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Autore: kuutamo    26/07/2016    1 recensioni
A volte non sappiamo chi siamo finchè non incontriamo la persona che ci farà conoscere noi stessi.
Dimitri è un giovane scettico, Elva è una chiromante, o almeno è quello che dice di essere.
Tra la città di Helsinki e altre mete nordiche si svolge il loro cammino, una strada tortuosa ed imprevedibile. E forse nemmeno la sapienza antica riuscirà a preparare i due protagonisti per quello che li attende.
Questa storia è un esperimento personale, basato effettivamente su studi quindi aspettatevi d'incontrare alcuni temi in libri prima o poi, soprattutto se siete appassionati di miti e leggende.
Genere: Horror, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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1. Spellbound

 

 

" Non funzionerà mai. Non servirà a far smettere quei dannati incubi, è solo una perdita di tempo e soldi Riikka "
La ragazza gotica vestita in nero di tutto punto assunse un'espressione corrucciata, la stessa che aveva sfoggiato per ogni volta che il suo amico Dimitri voleva tornare indietro e non raggiungere il negozio. 
" Ti ho già detto che lei è la migliore della città. Mia zia è venuta qui due volte e in tutte e due i casi questa tipa ci aveva visto giusto. Cosa ti costa provare? Ormai siamo qui " disse, pensando a quanta fatica avesse fatto per trascinarlo fin laggiù.
" A volte ti detesto. Tu e la tua testa dura " disse con una smorfia.Si trovavano davanti all'insegna al neon a forma di mano che lampeggiava ad intervalli alterni. I due giovani si guardarono, l'uno spazientito e l'altra compiaciuta oltre ogni dire, e infine entrarono facendo vibrare i campanelli sulla porta. 

Appena entrarono Dimitri notò che la giovane negromante doveva avere la loro età, o meglio la sua. Era alta e con lunghi capelli neri sciolti che ricadevano ribelli sulle spalle, le braccia aderenti al corpo. Era molto truccata, ma meno di Riikka, si disse. Aveva dei profondi occhi verdi che secondo lui dicevano molto più di quanto lei volesse realmente far intendere. Non gli ispirava molta fiducia, ma c'era qualcosa che a dispetto dei suoi calcoli lo attirava verso quel tavolo rivestito di velluto viola.

" Benvenuti da Spellbound, in cosa posso esservi utile?"

" Cos'è un supermarket? " la ragazza diede una gomitata al suo amico.

" Salve! Vorremo che lei ci leggesse la mano " disse lei con grande esuberanza, entusiasta di fare finalmente qualcosa di occulto o che comunque avesse a che fare con qualcosa che facesse venire i brividi.

" Inizia lei " indicò il ragazzo, verso il braccio della sua amica.

" Bene, sedetevi pure allora. Iniziamo "

La donna si sedette al suo posto, una poltrona antica sembrava, dalle filigrane nere e profonde. Si sistemò lo scialle velato scoprendosi le spalle e sporse le mani inanellate verso i suoi clienti.

" Io mi chiamo Elva, e ora vedrò cos'ha in serbo per voi il futuro. Volete anche che vi  legga i tarocchi? Questo mese sono inclusi nella chiromanzia "

Il ragazzo non fece neanche in tempo a rifiutare che la ragazza aveva già dato il consenso e aveva preso le mani della chiaroveggente. 

" Allora, Riikka, giusto? - disse, continuando sotto lo sguardo assuefatto della giovane - Non hai ancora deciso cosa fare della tua vita.. Hai preso del tempo per decidere ma i tuoi genitori ti hanno messo alle strette, povera cara. Ti occorrerà ancora un po' di tempo per capire delle cose riguardo te stessa, ma già conosci il tuo destino. Apriti a te stessa e vedrai chiaramente la risposta. " la chiromante aprì gli occhi e lasciò le mani della ragazza davanti a sé a cui per poco non cascò la mascella a terra. 

" Dimitri funziona! È tutto vero quello che mi ha detto… Oh Dio.. Devi provare!"

" Mi spiace ma credo sia solo una coincidenza. Sicuramente non può indovinare per due volte di seguito. Dopotutto, è un arte non del tutto esatta, non è vero? " chiese alla donna perplessa dall'altro capo del tavolo, sottolineando con una certa sfacciataggine il " non del tutto esatta ".

" Di solito non mi sbaglio mai. Ma se sei così restìo e scettico, cosa ci fai in questo posto, ti sei per caso perso? "

" Vorrei tanto saperlo anch'io " disse, porgendole la sua mano.

