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Autore: HighByTheBeach    26/07/2016    0 recensioni
"Cuori di vetro" è la storia di Chris ed Erin. Lu E' nata di getto, senza troppe pretese.
Un ragazzo e una ragazza come tanti, in una città sconosciuta ai più, dove la perdizione è sempre dietro l'angolo. La loro è un'amicizia che dovrà sbocciare come un fiore dal cemento. Affronteranno tanti problemi, ma quello più importante sarà il diventare adulti.
"In quel momento mi sentivo vuota. Il mio corpo era vuoto. La mia anima era vuota. La mia testa era vuota. Ma la cosa peggiore era il mio cuore. Era diventato di vetro."
Genere: Drammatico, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Chris aveva conosciuto quel ragazzo su una di quelle squallide applicazioni di incontri. In quella città non conosceva nessuno, quindi quale modo migliore per cominciare la sua permanenza in quel nuovo posto? Del sesso per dimenticare tutto il resto, Chris non voleva nient'altro. Il suo unico desiderio, in quel momento, era che quel tizio casuale gli facesse dimenticare, per cinque minuti, dei problemi e delle paranoie che ormai lo affliggevano quotidianamente. Non aveva idea di chi fosse, se non che il suo nome era James. Chris non voleva sapere altro. Non gli interessava altro. Non gli interessava nemmeno che quel bagno fosse una colonia di batteri e schifezze varie, non gli interessava che sul lavabo su cui in quel momento era seduto c fossero ancora tracce di polvere bianca sniffata da chissà chi.

Si era appena tolto la maglietta, quando sentì delle voci provenienti dall'esterno del bagno. Ma non disse nulla. La bocca di James stava percorrendo il suo corpo in una frenesia così pervasiva, così piacevole, che non riuscì a fermarlo. E in ogni caso, non erano problemi suoi. Quel bagno aveva visto di peggio.

 

-Chris?-

-Matt?-

 

A pronunciare quei nomi erano state delle voci femminili. James si fermò immediatamente. Lo guardò negli occhi. Ansia, tristezza. Questo fu ciò che vide.

Chris non capiva cosa stesse succedendo. Chi cazzo era Matt? Perché James si era fermato?

James si girò verso le ragazze. Erin e Cora! Erano le tizie che Chris aveva conosciuto a scuola.

Scese dal lavabo, si rimise la maglietta e si ricompose.

 

-Voi due che ci fate qui? Questo è il bagno degli uomini!-

 

In quel momento, all'ingresso del bagno sopraggiunsero anche gli altri tre ragazzi del gruppo: Dan, Ethan e Jason.

 

-Eccovi finalmente! Perché siete nel bagno degli uomini? Vabbè, comunque abbiamo l'erba! Hey Matt, ma dov'eri finito amico?-

-Non ora, Jason...- rispose Cora.

Soltanto in quel momento i tre ragazzi si resero conto di quello che stava accadendo. Chris notò lo sguardo che i tre si scambiarono. Cosa stava succedendo?

 

-Tu...- finalmente Erin prese la parola.

-Erin, tesoro, per favore...-

-Vattene via. Ora.-

 

Fu allora che Chris capì. Matt. Matt! Quella mattina, a scuola, si era parlato di un certo Matt, il ragazzo di Erin.

Chris imprecò mentalmente quando capì cosa stava accadendo. Avrebbe dovuto capire che James non era il vero nome di quel tizio. Non aveva nemmeno una foto pubblica, perché mai avrebbe dovuto dirgli il suo vero nome?!

Osservò Erin. Non era arrabbiata. O almeno non lo sembrava. Il suo sguardo era diventato immediatamente glaciale, più freddo del solito. Le sue pupille erano fisse nel vuoto, non riusciva a guardare il suo ragazzo negli occhi. Matt continuava a parlare, a tentare di rassicurare Erin, ma quest'ultima sembrava non riuscire neanche a sentire le sue parole.

 

-Ho detto vattene. Togliti dalla mia vista. Vattene a fanculo, fuori da questo cesso!-

 

Il tono della ragazza, inizialmente calmo, aumentò sull'ultima frase.

 

-Come vuoi. Resta pure coi tuoi amichetti. Di loro ti fidi, eh? Scommetto che sai tutto di loro. Anche che Ethan è un frocetto a cui piace succhiarlo, eh? Oh si, me ne ha dato prova!-

 

Erin si voltò verso il suo amico. Quella maschera di ghiaccio sembrò incrinarsi.

