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Autore: HarleyHearts    26/07/2016    0 recensioni
Lyla ha sempre avuto una vita normale, come tante sue coetanee ventitreenni.
Viveva con la madre e la sorellina minore, in una piccola casetta a schiera a Washington, e divideva le sue giornate tra l’Università e i migliori amici Rebekka e Robert. Andava tutto bene nella sua quotidiana monotonia.
Almeno, era così prima di incontrare in ospedale il nuovo medico pediatra Ciel O’Konnor; 27 anni di pure bellezza canadese, e un passato traumatico alle spalle.
Da quel giorno, da quel lieve sfioramento di mani, tutto è cambiato drasticamente.
L’esistenza di un mondo che credeva impossibile, una guerra sanguinosa che durava da decenni, creature straordinarie... persino Alpha; tutte cose che travolgeranno la sua vita, come un fiume in piena.
Prima storia della serie “Diversi, Simili ed Uguali”
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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capitolo 24
Capitolo 24
Bekka.


Erano le 5:30 del pomeriggio, e Lyla era già a casa sua sdraiata sul divano del salotto.
Era da un paio di ore che la ragazza aveva iniziato a sentirsi... strana. Non sapeva nemmeno lei come spiegare quella multitudine di sentimenti e pensieri che affollavano la sua mente.
Tutto era incominciato quando aveva ripreso a pensare alla lettera di suo padre.
Erano ormai passati diversi giorni dal suo ritrovamento, e non ne aveva ancora parlato con nessuno a parte Beki.
Non se la sentiva di parlarne con sua madre, non ancora almeno.
Forse avrebbe potuto chiedere qualcosa a Ciel, e sentire il suo punto di vista sulla faccenda.
Non poteva essere solo una coincidenza, e parlare con il suo lupetto molto probabilmente le sarebbe davvero servito.
Ciel quel giorno avrebbe lavorato fino a tardi in ospedale e, sapendolo, Lyla decise che gliene avrebbe parlato il giorno seguente.
Il venerdì era il giorno libero del dottore e visto che sicuramente avrebbero passato la giornata insieme, avrebbe avuto tutto il tempo per esporgli i suoi dubbi sulla lettera di suo padre.
Ancora sdraiata sul divano, Lyla si stiracchiò pigramente tirando fuori dalla tasca dei jeans blu il suo telefonino, per controllare velocemente l'orario.
Doveva prepararsi per la cena con Robert e Beki.
Quella serata doveva essere dedicata unicamente a loro tre, e nessun altro.


Arrivati al ristorante, i tre ragazzi andarono subito a sedersi al tavolo che avevano prenotato.
Il ristorantino era illuminato da una dolce luce soffusa, proveniente da una serie di lampadari circolari posti sul soffitto, e i tavolini erano squadrati e di un legno molto scuro.
Oltre ad avere i tavoli, sparsi nella stanza in maniera ordinata, il ristorante aveva anche un lungo bancone, dove le persone potevano sedersi ed ordinare in santa pace.
- Non ci credo che sei entrato in uno studio di tatuaggi, senza svenire - esclamò meravigliata Rebekka, tenendo in una mano il suo cosmopolitan ghiacciato - Cavolo! Stare con questi O'Konnor vi fa veramente bene, ragazzi. Non è che hanno un terzo fratello, single, nascosto da qualche parte? -
Lyla si ritrovò a ridacchiare alla battuta della bionda - Credo proprio di no, Bek -
Rebekka era al settimo cielo per i suoi migliori amici; finalmente stavano avendo tutta la felicità che si meritavano. Riusciva a leggerlo nei loro occhi e negli ampi sorrisi.
La bionda in quella situazione provava un pizzico di buona invidia: anche lei desiderava avere al proprio fianco un uomo che l'amasse anche solo la metà di come facevano i ragazzi dei suoi amici.
Ma Rebekka lo sapeva.
La sua situazione era un pelino più complicata e delicata, rispetto a quella di molti.
Lei era la prima a dirlo: non si può costruire molto senza la sincerità; ma non riusciva, e non poteva, esserlo al 100%.
Nemmeno con Rob e Lyla.