Quando la loro pelle toccò quella dell'altro, accadde: la donna chiuse gli occhi come rapita da ciò che stava vedendo e chinò il capo impercettibilmente. Ebbe un brivido lungo la schiena, video il cielo squarciarsi e riaprì gli occhi di scatto.

Dimitri si accorse che le sue pupille si erano dilatate fino a far scomparire le iridi verdi.

" Qualcosa che non va? " chiese con lo stesso tono preoccupato di chi non avrebbe osato chiedere se non fosse che lo riguardava personalmente.

Lei rimase impassibile e richiuse gli occhi.

" Tu hai un'anima che viene da molto lontano.. Qualcosa ti strugge, dei sogni, incubi…molto violenti. - la donna si fermò sotto lo sguardo sbigottito del suo cliente e aggiunse - Temo che io non possa fare più nulla per te, non rientra nei miei poteri "

" Sa dirmi almeno se significano qualcosa? "

" I sogni significano sempre qualcosa. "

" Come faccio a capire cosa? "

" Devi cercare, ma le tue risposte non sono qui, mi dispiace. Ora per favore, dovrei chiudere, il nostro tempo è finito ragazzi "

" E che si fa con i tarocchi? " disse triste Riikka.

" Magari un'altra volta " disse alzandosi.

I ragazzi pagarono e si diressero verso l'uscita. 

Dimitri era pensieroso e continuava a chiedersi cosa significassero le parole di quella Elva. Ok, ci aveva preso sul personale infinito mare di problemi di Riikka e anche sui suoi incubi, ma doveva esserci una spiegazione plausibile e sensata. Forse erano solo intuizioni di una persona troppo sensibile, si disse, che magari aveva imparato a leggere i segnali del corpo e i suoi significati. Non poteva essere entrata nella sua testa, era fuori questione. Ma cos'era che aveva scaturito quello strano comportamento in lei? Con la sua amica era stata molto più a suo agio e tranquilla. Cos'aveva Dimitri si così speciale da far spaventare una presunta chiromante/sensitiva in quel modo?


Appena quei due misero fuori i piedi dal negozio, Elva chiuse la porta a chiave e spense il neon nonostante mancasse ancora una buona mezz'ora alla chiusura. Lasciò cadere lo scialle sulla sedia e si slanciò verso la cassettina di legno intarsiato dei tarocchi e li sparse sul tavolo ordinatamente.

La Morte

Il Diavolo

La Luna

Guardò quell'ultima carta pensierosa. La luna significava una cosa molto diversa dagli altri due simboli: intuizione, un buon momento per imparare. Bisognava seguire l'istinto e le proprie impressioni con coraggio. Ma allora perché la morte e il male incarnato? Elva si lasciò ricadere sul bracciolo della sedia continuando ad interrogarsi, cercando di trovare un nesso tra i diversi significati e una spiegazione plausibile sugli avvenimenti di quella strana e inaspettata serata.
 

 

Per quanta poca importanza Dimitri aveva voluto dare alle cose successe la sera prima, quella notte non riuscì a dormire molto se non qualche ora sparsa qua e là. Ripensava alle parole e agli occhi di quella donna, a come si erano irrigiditi. Poi lei aveva cercato di nascondere quanto accaduto e solo quell'ingenua di Riikka non si era accorta di nulla. Aveva sussultato e doveva essere per forza qualcosa che lo riguardava.

Quella stessa notte, o per meglio dire alle prime luci dell'alba, il ragazzo aveva sognato quella stessa donna dalle mani piene d'anelli d'argento. Per un oscuro motivo si trovava dietro un albero nel bel mezzo di un cimitero, intento a guardare una donna che con perfetta padronanza e agilità scostava metri e metri di terriccio da una fossa - una tomba. Quando Dimitri la riconobbe ebbe paura. Che cosa stava facendo quella donna? Ma soprattutto, perché? 
Ormai il suo capo non era più visibile e si udì solo un tonfo secco, il rumore metallico della pala che provava a sfondare il legno. Il coperchio di quella che doveva essere di sicuro una bara si spezzò e la donna uscì dal fosso frugandosi nei pantaloni. 
Versò del sale e abbondante benzina dentro la voragine che aveva creato e vi gettò sopra un fiammifero. In un attimo la sua figura, che fino ad allora era stata solo una sagoma inghiottita dal nero dell'oscurità, s'illuminò al bagliore delle fiamme che raggiungevano i suoi piedi svelando per intero il suo volto. Appena si creò visibilità gli occhi di lei guizzarono sui movimenti del ragazzo che stava indietreggiando. I due si guardarono negli occhi in silenzio. Sulla faccia di lei spuntò un ghigno:

" Vuoi venire a guardare? Così saprai cosa si prova. " 

 

La mattina seguente si alzò di buon ora, deciso a fare chiarezza in quel caos che ormai era diventata la sua testa. Aveva aperto il suo mac ma su internet aveva trovato solo un mucchio di sciocchezze racimolate da film e libri di fantasia, qualche strano serial killer e poco altro. Non perdendosi d'animo andò alla Helsinki Central Library, che frequentava spesso quando aveva qualcosa da consegnare che richiedesse una ricerca approfondita. 

Attraversando a metà il giardino che circondava la strutta di vetro, raggiunse l'ingresso e subito chiese informazioni alla signora con gli occhiali dietro l'alto bancone. Lei inserì digitando sulla tastiera del pc le parole chiave mentre guardava il ragazzo di sottecchi, chiedendosi se fosse tra uno di quei ragazzacci satanici che incendiavano le chiese. Aveva lunghi capelli scuri, proprio come quelli di quei ragazzi che aveva visto in tv. Si fece mentalmente il segno della croce e tornò con gli occhi sullo schermo lampeggiante. Stampò la lista con i titoli e l'ubicazione sugli scaffali e la porse al ragazzo, intimandogli di rimettere tutto in ordine una volta finito.

Quella era una lista di una quarantina di titoli, tra cui molti di libri scritti negli ultimi anni per gente dark o affascinata dall'esoterismo nella cultura moderna, per Riikka insomma, che per carità non disprezzava, ma cercava qualcosa di più veritiero ed attendibile, come un trattato o un libro antico, uno di quelli di cui aveva sentito parlare una volta durante una lezione di storia della sua insegnate preferita, che finiva sempre per raccontare aneddoti e storie sull'antica mitologia della Finlandia di un tempo. Purtroppo nessuno di quei titoli rimasti richiamava la sua memoria, ma poi uno di essi, rileggendone il titolo due o tre volte gli ispirò fiducia, come tante volte capita nella fatidica scelta di un libro, e così si recò verso la sezione dello scaffale che gli interessava. 

Doveva ammettere che quel posto era davvero futuristico, vetrate che ti proiettavano dritto nella natura all'esterno, ma allo stesso tempo tutto il legno che permeava l'interno della struttura creava quella sorta di calore familiare e confortante che le biblioteche e i posti datati sanno creare. Pensò che quel posto pur essendo così moderno, incarnasse il profondo animo dei finlandesi e il loro amore per la natura che per uno straniero era sempre più facile ed evidente notare. Finita l'ultima rampa di scale svoltò a destra, verso lo scaffale D, sezione V, numero 3a. Estrasse il volume maneggiandolo con cura tra le mani. Rilegato in pelle color mogano, emanava un forte odore di muffa che gli procurò subito un sonoro starnuto al quale tutti nelle vicinanze si voltarono. Fece scorrere l'indice sulla porosità di quella pelle così consumata e poi lo aprì: ' Dictionnaire Infernal ou Bibliothèque Universale, sugli esseri, i personaggi, i libri, i fatti e le cose che riguardano le apparizioni, la magia, l'inizio dell'Inferno, le divinazioni, le scienze segrete, i grimori, i prodigi, le tradizioni e i racconti popolari, le diverse superstizioni, e genialmente tutte le meravigliose, sorprendenti, misteriose e supernaturali credenze. Par M. Collin De Plancy " . Pensò tra sé e sé che non aveva mai visto un titolo più lungo in vita sua e per di più in francese. Sospirò come se fosse davvero sul punto d'aprire uno di quei libri maledetti, che il protagonista nei film non avrebbe dovuto aprire e che finisce per ucciderlo.  Ma quello era soltanto un maledettissimo vecchio libro che avrebbe solo continuato a farlo starnutire di qua e di là, si disse. Da buon finlandese che si rispetti, anche se solo acquisito, ordinò una fumante tazza di caffè al punto di ristoro e si sedette su uno dei divani a disposizione nell'area lettura. Sorseggiando la bevanda a piccoli timorosi sorsi per non bruciarsi iniziò a sfogliare le prime pagine saltando la prefazione ed iniziò a leggere. 