-Ascolta Erin... E' successo prima che voi due vi metteste insieme! Io... Volevo dirtelo ma... Loro me lo hanno sconsigliato!-

-Quindi lo sapevate tutti? Anche tu? Cora?-

-Erin ti prego, io... Quando Ethan ce lo ha detto tu stavi già con Matt, ecco... Franky era morta da poco, ok? E io non volevo che tu soffrissi ancora!-

 

Dopo le parole di Cora, Erin chiuse gli occhi. Sembrò barcollare. Sembrava quasi che le girasse la testa.

 

-Hey, stai bene? Che ti sei calata prima?-

-Sto bene-

Erin respinse l'amica. Non voleva che nessuno la toccasse.

 

-Andatevene tutti. Andatevene tutti a fanculo! VIA!-

 

Matt fu il primo a lasciare il bagno. I tre ragazzi, che fino a quel momento avevano impedito alla gente di entrare affermando che non fosse agibile, decisero che non era il momento di parlare ad Erin, e se ne andarono.

 

-Erin, ti prego...-

-Cora, porta via quel culo anoressico da questo cesso o giuro che te lo prendo a calci- detto ciò, Erin si girò verso Chris, che fino a quel momento era rimasto in silenzio.

-E tu che ci fai ancora qui? Perché sei venuto, eh? Dimmi che cazzo sei venuto a fare qui dal tuo fottuto Minnesota! Perché sei venuto a rovinarci la vita?! Noi non abbiamo bisogno di te! Noi non ti vogliamo! Vattene!-

 

La maschera era caduta del tutto. La voce di Erin sembrava spezzata dal pianto. I suoi occhi ne erano pieni, ma lei non voleva piangere, e Chris sapeva perché. Non voleva che gli altri la vedessero in tutta la sua fragilità. Dopotutto, Erin non era una regina di ghiaccio come voleva far credere. Nonostante fossero affilate come dei vetri spaccati, Chris decise di non dare troppo peso alle parole della rossa. Si era chiaramente calata qualcosa, e aveva bisogno di qualcuno che la portasse a casa. Guardò Cora, ma quest'ultima, evidentemente scossa, preferì andarsene.

 

-Brava, vattene via, stronza!- Erin non fece in tempo ad insultare l'amica che dovette correre al lavabo e vomitare. Forse era l'alcol, forse era la pasticca presa poco prima, o forse erano stati gli eventi di pochi istanti prima.

 

-E che cazzo...- disse Chris tra se e se.

 

 

Erin non avrebbe voluto accettare il passaggio di Chris. Ma tutti quelli che conosceva avevano lasciato la festa, oppure li odiava. Dopotutto, Chris non poteva sapere che il tizio con cui stava scopando fosse il suo ragazzo. Ex ragazzo.

E quindi adesso si ritrovava in macchina con quel ragazzo che a stento conosceva. Insomma, conosceva soltanto il suo nome e da dove provenisse. Oh, e che a quanto pare era gay.

Erin in quel momento sentiva un forte dolore alle tempie. Quello che più l'aveva ferita non era tanto il tradimento di Matt, quanto quello dei suoi amici. Di Cora. E irrimediabilmente si ritrovò a pensare a Franky. Se fosse stata lì, non sarebbe successo quel casino.

 

-Senti... Io... Ecco, mi dispiace per essermi fatto il tuo ragazzo-

 

Erin guardò Chris, che era concentrato sulla strada davanti a sè. Si chiese cosa ci avesse trovato Matt in lui. Chris aveva un aspetto così... ordinario. Era un ragazzo qualsiasi, dai capelli scuri e dagli occhi neri quanto il cielo che quella notte li sovrastava. Inoltre, aveva anche capito che il ragazzo non fosse molto bravo a parlare, soprattutto quando si trattava di argomenti seri.

 

-Non preoccuparti, non è colpa tua.-

-Se può consolarti, non credo tu abbia perso granché, insomma... Da quel poco che abbiamo fatto non sembrava molto bravo-

-E questo dovrebbe consolarmi?-

-Scusa, quello che intendo dire è che... Puoi avere di meglio. Dai, il ragazzo che si finge etero e poi di nascosto ama prenderlo dietro è un clichè, uno di quelli peggiori tra l'altro. Puoi davvero aspirare di meglio che ad un gay represso. Però mi ha detto che i suoi genitori sono repubblicani, quindi un po' è giustificabile...-

 

Erin dapprima lo guardò male, poi si lasciò andare ad un sorriso. Chris sorrise di rimando.

