciò volteggiare un polpastrello delicatamente sui capezzoli, proprio come se fosse una piuma ed Ila sentì il sangue affluire rapidamente e i bottoncini drizzarsi poco a poco.
Ne pizzicò uno successivamente, sulla punta e fece ruotare la carne tra l’indice e il pollice, proprio come se stesse svitando una vite...
 
<< Sia chiaro... >> Parlò improvvisamente la Groves, mantenendo una voce bassa,
non volendo rovinare l’atmosfera.
<< Non mi devi nulla in cambio, sei tu la cliente, io cerco solamente di soddisfarti… pienamente. >> La buttò lì, sul “professionale”.
 
La piccola annuì ancora e chiuse gli occhi.
 
Mai e poi mai, le era capitato di perdere il controllo in questo modo; forse proprio perché era un posto nuovo, strano, diverso, particolare, in un contesto...inaspettato,
ma soprattutto non credeva che il suo corpo fosse ancora in grado di farle provare simili piaceri.
A livelli inauditi.
Oltre ogni immaginazione.
Come se la fitta rete di innervazioni sia pronta per essere stimolata ancora di più...

-Devo darti ragione, era come hai detto tu: mi mancavano i giusti stimoli,
ma a quanto pare questi stimoli sono stati riaccesi proprio ed unicamente da te.-
 
Mentre Root massaggiò fluidamente quei due piccoli seni a mano aperta,
l’eccitazione della mora crebbe a dismisura, ma improvvisamente tutto si fermò e la bruna si spostò per la seconda volta dietro la sua testa; tracciò con le dita il contorno del naso, sopracciglia e mandibola e ripetè lo stesso procedimento sulle orecchie,
mentre l’altra si accorse che la pressione del corpo cominciò ad aumentare.

Accarezzò con il pollice la curva delle labbra che istintivamente si dischiusero,
e forse fù proprio quel gesto impulsivo a darle il permesso di spingersi oltre:
si inarcò verso il viso e la baciò, soffermando le sue mani sulle guance della moretta...
Un bacio particolare, differente, probabilmente anche a causa della posizione.
Un bacio alla Spiderman.
Non si trovavano esattamente sotto il diluvio e fradice come i due attori del film,
ma sicuramente erano bagnate da qualche altra parte, o per lo meno, Ilaria lo era.
 
La bruna si allontanò da quella bocca, senza nemmeno permetterle di ricambiare. Sinceramente parlando, avrebbe voluto approfondire, era incantata dalle sue labbra,
così carnose e saporite, dal preciso momento in cui si erano scontrate sotto casa...
Che ricordi...
Oramai stava sopravvivendo, andando avanti, aggrappata a tutti i loro momenti felici;
la tenevano in vita, anche se nel contempo le stavano risucchiando l’anima, lentamente ed in silenzio.
 
All’improvviso anche la Groves salì sul lettino, posizionandosi a cavalcioni sulle sue gambe, facendo in modo che la giovane non si trovò scomoda, così sorresse il peso del suo corpo sulle sue ginocchia e sfiorò le gambe dell’altra per tutta la loro lunghezza e tergiversò, quando raggiunse l’interno coscia.
 
<< Root... >> Soffiò spontaneamente il suo nome, Ilaria, inducendola a fermarsi;
ecco un briciolo di intelligenza.

<< Non dovremmo… >> Lo spiraglio di lucidità che le era rimasto, venne fuori.

-Non so se tu sei solita a questi trattamenti speciali verso la tua clientela,
ma io no... nessuno, a parte te mi ha mai toccato prima...e caso speciale Federica.
Per me fare l’amore è importante. E’ un momento intimo per le anime, per i cuori,
non solo per i corpi vogliosi ed eccitati...-
 
 << Piccolì... splendore... >> Le sorrise e proseguì.
<< Questa cosa resterà qui, tra le mura di questa camera, rimarrà il nostro segreto.
Non ci stiamo sposando. Nessuna promessa... Lo vogliamo entrambe, tutto qua. >> Provò
a convincerla...