Quando arrivò l'orario di chiusura si rese conto che si era già fatto buio da un pezzo nonostante fossero vicini all'estate ormai. Purtroppo aveva solo abbondantemente passato la metà, ma non era riuscito a finirlo in tempo nonostante vi si fosse immerso e quella roba l'avesse totalmente rapito. Lo ripose nella sua locazione originaria ed uscì dal grande ingresso, con più dubbi di prima. Così, preso dalla foga del momento decise di andare allo Spellbound per avere delle vere spiegazioni. 
 

Proprio quando stava svoltando l'angolo per raggiungerlo, vide Elva chiudere la porta a chiave e sparire nel vicolo alla sinistra del negozio. Troppo tardi.

Aspettò che scomparve nell'ombra e si decise a seguirla: doveva sapere, ormai era diventata per lui come una frenesia irrefrenabile, questa sua curiosità insaziabile che doveva assolutamente estirpare per sentirsi di nuovo quello di una volta, libero da qualsiasi pensiero o dramma. Stavano succedendo troppo cose strane e senza senso nella sua vita e voleva sapere perché. 

Con passo felpato, ridusse gli occhi ad una fessura per vedere meglio mentre si spostava nel buio in cerca della donna. Ma di lei non c'era traccia. Non c'era neanche il fumo bianco che uno s'immagina spuntare da un tombino e cospargersi nell'aria. Quello era solo un semplicissimo e scurissimo vicoletto che probabilmente non portava da nessuna parte. Mentre il ragazzo continuava a camminare cercando di non inciampare e quindi provocare rumore, si sentì afferrare entrambe le braccia, poi via, immediatamente scaraventato spalle al muro freddo e duro. Si sorprese della straordinaria forza di quel placcaggio. 

Elva gli stava bloccando entrambi i polsi e lo guardava con aria indagatrice, lo sguardo sprezzante, che Dimitri riusciva a intravedere nonostante l'assenza di luce.

" Tu? " esclamò con un filo di voce strozzata.

" Che cosa vuoi, perché mi segui? "

" Potresti lasciarmi per favore? Sono pacifico io, non ho intenzione di picchiarti "

" Cosa stai cercando da queste parti? "

" Risposte " disse con voce improvvisamente decisa. 

Ci fu un attimo d'attesa, in cui lei scrutò nei suoi occhi e lentamente sciolse la presa, facendo un passo indietro.

" Devi andare ora " impose.

" Non se prima non mi dici la verità "

" Ma quale verità vuoi sapere? La gente viene da me e vuole solo sentirsi dire cose che si aspetterebbe da una sensitiva. Vita, salute, amore e qualche altra cazzata del genere, ma poi basta finisce lì e tutti vanno a casa. E tu vieni qui, mi segui, con chissà quale pretesa. Il mio mestiere è quello di rifilare un certo tipo di sciocchezza alla gente, se non ti va bene puoi anche evaporare. " disse voltandosi e prendendo la borsa ai suoi piedi.

Il ragazzo rimase impotente dietro di lei, a massaggiarsi gli arti doloranti. Poi disse ancora ansimante: decise che essere diretto forse sarebbe stata la cosa migliore.

" Stanotte ho sognato che dissotterravi una tomba e ne bruciavi il cadavere "

All'improvviso Elva si fermò, come a mezz'aria, e guardò fisso davanti a sè. ' Chi è questo ragazzo? Questo dannatissimo ragazzo ' . Poi si riprese.

" Non dovresti mangiare dolci prima di andare a letto, ragazzino "

" Lo hai rifatto " disse ridendo fra sé e sè.

" Rifatto cosa?" chiese voltandosi.

" Far finta di niente dopo che ti ho detto qualcosa che ti ha visibilmente sconvolta, perché si nota, sai? È la seconda volta che menti "

" I tuoi sogni sono strani anzi stranissimi, ma questo lo saprai già. Quello che non sai è come fermarli, ma la risposta alle tue domande, la soluzione per i tuoi problemi io non ce l'ho! " disse riavvicinandosi. 

Gli occhi del ragazzo allora saettarono sul borsone a spalla di lei e decise di buttarla lì per vedere una qualche reazione.

" Cos'è - lo indicò con un cenno del capo, parlava ad alta voce e un passante guizzò lo sguardo verso di loro dalla strada principale - nascondi del sale lì dentro, magari una pala componibile? " Elva ridusse gli occhi pieni di irritazione a due fessure e lo prese malamente per la manica della giacca, tirandolo.

" Smettila. Va bene, vieni con me " gli intimò.