 

-Cosa farai con i tuoi amici?-

-Non credo che siano più miei amici. In realtà credo che non lo siano più già da un po'. Prima dell'incidente le nostre strade si stavano già separando in qualche modo, sai... Ognuno aveva altre cose a cui pensare, sentivo una distanza sempre maggiore. Poi...

-Quale incidente? Quello in cui è morta... quella ragazza?-

-Si, ma non mi va di parlarne. Il fatto è che... L'incidente è come se ci avesse fatti riunire, ma solo per poco. Ho voluto trascorrere quest'estate da sola, dovevo riordinare i miei pensieri. Ed in quei mesi soltanto Cora sembrava davvero interessata a come stesse andando la mia vita. E dopo quello che è successo stasera, credo fosse soltanto senso di colpa. Io le voglio bene, ma... Il rapporto che avevo con Franky era molto diverso. Io e lei siamo praticamente cresciute insieme, eravamo come sorelle, inseparabili... Mi bastava guardarla negli occhi per capire cosa stesse pensando, senza che ci fosse bisogno di parole. E quando se n'è andata...-

-Forse è per questo che Cora ha fatto la stronza. Voglio dire, non deve essere bello sentirsi una specie di seconda scelta-

 

Erin non rispose. Non voleva pensare che Cora fosse così infantile da pensare che esistesse una specie di competizione. Cristo, non avevano più sette anni.

 

Quando furono arrivati a destinazione, Erin ringraziò Chris per il passaggio e lo salutò. Quel passaggio, dopotutto, le aveva fatto bene. Non aveva nessun altro con cui sfogarsi, e Chris si era dimostrato un buon ascoltatore.

Erin entrò in casa, cercando di non svegliare la madre. Erano le quattro del mattino. Tuttavia, una sagoma nel buio della cucina la fece sobbalzare.

 

-Non è un po' tardi per le ragazzine?-

-Fottiti, mi hai fatto prendere un colpo Keith-

 

Keith era il fratello maggiore di Erin. Egli aveva capelli ricci e di un castano che quasi finiva nel rossiccio, così come la sua barba, e degli splendidi occhi verdi. Erin un po' lo odiava, aveva sempre pensato che avesse preso lui tutti i geni della bellezza. Tuttavia, lui era il suo punto di riferimento. La sua ancora.

 

-Che c'è che non va?-

-Ho rotto con Matt stasera. A quanto pare non ero esattamente il suo tipo-

-Sai vero che tanto era un coglione?-

-Si, a quanto pare lo sapevano tutti, tranne me-

-Vuoi che lo pesti per te?-

-Non potresti pestare nemmeno un bambino sottopeso di sette anni- rise Erin

-Hey, ormai vado da parecchio in palestra! Potrei addirittura prendere te in braccio, vuoi vedere?-

-Per stasera passo, ma grazie. Mi fido della tua nuova super forza. Ora vado a dormire, 'notte scemo!-

 

 

Era ormai tornato a casa da un'ora, Ma chris non riusciva a prendere sonno. Prese il cellulare, ed aprì la chat dedicata agli incontri su cui aveva trovato anche Matt. Il suo profilo era ancora attivo, e si faceva ancora chiamare James. Non era la prima volta che Chris andasse a letto con qualcuno rimorchiato su internet. In Minnesota, quegli incontri erano diventati quasi una routine. Chris si sentiva vuoto, come se nella sua vita mancasse qualcosa. Non riusciva a provare emozioni nei confronti delle persone che aveva attorno e delle cose che vedeva. Aveva bisogno di sentirsi vivo. Ma anche quegli incontri non erano mai bastati. Il piacere era effimero, il tempo di un orgasmo e poi tutto tornava alla schifosa normalità. Quando suo padre gli aveva comunicato che si sarebbero trasferiti in California, Chris non si era fatto illusioni. Sapeva che nulla sarebbe cambiato. La sua vita avrebbe continuato ad essere inutile. Inoltre, c'era da dire che cominciare scopandosi il fidanzato di una nuova amica non era proprio un buon inizio.

