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Autore: Becky2000GD    26/07/2016    0 recensioni
Brian Haner è un veterano di guerra. Dopo aver passato molti anni sul campo di battaglia e aver più volte rischiato di morire per il proprio paese, decide di ritirarsi e tornare a condurre una vita normale nella sua città, Huntington Beach, California. Quando però suo marito Matthew, da poco tornato in guerra per svolgere altri due anni al servizio dell'esercito degli Stati Uniti, viene catturato dai nemici e probabilmente ucciso, iniziano i problemi. Brian cade in depressione, senza più essere neanche in grado di occuparsi di suo figlio. Troppo forte è il desiderio di avere indietro il corpo di Matt, in modo da potergli dare una degna sepoltura. Le cose però non sono esattamente come sembrano, e presto Brian riacquista la speranza di potere tornare alla sua vita ...
-PRECEDENTEMENTE PUBBLICATA SU WATTPAD-
Genere: Drammatico, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Matthew Shadows, Nuovo personaggio, Synyster Gates, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Dopo aver fatto sempre la stessa cosa nello stesso modo per due anni, inizia a guardarla con attenzione. Dopo cinque anni, guardala con sospetto. E dopo dieci anni, gettala via e ricomincia di nuovo tutto.

-Alfred Edward Perlman

 

 

 

Ciò che è accaduto ieri notte è stato davvero strano. Matt sembrava voglioso di attenzioni, tanto che ha fatto di tutto pur di tenermi sveglio il più possibile.

Non appena smettevamo di baciarci e io tentavo di allontanarlo un po' da me, lui recuperava immediatamente il controllo della situazione e riportava le labbra sulle mie, talvolta persino in modo aggressivo. Ho avuto come l'impressione che volesse spingersi oltre quel semplice incontro tra le nostre bocche ma che non ne avesse il coraggio.

Il suo modo di toccarmi era anormale, quasi freddo e distaccato. Stava provando davvero a recuperare l'alchimia che tra noi c'è sempre stata, e infine non ci è riuscito. Glielo leggevo nello sguardo, dentro di lui è cambiato qualcosa nei confronti del mio corpo, ha difficoltà ad entrare in intimità.

Per me era tutto come sempre invece, se non addirittura più bello: mio marito, il mio migliore amico, l'unico uomo che mi è sempre rimasto vicino, lui era nuovamente con me e potevamo tornare a scambiarci tenerezze come un tempo. Ho amato ogni istante che abbiamo passato assieme, anche se rabbrividiva ogni volta che facevo scorrere le mani lungo la sua schiena.

Non ho assolutamente tentato di forzare nulla, non mi sarei mai permesso di turbare ancor di più il suo già precario equilibrio mentale. Volevo solo seguire l'istinto e sentirmi bene, farlo stare bene. Non si era mai lamentato d'avere le mie mani addosso, neanche al nostro primo appuntamento.

Mi viene spontaneo sorridere se ripenso a quella volta: avevamo appena concluso l'addestramento militare e, dopo vari screzi e litigate, io e Matt c'eravamo resi conto che qualcosa ci legava uno all'altro. Non facevamo altro che punzecchiarci e infastidirci a vicenda, tanto che un giorno arrivammo addirittura a metterci le mani addosso. Naturalmente, fu lui il primo ad iniziare. Mi prese per i capelli e mi scaraventò a terra.

Inizialmente non capii bene che cosa sarebbe stato meglio fare, siccome la sua stazza mi incuteva un certo timore già quella volta. Ma quando mi resi conto che sottraendomi al combattimento corpo a corpo mi sarei sottomesso a lui, allora decisi di passare al contrattacco. Neanche mi alzai, semplicemente da lì dov'ero gli tirai un fortissimo calcio proprio dietro le ginocchia e Matt cadde a terra al mio fianco. Non ricordo bene come continuammo, di certo ci prendemmo a pugni per diversi minuti visto che lui ne uscì con il naso sanguinante e io con il labbro inferiore rotto.

"L'avevo giudicata male, soldato Haner. Forse non è poi l'idiota che sembra."

"Lieto d'averla stupita Sanders. Confido che d'ora in avanti sarà in grado di tenere le mani al loro posto con me, altrimenti sa già a cosa andrà incontro."

