Come solito ti sei alzata, ancora stanca perché, te lo dico io, hai dormito solo due ore, ma tanto sei abituata così e ti trascinerai a scuola lo stesso.
A scuola, sì. Con tutta quella bella, schifosa gente che ti saluta con il suo sorriso finto e che tu già non sopporti più nonostante sia solo lunedì. Sei riuscita a rimanere disinteressata e distratta per ben sei ore di lezione, passate a pensare a chissà cosa o chissà chi, questo lo sai solo tu, continui a non volermelo dire.
Non sei tornata a casa, hai saltato il pranzo (non mi ricordo neanche quand'è stata l'ultima volta che hai mangiato) e te ne sei rimasta al parco a scrivere nel tuo quaderno degli appunti, che tutto contiene tranne appunti.
Verso le nove sei tornata a casa, ci hai messo pochi minuti, ma data la stanchezza a te è sembrato un viaggio lungo almeno un'ora. Tua sorella ti saluta ogni volta che arrivi a casa, sai? Ma ormai neanche te ne accorgi più; sei andata a chiuderti in camera tua, con la luce spenta perché per te non fa alcuna differenza, tanto cos'hai da fare?
Eri tanto stanca e ti sei messa a letto.
Ed ora iniziano i veri problemi. La notte ogni pensiero, ogni paura, ogni angoscia ti tormenta e ti tiene sveglia; provi a dormire, ti giri e ti rigiri ma i pensieri rimangono sempre gli stessi, sono sempre loro e non ti lasciano in pace. Ti metti a piangere, un po' per il sonno che non riesci a soddisfare da giorni, un po' per la stanchezza, un po' perché sei tanto triste, ma triste per cosa? Non lo sai più ormai.
Finalmente, con gli occhi gonfi e che bruciano, sei svenuta dalla stanchezza.
Quel che a te è sembrato pochi minuti, non saprai mai quanto tempo in realtà sia effettivamente stato.
Io so solo una cosa: tra due ore ti suona la sveglia.