Proprio quando Chris stava per spegnere il telefono, sentì il suono di una notifica. Si trattava di un messaggio: James. A quanto pare, il ragazzo di Erin voleva portare a termine ciò che avevano cominciato. Chris ne fu tentato, ma poi pensò ad Erin. Non ne capì nemmeno il motivo. Matt era un bel ragazzo, ci sapeva fare a letto ed Erin non era sua amica, anzi. In qualsiasi altra situazione, Chris non avrebbe esitato a scegliere una buona scopata.

-Fanculo.- e bloccò il profilo di Matt.

 

 

Erin continuava a osservare la tazza vuota di caffè sul tavolino. Temeva di addormentarsi da un momento all'altro. Quella notte non aveva chiuso occhio. Si portò una sigaretta alle labbra, pronta ad accenderla, quando vide avvicinarsi al bar qualcuno che conosceva.

-Ciao Chris.-

-Oh, Erin... ciao.-

La ragazza percepì l'imbarazzo.

-Dai, siediti... La prima lezione è tra mezz'ora.- il ragazzo si sedette al tavolino dove era seduta Erin.

-Anche tu in anticipo dunque...-

-Si, preferisco fare colazione fuori casa, di solito.- rispose Chris.

-Perché?-

-Diciamo che la mia famiglia non è il massimo della compagnia. E tu? Come mai sei venuta così presto?-

-Mi sembrava inutile restare a letto, tanto non ho chiuso occhio.-

-Già, lo avevo notato dalle tue occhiaie-

-Guarda chi parla. A quanto pare abbiamo qualcosa in comune. Mi passi l'accendino?-

 

Dopo che Erin ebbe acceso la sigaretta, Chris fece lo stesso. Dopo pochi minuti, Erin vide che sul lato opposto della strada c'erano Cora, Dan, Ethan e Jason, i quali si accingevano ad entrare a scuola. Il gruppetto la stava guardando da lontano, mormorando qualcosa tra di loro, e non appena Erin incrocò il loro sguardo i suoi amici decisero di entrare nell'edificio scolastico.

 

-Hai intenzione di parlarci?- chiese Chris.

Erin ci pensò su qualche secondo.

-No.-

Erin era piuttosto sicura della sua decisione. Sapeva di essere nel giusto, ed era stanca di dover essere sempre lei a rimettere insieme i pezzi ogni volta che qualcuno mandava tutto a puttane.

-Se vuoi possiamo anche andarcene da qui- propose Chris.

-Sei impazzito? Siamo all'ultimo anno, se non prendo buoni voti posso dire addio al college.-

-Beh, quello non è un mio problema. Non ho intenzione di andarci-

-Per me dovresti. Sembri un tipo intelligente dopotutto, anche se scopi con la gente sbagliata-

-Non ho intenzione di aprire un debito che finirò di pagare a cinquant'anni. E per cosa poi? Non otterrò mai una borsa di studio visto che non pratico alcuno sport e non ho un quoziente d'intelligenza pari a 746. Non sono bravo in niente di particolare, e comunque il college non fa per me. Tutta quella gente che fa discorsi pretenziosi sulla poetica dell'autore che va di moda sul momento e che gioca a beer pong mi fa venire voglia di gettarmi dal palazzo più alto di Los Angeles, quindi perché dovrei aspirare al college?-

 

Erin fu colpita da quel ragionamento così cinico. Si chiese come fosse possibile avere una visione così disillusa della vita a soli 18 anni. Poi si rese conto che in parte la condivideva. Del resto, aveva sempre pensato di voler diventare un medico, ma nell'ultimo periodo non ne era più così sicura. Sua madre, d'altro canto, ne era entusiasta, ed Erin non voleva deluderla, non dopo tutto quello che quella donna aveva fatto per lei.

 

 

Più tardi quel giorno, dopo la lezione di storia, Erin stava riponendo i propri libri nell'armadietto.

-E così ora tu e l'amante del tuo ragazzo siete amici-

 

Erin si voltò verso la fonte di quella voce.

-Che cosa vuoi Cora?-

-Quindi sei abbastanza forte da perdonare il ragazzo che si stava scopando Matt e non puoi perdonare la tua migliore amica?-

Nella voce dela bionda non vi era alcuna traccia di pentimento, ne di dispiacere. Sembrava invece sprezzante, quasi arrabbiata, offesa. E questo faceva irritare Erin non poco. Davvero Cora credeva di essere la vittima in quella situazione?