- ...non che sia particolarmente difficile ora che sei a cavallo, sopra di me.-
 
<< Non possiamo tornare indietro... >> Rispose la Gagliardi, sofferente,
facendoglielo notare, ma nemmeno quel suo avvertimento sembrò scalfirla.
 
<< E’ vero, ma siamo destinate ad appartenerci. Siamo connesse... ed ormai ci siamo dentro, perché tirarsi indietro sul più bello? >>



-Devo ammettere che le tue tecniche di persuasione si dimostrano molto efficaci.-


<< Ma la scelta è tua, sono ancora in tempo per alzarmi... >> Sollevò rispettosamente le mani, consegnandole quindi l’ago della bilancia.
 
-Come posso fermare tutto questo mentre sono qui a fissare le tue dita affusolate,
pronte a portarmi al piacere? È impossibile, disumano…-
 
<< Prosegui! >> Dichiarò istintivamente Ila, dopo un attimo di meditazione.
 
Poi ci pensò il sorriso di Root a sciogliere la quella maledetta tensione: le sue mani, invece, si occuparono del resto, liberandola anche dell’ultimo asciugamano...
Si ritrovò davanti ad una visione celestiale.
Si sistemò meglio, al centro delle sue gambe, piegandole leggermente in modo da avere un apertura maggiore.
 
Ilaria, totalmente agitata ed emozionata, proprio come se quella fosse la sua prima volta,
indurì e contrasse i muscoli addominali al contatto delle sue dita con la sua vulva.


Iniziò lentamente con un massaggio generale della zona, utilizzando tre dita, muovendole maestose, per poi muoverle verso l’alto, verso il basso e alternando dei movimenti circolari.
 
<< Oh signore! Fossero tutti così i massaggi! >> Esclamò in estasi la Gagliardi,
perdendo pudore.
Era così, da sociopatica non era mai stata capace a gestire i suoi sentimenti,
ed in quel momento l’unica cosa di cui aveva bisogno, era quella di esternare QUELLE emozioni.
Non voleva essere inadeguata, aveva paura a mostrarsi fin troppo coinvolta,
ma alla fine era pur sempre Root...la sua Root...
 
Le divaricò le grandi labbra e le accarezzò con due dita, per poi lentamente inserire il medio nella fessura scorrendo senza intoppi e quando iniziò a penetrarla;
Ilaria non capì più niente, non riuscì più a trattenersi e un mugolio disperato esplose dalla gola della giovane, seguito da tanti altri piccoli gemiti che si mescolarono al ritmo delle sue spinte...
Si strinse al lettino e allargò ancora le gambe mentre il corpo le venne attraversato da una miriade di spasmi.
Non contenta, la bruna decise di aggiungere un secondo dito e di combinare alla penetrazione, la stimolazione del clitoride.

La Gagliardi era completamente stordita, fragile, in estasi, in overdose di lei,
ma soprattutto era prossima al raggiungimento di un gigantesco orgasmo.


-No, non può finire così, non posso venire così presto, non mi piace questa situazione. Voglio coinvolgerti, non voglio essere l’unica.-
 
Facendo uso di tutta la sua forza, più mentale che fisica, ecco che la moretta si sollevò con un colpo di reni; questo gesto permise di fronteggiare la donna, ritrovandosela a pochissima distanza dal suo viso.

L’hacker abbandonò quel triangolino di paradiso e la guardò confusa, ma dentro quegli occhi nocciola ormai dilatati all’inverosimile, potè vederci tutta la sua eccitazione:

- non credo che il mio viso riesca a nasconderla. -



I loro occhi si mescolarono frenetici, alternandosi tra di loro e le loro bocche, finchè non fù proprio l’adulta a precipitarsi contro quella della giovane, che intuì perfettamente le sue intenzioni.
Quelle della Groves parvero bollenti, affamante e finalmente le assaporò nuovamente.
Ci misero poco ad approfondire il tutto con l’uso delle lingue; si scontrarono, si sondarono, si tastarono attentamente ed i loro sapori arrivarono direttamente in gola...