È stato uno stronzo di prima categoria all'inizio ma, dopo quella lotta e il seguente breve scambio di battute, bastò uno sguardo troppo prolungato che lui mi si avvicinò e posò le sue labbra soffici sulle mie. Fu un bacio senza precedenti, rimasi completamente sorpreso ... soprattutto perché Matthew non mi aveva mai dato l'impressione d'essere omosessuale.

E invece lo era ... gay represso. Per questo ce l'aveva tanto con me. Aveva scoperto subito la mia identità sessuale e lui e gli altri ragazzi non facevano altro che deridermi durante gli allenamenti. E il fatto che io facessi il superiore e non me la prendessi mandava Matt totalmente fuori di testa.

Ecco tutto. Ecco come le cose iniziarono. Ecco la storia di come io e mio marito ci avvicinammo.

Qualche livido sul viso, gocce di sangue cadute sulla sua camicia bianca di cotone e un bacio che aveva il sapore di vittoria. Bastò questo a dare una svolta al rapporto. Ripensandoci non è stato un prezzo molto alto per quanta gioia e felicità mi ha donato in seguito diventare il compagno di vita di Matthew.

Non appena mi resi conto che proprio Sanders stava infilando la lingua nella mia bocca in modo così prepotente e allo stesso tempo passionale, beh, come è ovvio tentai d'allontanarlo. È vero, ero attratto da lui, ma non mi fidavo dopo quante me ne aveva fatte passare nel periodo dell'addestramento.

"Esci con me stasera. Andiamo a prenderci una birra e poi facciamo una passeggiata nel parco davanti al Golden Gate Bridge. Che ne dici, Brian? O sarai troppo impegnato ad andare da qualcuno per farti fare la manicure e non avrai tempo per me?"

Anche nell'invitarmi fuori con lui non fu in grado d'evitare di fare il coglione. Matt provocava, sempre. Ma infine decisi che avrei accettato, e così fu.

Passammo una serata incantevole, discutendo del più e del meno davanti ad una birra. Non mi aveva di certo portato fuori a cena, non poteva permetterselo. E non l'avrebbe mai fatto, si vergognava troppo a farsi vedere in compagnia d'un altro uomo. Poi durante la camminata nel Golden Gate Bridge Park, sotto un cielo immenso di stelle piccole e grandi, le cose cambiarono. La gente non faceva caso a noi, mi resi conto che il ragazzo al mio fianco era più tranquillo e rilassato. Quindi gli presi la mano, stringendola nella mia mentre camminavamo. Lo sguardo che mi lanciò mi intimidì, tuttavia non lo lasciai andare.

E fu così che pochi minuti dopo ci trovammo stesi sull'erba a baciarci, ancora e ancora. Matt non osava far scorrere neanche un dito sul mio corpo, mi accarezzava semplicemente sul viso o spostava le ciocche di capelli mosse dal vento. Io invece non mi facevo di questi problemi, sapevo da tanto di essere attratto dagli uomini e da loro soltanto. Per questo non fui in grado di contenermi, e arrivai persino a insinuarmi sotto la sua camicia. Toccare la pelle nuda di Matt fu un'emozione unica, perché oltre ad essere un uomo magnifico con un gran talento nell'utilizzare le armi e un fisico invidiabile, era anche etero convinto, a suo dire.

Anche questo è un dettaglio piuttosto divertente ... se ripenso a come in quei momenti mugolava ad ogni leggero spostamento delle mie mani sul suo corpo, credo sapesse benissimo che le donne non facevano per lui.

Io facevo per lui. Brian Haner era il suo tipo di uomo. E lo è ancora.

Gli tornerà la voglia di avermi vicino come un tempo, ne sono certo.

Il rumore della porta che si chiude, mi distrae. Matt deve essere appena rientrato, non c'è altra spiegazione.

Poso il giornale che stavo leggendo fino a prima di avere questo flashback, e a fatica mi alzo dalla poltrona facendomi forza con le braccia. Anche oggi la gamba fa male ... molto male. È uno di quei dolori lancinanti che può dare alla testa. Però per mia fortuna ora ho delle cose decisamente più positive di cui occuparmi, motivo per cui non ci faccio troppo caso.

-Matt ... ? Sei tu? Allora, come è andata?

Mi avvicino all'entrata del salotto e lo vedo sbucare dal corridoio e venirmi in contro a passo svelto, con l'espressione contrariata.

-Brian, che combini? Stamattina mi hai detto che non ti senti bene. Torna immediatamente seduto.

