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Autore: Veronica1989    26/07/2016    0 recensioni
[Attori vari]
Manhattan è la città più bella che Nina aveva mai visto.
Qui ha trovato la sua mamma dopo l'abbandono, un bel lavoro presso una pasticceria nel cuore della città e il suo amore per Frederick.
Ma tutto sta per cambiare nella sua vita.
L'arrivo di un inspiegabile uomo cambierà la solita routine di Nina stravolgendola e regalandogli emozioni romantiche che Frederick non gli donava; un uomo misterioso inciampa nella sua vita ormai scritta. Sarà proprio lui ad aprirgli gli occhi sulla sua vita priva di sentimento e gli farà provare a Nina cos'è il vero e unico amore che lei sono fin da bambina.
Amici unici e due famiglie alle prese con vita di tutti i giorni.
Vi farranno sentire come parte di loro e decorando ironicamente di essi.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Andrew Garfield, Emma Stone
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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-    CAPITOLO UNO    -

La vita di coppia è uno stress
 
La vita di Nina fino a quel momento procedeva sempre dritto.
Niente intoppi e nessuna notizia negativa; la pasticceria aperta da ben cinque anni, andava a gonfie vele. I clienti non mancavano e l’incasso era sempre positivo.
 
L’aria fresca del primo mattino soffiava sul viso addormentato di Nina. Il sole non era ancora spuntato e già si vedevano i furgoncini squadrati che portavano i giornali appena stampati; Nina camminava sul marciapiede ancora deserto, il silenzio l’avvolgeva come il suo maglioncino color azzurro in cotone. Quella mattinata si era svegliata alla solita ora.
Alle sei, si sollevò dal letto lanciando un bacio immaginario al fidanzato ancora dormiente e si chiuse nel bagno a prepararsi. Dopo essere uscita dall’appartamento dove conviveva con Frederick già da quattro anni, attese l’ascensore.
 
Lei procedeva con aria tranquilla mentre un edicolante tirava su con forza la saracinesca e aggiungeva i giornali della nuova edizione.
Nina andava avanti spedita.
Ad un certo punto un freddo venticello gli soffiò di nuovo sul volto facendo volare i ciuffetti di capelli rossi davanti alla faccia; alzò la mano sinistra per aggiustare i capelli dietro l’orecchio, il negozio era ancora distante ma camminare a lei non dispiaceva.
 
Il negozio di Nina era una splendida pasticceria sulla strada più trafficata di Manhattan.
Upper West Side.
La giovane si fermò ad un passaggio pedonale bloccato dal semaforo rosso, intanto sollevò la testa verso l’alto e si mise ad ammirare i palazzi pieni di piccole finestre. Abbassò lo sguardo e tutto intorno a lei si stava iniziando a svegliare; il semaforo scattò verde e Nina percorse tutta la passerella zebrata fino all’altro marciapiede, finalmente dopo qualche svolta e un ulteriore attraversamento pedonale arrivò.
La via era deserta ma davanti alla bottega c’era già la Smart rossa di Alex; a Nina scappò un sorriso vedendo la macchina del suo migliore amico. Salì saltellando gli scalini in legno che separavano il marciapiede dal negozio; tirò verso di lei la porta di ferro nero ed entrò.
 
<< Buongiorno tesoro >>, salutò Alex dietro il bancone color carta da zucchero, intento a inserire nelle vetrinette muffin, brioches e pasticcini appena sfornati << Perché sei già qui? >> domandò lui con un pizzico di curiosità. Nina intanto aveva appoggiato la borsa tote di una griffe italiana e corse ad abbracciarlo.
<< Oh dio santo. Nina cosa diavolo ti prende di prima mattina. >> domandò Alex alle prese con le braccia dell’amica.
<< Abbiamo scelto la data delle nozze, finalmente >> rispose tutta sorridente lei.
<< Era anche ora. >>
Nina si mise a ridere vedendo l’espressione di lui.
 
