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Autore: Midori Tsuki    27/07/2016    1 recensioni
[Meine Liebe]
Erika si è finalmente fidanzata con Orpherus, ma le cose per loro non sono tutte rose e fiori dal momento che le fans del ragazzo non gli lasciano un momento di tregua, anche dopo aver scoperto che è fidanzato! Per la nostra protagonista sarà una dura lotta!
Sullo sfondo: Naoji combatte contro i suoi sentimenti per Erika, Marin è indecisa su chi scegliere tra Camus e lo stesso Naoji, Minna tenta di conquistare Ludwig che non la considera, Camus coltiva piano piano il suo amore segreto, mentre Augusta e Eduard si stanno pian piano avvicinando l'una all'altro.
Cosa succederà adesso? Riuscirà Erika a far prevalere il suo amore per Orphe? E Naoji... riuscirà a dimenticarla? Ludwig si accorgerà finalmente dei sentimenti di Minna o continuerà a fare finta di niente?
Uno speciale continuo dell'opera originale Meine Liebe! Spero che vi piaccia...
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta, Triangolo
Capitoli:
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Un bacio al gusto di ciliegia.
Era esattamente quello di cui Naoji aveva bisogno per aprire una volta per tutte gli occhi. Si era concentrato così tanto solamente sull'amore che provava per Erika da non accorgersi che qualcun altro stava nutrendo dei sentimenti per lui.
Bastò solo quello, un bacio, per riempire la testa del ragazzo di mille domande e far sparire quel senso di inquietudine e tristezza che lo attanagliava.
A quelle domande, però, bisognava che Naoji trovasse delle risposte concrete, così senza scomporsi troppo si pulì le labbra dal colore rossastro che avevano assunto e uscì dalla biblioteca.
Non sapeva dove cercare, la Rosentolz Accademy era enorme, sapeva solamente che si trattava di una ragazza che portava un rossetto color ciliegia.
Iniziò, così, a camminare per i corridoi ed a scrutare ogni ragazza nei dintorni, per constatare se almeno una di loro aveva le labbra di quel rosso particolare… ma non ne vide nemmeno una.
C'erano ragazze che indossavano rossetti color pesca, altre che ne indossavano di color prugna, altre ancora indossavano solamente un lucidalabbra per mettere in risalto il loro roseo colore naturale… nessuna, però, aveva le labbra rosso ciliegia.
Ma l'accademia era gigantesca e Naoji ne aveva visitata solo una piccola parte, quando si imbatté in Marin.
 
“Naoji-kun! Che sorpresa trovarti qui!” disse Marin con la sua solita gioia.
“Ah, buon pomeriggio Marin” la salutò Naoji distrattamente.
“Cosa ti porta da queste parti? Non dovresti essere al club di tiro con l’arco a quest’ora?” chiese la ragazza.
“Beh sai, ho deciso di saltare l'allenamento per oggi…” rispose il giovane “ho degli affari urgenti da sbrig…” si interruppe.
 
Qualcosa aveva catturato completamente la sua attenzione… e quel qualcosa erano le labbra di Marin. Erano rosse, proprio di quel rosso che tanto disperatamente andava cercando il ragazzo e che sulle labbra della giovane produceva un effetto ipnotico.
Che fosse proprio Marin la misteriosa ragazza che lo aveva baciato?
No. Era troppo presto per giungere ad una qualunque conclusione. Infondo potevano benissimo esserci altre ragazze con le labbra di quel colore, doveva solo continuare a cercarle.
 
“Ti senti bene Naoji-kun?” chiese improvvisamente Marin.
Ritornando alla realtà, Naoji si affrettò a rispondere: “Si, si... benissimo”.
“Ora se vuoi scusarmi dovrei recarmi al dormitorio. Arrivederci Marin” si congedò il ragazzo.
“Ok, ci vediamo Naoji-kun!” lo salutò la ragazza con un sorriso.
 