Mi riprende, come se fossi un moccioso. Sto per rispondergli che di figli per ora ne abbiamo uno solo, che alla mia età so stare in piedi sulle mie gambe. Eppure non faccio in tempo ad aprire la bocca che crollo nella sua direzione, senza il benché minimo preavviso.

Prontamente, Matt allarga le braccia e mi afferra con fare deciso. Sbatto il mento sulla sua spalla, e lo sento buttare fuori un piccolo gemito.

Nessuno di noi è in buone condizioni fisiche.

Il danno riportato ai nervi in seguito a quella pallottola che mi colpì nella gamba rischia di rendermi invalido a lungo andare. Non sarò più in grado di camminare senza l'ausilio di una stampella o un bastone. Probabilmente arriverà persino il giorno in cui non ce la farò più a muovermi autonomamente spostando tutto il peso del mio corpo sulla gamba sana. Non è la prima volta che cedo e mi ritrovo a cadere giù senza motivo apparente, ecco perché mio marito è stato tanto attento nel prendermi prima che toccassi il suolo.

Non voglio essere patetico, quindi con fare piuttosto imbarazzato mi allontano subito da lui.

-Ecco, cazzo, te lo dico sempre che devi rimanere fermo quando stai così. Perché non mi ascolti mai? Ci tengo a te, non voglio che cadi e ti spacchi la testa.

Ci risiamo, riprende a fare la voce grossa con me ... tutto nella norma.

Il problema è che quando mi sono ritrovato tra le sue braccia ho notato quanto fossero deboli. Anche mio marito ha bisogno di riposo, di riprendersi ... gli serve tempo.

Il suo comportamento mi spiazza, passa da essere l'uomo di sempre a un quasi sconosciuto per me. Ho come l'impressione che questo suo sgridarmi voglia dire "Non posso più proteggerti come prima. Devi cavartela da solo". Non è da lui. Una volta non avrebbe mai ammesso di non potere fare nulla per occuparsi di me, si sarebbe sentito troppo male.

Avrà forse cominciato a rendersi conto che, purtroppo, neanche lui è invincibile?

In silenzio torno a sedermi al mio posto, incominciando subito a massaggiarmi la gamba nel punto in cui la cicatrice del foro d'entrata della pallottola è ancora ben visibile.

-Allora, come è andata con Nick? Immagino gli altri genitori e anche la maestra siano stati felici di rivederti.

Stamattina abbiamo infatti deciso che sarebbe stato Matt ad accompagnare il bambino. Lui non voleva staccarsi da suo padre, e io con questo occhio tanto rosso, gonfio e tumefatto avrei fatto solo una figura orribile.

-Nicholas aveva pianto tanto anche in classe quando non ti vedeva più tornare a casa, ormai le famiglie di diversi suoi compagni non facevano altro che chiedermi incessantemente come si stava evolvendo la situazione a casa. E quando ho finalmente potuto dire loro che c'era di nuovo speranza di rivederti, beh, sono stati tutti entusiasti!

Sì, è vero. Tutto vero. Non siamo mai stati molto legati agli altri genitori tanto che, come già detto in passato, spesso le madri degli altri bambini non sapendo che sono gay mi stavano attorno complimentandosi con me per il mio aspetto e alcune addirittura flirtavano. Ma dopo la tragedia che sembrava averci colpito, la gente ha iniziato ad avere un occhio di riguardo per mio figlio ed anche per me. Diversi padri e madri di altri bimbi sono spesso venuti a parlarmi per sapere se mi stessi riprendendo dopo essere diventato vedovo ed anche un papà single.

In risposta Matt annuisce in fretta mentre osserva interessato come muovo le mani sul polpaccio.

-Sì, è stata una festa praticamente. In tanti sono venuti a stringermi la mano ringraziandomi per avere rischiato la vita per la Nazione. Sai, le solite cose.

Un sorrisetto sarcastico arriva ad illuminare un poco il suo bel viso tondo dopo quelle parole.

-Viva gli Stati Uniti e tutti i grandi uomini che lottano ogni giorno per la Libertà!

Rispondo io, in modo giocoso.

Non voglio farmi beffa dell'America. Amo questo posto e tutto ciò che mi ha dato, come la possibilità di ricevere un'istruzione adeguata o di potere vivere la mia vita come meglio credo, addirittura sposando un altro uomo e non avrei mai potuto farlo in molti altri paesi del mondo.