- Comunque lo voglio conoscere anch'io il tuo dottorino, Lyluccia. Qua l'unica a non averlo ancora incontrato sono io - si lamentò, fintamente offesa, la bella texana.
Di solito Lyla faceva conoscere quasi immediatamente i ragazzi che iniziava a frequentare all'amica, ma quella volta non le era ancora capitata l'occasione giusta.
Le aveva fatto vedere, qualche giorno prima, una foto che la ritraeva insieme al suo corvino, ma dal vivo niente.
Nemmeno di striscio.
- Domani mattina, se hai tempo dopo le lezioni, te lo posso far incontrare visto che viene a prendermi - le propose Lyla.
- Certo che ho tempo, darling - sorrise la bionda - Ho sempre tempo per conoscere il ragazzo della mia ragazza preferita. Ti vorrei ricordare che devo ancora dargli la "Benedizione di Bekka", sia a lui che al fratello tatuatore - ricordò, lanciando una velata frecciattina al castano seduto con loro.
"La Benedizione di Bekka" Lyla ridacchiò lievemente al ricordo.
Era una sorta di usanza la loro. Rebekka, quando incontrava i ragazzi che frequentavano lei o Rob, li valutava e decideva se dargli o meno la sua "benedizione".
La bionda texana era come un cane da tartufo in quelle situazioni; fiutava i cretini e gli stronzi a metri di distanza.
Qualità che, insieme alla sua schietta sincerità, aveva salvato i culi di Lyla e Robert un milione di volte.
A molti queste caratteristiche di Rebekka non piacevano, ma Lyla e Rob l'adoravano anche per quello.
Sapevano che non esisteva amica migliore e più fidata di Rebekka Jodie Miller.
- Io vado a prendere qualcos'altro da bere al bancone; voi volete qualcosa? - chiese la bionda alzandosi dal tavolino, sfoggiando il suo splendido tubino grigio perla.
Lyla scosse la testa - Io sono apposto così. Ho paura di non poter reggere un secondo drink -
Non era solita bere molto alcol, per questo preferiva fermarsi al primo bicchiere quando poteva.
La bionda, dopo la risposta dell'amica, si ritrovò ad annuire.
- Tu, Robbie? -
- Per me un moscow mule analcolico. Devo guidare dopo -
Memorizzata la richiesta del castano, la bella texana si allontanò con sicuro e fluido verso il bancone bar.



Per fortuna, al bancone non c'era molta gente e per Rebekka fu facile avvicinarsi e chiedere le sue ordinazioni al barman di turno. Un altro cosmopolitan per lei, e un moscow mule analcolico per Robert.
Mentre osservava il ragazzo dietro al bancone preparare con maestria i drink sotto i suoi occhi, la ragazza iniziò a tamburellare con fare nervoso il tacco delle sue décolleté.
Si sentiva così da una ventina di minuti circa, e non riusciva a comprenderne il motivo.
Era agitata e ansiosa, come se il suo corpo sapesse già che da lì a poco sarebbe successo qualcosa di grosso.
Lanciò una rapida occhiata alla sua destra, mentre aspettava.
Tutti gli sgabelli erano occupati da uomini e donne di ogni età, intenti a bere in calici trasparenti o a mangiucchiare qualche piatto a base di pesce, ma a colpirla in modo particolare fu uno.
Era un uomo sulla trentina, di una bellezza sconvolgente per lei.
Nonostante fosse seduto, Rebekka riuscì ad intuire che fosse molto alto e con una bella corporatura. Aveva i capelli così chiari e luminosi da sembrare quasi bianchi, e non biondi.
La ragazza non riuscì a vedergli gli occhi, visto che era girato di profilo, e non ebbe nemmeno altro tempo per osservare ulteriormente quello sconosciuto.
Il barman attirò la sua attenzione, porgendole i due drink ordinati precedentemente, e la ragazza si vide costretta a tornare al tavolo dei suoi amici, con ancora in testa la capigliatura nivea di quell'uomo.



Il giorno seguente, alla fine delle lezioni, Lyla e Bekka stavano aspettando l'arrivo di Ciel stando sedute su un muretto vicino all'uscita.
Il dottore aveva chiamato poco prima la corvina chiedendole scusa per il ritardo, ed informandola che sarebbe arrivato nel giro di pochi minuti a causa del traffico.
- Vedrai, Ciel ti piacerà. Riesce a farsi amare da tutti - le disse Lyla quella mattina.
Questo Beki non lo metteva in dubbio. Aveva visto come era cambiata in meglio la sua migliore amica.
Era diventata più solare, e sorrideva quasi sempre quando parlava del suo ragazzo.
Se era riuscito a rendere così felice Lyla, Ciel O'Konnor non poteva che essere una bella persona e un amorevole ragazzo.
Come da parola, in pochi minuti le ragazze videro arrivare la macchina metallizzata del corvino.
La prima cosa che pensò Bek quando vide in volto Ciel per la prima volta fu "Lyluccia ha scelto proprio bene" ma, quando l'uomo si avvicinò a loro due, la bionda si sentì strana; e non ci mise molto a comprenderne il motivo.
Il dottor Ciel O'Konnor, il ragazzo della sua migliore amica, non era un essere umano.
Era un mostro.



