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Autore: bridgetvonblanche    27/07/2016    2 recensioni
[One Punch Man]
[One Punch Man][One Punch Man][One Punch Man][OPM- One Punch Man] [Garou]
A Garou la notte piace. Più del giorno. Perché è solo quando le tenebre calano sulla città che si può riflettere sugli sbagli compiuti durante la giornata.
[Storia partecipante al contest ‘Scavando nel proprio animo’ indetto da Angie96 sul forum di EFP]
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Autore (su EFP e sul forum): bridgetvonblanche
Fandom scelto: OPM (One Punch Man)

Personaggio scelto: Garou
Rating:Verde
Genere: Introspettivo
Note e avvertimenti: La one shot fa riferimento ai capitoli dello scontro tra Garou e Metal Bat (n° 82 - 90 circa)
Introduzione: A Garou la notte piace. Più del giorno. Perché è solo quando le tenebre calano sulla città che si può riflettere sugli sbagli compiuti durante la giornata.
Note dell’autore: vedi fondo

***

Storia partecipante al contest ‘Scavando nel proprio animo’ indetto da Angie96 sul forum di Efp"

 


[Spirit indestructible]

 

«Ragazzo mio ricordati sempre: con i “se” e con i “ma” la storia non si fa»

A Garou capitava spesso di pensare a questa frase.
Un breve, quasi banale aforisma che il suo vecchio maestro Bang aveva pronunciato durante una delle sue quotidiane ed intense sessioni di allenamento, nella vaga e forse effimera speranza che quel ragazzino dai capelli argentati potesse imparare qualcosa di più che qualche efficace tecnica di combattimento. Sentendo quella frase per la prima volta in vita sua Garou non aveva però potuto fare altro che sorridere, certo che se ne sarebbe presto dimenticato così come quasi tutte le “a prima vista” insensate ed effimere elucubrazioni del maestro Bang.

Eppure era proprio a quella frase che quel ragazzino ormai cresciuto stava rivolgendo ancora una volta tutte le sue attenzioni.
Si chiedeva cosa sarebbe successo se quella sera ci fosse stata una meravigliosa luna piena ad illuminare la volta celeste con il suo pallido chiarore, se pesanti nuvole grigie non avessero coperto il cielo sopra la città, se la pioggia non avesse iniziato a scrosciare sempre più forte riuscendo persino a sovrastare il rumore dei pesanti passi di un mostro in avvicinamento. Garou si domandava come sarebbe cambiata la sua vita (o perlomeno la sua giornata) se avesse scelto di provare ad addormentarsi in un caldo letto invece che andare alla continua, imperterrita, esasperata ricerca di qualche giovane eroe da mettere al tappeto. Non riusciva a fare a meno di chiedersi dove sarebbe ora
se avesse scelto di continuare gli allenamenti con il suo bizzarro sensei invece che decidere di abbandonare improvvisamente tutto e tutti, non lasciando alcuna traccia di sé per anni. 
Non che avesse qualche rimpianto, non aveva certo l’espressione di un uomo divorato e consumato dai rimorsi ma, per quanto odiasse ammetterlo, non poteva, non riusciva ad accettare il fatto di essere rimasto quantomeno “colpito” dall’incontro/scontro con un giovane eroe dell’Associazione.

«Si chiama fighting spirit, e mi aiuterà a vincere questo scontro e tutti quelli che verranno»

Nascosto nel buio della notte Garou ripensava anche a quelle parole, pronunciate dal suo giovane avversario con orgoglio, come se stesse recitando un qualche tipo di giuramento, ma in modo tale che solo lui sarebbe stato in grado di percepirle, di custodirle.
I ricordi di quel primo incontro con Metal Bat erano ancora vividi nella sua mente. Non riusciva davvero a capire cosa avesse spinto quel bizzarro ragazzo dai capelli laccati ad unirsi alle file degli Eroi o, più semplicemente, non si era nemmeno preoccupato di chiederglielo. Nonostante non lo ritenesse al suo livello, Garou non avrebbe mai potuto cancellare dalla sua mente la fierezza di quello sguardo limpido, o la potenza dei suoi colpi, così come non avrebbe mai dimenticato la propria espressione sconcertata di fronte ad un Metal Bat che anche dopo essere stato messo al tappeto, era riuscito a trovare il coraggio e l’audacia per avvicinarsi nuovamente a lui, facendo tremare per un attimo persino le sue grandi mani consumate dal tempo e da quegli allenamenti sfiancanti, che mai prima d’ora si erano trovate così vicine alla sconfitta. 

Se solo avesse voluto, avrebbe potuto ucciderlo.