La città si svegliò la gente cominciò ad invadere i marciapiedi e le strade. I taxi e gli autobus sfrecciavano nelle strade, anche i tram nelle stazioni sottoterra iniziarono pian piano a riempirsi di lavoratori e studenti delle scuole.
Nell’appartamento di Nina e Frederick era ormai entrato il sole.
Illuminava il bancone della cucina bianco laccato; dalla camera da letto si sentiva l’acqua della doccia scorrere, la tv accesa informava della borsa di Wall Street.
In quel momento dal bagno uscì Frederick in accappatoio e con i capelli tutti bagnati; prese in mano il cellulare appoggiato sul comodino e controllò gli appuntamenti della giornata. Frederick si fermò in cucina davanti alla macchinetta del caffè; prese una tazzina candida, la zuccheriera rosa confetto con le stampe di pannocchie e posò il tutto sopra la superficie del bancone immacolato. Sbadigliò e avvicinò il giornale; cominciò a sfogliarlo ma delle riviste attirarono la sua attenzione, si allontanò per prendere il caffè e poi si accostò al lavello, c’erano tre riviste da sposa.
Una ritraeva una giovane sposa di fianco con le spalle scoperte e in mano teneva un prosperoso mazzo di fiori, il secondo mostrava una cantante famosa con il suo abito da sposa e l’ultima sposa era seduta con il vestito in tulle che gli cadeva su tutto il pavimento.
L’uomo sospirò e finì di bere il suo caffè.
Nella cucina della pasticceria, Nina aveva il camice candido e i capelli legati in una treccia; stava finendo le meringhe, con la mano ferma teneva dritta una sac à poche piena e dava la forma a piccole nuvolette. Mise la teglia nel freezer e si dedico ai biscotti appena sfornati; Alex andava avanti indietro con i vassoi pieni di leccornie da esporre nelle vetrinette.
<< Caos totale >> continuava a dire, Nina sorrise intenta a farcire con il cioccolato l’ultima fila di biscotti quando il cellulare nella borsa incominciò a squillare; lasciò la postazione pulendosi le mani in uno strofinaccio.
<< Pronto? >>
In sottofondo si sentiva il rumore dei clacson e delle chiacchere delle persone.
<< Pronto Nina >> rispose dopo cinque secondi.
<< Ciao amore dimmi? >>
<< Stasera ti ricordi che siamo fuori con amici? Aspetta che pago il tassista. >>
Oddio è vero che siamo fuori a cena.
Nina sospirò. Si alzava già presto e Frederick lo vedeva raramente, << Amore non possiamo stare a casa stasera? >> domandò lei con la speranza che lui capisse.
<< Nina ho prenotato la saletta. Avanti ti farà bene vedere delle facce amiche. >>
Certo peccato che gli amici sono soltanto i tuoi.
Nina alzò gli occhi al cielo poi come sempre gli rispose << Va bene. Ci vediamo a casa, buon lavoro. >> gli mandò un bacio e abbassò il cellulare lungo la coscia.
<< Idiota >>
<< Alex non dire così >>
<< Cazzo Nina ti spacchi di lavoro e stasera esci ancora. Tante volte mi chiedo perchè diavolo avete comprato una cucina >>, finì di parlare alzando le spalle e uscì dalla cucina.
Lei sospirò ancora ma più profondamente questa volta e pensò a quanto l’amico avesse ragione; quante volte avevano usato quella cucina dell’IKEA.
Non me lo ricordo neanche.
 
Erano le nove e mezza del mattino e nella pasticceria era ormai esplosa la guerra della fila.
La ragazza tolse il grembiule bianco e si recò dietro il bancone dove Alex era impegnato alla cassa. Sembrava un pazzo correva di qua e di là per servire più clienti che poteva; anche lei si mise ad aiutare a servire le persone.
La vetrina:
Apple crumble $4.8
friand berry $ 3.6
Frangipani & raspberry tart $ 3.6
Muffin:
  • Mixed berry
  • Pear & White       $ 4.2
  • Raspberry
  • Mango & cocco
Cinnamon scrolls $ 3.6
Chiccolate croissant $ 3.6
Raisin snail $ 3.6
Plain croissant $ 3
Cake slices $ 5
Whole cakes:
  • French vanillia $ 29
  • Flourless mud cake $ 33
  • Almond & orange $ 36
 
Sopra la vetrina splendente c’erano tanti vassoi di legno con muffin circondati da carta marroncina, kokosmakronen dorati e profumati e piccole crostate ai frutti di bosco coperti da una cupola di vetro.
Nina prese il posto di Alex alla cassa e continuò così tutta la mattinata.
 