-C'è una cosa che mi preoccupa però. Nick sembrava molto orgoglioso di me e di tutto ciò che mi veniva detto, tanto che ha espresso il desiderio di entrare anche lui nell'esercito un giorno.

E dopo questa frase sento Matthew deglutire a vuoto. A me invece si gela il sangue nelle vene, rimango di sasso.

Lo so che è solo un bambino, lo so che non capisce ancora troppo bene come gira il mondo e come vanno certe cose ... però è un timore unico e forte quello che è sempre albergato nel cuore mio e di mio marito.

Dal giorno in cui Nicholas è venuto al mondo e abbiamo visto per la prima volta il suo visino paffuto, tutto è cambiato. So che è biologicamente figlio di Matt, ma per me non fa differenza. L'ho cresciuto fino ad adesso e mi preoccupo per lui.

Abbiamo sempre saputo che probabilmente sarebbe arrivato il momento in cui ci avrebbe detto che avrebbe voluto seguire le nostre orme. Sapevamo anche che ci saremmo sentiti molto orgogliosi e, allo stesso tempo, spaventati di poterlo perdere per sempre.

Per un attimo chiudo gli occhi, cercando di reprimere il dolore che sento crescere nel petto dopo questa terrificante notizia. Lo stesso Matt non osa aggiungere niente, penso non se la senta di aprire bocca.

-Non fasciamoci la testa prima di essercela rotta. Non lo faranno mai e poi mai arruolare prima del diploma, te lo ricordi no? È stato così anche per noi due. Abbiamo altri tredici anni in cui sarà tutto nostro, e vivere con due padri entrambi distrutti dagli orrori che hanno vissuto in guerra lo farà ricredere presto.

O almeno lo spero.

Leggo tanta preoccupazione in quei grandi occhi color smeraldo, le mie parole non gli fanno né caldo né freddo, non lo aiutano. Vorrei vedere il sorriso sul suo volto e quelle adorabili fossette che ci sono sempre. Però non accade. Non adesso.

È in momenti come questi che mi chiedo se Matthew non sia portato per natura ad amare quel bambino di più di me. So per certo che per Nick potrei morire, ma forse se avessi un figlio davvero mio sarei capace di provare un amore diverso e persino fare preferenze tra il marmocchio concepito da me e Nicholas.

Scuoto velocemente la testa, volendo allontanare queste cose disgustose dal mio cervello. Non voglio neanche pensarci. Mi sento una merda solo a supporre tutto questo. Ho messo l'anima nell'allevare questa piccola creatura che mi considera suo padre. Sarebbe un tradimento se poi iniziassi a guardarlo con occhi diversi a causa di un altro bimbo.

Eppure alle volte sembra così chiaro che tra Nick e Matt c'è un rapporto diverso, si nota immediatamente anche soltanto dalla complicità che è presente tra loro due. Non sono geloso. Mi sento solo messo in disparte, diverso, come se non c'entrassi minimamente in tutto questo. Un po' come quando ero adolescente e la mia famiglia smise di vedermi allo stesso modo proprio per il fatto che non ero etero.

Non è facile vivere questa vita, ci sono troppi dubbi, problemi ed incomprensioni. I sentimenti sono poco chiari e fanno stare male. Comunque sia, anche quando io e mio marito decideremo di accogliere un altro piccolo essere umano in questa casa e toccherà a me metterlo al mondo, farò del mio meglio per non fare mai e poi mai pensare a Nicholas che lui per me passerà in secondo piano.

Non credo che accadrà ma, anche se dovesse malauguratamente succedere, sarò abbastanza forte ed imparziale da non dare mai a vedere ciò che proverò. Lo giuro sul mio onore, che poi è forse una delle poche cose che non ho ancora perso.

-Matt ...

Chiamo il suo nome, sperando di tirarlo fuori da questo stato di trance nel quale è caduto. Ha tante cose che gli si aggirano per il cervello, però al momento dovrebbe solo riposare e cercare di recuperare le forze.

Quando sente la mia voce alza lo sguardo dal pavimento e torna a fissare me.

-Mi dispiace per l'occhio, Brian. Non avrei dovuto colpirti ...

Mormora con fare serio ed imbarazzato, con una voce che non sentivo tanto colpevole da lungo tempo. Tra noi sono sempre io quello che prima è portato a fare cazzate e poi deve farsi perdonare.