Confuso, a passo svelto, Naoji rientrò nel dormitorio maschile.
Passò dal corridoio che dava sul cortile e non si accorse che proprio in quel momento, dal giardino, qualcuno stava correndo nella sua direzione, fino a che non gli venne addosso.
Era Erika che, come il ragazzo, aveva mille pensieri in testa e non si accorse di aver preso la strada sbagliata.
Era proprio l'ultima persona che il giovane avrebbe voluto vedere in quel momento. Si sentiva in qualche modo in colpa per quello che era accaduto in biblioteca e per tutta la disperazione con cui cercava l’artefice del gesto… era come se avesse tradito i sentimenti che provava per lei.
Non poteva, però, ignorare la tristezza che scaturiva dal volto della fanciulla, se c'era una cosa che non sopportava era proprio vedere la persona amata triste. Decise, così, di fare qualcosa per tirarla su di morale.
E cosa poteva fare se non la cosa che gli riusciva meglio?
La portò quindi al club di tiro con l'arco, e là, sotto i ciliegi in fiore, passarono buona parte del pomeriggio.
Quando la ragazza si congedò, Naoji, avvertì un enorme peso sul cuore… era come se fosse diviso a metà: da una parte c'era l'amore che provava per Erika e tutti i sentimenti passati e presenti che la riguardavano; dall'altra c'era un punto interrogativo che nascondeva una miriade di domande che non davano pace al ragazzo… chi era la fanciulla che aveva profanato le sue labbra mentre era assopito? Perché quel gesto l'aveva così profondamente turbato se lui provava dei sentimenti per un'altra? E come mai non riusciva a togliersi dalla testa la dolcezza del gusto che l'aveva svegliato?
Con tutte queste domande, Naoji si incamminò verso il dormitorio maschile.
Quella sera cenò in fretta e si ritirò nelle sue stanze molto presto, in attesa che il giorno seguente arrivasse.
 
La mattina dopo cominciarono i preparativi per la festa di primavera e Naoji aveva il compito di decorare la parte anteriore del porticato dell'accademia.
Era intento ad appendere ghirlande floreali, quando, abbassando lo sguardo, notò a terra un oggetto dal colore familiare… era un rossetto.
Con stupore si affrettò a raccoglierlo e mentre lo studiava silenziosamente, notò incise sopra le iniziali “M.K.”.
Capì subito chi fosse la proprietaria e si diresse quindi verso il retro dell'accademia.
Là nel cortile, tra i ciliegi e i peschi in fiore c'era lei… Marin Kahlenberg, intenta a cogliere margherite e tulipani selvatici.
Naoji si avvicinò alla ragazza… era stranamente inquieto, come se d'improvviso avesse perso tutta la sua sicurezza.
Quando Marin lo notò, si alzò subito e lo salutò con la sua solita allegria.
 
“Oh, Naoji-kun!” esclamò.
“Salve Marin” disse nervosamente Naoji.
“Sei venuto a trovarmi, Naoji-kun?” chiese Marin, arzilla.
“Sono venuto a portarti questo, ho pensato fosse tuo viste le iniziali” disse il ragazzo e le porse il rossetto.
“Ecco dov'era finito! Grazie Naoji-kun ho temuto di averlo perso!” esclamò la fanciulla “Sai, è davvero prezioso per me, è un regalo di mio padre, me l'ha spedito per il mio compleanno!” continuò la ragazza “Per fortuna che l'hai ritrovato!” e detto questo fece un dolce e tenero sorriso, che se Naoji non si fosse appoggiato ad uno dei ciliegi, si sarebbe di sicuro sciolto.
 
Se Erika riusciva a contagiare le persone che le stavano accanto con la sua allegria, Marin riusciva altrettanto bene a colpire il cuore con la sua dolcezza, una dolcezza che non sempre veniva notata, ma che risiedeva in lei da tempo, dietro quella facciata ingenua con la quale appariva solitamente.
Naoji la guardò un istante e per la prima volta in vita sua arrossì leggermente.
 