Ciel e Rebella parvero lanciarsi degli strani sguardi per alcuni secondi, e questo non passò inosservato agli occhi di Lyla.
Lanciò a sua volta uno sguardo al suo lupetto, come per chiedergli "C'è qualcosa che non va?".
Lo sguardo di lui era incredibilmente serio, ma non per questo arrabbiato o alterato in alcuna maniera.
Bastarono poche parole, per sconvolgere la mente della corvina.
- Lei sa -
Rebekka sapeva tutto, e questo sconvolse non poco la ragazza, facendole persino sgranare gli occhi.
Non era la sola; anche Rebekka si trovava nella stessa situazione della corvina.
Rimase qualche secondo in silenzio, incapace di proferire parola alcuna.
Per fortuna di entrambe, a prendere le redini della situazione fu Ciel - Venite. Avrete bisogno di parlare -
Il mutaforma accompagnò le due ragazze nel bar vicino all'Università e alla biblioteca e, dopo essersi seduti ad un tavolo lievemente isolato, a parlare per prima fu Lyla.
- Beki... cosa sei? -
La ragazza sentiva la gola incredibilmente secca e il cuore che pompava veloce per l'agitazione.
- In parte sono umana - iniziò a rispondere la bionda texana - ma anche una specie di maga -
Lyla sgranò gli occhi per la sorpresa, alla rivelazione dell'amica.
- Spiegati meglio - la invitò la corvina, con voce dolce.
Lyla non era assolutamente arrabbiata con l'amica per averle taciuto una cosa del genere.
Poteva capirla.
Ciel le aveva raccontato che i mostri non potevano rivelare la propria natura con tanta leggerezza.
Sicuramente Rebekka aveva taciuto per una questione di paura; non poteva immaginare come avrebbero potuto reagire lei e Robert.
- Sono per un quarto maga, da parte di nonna. I miei genitori sono entrambi umani, ed io sarei dovuta nascere come tale. Ero convinta di essere una semplice ragazza fino a qualche anno fa quando, mentre ero al negozio di nonna, ho iniziato... a sentire qualcosa. Una sorta di attrazione per gli oggetti strambi che mia nonna teneva nel retro bottega; non sapevo che questi non erano altro che manufatti magici. Lei è stata la prima ad accorgersi del mio cambiamento, prima ancora di me, ed è stata lei ad aiutarmi a capire meglio la mia natura -
La bella texana continuò a parlare per una quindicina di minuti buoni.
Rebekka non era una maga molto potente; era una semplice Guaritrice, una maga specializzata nella creazione di lozioni curative ed infusi benefici.
Tutto quello che sapeva sul mondo dei mostri le era stato insegnato da sua nonna negli ultimi anni, così come il riconoscere un altro mostro quando se lo trovava davanti.
- Non ci posso credere - commentò infine la corvina, lasciandosi scivolare contro la schienale imbottito della poltroncina su cui era seduta con Ciel - La mia migliore amica è una maga, mentre il mio ragazzo un uomo-lupo - seguì un lungo silenzio che fece preoccupare i due ragazzi con lei - Tutto questo è una figata assurda! - esclamò poi con un ampio sorriso, che fece sciogliere Rebekka.
La bionda si lasciò scappare una risata cristallina.
- Questa è la Lyla che conosco -
Come già disse una volta a Ciel, a Lyla non interessava minimamente la natura delle persone a lei care.
Rebekka era la sua migliore amica dai tempi del liceo, e niente avrebbe cambiato le cose.
Ovviamente Lyla tempestò l'amica di quesiti, a cui la bionda fu più che felice di rispondere.
Finalmente poteva essere completamente sincera con lei, e la cosa la riempiva di gioia.


Verso mezzogiorno e mezzo, la coppietta salutò la bionda texana per andare a mangiare un boccone.
Avevano invitato la ragazza ad unirsi a loro, ma Rebekka aveva gentilmente declinato l'offerta; non voleva fare il terzo in comodo.
Poco prima di lasciarsi, Bek sussurrò all'amica queste parole - Ciel si è meritato le Benedizione; vedi di non fartelo scappare - seguito poi da un occhiolino alquanto complice e malizioso.





Angolo della mente malata:
Penso di nutrire forti istinti suicidi; o forse sono solo pazza, dipende dai punti di vista.
E' da tempo immemore che mi lamento di avere tante storie a cui dover pensare, e stranamente il numero anzichè calare aumenta. C'è davvero qualcosa che non va in me.
A quante storie sono?
5 ufficiali, 1 momentaneamente sospesa e un'altra (l'unica che avevo completato per ora) da riscrivere completamente.
Ho un problema; mentale ovviamente.
Ma, ehi! :D *musica da colpo di scena* Rebekka non è umana! Sorpresona!
Ve lo aspettavate?
Ma le sorprese non sono finite qui! EEEH VOOOLEVATE!
Il prossimo capitolo sarà IL Signor Capitolo. Avete capito bene.
Nel capitolo 25 si scopre NON solo la verità sul padre di Lyla, ma anche la natura della stessa ragazza! Tante cose belle stanno per succedere :3
Siete pronti?
Io vi mando un bacino zuccheroso
- Harley ;*



Ci tengo a ringraziare:
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