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Autore: cabin13    26/07/2016    1 recensioni
|Libro Terzo: Fuoco||Missing moment|
Sokka ha fatto ragionare Toph dopo la sua litigata con Katara raccontandole di colei che per lui è stata una vera madre, ovvero Katara stessa, che ha sentito questa rivelazione...
[Una breve storia sul rapporto fraterno di due personaggi che adoro.]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Katara, Sokka
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Siblings


Fuggire da un villaggio con alle calcagna un tizio che faceva esplodere le cose con un terzo occhio che aveva in fronte non rientrava propriamente tra i piani che Katara si era preparata. Che poi una pianificazione la sua, era più un... chiarimento, forse? Non lo sapeva definire nemmeno lei quello che da tutto il giorno le ossessionava il cervello.

Soltanto ventiquattro ore prima erano scampati a quel killer assurdo, ma a Katara pareva essere passato un secolo.

Erano in volo da quasi tutto il giorno e adesso si stavano avvicinando a un villaggio circondato da un boschetto. Aang inclinò le redini per far atterrare Appa.

Katara trasse un profondo respiro; quello che aveva sentito il giorno prima, le parole di Sokka, l'aveva lasciata totalmente spiazzata. Non sapeva nemmeno lei perché volesse parlargli, sentiva di doverlo fare, forse era stata la sorpresa di quel discorso o forse voleva semplicemente ricordargli che per qualunque cosa lei ci sarebbe stata a sostenerlo, com'era successo negli ultimi tempi.

Quand'ebbero toccato terra montarono le tende e scaricarono i sacchi a pelo e le provviste per la cena. L'ultima cosa da fare era cercare la legna per il fuoco e, dato che Aang stava dando il fieno ad Appa, Toph stava srotolando i sacchi e Katara avrebbe dovuto occuparsi del cibo, Sokka si offrì di andare a prenderla, ma la sorella lo seguì con la scusa di dargli una mano.

Si addentrarono un po' nel bosco, l'accampamento e il grosso bisonte volante non si vedevano più. Iniziarono a raccogliere i rami per perra senza parlare, erano entrambi stanchi, ma Katara sentiva che se non sbrogliava (per così dire) la questione il suo cervello sarebbe esploso.

Non aveva che due rametti sottili in mano che si alzò in piedi suscitando il rimprovero di Sokka: – Dove vai? Guarda che non abbiamo mica finito, ci serve molta più legna!

– Lo so benissimo  commentò con un sopracciglio alzato, poi però cambiò espressione e lo chiamò: – Ehi, Sokka...

– Mmh..?

– Dobbiamo parlare  affermò decisa.

– Dimmi  la esortò lui prendendo un altro ramo.

– No, seriamente intendo. È importante  e a quel punto suscitò l'interesse (e anche un filo di preoccupazione) del maggiore: – Tutto a posto?  chiese.

– Ecco... ieri con tutto... con tutto quel casino che è successo dopo non ho fatto in tempo a parlarti  esordì tormentando nervosa i legnetti. – Ma davvero pensavi quello che dicevi o te lo sei inventato per mettere tutto a posto?

– Credo tu debba essere un pochino più specifica, sai?  disse lui confuso.

– Quando hai parlato con Toph dopo che avevamo litigato. Eravate su quella sporgenza e io ero nel lago lì sotto, ho sentito... ho sentito cos'hai detto...  gli occhi le diventarono lucidi.

– Quando hai rivelato quella cosa sulla mamma...  riprese Katara, le sue guance vennero inumidite da due goccioline salate. Non si seppe controllare, iniziò a piangere e parlò tutto d'un fiato: – Non sapevo cosa pensare, perché per me sei tu quello che mi ha fatto andare avanti, soprattutto dopo la partenza di papà eri tu che mi facevi sorridere, che mi davi la speranza perché con te diventava tutto più semplice, con quelle battute che ti dicevo che erano pessime ma in realtà mi tiravano su!

– Con quella tua fissa del guerriero che poi adesso si è realizzata sul serio, ma quando papà è andato in guerra lasciandoti qui io mi sono sentita egoisticamente feice perché prima la mamma era morta, poi papà era partito, sapevo che se te ne fossi andato anche tu io sarei crollata pezzo dopo pezzo!  grosse lacrime le rigavano il viso e la voce era rotta.

– Katara... – fu l'unica parola che Sokka riuscì a dire, incredulo e commosso.

La dominatrice mollò i legnetti e si tuffò tra le braccia del fratello, stringendolo forte come se potesse scivolarle via. Anche il ragazzo ricambiò l'abbraccio, cullandola come quando da piccoli lei aveva paura e la mamma e il papà non c'erano.

– Dai, non piangere, così mi lavi tutti i vestiti  Sokka tentò di fare l'ironico come il suo solito, ma la sua voce era spezzata e anche i suoi occhi erano pieni di lacrime.

Restarono abbracciati per qualche attimo, o forse diversi minuti, senza dirsi nulla perché sapevano che il loro legame era impossibile da descrivere a parole.

Sokka strinse la sorella più forte e le accarezzò o capelli con fare protettivo, le lacrime di Katara si trasformarono pian piano in singhiozzi sempre più radi e la dominatrice smise di piangere. Alzò la testa e si asciugò gli occhi col dorso della mano.

Si sciolsero dall'abbraccio sempre in silenzio, che fu rotto da Sokka quando accennò un sorriso: – Forse dovremmo prendere la legna per il fuoco prima che Toph decida di mangiarsi Appa per la fame!  scherzò, anche se aveva ancora a voce impastata.

Katara rise debolmente: – Credo che Aang rivoluzionerebbe i suoi standard e la farebbe fuori!

Ridendo piano cominciarono a riprendere da terra la legna che avevano lasciato cadere, quando all'improvviso Sokka si alzò di scattò: -Un falò!

La dominatrice dell'acqua guardò il fratello in attesa di una spiegazione che non tardò ad arrivare: – Stasera potremmo fare un falò come quelli a casa! Per passare il tempo...

– ...e anche perché come me anche tu hai nostalgia di casa, vero?  completò la sorella con un'espressione divertita, ma il tono di voce più che canzonatorio era gentile. – Solo che sei un testone e non lo vuoi ammettere!- gli pizzicò la guancia.

– Può darsi...  fece lui, – però anche tu sei contenta, te lo si legge in faccia!

Risero entrambi di cuore. Di tacito accordo decisero di tenere per loro la chiacchierata e punzecchiandosi come solo fratello e sorella sanno fare si incamminarono sulla via del ritorno.

 


Hooola
Bene.. questa storia non ha senso lo so ^^' ma mi è saltata in testa qqualche giorno fa alle undici di sera, l'ho trascritta ed eccoa qui puramente a caso :)
Non ho nient'altro da dire perciò me voy, chicos
Alla prossima:)
Adiooooos

   
 
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