Il ragazzo la seguì senza fare domande con un lieve sorriso stampato sulla faccia, aveva ottenuto quello che voleva, o almeno quello era un inizio. 

Quando la donna mollò la presa per aprire la serratura della porta, le loro mani si toccarono. Lei guardò fisso la superficie della porta davanti a sé ma non si voltò, dopo un istante tornarono a quello che stavano facendo. Entrarono e la donna si richiuse la porta alle spalle facendo segno di seguirlo nel retro. 

" E comunque non sono un ragazzino - disse imitandola - ho 28 anni, sono un po' cresciuto per le prese in giro, non credi? "

" Ah però, e dove ce l'hai tutta questa saggezza, l'hai per caso persa prima di entrare qui ieri? È assurdo, tutto questo è assurdo "

 

Entrarono in una stanza ancora più scura, la donna accese delle candele al centro del tavolo per dare un po' di luce in più all'ambiente e si sedette. Quel posto aveva un bel po' di ragnatele, e sembravano anche vere, pensò il ragazzo.

" Elva non è il tuo vero nome, vero? " 

" Ma sentilo, ha proprio fatto i compiti eh.. Gia che c'eri potevi fare ricerche e chiamare l'anagrafe per sentire se lì mi avevano mai vista "

" In realtà ho fatto delle ricerche.. "

" E cos'hai trovato d'interessante? Qualche fiaba dei Grimm? "

" Ho letto un po' del Dizionario Infernale "

" Roba seria "

" L'hai detto. Ho letto un mucchio di cose su spiriti, apparizioni, tradizioni popolari ma niente su quello che ho visto la scorsa notte.. "

" Non hai cercato bene "

Dimitri rifletté qualche secondo su quella risposta enigmatica che parlava chiaro ma allo stesso non lasciava trapelare niente.

" Tu sai a cosa mi riferisco, vero? Perché ti ho vista fare quell'orrore? "

" A volte i sogni sono un riflesso di come noi vediamo una persona.. "

" Pensavo l'avessi piantata con queste stron.. "

" Ma non lo è, non lo è. Alcune persone sono più sensibili di altre e colgono cose, sfumature che altri non vedono. Quindi, è possibile che tu mi abbia vista come un'usurpatrice di tombe " concluse con tranquillità interrompendolo.

Il suo discorso filava, pensò Dimitri valutando la situazione.

" E dei miei sogni che mi dici allora? Sono certo, anzi più che certo che ieri tu abbia visto qualcosa, come se fossi entrata nella mia testa e avessi visto realmente di cosa parlavo. Ma non hai detto niente "

" C'è molta oscurità dentro di te, Dimitri - disse abbassando lo sguardo - L'unica cosa che so è che non sono assolutamente un buon segno o indice di serenità, per niente. Da quanto tempo hai questi incubi? "

" Tra poco sarà quasi un anno "

Elva annuì pensierosa. Dimitri la guardò sollevando lo sguardo che si era momentaneamente posato sul tavolo, dove le candele ardevano e la cera fondeva.

" Non mi stai dicendo tutto, lo so " disse senza paura. 

Si guardarono negli occhi e in una frazione di secondo il ragazzo guizzò alzandosi e precipitandosi nell'altra stanza, al bancone, sul quale lei aveva posato il borsone. Si era detto che oramai era lì e doveva vedere se i suoi presentimenti assurdi fossero veri, e infondo sperava che lì dentro ci fosse qualcosa che avrebbe scosso lui e la sua vita normale.

Mentre la donna si affannava per impedirgli di ficcare il naso dove non doveva, lui aprì la zip. 

Ormai era troppo tardi: Dimitri si voltò con in mano un barattolo cilindrico e una scatolina nell'altra, Elva lo guardava con un'espressione indicibile, bloccata sull'uscio della porta della stanza.

" Allora è vero! " esclamò facendo rotolare a terra il barattolo di sale e liberando i fiammiferi dalla sua presa.

" Tu chi sei ? " chiese con voce atona.

Elva ora assunse un'espressione impaurita, come quella di una persona che era appena stata scoperta in flagrante a fare una cosa che non doveva.

" Chi sei Elva? Se questo è il tuo vero nome! "

" Sono una persona normale, come te "

" Normale? Le persone normali non vanno in giro con del sale nella borsa per farci chissà cosa o peggio per deturpare cadaveri. Qual'è il segreto che porti con te? "  






Note:

Ringrazio chi commenterà e anche chi leggerà soltanto.

-kuutamo

 
  
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