-Che cosa? Perché vuoi ritirare fuori l'argomento? Eh dai, è acqua passata! Quel pugno sul volto me lo hai sferrato una vita fa!

Muovo in aria la mano, facendo un gesto vago mentre roteo gli occhi sbuffando una risata. Sto solo cercando di scherzare, di solito il mio umorismo da due soldi lo tira su di morale.

-Oooh, certo. Ieri sera è un tempo così lontano da quello che stiamo vivendo ora ...

Sta al gioco. E Finalmente un largo sorriso gli si dipinge sul volto, regalandomi una fortissima emozione. Si copre per un attimo gli occhi mentre scuote la testa come se fosse disperato.

-Ma che devo fare io con te, Haner? Non cambierai mai!

Scoppiamo entrambi in una fragorosa risata, tanto che Matt si lascia cadere a terra e ride fino ad avere le lacrime agli occhi.

No, non ho assolutamente detto qualcosa di tanto simpatico da meritare questa reazione. Credo solo che lui avesse bisogno di divertirsi ed è praticamente esploso alla prima stupidaggine che mi ha sentito dire. Chissà da quanto non era più contento e gioioso come adesso ...

Non mi ha ancora raccontato delle cose che ha vissuto, però ieri notte quando finalmente s'è messo a dormire ho notato sulla sua schiena ferite da poco guarite. Sembravano segni di frustate ...

E di certo questa non è stata la peggiore tortura che ha subito. Ho sentito innumerevoli storie su ciò che viene fatto ai prigionieri di guerra, e non c'è niente di bello. Si tratta di tante cose che possono fotterti il cervello per sempre, senza possibilità di tornare indietro.

Guardo l'uomo ai miei piedi che ancora continua a sbellicarsi dal ridere e sento lo stomaco chiudersi ancora una volta al pensiero insistente e doloroso di tutto il male che possono avergli causato. Mi sento colpevole per non essere stato capace di fermarlo quando ha deciso di partire ... avrò questo peso sulla coscienza per sempre.

Lui comunque non sembra notare il mio cambiamento d'umore per fortuna.

Pian pianino si tira su da terra e torna a posare lo sguardo su di me, in particolare sulla gamba che mi fa male.

Decide di sostituire le mie dita con le sue e riprendere a strofinarle lungo il muscolo. Non ho idea del perché di punto in bianco si sia messo seduto di fronte a me ed abbia deciso che era tempo di prendersi cura delle mie di ferite, quando di certo le sue ora meriterebbero almeno il doppio dell'attenzione per rimarginarsi completamente. E non mi riferisco tanto a quelle nel corpo, ho più paura dei colpi che sono stati inferti al suo spirito.

Le sue mani esperte mi fanno immediatamente sentire meglio. Ha un tocco piuttosto deciso, ma sa anche essere delicato nei punti più critici. E ci mette tutto se stesso, è davvero attento quando si tratta di me.

Prima che succedesse tutto questo macello dovuto alla partenza per la sua ultima missione e al seguente rapimento, tutte le sere prima di andare a dormire Matt si metteva pazientemente a massaggiarmi la gamba allo stesso modo.

Può sembrare una cosa da nulla forse, però io lo so bene quanto dolore sento in quelle che definisco giornate no. Quindi ho sempre visto una grande dimostrazione d'affetto in questa dolce abitudine che avevamo preso e che è continuata per diversi anni.

-Mattie, ma che fai? Piantala dai, non è necessario ...

-Sì che è necessario. Ne hai bisogno, prima sei addirittura caduto. Ricordi quella volta che hai perso la sensibilità della gamba ma hai ignorato tutto riprendendo a muoverti subito dopo esserti rialzato da terra? Ricordi che è finita che i giorni successivi non sei più riuscito a camminare?

Alle sue parole sgrano gli occhi.

Accidenti se mi ricordo. È stato un incubo in tutti i sensi. Avevo da poco compiuto trentuno anni e sembrava fossi già costretto a vivere il resto della mia miserabile esistenza senza potermi mai più spostare in autonomia. Che spavento prendemmo, sia io che mio marito ...

Da quel momento l'ansia si fece più forte ed iniziai ad avere attacchi di panico più frequenti. L'esperienza che avevo sperimentato m'aveva lasciato l'amaro in bocca per davvero.