“Beh se non c’è altro allora…” fece Naoji, sul punto di andarsene.
“Aspetta Naoji-kun!” lo fermò la fanciulla “C’è qualcosa che posso fare per ringraziarti?” gli chiese.
Naoji era sul punto di rifiutare, quando gli venne un'idea e si affrettò a dire: “In effetti qualcosa c’è… Marin, tu per caso sai se ci sono altre ragazze oltre a te che portano un rossetto come quello?”
La ragazza stette un momento a pensare e poi rispose: “È difficile… questo tipo di colore non va molto di moda in questi ultimi tempi, quindi è raro che qualcuno lo porti… ma forse ci sono ragazze che non sono al corrente delle ultime tendenze e magari lo usano ancora… posso aiutarti a trovarle se vuoi”.
“Grazie mille Marin, ma non preoccuparti, non ce n’è bisogno… era semplice curiosità la mia” sorrise Naoji.
“Oh, Naoji-kun, ti prego permettimi di farlo! Sarà per ringraziarti di aver trovato il mio prezioso regalo!” disse Marin, con due occhi che avrebbero intenerito persino Ludwig.
“Ah… d'accordo allora… cominceremo le ricerche questo pomeriggio” disse Naoji e si accordò con la ragazza sul tempo e sul luogo dell’incontro.
 
Il luogo stabilito era l'ingresso della biblioteca.
Quando Naoji arrivò, trovò Marin che lo aspettava impaziente… era così entusiasta di partecipare a quella “missione” segreta che faticava a trattenere l'eccitazione, e al ragazzo tutta quella frenesia metteva di buon umore.
Cominciarono ispezionando i corridoi al pian terreno e le rispettive aule che il pomeriggio fungevano da club, ma non trovarono nulla.
Continuarono scrutando il cortile e la stalla, dove venivano tenuti i cavalli per il club di equitazione, ma nemmeno lì trovarono la ragazza che cercavano.
 
“Come primo giorno di ricerca direi che può bastare” disse Naoji “continueremo domani pomeriggio, alla stessa ora e nello stesso posto” finì con un sorriso.
“Ok capo!” disse allegramente Marin.
 
E così, nei giorni seguenti, i due si incontrarono spesso per quelle uscite spionistiche alla ricerca della misteriosa ragazza.
Senza rendersene conto, Naoji passava dei momenti molto felici e spensierati in compagnia della fanciulla che seppur ritenuta da molti ingenua e di scarso intelletto, si era rivelata molto arguta e strategica nel trovare nascondigli adeguati dai quali osservare.
L'allegria e la dolcezza della giovane non potevano che far bene al ragazzo, che un po' alla volta cominciava a stare meglio e a sorridere come prima.
Ma quella spensieratezza non durò a lungo, il fato volle che un giorno, uscendo dall'aula di lettura e passando di fianco ad una finestra, Naoji vide, vicino alla serra, Marin che stava ammirando un vaso di crisantemi. Involontariamente il ragazzo sorrise e rimase ad ammirare la fanciulla, come incantato… ma il suo sorriso si spense in fretta quando vide avvicinarsi a lei Camus che portava due vasi colmi di fiori da mostrarle.
Quando poi la ragazza sorrise, il volto di Naoji si fece cupo e avvertì una fitta al petto.
Perché la cosa lo turbava tanto? Non aveva mai provato nulla del genere per lei prima, perché adesso doveva essere diverso? Il suo cuore non era forse pieno di sentimenti per Erika?
Ma nonostante si fosse allontanato con questi pensieri, il giovane non riusciva a smettere di pensare alla scena appena vista e al dolce viso di Marin che sorrideva ad un altro ragazzo, e questo lo turbava parecchio.
L'aspetto della ragazza era quello di una bambolina dai capelli rosa, perciò non ci si poteva stupire se i ragazzi la trovavano carina, ma per Naoji era diverso… lui non vedeva solo la bellezza in Marin, riusciva a percepirne la dolcezza, l'allegria e quel suo modo di fare che ingenuamente la metteva spesso nei guai, e tutto ciò al ragazzo, in qualche modo, piaceva.
Non sapeva come si potessero esprimere quei sentimenti che inaspettatamente lo avevano travolto e intrappolato in una rete di emozioni, dalla quale faticava ad uscire.
 
