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Autore: Lady Mnemosyne    27/07/2016    2 recensioni
Una piccola riflessione sulla Morte.
A me capita spesso di immaginare come potrebbe essere la mia morte. Immagino scenari grandiosi di alto titanismo e coraggio e lacrimosi momenti lirici. Quando però ci si trova faccia a faccia con lei, tutto cambia, perché ci si rende conto che è reale, non è solo una fantasia, e prima o poi arriverà davvero. Ecco allora che la Vita assume tutta un'altra luce.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dialogo con la Morte

Ha bussato la Morte alla mia porta
nel mezzo di una notte senza luna:
ogni cosa taceva nel silenzio,
aspettando quell’ospite maestoso.
Senza timore io le aprii la porta
e sorridendo la invitai a entrare.
Senza parlare lei si fece avanti,
nascosto il volto da un nero cappuccio.
‒ Buonasera signora ‒ io le dissi
‒ Era da tempo ormai che vi aspettavo.‒
Si guarda intorno circospetta e dice:
‒ Ti andrebbe di viaggiare un po’ con me? ‒
Così si volta e tende la sua mano
ed io la stringo, senza alcun timore.

E mi portò a vedere le sue terre,
le distese ghiacciate, i campi secchi,
le dune arroventate dei deserti,
le falesie taglienti ed i dirupi,
le punte adamantine in cima ai monti,
le fauci rosso fuoco dei vulcani,
le foreste riarse e incenerite.
Infine mi portò su una scogliera:
di fronte la distesa ampia del mare,
mentre a picco vi si tuffava il sole.
All’improvviso mi iniziò a parlare:
‒ Bambina mia, perché tu vuoi fuggire
da questa vita appena cominciata
e correre a cercarmi ad ogni costo
ancora vuota e priva di esperienza? ‒
La sua voce era calda, confortante,
e quando mi voltai verso di lei
la trovai priva del suo velo nero:
i bei capelli stretti in una crocchia,
la pelle candida, le labbra rosse;
per certo avresti detto che era un angelo,
se non avesse avuto gli occhi stanchi
e quella mano fredda come il ghiaccio.
‒ Perché ti vuoi sottrarre a questo mondo,
che quasi tutto ha da offrirti ancora?
Perché vuoi rinunciare a questa vita? ‒
‒ Come posso dar fede a ciò che dici
quando, ogni volta che ci provo e tento,
la Fortuna mi prende a schiaffi e ride
mentre cado, sconfitta dai suoi colpi?
Ci provo, mi rialzo ad ogni pugno,
ma arriva quel momento in cui si perde,
non già la forza, ma proprio la voglia
di lottare contro i mulini a vento. ‒
‒ Qualcuno ti ha mai detto oppure ha scritto
che è facile la vita, e senza affanni?
Dimmi soltanto uno che conosci
che abbia vissuto senza mai un dolore.
Ti credi di esser l’unica a soffrire?
Pensi che in questo mondo non ci siano
altre persone che con te patiscono?
Se vuoi la verità, bambina mia,
ciò che senti non si può dir dolore
se confrontato a tanti mali altrui. ‒
‒ Lo so bene di non soffrire affatto
rispetto a tanta gente in tutto il mondo
che ha problemi veri da affrontare.
Ma tu lasciami dire almeno questo,
che è lecito, dopo tante sconfitte,
prendere a disperare di un finale
che si pensava, non dico felice,
ma in grado almeno di portare gioia. ‒
‒ Preferiresti, dunque, porre fine
ad ogni prospettiva? Al tuo futuro?
Non scrivere più una sola parola
e gettar via l’inchiostro che è rimasto?
Il punto è proprio questo, bimba mia:
devi capire e ricordarti sempre
che per pensare a me ci sarà tempo,
ma quando, un giorno, io ti porterò
da questo mondo all’altro, mai più nulla
potrai aggiungere al libro mortale
in cui è raccolta tutta la tua vita:
nessuna pagina, nessuna riga. ‒
‒ Se sono queste le parole adatte,
scelte per me, per il mio libro-vita,
allora non ne voglio neanche una:
sono già sufficienti le battute
con cui la Sorte mi ha schernito gaia.
Che io non sia più presa in giro invano! ‒

A questo punto la Morte, al mio fianco,
distolse via da me i suoi begli occhi
e un sospiro profondo e molto amaro
si mosse dalle sue labbra sanguigne:
‒ Tu proprio non mi sai ascoltare ‒ disse
‒ Tu non ti rendi conto delle pietre
preziose che ti trovi intorno, gemme
nascoste in piena luce ai tuoi occhi,
che tuttavia non le sanno vedere.
Adesso guardami negli occhi e dimmi
se esiste un colore più bello, splendido,
dell’azzurro abbagliante che ha il cielo
nei pomeriggi tersi dell’estate;
se esiste uno spettacolo più dolce
delle stelle che beate sorridono
danzando intorno al viso della luna;
se esiste un regalo più prezioso
di un sorriso spontaneo, sincero,
che sia di un amico cui tu tieni
o di un passante che incroci per caso
e a lui, che si crede non visto, vedi
brillare in un lampo tutto il viso.
Saresti pronta a rinunciare a questo?‒
Rivolgo gli occhi a terra, intrappolata
davanti all’evidenza di parole
che mi sbattono in faccia ogni superba
asserzione di vuoto titanismo.
Lei mi prende la mano, mi alza il viso
e sembra per un attimo che gli occhi
risplendano del bagliore di un tempo:
‒ La vita non è mai soltanto dolce,
è fatta di batoste e di vittorie
e nessuno potrà mai dirla facile.
Ma vale sempre la pena di vivere
per le piccole ricchezze di ogni giorno,
dai bambini che giocano nel parco
al gatto che si struscia alle tue gambe.
Come ti ho detto prima, sappi sempre
che per pensare a me ci sarà tempo. ‒

Tacevo di fronte a tanta saggezza,
vergognandomi delle mie parole,
finché la Morte non mi disse: ‒ Andiamo,
è ora che ti porti a casa ‒ e prese
la mia mano nella sua, gelata.
Mi ricondusse a casa nel silenzio
dei miei pensieri sconvolti e mutati
e solo quando fummo sulla soglia
presi il coraggio di parlarle ancora:
‒ Grazie ‒ le dissi in un breve sussurro.
Lei mi guardò, senza dire parola,
con gli occhi belli ritornati stanchi.
Sollevò nuovamente il suo cappuccio:
‒ Ci rivedremo ancora ‒ disse solo,
scomparendo nel buio della notte.
   
 
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