- ...ho paura che questo non fosse compreso nel trattamento extra… Così come non lo era il fatto che io avrei dovuto interagire e ricambiare. Ma me ne frego delle regole!
Non esistono regole in amore. Perché si, per me è amore, anche se per te...cos’è?
Arrivate a questo punto, preferisco non privarmi di nulla e fare le cose per bene.-
 
Ilaria le sfilò la canotta, le slacciò il reggiseno e la liberò da tutto il resto; ora che anche l’altra si ritrovò nuda, la mora si sentì più tranquilla e con una certezza in più: il suo corpo era davvero perfetto.
Scultoreo, scolpito, senza alcun difetto.
Si tolse un piccolo sfizio, una voglia che l’attanagliava da un po’: le baciò il collo e quel neo di cui credo essere follemente innamorata.
Toccò i suoi capelli e la strinse a lei, riempiendole successivamente il petto di scie di baci bagnati, aggiungendosi morsetti e leccatine dolci; la sua pelle aveva da sempre avuto un buonissimo sapore ed era stato quello a costringerla ad osare.
 
Finì poco dopo col distenderla sul lettino, pronta a ricambiare il piacere.
Per un momento guardo verso la sua intimità e percepì come l’impulso di annegarci dentro.
Sarebbe troppo intimo, vero?
Troppo...sentimentale per i suoi gusti?
 
<< Girati! >> La voce di Root la risvegliò da quel flusso di pensieri riflessivi; non capì cosa intendeva.
La guardò stranita e l’altra lo notò:

<< Girati sopra di me. >>
 
<< Oh... >> Mormorò Ilaria, arrivandoci in un secondo momento.
Non l’avevano mai provato...
Ne approfittò di questa pausa per riprendere fiato.
<< Okay. >>
 
Troppo intimo il cavolo!
Con la sua richiesta smentì ogni suo dubbio.
Ormai nulla era più “troppo intimo”, avevano già superato tutti i confini.
 
Si posizionò così a quattro zampe sopra di lei, ubbidendo, in modo da replicare il famoso “69”.

Le sue mani strinsero le sue natiche e la sua bocca si fiondò sul suo sesso; un sospiro di piacere uscì dalla giovane, che però non si lasciò intimidire, mettendosi appunto all’opera. Leccò ritmicamente il clitoride, succhiandolo leggermente; non si riteneva pratica,
o chissà cosa, ma era pur sempre una donna e sapeva bene cosa le piaceva e cosa non,
quindi sperò di non toppare.
Con Root era stato sempre così, fin dalla prima volta, aveva paura di non soddisfarla,
di non donarle piacere, per via dell’età, dell’inesperienza, ma fino a prova contraria,
a detta della bruna, non aveva mai fatto cilecca...
 
Saggiò lentamente i suoi umori:

-mai avrei creduto potessi essere così bagnata per me.-
Pensò meravigliandosi ogni volta che accadeva.

-La tua voce è capace di emettere suoni meravigliosi, suoni che difficilmente dimenticherò. Specialmente quando pronunci il mio nome in quel modo...ansimando.
commentando quanto ti piace... -



<< Ilaria... mi fai impazzire...sta vent’enne del cazzo! >> Esclamò delirando,
mostrando un sorrisino soddisfatto, altrochè.



Si scambiarono piacere reciproco, fino a raggiungere l’apice insieme,
proseguendo instancabili ancora per un po’…
Cambiarono e provarono pose nuove, alcune di cui nemmeno ne era a conoscenza,
e la piccola si lasciò guidare da lei, senza alcuna vergogna, senza alcun timore.
Imitandola, e mettendo in atto la teoria...


Quando poi, sfinite, decisero di fare una pausa.
 
<< Ci sono ricaduta... >> Ansimò la Gagliardi, guardando verso il soffitto.
 
<< Ci siamo ricadute entrambe. >> Precisò invece la Groves, scivolandole di fianco.


Ilaria le fece spazio in modo da permettere a tutte e due di stare sul piccolo lettino.


<< Mi sembrava la cosa giusta. >> Esordì ancora, Root, fissando lo sguardo in quello perso della mora...
 
<< Oh sì, per te la cosa giusta è sempre la cosa sbagliata per me. >> Rispose l’altra, poggiando le tue mani sul ventre, richiudendosi a riccio, in segno di frustrazione.