Arrivò, così, il tanto atteso giorno della festa di primavera, senza che i due ragazzi fossero riusciti a trovare la misteriosa ragazza del rossetto.
Mentre Naoji, si occupava di insegnare alle ragazze e ai ragazzi che volevano provare a tirare con l'arco, Marin era intenta a mostrare alle persone le varie attrazioni della festa.
Dopo circa un paio d'ore, il ragazzo si fece dare il cambio e si incamminò nella direzione della fanciulla per constatare come se la stesse cavando, ma non ci arrivò mai… qualcosa attirò la sua attenzione. Voltandosi, vide Erika in lacrime che correva verso il fiume.
Sentì l’impulso irrefrenabile di seguirla. Anche se sapeva che non avrebbe ottenuto nulla, non poteva ignorare il fatto che stesse piangendo.
Così, dando ascolto al suo cuore, rincorse la giovane fino alla sponda del fiume, fingendo di trovarsi lì per caso.
Dopo aver saputo da Erika che Orphe era in compagnia di altre ragazze, non riuscì a trattenersi dall'abbracciarla.
Quel gesto che avrebbe dovuto essere un simbolo dell'amore che provava per lei, lasciava il ragazzo perplesso. Non si trattava affatto di amore… è più giusto dire che il sentimento che provava in quel momento non era nient’altro che rammarico per la situazione vissuta dalla ragazza… e con quell'abbraccio lui cercava di consolarla e tranquillizzarla.
Si stupì non poco di questo.
Che i sentimenti provati per la giovane fossero spariti?
Poco dopo Orphe colse i due giovani in quell’atteggiamento fraintendibile e se ne andò con uno sguardo di ghiaccio.
Quando Erika tentò di raggiungerlo, Naoji la trattenne per la manica e stette un momento a guardarla negli occhi. Rivide mentalmente il loro incontro, il momento in cui aveva scoperto di provare qualcosa per lei e tutti i momenti passati insieme sia di gioia che di tristezza… dopodiché la lasciò andare dal suo amato.
Il giovane, rimasto ormai solo, si volse ad ammirare il fiume.
Avvertiva un senso di libertà e pace, finalmente aveva capito. La ragazza che aveva amato sarebbe rimasta per sempre nel suo cuore, ma solamente come un ricordo… ora c'era un'altra che riusciva a far provare delle emozioni forti al giovane, per la quale provava un forte senso di protezione e della quale non si sarebbe mai stancato.
E così, per dare libero sfogo agli ultimi sentimenti che provava per Erika, fece qualcosa di veramente inaspettato… pianse.
 
“Naoji-kun?” lo chiamò improvvisamente Marin poco dopo.
Naoji si voltò verso la giovane: “Marin” e sorrise.
“Stai bene?” chiese la ragazza preoccupata.
“Si… ora che sei qui non potrebbe andare meglio” rispose il giovane guardandola intensamente.
In quel momento la giovane arrossì.
“Ehm, Naoji-kun…” cominciò.
Il ragazzo si avvicinò a lei: “Si, Marin?” sussurrò, continuando a guardare quegli occhi color ametista.
“… devo confessarti una cosa… in realtà sono l'unica a possedere quel rossetto… è stato fatto su ordinazione di mio padre ed è stato importato dall'estero… è un prodotto di origine orientale” confessò Marin “… mi dispiace, avrei dovuto parlartene prima, ma… desideravo passare del tempo in tua compagnia…” continuò la ragazza arrossendo più di prima.
“Sei arrabbiato?” domandò infine timorosa.
Naoji sorrise “Come sospettavo… ma non devi preoccuparti, non sono affatto arrabbiato, anzi…” e con dolcezza le accarezzò la testa “… come potrei essere arrabbiato con una ragazza tanto adorabile?”
“Naoji-kun! Io… sono innamorata di te!” disse con coraggio la ragazza.
Il ragazzo ne fu sorpreso, ma, sorridendo, prese tra le mani l'esile viso della fanciulla e la baciò dolcemente.
“Anche io” ammise, arrossendo leggermente, mentre Marin lo guardava con occhi sognanti.
 
I due vennero sorpresi dagli improvvisi fuochi artificiali, che contribuirono a creare un'atmosfera magica per quei timidi innamorati che, tenendosi per mano, li ammiravano incantati.
   
 
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