-Senti Cora, non ho voglia di discutere in mezzo al corridoio, so che ami dare spettacolo ed essere al centro dell'attenzione ma, notizia del giorno, il mondo non gira intorno a te.-

-Quindi ora sarei egocentrica?-

-Non lo so Cora, quello che so è che sei stata una pessima amica. Che cazzo, sei la mia migliore amica e lasci che stia con un gay represso!-

-Oh, quindi adesso sono di nuovo la tua migliore amica? Pensavo che quel ruolo appartenesse esclusivamente a Franky-

-Non metterla in mezzo, sai bene che non c'entra nulla...-

-Ne sei sicura? Perché quello che sento io è che sarò sempre un'eterna seconda. Franky è morta, è un fantasma, eppure quel fantasma continua ad essere più importante di me. Oh, giusto... Voi siete cresciute insieme, lei era una sorella per te, blablabla... Io sono diventata la tua migliore amica solo perché lei è morta e tu non avevi nessun'altra spalla su cui piangere!-

-Ma insomma Cora, che cazzo di problemi hai?!- la voce di Erin iniziò ad aumentare di volume.

-Si, Franky era la mia migliore amica, era una sorella. E se lo è meritato, perché c'è stata sempre, sempre, mentre tu...-

-Mentre io cosa Erin, eh?-

-Ragazze... Tutto bene? Forse dovreste prendere un po' d'aria- fu Chris a parlare, sopraggiunto dopo aver sentito in lontananza le voci delle due ragazze farsi sempre più acute. La situazione sembrava diventare concitata, e non era il caso di scatenare una rissa.

 

-Meno male che sei qui Chris, stavo giusto per scoprire che grande amica fosse Franky per Erin.-

-Cora, basta...-

-No, basta lo dico io Erin. Sono stanca di questa ipocrisia. Dimmi un po', quando tuo padre ha abbandonato te e la tua famiglia, dov'era Franky?-

-Non qui Cora, ti prego...-

-Rispondi!-

-Sua madre era all'ospedale, non poteva lasciarla!-

 

Cora scoppiò in una risata.

-Quindi è questo che ti ha raccontato? La solita scusa della mamma malata? E tu ci hai creduto? Sai cosa successe quella notte? Come credi che sapessi cosa era accaduto? Perché sarei venuta a casa tua a consolarti? Franky mi telefonò. Mi chiese il favore di venire da te perché lei era "impegnata" con un ragazzo. Oh si, mentre tu piangevi disperata perché tuo padre se n'era andato lei non poteva essere lì con te perché una scopata era più importante! Una scopata! Che ironia, eh? Tu l'hai sempre messa prima di tutto e tutti, anche da morta, e lei?-

 

Erin non rispose. Cora stava mentendo. Non poteva essere andata davvero così. Franky era sua amica.

La bionda si avvicinò ad Erin, fin troppo per i gusti di Chris, il quale temeva che le due potessero iniziare a strapparsi i capelli da un momento all'altro.

-Mi dispiace Erin. Franky era anche mia amica e le volevo bene, ma... Lei era una stronza.-

Erin non ci vide più. La colpì con uno schiaffo così forte da far barcollare Cora. Dopodiché, corse via. Più veloce che potesse, ignorando la voce di Chris che la chiamava. Non poteva più stare lì. Cora aveva urlato ai quattro venti la storia di suo padre e quella storia su Franky... non poteva essere vera.

Erin si rifugiò in bagno, chiuse la porta dietro di se e urlò. Inizio a colpire il lavabo con rabbia. Cora doveva aver mentito, eppure... C'era una piccola parte di Erin che credeva a quella storia. Perché?

Passarono alcuni minuti in cui Erin lasciò, per una volta, che le emozioni prendessero il sopravvento. E pianse. Per un po'.

Dopodiché si risciacquò il viso, cercando di ricomporsi. Quando alzò la testa e si guardò allo specchio. Le parole di Cora le vorticavano nella testa all'impazzata, quasi da provocarle la nausea. Allo specchio, Erin vide il manifesto in memoria di Franky, attaccato al muro dietro di lei.

-Franky... Chi eri davvero?-

 

Erin ricordava perfettamente quella notte. Quando tutto era andato a puttane. Quando tutto era finito. Ed in quel momento, le immagini, i ricordi, iniziarono scorrere davanti ai suoi occhi come un fiume in piena.

  
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