Finalmente era arrivata l’ora di pranzo. Nina e Alex salirono sulle scale all’interno della pasticceria e si sedettero al lungo tavolo di legno.
<< Vieni con me stasera? >> chiese lei all’amico impegnato a togliere il grembiule dai fianchi rivelando i jeans nuovi della Levi’s.
<< Nina. >> disse Alex mentre sorseggiava un centrifugato color verdino appena fatto, << Dove ti porta questa volta a Brooklyn o a Times Square? >>domando senza dagli importanza.
<< Solito. Penso che rimaniamo vicino a casa. >>
<< Ci penso >>.
Alex era un ragazzo molto paziente con lei.
Sempre disponibile ad ogni mia tragedia e pasticcio; le labbra di Nina si piegarono in un triste sorriso.
<< Okay. Okay, vengo ma ti prego smettila di guardarmi in quel modo >> finì ignorandola.
Se Alex non sarebbe stato gay l’avrebbe già sposato. Adorava i suoi modi di fare; la camicia con tema tovaglia rossa della nonna e la sua ossessione di far vedere un po’ i pettorali lo rendevano sexy ma anche alla moda.
Non era fidanzato e non conviveva. Lui ogni intanto cercava qualcosa tipo “una sera e via”. Niente di serio.
Nina lo guardò sparecchiare le sue cose e scendere con tranquillità le scale, lei invece finì di mangiare quando all’improvviso dalla porta entrò una donna sulla cinquantina.
<< Mamma! Che ci fai qui? >> urlo Nina alzandosi dalla sedia di colpo.
<< Ma che domande >>
Sandra Bover, da casalinga che era, adesso amministrava i conti della pasticceria della figlia Nina.
Donna affascinante, solare; indossava una giacchetta di cotone nera, una camicetta a pois bianchi e neri, e dei jeans con il risvolto alla caviglia. Ai piedi portava dei sandali neri fatti in cuoio e rivelavano la pedicure con lo smalto rosso appena messo.
<< Mi ero dimenticata che dovevi venire. >> si inventò su due piedi la figlia mentre scendeva gli ultimi scalini.
<< Si, certo >> gli rispose guardando Nina dalla testa ai piedi << Ma come diavolo sei vestita? >>.
In quel momento Alex uscì dalla porta portando in mano un vassoio con tre caffè e tre piattini con una deliziosa torta di pan di spagna con crema di burro e fragole.
<< Cosa c’è che non va? >> domandò alzando le braccia in alto; maglietta bianca a mezzamanica, jeans boyfriend e un paio di scarpe dell’Adidas bianche, capelli rossi raccolti in una treccia e un paio d’occhiali da vista con la montatura spessa nera. La madre non disse nulla, si allontanò in silenzio dal bancone e sparì.
 
Arrivata a casa Nina abbandono la borsa marroncina a terra, tolse le scarpe da ginnastica e si buttò sul letto matrimoniale. Chiuse gli occhi immergendo la testa rossa nei mille cuscini colorati e disegnati; la camera da letto della coppia era arredata da mobili romantici e dai colori pastello. Le pareti lattee con qualche quadretto di foto seminati qui e là. Le finestre alte erano coperte da tende trasparenti del color castano; il pavimento era privo di tappeti, a Frederick non piacevano molto i tappeti. Era allergico alla polvere e gli arazzi ne portavano parecchia.
Non c’erano tanti mobili, c’era un comò e un tavolo dove aveva installato il Mac di lei. La camera era collegata al bagno e in un’altra stanza tenevano i vestiti.
La famosa cabina armadio.
<< Cosa stai facendo. Dai Nina siamo in ritardo, che figura mi fai fare con i ragazzi >> replicò lui uscendo di fretta dal bagno. La donna si alzò dai cuscini con la stanchezza nella testa e guardò il fidanzato.
Capelli pettinati alla perfezione, barba appena fatta.
Camicia azzurra con il maglioncino giro collo blu scuro e jeans bianchi con due paia di mocassini blu jeans in mano; bello era dire troppo ma perfetto era la parola perfetta.
<< Sbrigati. Cambiati e usciamo >> replicò voltando le spalle alla fidanzata mentre si allacciava il suo orologio al polso e si spruzzava un po’ di Blue CHANEL. Il suo preferito.
Si trascinò giù dal comodo e invitante letto fino al bagno ma Frederick le sbarrò la strada, << Se ti fai la doccia non usciamo più >>; allora lei camminò lentamente nella cabina armadio.
Si muoveva a peso morto per quanto era stanca.
Oltrepassò la soglia della cabina e gli saltò al naso l’odore delle cinture in cuoio del fidanzato e del suo profumo dolce, si accostò davanti ad una serie di vestiti e optò per un vestitino nero con le maniche lunghe trasparenti e sulla gonna ricami argentati.
Per le scarpe si fermò davanti alla scarpiera in ripiani laccati biancastri. Allungò la mano destra verso delle décolleté bordeaux che si legavano alla caviglia. Uscì dalla camera da letto.
Frederick la stava aspettando ansioso seduto sul divano.
<< Finalmente. Possiamo andare ora >> affermò irritato.
Il taxi si fermò a poyntz avenue nei pressi di un ristorante molto in voga negli ultimi anni.
Scesi dalla macchina si diressero verso l’entrata;
<< Buonasera abbiamo prenotato a nome Ross >> informò il capo cameriere quando dal bancone del bar qualcuno iniziò a chiamare ad alta voce Frederick.
<< Perfetto siete già arrivati >>, lui salutava e sorrideva mentre si avviava verso gli amici.
Nina fece un cenno di sorriso. Oddio, era il sorriso più stanco che gli era mai uscito, all’improvviso qualcuno gli appoggiò la mano sulla spalla << Ecco il tuo salvatore >>. Nina spalancò gli occhi dalla felicità.
Alex era lì per lei.
Capelli pettinati con un po’ di gel, maglietta bianca maglioncino beige con tre bottoni neri e un taschino sul petto. Dei pantaloni color nocciola e un paio di scarpe comode bianche. L’amico diede un bacio sulla guancia dell’amica e poi entusiasta gli disse << Sei fantastica! >>
<< Grazie. Sei il solo che là notato stasera >>, rispose stanca Nina.
 