<< Ti sei pentita? >> Domandò distrutta, Root.


<< Non lo so. Di solito sei tu che mi baci e te ne penti, vieni a letto con me e te ne penti, fai gesti importanti e poi cancelli tutto! Sono stanca, sai? Cosa diavolo siamo? >> Sbottò Ilaria, facendo scontrare finalmente i loro occhi.
 
<< Lo so, ti capisco. Hai tutte le ragioni per avercela con me e io non sono di certo nella posizione di difendermi. Mi prendo tutte le colpe... Sono orribile, lo ammetto.
 
<< Lo sai? Oh no, no che non lo sai! Non sai come sono stata, non sai quante lacrime ho versato per te! >>



Root si alzò di getto e si rivestì in pochissimi istanti, per poi colpire il muro con rabbia, poggiandoci contro la fronte.


Ila rimase paralizzata nel vedere quella reazione; forse aveva esagerato nei modi,
come sempre...
Si sentì in colpa così provò ad avvicinarsi, ma lei si voltò improvvisamente.


<< Cazzo Ilaria, io ti amo! >> Gli occhi erano oramai lucidi, inondati di lacrime che spingevano per fuoriuscire, mentre le gridò contro quelle parole.
<< Può sembrare strano, insano, ma io ti amo davvero… e s-sono qui, sono qui per te.
Non ho mai pianto per nessuno in vita mia, non sono mai andata dietro a nessuno,
mai lo avrei pensato... Io che sono la stronza ed insensibile di turno, una roccia.
Ma non con te... >> Il suo labbro tremò .
Stava per piangere veramente ed Ilaria scosse la testa di rimando; non voleva vederla in quello stato a causa sua altrimenti sarebbe finita anche lei col farlo e poi non ne sarebbero uscite più.


-Mi hai appena detto di amarmi e non è semplice per me rimanere calma.
Se solo esistessero le parole giuste per spiegare come mi sento quando mi guardi in quel modo, beh… Sarebbe tutto più facile.
In questo momento vorrei solo baciarti e tranquillizzarti, ma questa volta non lo farò.
Non ti farò soffrire ancora. Perché anch’io ho le mie colpe. -
 
<< Siamo due innamorate testarde e dannatamente orgogliose che non riescono a piegarsi e tornare quelle che erano un tempo. Perché? Io lo voglio, ti voglio. >> Continuò Root,
aprendosi definitivamente.




<< Anch’io lo vorrei tanto... >> Soffiò la moretta, abbassando il capo a terra.


<< Voglio rimediare...per favore. >> La supplicò l’hacker per l’ennesima volta;
non si sarebbe mai stancata di provarci.




Ilaria ci pensò per qualche minuto, isolandosi, ma cosa sarebbe cambiato se avesse detto di si?
Sicuramente all’inizio avrebbe ricevuto le attenzioni di una volta, ma poi?
Sarebbe accaduta la stessa cosa...



<< Io non ti ho mai mentito sui miei sentimenti, ma è vero, ti ho nascosto altro...
Ed ora sono in ballo , quindi me la gioco. >> Root si prese una pausa, inghiottendo con difficoltà.


<< Non sono chi tu pensi che io sia. Sai perché ci incontravamo quasi sempre nei primi periodi? Perché ti seguivo. Aspetta prima di parlare, fammi finire... >> Portò le mani avanti, percependo una risposta piena d’ira da parte della Gagliardi, che si trattenne di colpo.


<< Sono un hacker, un agente, se così vuoi definirmi... salvo la vita alle persone quando è arrivata la loro ora e... >> ma la donna fu improvvisamente interrotta.



<< ...Era arrivata la mia? >>



<< Si... >>



<< Per questo mi hai avvicinata? Per questo eri così dolce e premurosa con me? >> Chiese naturalmente Ilaria, cominciando a tremare.



<< No, non è come credi! >> Esclamò Root sottolineando, capendo tempestivamente dove voleva arrivare l’altra.