«Il mio fratellone mi ha promesso che non avrebbe mai usato la violenza davanti a me»

E poi, se solo non fosse stato così orgoglioso, così testardo, avrebbe dovuto ringraziare anche lei.
Garou, un giovane uomo ricercato sia dall’Associazione Eroi per le sue malefatte che da quella dei Mostri per le sue enormi capacità combattive, era stato salvato dalle sole parole di una bambina dai corti capelli neri. La stessa ragazzina che poco dopo non aveva avuto alcun timore nell’ordinargli di smetterla di combattere. E lui aveva obbedito. Non riusciva a capacitarsi del perchè avesse ritratto il suo pugno o forse, più semplicemente, non riusciva ancora ad ammetterlo a se stesso. 

Non voleva essere un eroe, eppure davanti a quello sguardo sbarazzino ma deciso aveva scelto di interrompere persino il suo scontro contro qualcuno che, fino a quel momento, gli aveva dato del filo da torcere.
Non voleva essere considerato un buono, perchè i buoni sono sempre ritenuti i più deboli, eppure davanti a quell’espressione severa ma innocente non era riuscito nemmeno a far avanzare il suo pugno. 
Avrebbe tanto voluto conoscere i motivi dei suoi stessi gesti e azioni spesso improvvise e repentine, così come all’epoca avrebbe voluto domandare al suo vecchio maestro Bang il perchè ce l’avesse tanto con i “se” e con i “ma”

Tuttavia quella notte Garou non si era mosso di un millimetro. Era rimasto lì, sul tetto di un alto palazzo con le gambe a penzoloni nel vuoto, i capelli argentei scompigliati dalla pioggia e dal vento e le mani strette a pugno sulle cosce, a porsi domande che probabilmente non avrebbero mai ricevuto alcuna risposta, ignorando i brontolii del suo stomaco che invano lo stava pregando di esaudire le sue timide richieste.
Non avrebbe chiuso occhio tutta la notte Garou, il terrore di non riuscire più ad ammirare il sole tiepido del mattino lo soffocava più di ogni altra cosa. Avrebbe dovuto semplicemente aspettare con impazienza le prime luci dell’alba per riprendere il suo cammino verso una meta ancora troppo lontana, che forse nemmeno lui era ancora riuscito a focalizzare con precisione davanti a se.
Sarebbe sceso nuovamente in strada, accompagnato dal timido calore di quei fasci di luce che avrebbero guidato i suoi passi tra i corpi di chi, anche in quella notte tempestosa, aveva sacrificato la vita per cercare di riconquistare una città ormai in macerie. Sarebbe rimasto inerme di fronte alle urla strazianti di donne riverse sui corpi inermi dei loro mariti e figli, sordo alle grida disperate di bambini soli alla disperata ricerca dei genitori, cieco alla vista di enormi palazzi crollare e case sgretolarsi proprio davanti ai suoi occhi.

Perché lui era e doveva rimanere Garou, l’antieroe per eccellenza, il più villano tra i villani, un uomo ricercato da tutti e amato da nessuno. 

 

— 987 parole
 

bridget's wall

So cosa starete pensando. No, non sono improvvisamente resuscitata, sono solo stata un pò "impegnata" in questo periodo. Tutto qui. 
Sono ritornata perchè ad un contest indetto da Angie96 non si può mai dire di no, soprattutto quando si parla di OPM (e di Garou).
Lo sapete perchè l' ho scritto anche nel mio ultimo angolo autrice: lui è stato e rimane tutt'ora una costante fonte d'ispirazione.
In questo caso il contest chiedeva (in meno di 1000 parole, fiuuuuu) di scegliere un personaggio e di provare a rendere espliciti i suoi pensieri, i suoi ragionamenti, le sue elucubrazioni. 
Per chi conosce il personaggio di Garou sa quanto può essere difficile cercare di entrare anche solo per un attimo nella sua testa: è un tipetto molto tsundere che non ha ancora deciso cosa vuole fare da grande. E noi povere scrittrici possiamo solo provare a capire cosa gli passi per la testa quando, pur considerandosi un villain di prima categoria, non alza un dito contro persone innocenti (anzi, le difende).
Io ho scelto uno dei miei momenti preferiti del manga (il famoso scontro con Metal Bat) e ho cercato di tratteggiare qualche sua possibile considerazione da "post-battaglia".
Perchè io credo che lui diventerà buono (prima o poi).
Pregando di vederlo presto disegnato sulla copertina di qualche nuovo capitolo, vi lascio con questa piccola OS ringraziando ancora una volta l'autrice del contest per l'occasione concessami.
Adesso che siamo nel periodo delle vacanze estive spero di riuscire a scrivere qualche altra cosuccia che mi frulla per la testa, nel frattempo auguro a tutte le altre partecipanti buona fortuna e, a chiunque passerà di qui, buone vacanze estive!

Vi abbraccio,

-bridgetvonblanche


 

  
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