Nel frattempo si erano seduti ad un tavolo di cinque o sei persone; e tutti quanti si misero a parlare in armonia. Il ristorante era grande. I tavoli si ampliavano in tutta la sala; dal soffitto scendevano lampadari in vetro colorato che avvolgeva la luce della lampadina.
La musica Jazz accompagnava le mille conversazioni e il calore del cibo che man mano i camerieri servivano al tavolo.
<< Allora Nina, la pasticceria sta andando bene? >>.
Nina era intenta ad assaggiare un boccone di carne dal piatto del fidanzato seduto in parte << Si. Sta andando benissimo >>. Subito dopo gli arrivò un’altra domanda << Abbiamo saputo da Frederick che settimana prossima vi sposate. Devi essere molto indaffarata >>.
Alex stava bevendo dell’acqua naturale e intanto guardava Nina.
<< Si, sono un po’ presa >> non riusciva neanche a finire la frase che ne arrivò immediatamente un’altra.
<< La torta nuziale la farai te, ne sono sicura >>.
Ma che cazzo di domande
<< Certo che la faccio io >> e poi alla fine Nina sorrise.
<< Tesoro. Sarai stanca dopo tutti i preparativi. La torta la compriamo in un’altra pasticceria >>, fini per dire quasi una bestemmia per le orecchie della fidanzata; il fidanzato iniziò a sorseggiare il vino.
Scusa, non ho capito bene.
Pensò confusa Nina, guardando il fidanzato << Scusa, la faccio la nostra torta di nozze >>
<< Nina non fare così per una torta. Una vale l’altra >>.
Al suono di quella frase lei incominciò ad avvampare e poi esplose come una bomba a cui il timer è scaduto.
<< La torta nuziale io non la vado a comprare in un’altra pasticceria >>, urlò lei togliendo il tovagliolo dalle gambe e alzandosi in piedi.
<< Nina calmati ti prego >> la pregò lui mentre si guardava attorno.
Vaffanculo.
Pensò lei, << Rimangiati quello che hai appena detto >>; in quel preciso momento il capo sala si avvicinò al tavolo chiedendo spiegazioni. Il fidanzato sprofondò quasi sotto il tavolo; gli occhi dei clienti erano puntati su di loro e Frederick odia dare nell’occhio.
<< Smettila e siediti. Sei ridicola >>.
Nina scosse la testa e si allontanò dal tavolo ma la sfortuna vuole che proprio in quel momento stava passando il tavolo con le rotelle e sopra ci avevano appoggiato dei dolci da presentare direttamente al tavolo del cliente.
Pochi secondi alla collisione.
Nina si ritrovò con il sedere per terra e ricoperta di crema pasticcera, panna montata, cioccolato fuso e frutta fresca.
<< Signorina, oddio sono desolato. Mi scusi >>
<< E’ apparsa dal nulla >> implorava il cameriere; lei chiuse gli occhi e si lasciò andare fino a sdraiarsi sul pavimento ormai sporco.
 
  
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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