<< Ah, no? Perché a me viene da pensare che per te ero solo lavoro... potevi dirmelo subito, avresti perso meno tempo, meno forze per fingere ed avresti evitato di farmi innamorare inutilmente. Vedi? Avevo ragione io, mi hai sempre usata, ti sei sempre presa gioco di me. Non mi sbagliavo su niente. >> Sclerò singhiozzando la giovane,
senza essersene resa conto.
 
 
<< Ila, no. No. Ti prego, non dirlo più. Non è andata così! >> Fece la Groves,
provando a quel punto di avanzare verso la ragazza, che però, di conseguenza indietreggiò.




<< Sono ancora in pericolo? >> Domandò poco dopo la vent’enne, cercando di calmarsi.




<< Credo non più... la minaccia è scomparsa da alcune settimane... >>



<< Bene. Addio, Root. >> Ilaria si voltò col cuore a pezzi ed iniziò a camminare;
la donna rimase paralizzata di fronte a quel gesto, a quella freddezza e determinazione...
L’aveva realmente ferita, e non poco.
Solo all’ora metabolizzò del tutto.



<< Non puoi andartene. Non lasciarmi ancora... non so stare senza di te.
Okay, all’inizio eri un semplice numero come tutti gli altri, ma poi...qualcosa è scattato in me. All’improvviso ed inaspettatamente non era solo per proteggerti e portare a termine la mia missione. Lo volevo e basta. Ogni particella del mio essere voleva averti affianco. >>



<< Root... Vanessa mi aspetta. >> Ribattè Ila, tentando di non ascoltare le sue parole.
 
<< Certo, proprio Vanessa. >> Sorrise tristemente e abbassò anch’essa la testa.
<< C’è anche quella stronzetta, giusto? Devi pensare a lei e lo so... è il tuo primo amore ed il primo amore non si scorda mai. >>



<< Non c’è. O almeno...perchè dovrebbe esserci? >>



<< Perché ti vuole, sveglia! Ma ti chiedo di fare un’eccezione questa volta e pensare per un momento a me… A noi. >> Cercò nuovamente un contatto Samantha, avanzando verso di Gagliardi, che però non glielo permise e posò la mano sulla maniglia della porta.
 
<< Vado, altrimenti farò tardi, e poi...stasera ho un impegno...
Devo andarmi a preparare. >>
 
<< Oh...okay... io ti ho detto tutto quello che dovevi sapere. Sta a te, adesso...
Se non avrò tue notizie... sparirò per sempre. >> Terminò Root, per poi guardare andare via Ilaria, senza aprire bocca.
In silenzio.
Una fitta attraversò lo stomaco della giovane; quel male che sentiva dentro sarebbe svanito mai?



-Cerco di fare sempre la cosa giusta, ma a quanto pare combino solo guai.
Come sempre sono divisa a metà, una parte mi dice di venire a cercarti, l’altra di prendere i primo tempo e tornare alla mia vita di sempre, alla monotonia di tutti i giorni, lontana da noi... Ma con il lavoro come la metto? Come posso cambiare i miei programmi?
Sei piena di aspettative Root, lo sento, ed anch’io cazzo... ti aspetti che io faccia qualcosa, ti aspetti che io possa darti ciò di cui hai bisogno, ed io aspetto certezze, dimostrazioni, ovvero l’amore che tu provi per me...-
Pensò tra sé e sé, Ilaria, non smettendo mai di camminare a passo svelto, diretta verso la stazione.



<< Nessuno ha mai detto che sarebbe stato facile...ma neanche che sarebbe stata così dura... non sai quanto vorrei che lo fosse. Vorrei poter aver finalmente le idee chiare, perdonarti, dimenticare, ma non ne ho la forza. Continuo ad essere combattuta e la mia situazione attuale con Fede è l’ostacolo principale, forse anche l’unico, non lo so... non sono più sicura di niente...ma è comunque un ostacolo difficile da oltrepassare.
Torniamo indietro a quello che eravamo... >>

I pensieri della mora presero impossesso della sua voce, sprigionandosi liberi nell’aria,
mentre nella sua testa matta una canzone inerente a quel preciso istante, cominciò a farle da sottofondo:  “Nobody said it was easy” dei suoi adorati ‘Coldplay’; uno dei gruppi preferiti di Root tral’altro.  




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