-Smettila di voler fare il super uomo Brian. Purtroppo sei stato ferito tanti anni fa, non mi perdonerò mai di non essere riuscito a proteggerti. Credetti davvero che saresti morto dissanguato al mio fianco in quella situazione, ma grazie al cielo non successe. Sono grato che qualcuno lassù abbia deciso di non strapparti così presto alle mie braccia, se t'avessi perso la mia vita non avrebbe avuto senso.

Ancora una volta non riesco a ragionare abbastanza in fretta da trovare una risposta appropriata alle sue parole. Sarà che la commozione che noto nella voce di questo uomo stupendo mi lascia di stucco. Perché ripensa a questa faccenda? È successo tantissimi anni fa, non vale la pena di farsene ancora una colpa. E poi se non mi avessero sparato non sarebbe arrivato quel romantico momento in cui lui mi prese in spalla e mi portò giù dal tetto dell'edificio sul quale eravamo appostati salvandomi la vita. E quando con i nostri compagni salimmo sul veicolo che ci avrebbe riportati alla nostra base tutti pensavano che non sarei sopravvissuto. Io stesso avevo ormai rinunciato a qualsiasi tipo di speranza, stavo perdendo decisamente troppo sangue ... ero privo di forze. Matthew però ebbe abbastanza fede per entrambi. Afferrò la mia mano e la strinse nelle sue, facendomi la più dolce proposta di matrimonio di sempre e parlandomi di quanto sarebbe stata perfetta la nostra vita assieme.

Penso furono proprio quei suoi piani futuri tanto entusiasti a farmi coraggio ...

-Hai avuto una seconda chance per vivere una bella vita. Non sputtanare tutto Brian. Anche io ho rischiato di morire e non intendo perdermi più nulla di ciò che mi viene offerto, ma per sfruttare al meglio queste opportunità è necessario che entrambi cerchiamo di essere meno pieni di noi stessi e prestiamo più attenzione a ciò che facciamo. Motivo per cui mi assicurerò che non trascuri mai più i momenti di riposo che ti servono e che non ti sforzi troppo. Vivremo una vita dignitosa e felice, sotto ogni punto di vista.

Che discorsi profondi. E dire che a quest'ora della mattina io ancora neanche mi rendo conto di come mi chiamo!

Scherzi a parte ... vedo che l'esperienza che ha vissuto gli ha lasciato segni profondi, questi sono i primi che mi si mostrano con chiarezza. Ha paura di morire, una paura fottutamente forte. Non l'ho mai sentito ragionare in questo stesso modo prima d'ora.

-Matt, ho trentacinque anni anche io, compiuti addirittura prima di te piccolo. L'ho imparato ormai che non sono forte come credevo una volta, purtroppo. Anzi, di giorno in giorno peggioro. Lo so che dovrei avere più riguardo per la mia salute, ti prometto che ci proverò, mh?

I suoi capelli sono morbidi e puliti, adoro accarezzarli come sto facendo ora. Adoro tutto in quest'uomo, sono sempre più sicuro sia quello giusto per me. Giorno dopo giorno me ne rendo conto un po' di più!

-Però sei appena tornato a casa. Relax, bello. Pensa a te stesso ...

Con il pollice e l'indice poggiati sul suo mento, costringo delicatamente Matthew ad alzare lo sguardo verso il mio. Ci fissiamo per qualche istante, prima che lui si tiri su dal pavimento e mi baci a stampo sulle labbra.

-Ti amo, Brian Elwin Haner. Ti amo e non smetterò mai di dirlo ...

E adesso non posso esitare a rispondere.

-Ti amo anche io, Matthew Charles Sanders. E mi sono spento dentro ogni volta che pensavo al fatto che ti avevano dato per spacciato ma che non avevo neanche una lapide su cui piangerti ...

E se non ci fosse stato Nicholas, sarei morto anche fisicamente. Mi sarei sparato un colpo in bocca quella volta, ne sono abbastanza sicuro.

Ho fatto tante cose brutte mentre Matt non era al mio fianco ... tutte quante ancora da raccontare.

Per la storia della marijuana e dell'assistente sociale poi so già che mi spaccherà il culo a forza di calci. Oh, se la prenderà tantissimo ...

-E comunque, Mattie ... siediti. Ci sono un po' di fatti che devo raccontarti.

   
 
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